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Trixia distolse lo sguardo da lui, e per un momento osservò la foto della bizzarra abitazione della sua famiglia su Triland. — L’arroganza Qeng Ho ha messo sottosopra il mio pianeta, Ezr. Il vostro comandante Park ha liberalizzato l’iscrizione nelle scuole, aperto la colonizzazione della Foresteria… e questi sono stati soltanto effetti collaterali.

— Non abbiamo costretto nessuno a…

— Lo so. Voi non costringete nessuno. La Foresteria voleva essere parte di questa missione, e la coltivazione di certi prodotti è stato il vostro prezzo per la loro ammissione. — Ebbe un sorrisetto strano. — Io non mi sto lamentando, Ezr. Senza i Qeng Ho non sarei mai stata accettata nei programmi scolastici della Foresteria, non mi sarei laureata e non mi troverei qui. I Qeng Ho sono arroganti e presuntuosi, ma il vostro arrivo è stata anche una delle cose migliori mai accadute al mio mondo.

Ezr era rimasto in sonno freddo fino all’ultimo anno di permanenza della flotta su Triland. Le usanze dei Clienti non gli erano troppo chiare, e fino a quella sera Trixia non s’era mai molto dilungata a parlargliene. Mmh. Solo una possibilità di matrimonio per un Msec, lui non le aveva promesso di più. Aprì la bocca per dirle che…

— Aspetta! Non ho finito. Il motivo per cui ti parlo di questo è che devo convincerti di una cosa: c’è arroganza e arroganza, e io la differenza la vedo. La gente che ci ha invitato a cena sembrava capire meglio la tirannia che il libero scambio.

— E dei camerieri che mi dici? Ti sembravano servi sottomessi?

— No… piuttosto degli impiegati. So che questo non si adatta a quanto ho detto. Ma noi abbiamo visto solo un numero ridotto di Emergenti. Forse le vittime sono altrove. Però, vuoi per eccessiva fiducia, vuoi per cecità, Tomas Nau ha lasciato la loro sofferenza attaccata a tutte le pareti. — Trixia fronteggiò lo sguardo interrogativo di lui. — I quadri, dannazione!

Trixia aveva fatto un lento giro prima di lasciare la sala del banchetto, osservando uno dopo l’altro tutti i quadri. Erano bei panorami, sia di luoghi di superficie che di vasti habitat. Ciascuno aveva qualcosa di surreale nella luminosità e nella geometria, ma c’era un iper-realismo nei dettagli, precisi fino all’ultimo filo d’erba. — Gente normale, felice e creativa, non fa quadri di questo genere.

Ezr scrollò le spalle. — A me è parso che fossero opera dello stesso artista. Sono buoni nel loro genere. Scommetto che sono riproduzioni di classici antichi, come i panorami dei castelli camberrani di Deng, — Un maniaco-depressivo che contemplava il suo futuro. — I grandi artisti spesso sono pazzi o depressi.

— Parli proprio come un Mercante!

Ezr poggiò una mano su una delle sue. — Trixia, non sto cercando di litigare con te. Prima di questo invito a cena ero io quello che non si fidava di nessuno.

— E lo sei ancora, no? — La domanda era seria, senza nessuna traccia di umorismo.

— Sì. — Anche se non come lei e non per le stesse ragioni. — La disponibilità degli Emergenti nel concederci l’uso delle loro grosse navette da carico è un tantino eccessiva. — Doveva esserci stata una trattativa ben precisa in merito. In teoria le capacità scientifiche messe a disposizione dai Qeng Ho valevano quanto l’uso delle navette da carico, ma l’equazione era piuttosto sottile se il baratto era stato quello. — Sto solo cercando di capire quello che dici, e ciò che a me è sfuggito… D’accordo, supponiamo che la situazione sia pericolosa come tu la vedi. Non credi che il comandante Park e il Comitato ne siano già al corrente?

— E allora cosa stanno pensando in questo momento? Nel guardare i vostri ufficiali, durante il viaggio di ritorno in taxi, ho avuto l’impressione che fossero molto ammorbiditi verso gli Emergenti.

— Sono contenti di aver fatto un buon affare. Che cosa pensi il Comitato Mercantile, poi, io certo non lo so.

— Potresti scoprirlo, Ezr. E se questa cena è servita per mettere i paraocchi a qualcuno di loro, tu potresti esigere un’inchiesta. Lo so, lo so: tu sei un apprendista, e ci sono regole e usanze e bla bla bla. Ma la tua famiglia possiede questa spedizione.

