Xin sorrise. — Grazie, signore. Un’impresa che racconterò ai miei figli.
La Reynolt ignorò quei commenti. Fece aprire altre finestre, con inquadrature diverse e dati spettroscopici. — Fin dall’inizio abbiamo avuto difficoltà con le analisi.
Ora potevano sentire le voci registrate delle due testerapide. Li era un Emergente, ma l’altro, il dottor Wen, parlava con accento Qeng Ho. — Noi sappiamo da sempre che OnOff ha la massa e la densità di una normale stella di classe G. Ora possiamo eseguire mappe ad alta risoluzione delle temperature e densità interne… — proseguì snocciolando una lunga serie di cifre. — … ma ci servono altri microsatelliti… non abbiamo ricambi. Ne occorrerebbero almeno duecento durante la Riaccensione.
La Reynolt abbassò l’audio. — Gliene abbiamo dati altri cento. — Accese una finestra nuova, con Li e Wen di nuovo ad Hammerfest dopo la Riaccensione, che discutevano ancora. I rapporti di Anne Reynolt erano tutti così, una sfilza di immagini e discorsi tecnici.
Wen sembrava stanco. — Anche nello stato Off, la densità centrale era quella di una tipica stella G, tuttavia non c’è stato collasso. Le turbolenze di superficie sono profonde appena diecimila chilometri. Com’è possibile? Com’è possibile? Com’è possibile?
Li disse: — Dopo la Riaccensione, le profonde strutture interne sembrano sempre le stesse.
— Non possiamo esserne certi. Non possiamo avvicinarci abbastanza.
— No, ora appare del tutto tipica. Abbiamo modelli che…
Wen lo interruppe. Ora parlava rapidamente, in tono frustrato e quasi sofferente. — Tutti questi dati, e abbiamo ancora gli stessi misteri di prima. Ho trascorso cinque anni a studiare gli schemi di reazione e sono senza elementi utili, come gli astronomi dell’Era dell’Alba. Deve esserci qualcosa nel cuore esterno della stella, altrimenti ci sarebbe stato un collasso.
Il tono dell’altra testarapida si fece petulante. — Ovviamente, anche in stato Off la stella continua a emettere, ma emette qualcosa che si converte in una bassa interazione.
— E cosa emette? Cosa? E poi, se fosse davvero così, perché gli strati superiori non collassano?
— Lo strato convettivo alla base della fotosfera è collassato! Ryop. Io sto usando il tuo software di simulazione per mostrarci questo!
— No. Controsensi post-hoc, non migliori che nella preistoria.
— Ma io ho ottenuto dei pre-dati!
— E con questo? I tuoi adiabat interattivi sono…
La Reynolt chiuse l’audio. — Sono andati avanti così per molti giorni. Per lo più usano questo gergo tecnico, con parole che i focalizzati si inventano quando parlano fra loro.
Nau si appoggiò allo schienale. — Se sanno solo parlare fra loro noi non possiamo seguirli. Li hai perduti?
— No. Almeno, non nel solito modo. Il dottor Wen ha raggiunto un tale stato di frustrazione da considerare interventi dall’esterno sulla stella. In una persona normale questo sarebbe un sintomo di creatività, ma…
Brughel rise, divertito. — E così i tuoi astronomi si sono tagliati le palle, professionalmente. Eh, Reynolt?
La donna non lo guardò neppure. — Chiudi il becco — disse. Nau notò lo stupore dei Mercanti per quella scelta di parole. Brughel era il secondo nella linea di comando, e lei lo trattava così. Mi chiedo cosa ne pensino. Brughel s’era accigliato. Poi il suo sogghigno ricomparve e gettò a Nau uno sguardo ironico. La Reynolt proseguì, senza perdere battuta: — Wen si è allontanato dal problema, e lo ha incluso in uno schema più vasto. Dapprima questo mi è parso positivo.
La voce del dottor Wen continuò, nello stesso tono teso: — L’orbita galattica di OnOff. Un indizio. — In una finestra apparve la presunta orbita galattica della stella. Il suo inizio risaliva a mezzo miliardo di anni prima. Una volta ogni duecento milioni di anni OnOff penetrava nel cuore nascosto della galassia. Da lì si spostava fin dove le stelle si diradavano nel buio extragalattico. Nau non era un astronomo, ma sapeva che le stelle ad alone esplosivo non avevano pianeti, cosicché non venivano mai visitate da vicino. Quella comunque era l’ultima fra le stranezze di OnOff.
