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I contenitori Qeng Ho per il sonno freddo erano così sicuri che i guasti apparivano nelle statistiche, più che nella realtà. Quelli degli Emergenti erano assai meno affidabili, tuttavia durante la battaglia molte attrezzature avevano subito dei danni difficili da riscontrare. La morte di Luan era certo uno di quegli incidenti che continuavano ad accadere dopo quelle ore di follia che per poco non erano costate la vita a entrambe le flotte. Ma come posso persuadere Floria di questo? — Suppongo che ci si possa fidare di quello che ci dicono, Floria. Gli Emergenti hanno una tecnologia inferiore, lo sai. Io ho trascorso molto tempo accanto a Tomas, e non l’ho mai sorpreso a mentire.

— Sicuro — grugni l’altra.

— Ma perché qualcuno avrebbe voluto uccidere Luan?

— Non ho detto che l’abbiano uccisa. E non ho detto che il tuo Nau debba saperne qualcosa. Io ero l’unica a frequentare quella squadra di scavatori focalizzati. Per due volte ho visto Brughel con loro. La prima volta c’erano due donne, e lui stava lì e le guardava. La seconda c’era una sola donna, Luan, e Brughel era dietro di lei.

— Ah. — La parola le usci in un soffio.

— Non avevo le prove di niente. Quel che ho visto era solo lo sguardo negli occhi di Brughel, il suo atteggiamento. Così ho taciuto. E ora Luan è scomparsa.

La paranoia di Floria sembrava più plausibile, ora. Ritser Brughel era un mostro, un anormale a malapena tenuto in riga dall’autorità del caponave. Il ricordo del suo faccia a faccia con lui era ancora vivo nei ricordi di Qiwi, con lo slap slap slap del suo bastone sul palmo della mano e la rabbia in quegli occhi slavati.

Fingere una morte per incidente, o condannare a morte qualcuno senza processo, era pericoloso. Se Ritser Brughel non era stato molto astuto doveva aver lasciato degli indizi. — Ascolta, Floria, io posso cercare di saperne di più su questa faccenda. Non so cosa sia successo a tua sorella Luan, ma in un modo o nell’altro scopriremo la verità. E se qualcuno ha infranto la legge, stai certa che Tomas non gliela farà passare liscia. Lui ha bisogno della collaborazione dei Qeng Ho, così come noi abbiamo bisogno di lui.

Dopo un momento Floria disse: — Ti ringrazio. Sai, io volevo bene a Luan, ma il Focus ha fatto di lei una sconosciuta. Avrei dovuto parlare con qualcuno quando vidi Brughel che la guardava in quel modo, ma avevo paura… — Le rivolse un sorrisetto tremante. — E ora, forse, ho messo in pericolo anche te. Ma almeno tu hai una possibilità, e c’è anche il caso che sia sempre viva… se tu potessi trovarla in tempo.

Qiwi alzò una mano. — Forse. Forse. Vediamo cosa potrò scoprire. — Si mise di nuovo il casco e andò al portello. Mentre si voltava vide la paura sul volto dell’altra.

— Sii prudente — disse Floria.

Qiwi prese un taxi per finire l’ispezione di quel giorno al mucchio del materiale sfuso, contattando la rete di testerapide per esporre problemi tecnici e avere dei dati. Nel frattempo la sua mente vagava per corridoi pericolosi. Era un bene che si fosse presa un po’ di tempo per pensare. Se Floria aveva ragione, allora anche con Tomas al suo fianco la faccenda era molto rischiosa. Ritser si occupava di troppe cose, aveva molti accessi. Se stava sabotando i contenitori del sonno freddo o falsificando i dati dei decessi, una grossa parte della rete di Tomas era stata sovvertita.

Brughel sa che qualcuno sospetta di lui? Se era così, forse teneva d’occhio tutte le comunicazioni interne, registrandole, e sarebbe stato difficile ficcare il naso da qualche parte senza far scattare un suo software di sorveglianza.

Devo essere molto cauta. Avrebbe avuto bisogno di una buona scusa per ogni sua mossa. Ah. Gli studi sul personale assegnali a lei e Ezr Vinh. Nei tempi morti della sua ispezione era ragionevole che se ne occupasse. Inviò una chiamata a bassa priorità a Ezr per chiedergli un colloquio, quindi aprì una banca dati contenente tutte le informazioni disponibili sul personale di Turno.

Trovò subito il fascicolo di Luan Peres. Sì, il rapporto diceva che era morta nel contenitore del sonno freddo. Lesse i particolari. C’era un sacco di gergo tecnico, congetture su come l’unità si fosse guastata, il genere di cose che si potevano avere da un focalizzato se gli si chiedeva di inventare un guasto credibile.