Ezr si piegò verso di lei. — Soltanto una parte. — Era la prima volta che lei menzionava la cosa. Finallora entrambi (Ezr, almeno) avevano avuto timore di tirare in ballo la differenza delle loro possibilità economiche. A livello inconscio ciascuno aveva paura che l’altro la strumentalizzasse per avvantaggiarsi. I genitori di Ezr Vinh e due sue zie possedevano un terzo di quella spedizione: due naviram e tre navette. La Famiglia Vinh23 aveva in totale trenta navi, sparse in una dozzina di iniziative commerciali. Il viaggio su Triland era stato un investimento secondario, meritevole soltanto di un impegno relativo della Famiglia. Da lì a due o tre secoli Ezr si sarebbe riunito con la sua famiglia; per allora sarebbe stato più vecchio di dieci o quindici anni soggettivi. Gli piaceva pensare che quel giorno avrebbe potuto dimostrare ai suoi genitori che il loro ragazzo aveva fatto una buona riuscita. Nel frattempo era ancora lontano anni dal poter far sentire il suo peso. — Trixia, c’è una differenza fra essere proprietari e dirigere, specialmente nel mio caso. Se i miei genitori facessero parte di questa spedizione, sì, loro avrebbero molta influenza sulle decisioni. Ma loro sono partiti per il viaggio di Andata e Ritorno, e io sono più un apprendista che un proprietario. — Era umiliante doverlo dire così. Ma in una vera spedizione Qeng Ho non c’era molto posto per il nepotismo, anzi il contrario.

Trixia tacque per qualche momento, scrutando il volto di Ezr. E ora cos’avrebbe fatto? Lui non aveva dimenticato i cupi avvenimenti di Zia Filipa sulle femmine che si appiccicavano ai giovani Mercanti facoltosi, circuendoli e poi cercando di governare la loro vita… o peggio, occupandosi degli affari della Famiglia. Forse lei pensava di poter cominciare ad avere delle pretese. Oh, Trixia, no, ti prego.

Poi lei sorrise, un sorriso più esitante e più rapido del solito. — D’accordo. Ezr. Fai ciò che devi. Ma… posso chiederti un favore? Pensa a quello che ti ho detto. — Si girò verso di lui e gli accarezzò una guancia. Il bacio che gli diede fu dolce, esplorativo.

2

La Marmocchia lo aspettava in agguato, fuori dall’appartamento.

— Ehi, Ezr, ieri sera ti ho visto. — Questo per poco non lo fermò. Sta parlando del banchetto. Il Comitato Mercantile lo aveva fatto trasmettere a tutta la flotta.

— Certo, Qiwi. Mi hai visto sul vid. E ora mi vedi di persona. — Ezr aprì la porta ed entrò. In qualche modo la Marmocchia riuscì ad appiccicarglisi addosso abilmente e scivolò dentro, così non gli restò altro che lasciare la porta socchiusa nella speranza che lei capisse l’antifona. — Allora, che stai facendo da queste parti?

Qiwi era un genio per rigirare le domande nel modo che le faceva comodo. — Oggi abbiamo lo stesso turno, giù alle batteriche. Si comincia fra duemila secondi. Ho pensato che potremmo scendere insieme, tanto per scambiarci due pettegolezzi.

— Ah. — Ezr fluttuò svelto nella stanza da letto, e stavolta riuscì a chiuderla fuori. Si cambiò, indossando la tuta da fatica. Naturalmente la Marmocchia era ancora lì in attesa quando lui uscì.

Fece un sospiro. — Temo di non avere pettegolezzi da scambiare. — Che io sia dannato se ti ripeterò quello che mi ha detto Trixia.

Qiwi sorriso trionfante. — Be’, io sì. Andiamo. — Spalancò la porta esterna e lo invitò a precederla nel corridoio pubblico con un elegante inchino a zero-G. — Voglio confrontare le mie osservazioni con quello che hai visto tu. Ma scommetto che io ho visto molto più di te, sul serio. Il Comitato aveva tre pov, compreso quello all’ingresso… con una vista migliore di quella che avevate voi. — La ragazzina rimbalzò avanti con lui da una parete del corridoio all’altra, raccontandogli di quante volte aveva rivisto i video e di ciò che dicevano in proposito quelli con cui ne aveva parlato.