Per qualche motivo l’astronomo testarapida Qeng Ho s’era fissato sull’orbita galattica di OnOff. — Questa cosa… non può essere una stella… ha visto il Cuore di Tutto, e continua a ripassarci dentro a lunghi intervalli… — La Reynolt saltò quello che sembrava un interminabile monologo di Wen. — Indizi. Ci sono molti indizi, in realtà. Dimentichiamo l’astrofisica, consideriamo solo la curvatura della luce. Per 215 anni su 250 irradia meno energia di una nana rossa. Poi accadono cose che non possiamo vedere… come una macchina magica che si sia guastata. Scommetto che una volta era un generatore di onde quadre superveloci. Ecco cos’è! Magia venuta dal cuore interno della galassia, ma ormai guasta, e per questo noi non possiamo capirla.
L’audio s’interruppe e così il caleidoscopio di immagini che l’uomo stava esaminando. — Il dottor Wen è rimasto intrappolato in questo circolo chiuso di ipotesi per dieci Msec — disse la Reynolt.
Nau sapeva già dove voleva andare a parare, ma la guardò con aria serafica. — Con cosa restiamo, adesso?
— Il dottor Li va avanti bene. Si stava lasciando contagiare dallo stesso ciclo di regressione di Wen, così li abbiamo separati. Ora però si è… mmh, fissato sul software di simulazione Qeng Ho. Ha costruito un enorme modello simulato che contiene tutte le osservazioni. — Altre finestre, la teoria di Li su una nuova famiglia di particelle subatomiche. — Il dottor Li è scivolato nello stesso territorio cognitivo di Hunte Wen, ma sta ottenendo risultati molto diversi.
La voce di Li: — Sì! Sì! Il mio modello prevede che stelle come questa debbano essere comuni nel centro della galassia. Di rado, molto di rado, esse interagiscono e ne consegue un’esplosione. Il risultato viene proiettato fuori dal centro galattico. — La traiettoria di Li era naturalmente identica a quella di Wen. — Posso identificare tutti i parametri. Ovviamente non siamo in grado di vedere stelle che si accendono e spengono nel centro galattico. Non sono molto brillanti e restano sommerse dal fulgore. Ma una volta ogni miliardo di anni abbiamo uno scontro esplosivo, e una di esse viene espulsa. — Seguirono immagini dell’ipotetica stella che esplodendo aveva spinto via OnOff, immagini dell’ipotetico sistema planetario… spazzato via dall’esplosione salvo un piccolo pianeta in quel momento protetto dalla massa di OnOff.
Ezr Vinh si piegò in avanti.
— Signore Iddio, così spiega tutto quanto.
— Sì — disse Nau. — Perfino il fatto che resta un solo pianeta. — Distolse lo sguardo da tutte quelle finestre e si volse alla Reynolt. — Allora, cosa ne pensi?
Lei si strinse nelle spalle. — E chi lo sa? È per questo che ci serve uno specialista non focalizzato, caponave. Il dottor Li sta ampliando ancora questo modello. Potrebbe essere un sintomo classico del meccanismo cerebrale così-io-spiego-tutto. E la sua teoria delle particelle è altrettanto omnicomprensiva. — Fece una pausa. Poi, essendo incapace di fare spettacolo durante le sue relazioni, tirò fuori per ultima quella che era forse la sua notizia-bomba: — Questa particolare teoria rientra nella sua specialità, comunque. E ha delle conseguenze: probabilmente la realizzazione di un propulsore ram molto più veloce.
Per alcuni secondi nessuno disse parola. I Qeng Ho usavano i loro propulsori da migliaia d’anni, da prima del tempo di Pham Nuwen.
Li avevano perfezionati attingendo da centinaia di civiltà umane. Negli ultimi mille anni c’era stato un miglioramento dell’uno per cento. — Bene, bene, bene. — Tomas Nau sentiva il sapore del gioco grosso e della vittoria. Anche i Mercanti sorridevano come idioti. Lui lasciò che quell’atmosfera maturasse. Era una notizia molto buona, anche se avrebbe cominciato a riempire le loro tasche solo alla fine dell’Esilio. — Questo rende assai preziosi i nostri astrofisici. Per il dottor Wen possiamo fare qualcosa?