Il taxi uscì dal cono d’ombra e s’immerse nella cruda luce del sole. Qiwi regolò la luminosità della finestra e continuò a leggere il rapporto sulla morte di Luan. Era molto ben steso. Avrebbe potuto ingannarla, se lei non avesse avuto già dei sospetti o conosciuto le procedure legali degli Emergenti. Dov’erano il terzo e il quarto controllo incrociato sull’autopsia? La Reynolt voleva che le sue testerapide lo facessero sempre, e non era un tipo flessibile.

Quel rapporto era alterato. Tomas l’avrebbe capito appena lei glielo avesse mostrato.

Nel suo casco risuonò una nota. — Salve, qui Ezr. — Dannazione. Lei lo aveva chiamato solo per avere una copertura più tardi. Nel visore apparve anche l’immagine di lui, con sullo sfondo la parete verde dell’attico di Hammerfest. Stava facendo visita alla sua Trixia, naturalmente. — Ho deciso di risponderti subito. Forse non sai che uscirò dal Turno fra sessanta Ksec.

— Sì, scusa se li disturbo. Stavo guardando le statistiche del personale, per quel resoconto che il Comitato ha assegnato a noi. Avrei una domanda… — Qiwi si frugò nella mente in cerca di qualcosa che giustificasse quella chiamata, ma non riuscì a trovare niente. Alla fine ne buttò lì una un po’ stupida sulla possibilità di aggregare insieme specialisti di varie materie.

Ezr la guardava stranamente, ora. Scrollò le spalle. — Stai parlando di qualcosa che riguarda il periodo finale dell’Esilio, Qiwi. Chi lo sa di cosa avremo bisogno quando i Ragni saranno pronti per il Primo Contatto? Per allora, suppongo che toglieremo dal sonno freddo tutti gli specialisti.

— Naturalmente, questo è previsto. Ma ci sono dei dettagli… — Qiwi cercò di apparire plausibile, ma la cosa principale era tagliar corto a quella conversazione. — Pensavo che potrebbe verificarsi un problema. Vediamoci di persona, quando uscirai dal sonno freddo.

Ezr sorrise. — Non sarà presto. Resterò fuori Turno per cinquanta Msec. — Due anni standard.

— Come mai? — Era più del quadruplo del suo solito intervallo.

— Normale avvicendamento. Sono decisioni del Comitato. — Ezr sì girò a guardare qualcuno fuori campo. Trixia? Poi nel suo tono ci fu una noia di impazienza. — Senti, Qiwi, non mi fa per niente piacere restare in ghiaccio così a lungo. — Alzò una mano come a prevenire un’obiezione. — Non mi sto lamentando, sia chiaro, ho partecipato anch’io alla decisione del Comitato… ma Trixia resterà di Turno per tutto questo tempo. Non l’ho mai lasciata sola così a lungo. Non ci sarà nessuno a badare a lei.

Qiwi provò l’impulso di confortarlo. — Non le succederà niente di male, Ezr.

— Già, lo so. È troppo preziosa perché le succeda qualcosa. Come tuo padre. — Nei suoi occhi ci fu un’ombra. Il povero Ezr la stava pregando. — Terranno in funzione il suo corpo, forse le faranno perfino una doccia ogni tanto. Tienila d’occhio tu, Qiwi. Tu hai un potere reale, almeno sui pesci piccoli come Trud Silipan.

Era la prima volta che Ezr Vinh le chiedeva aiuto.

— Veglierò io su di lei — disse sottovoce Qiwi. — Te lo prometto.

Quando l’altro ebbe chiuso la comunicazione, Qiwi restò pensosa per un poco. Forse la paranoia era contagiosa. Luan Peres morta. E ora Ezr che se ne andava per più tempo di quanto lei avrebbe immaginato. Mi chiedo chi abbia proposto questi cambiamenti nei Turni. Il taxi continuava a costeggiare lentamente il gruppo di asteroidi, e lo sguardo di lei considerò automaticamente le astronavi parcheggiate e le grandi masse di diamante, mentre con un’altra parte della mente sfiorava i delicati tranelli della politica. Il dominio privato di Ritser Brughel, la Mano Invisibile, era lontana dalle altre, a duemila metri dal suo taxi. Mmh. Possibile che Brughel avesse rapito Luan Peres? Quella sarebbe stata la più azzardata delle mosse che poteva fare contro Tomas. E forse non era la sola. Se l’uomo era riuscito a farla franca, ci avrebbe riprovato con altri. Ezr.