Выбрать главу

Passarono sopra la grande rastrelliera e abbassarono lo sguardo sulle file di umanità mormorante. — In un certo senso non avresti torto, signor armiere — disse Silipan. — Se questa gente si occupasse di calcoli aritmetici o ricerche nei database, questa operazione non avrebbe senso. Un processore, piccolo come un granello sarebbe milioni di volte più rapido. Ma senti come parlano?

— Sì, però quello che dicono non ha senso.

— È un loro gergo. Lo imparano presto, quando lavorano in squadra. Ma il punto è che non svolgono funzioni a livello- macchina. Loro stanno usando le capacità dei computer. Vedi, per noi Emergenti le testerapide sono come il livello che sta sopra il software. Usano l’intelligenza umana e insieme hanno la pazienza e la continuità di una macchina. Ed è per questo che i non-focalizzati che svolgono il mio lavoro sono importanti. Il Focus non serve a niente, se non c’è gente normale a dirigerlo stabilendo il giusto equilibrio fra l’hardware e il software. Questa combinazione, regolata bene, è superiore a ciò che voialtri Qeng Ho avete mai ottenuto.

L’uomo gli spiegò che quei focalizzati erano divisi in tre gruppi: i programmatori di sistemi, fra cui i sistemi d’arma; gli analizzatori del software interno, compreso quello di sorveglianza, e altri che si occupavano di un progetto della Reynolt accentrato sui sistemi e sui codici della flotta Qeng Ho. Pham cercò di non mostrarsi scosso, mentre l’altro lo conduceva fuori.

Oltrepassato un portello stagno entrarono in quella che sembrava una stiva. C’erano alcuni contenitori per il sonno freddo, del modello usato per motivi medici. Oltre quell’equipaggiamento Pham vide un altro portello chiuso da una serratura di tipo speciale. Silipan gettò appena un’occhiata da quella parte e si affrettò a indicargli un’uscita sulla sinistra.

— Di qua. Ecco dove facciamo il vero lavoro, vecchio mio. La vera magia del Focus — disse, introducendolo in un laboratorio. Un tecnico stava facendo un lavoro di analisi neurologica su una testarapida distesa nella cavità di un complesso macchinario. Silipan glielo presentò, e gli chiese di mostrargli alcune mappe cerebrali del paziente. A quanto ne comprese Pham, qualcosa era andato storto nel Focus dell’individuo, ma problemi del genere non erano rari dopo otto o nove anni di utilizzo continuato.

Fuori dal laboratorio Pham seguì Silipan lungo un tunnel scavato nel cristallo di Diamante Uno. Le pareti erano ricche di bassorilievi finemente cesellati, nello stesso stile iper-realista che tanto tempo addietro aveva stupito i Qeng Ho invitati alla prima cena di benvenuto.

— Gli scalpellini fanno soltanto cinquanta centimetri di bassorilievi ogni Msec, ma la loro arte ci riporta il calore del nostro passato.

Calore? — Ad Anne Reynolt piacciono le cose belle? — domandò Pham.

— Bah! Alla Reynolt non potrebbe importargliene di meno. È stato il Dirigente, il vice caponave Brughel, a ordinare questo lavoro, su mia raccomandazione.

— Credevo che i vostri Dirigenti fossero ciascuno sovrano nel suo particolare dominio. — Pham non poteva dire di conoscere la Reynolt, ma l’aveva vista umiliare Brughel nel corso di una riunione con Nau.

— Dirigente? Anne Reynolt? — Silipan lo guardò con ironia. — Pham, oggi la tua faccia stupita è stata un divertimento… ma questa è la migliore della giornata. — Proseguì nel corridoio, ridacchiando, poi si girò di nuovo a godersi la sua espressione. — Scusa, vecchio mio. Voialtri Mercanti siete in gamba per molte cose, ma quando si tratta della cultura siete ignoranti come bambini. No, Anne Reynolt non è una Dirigente, anche se un tempo apparteneva allo strato superiore di questa classe sociale. La Reynolt è soltanto un’altra testarapida.

Lo sguardo di Pham si fece vacuo per lo sbalordimento, e stavolta quella era una reazione genuina. — Ma… lei dirige una grossa parte della missione. E tu esegui i suoi ordini.

Silipan scrollò le spalle. — Anne Reynolt è un caso molto raro. Si dice che fosse Alta Dirigente della Xevalle, un gruppo politico assai potente in patria. Quasi tutti furono uccisi o lobotomizzati, ma per qualche motivo quelli del gruppo rivale, i Nauly, la fecero focalizzare. Forse pensavano di usare il suo corpo per divertirsi, perché è una bella donna, ma poi le cose andarono diversamente. La mia ipotesi è che fosse maniaca o mentalmente anormale fin da prima, così il virus ebbe un effetto diverso sul suo cervello. Buona parte delle sue capacità direttive sono sopravvissute, e così anche quelle umane che le consentono di trattare con la gente.

Erano giunti alla fine del tunnel. Davanti al disadorno portello Silipan si girò a guardare Pham. — La Reynolt è un’anomalia vivente ma è forse la proprietà privata più preziosa del caponave Nau. Gli ha dato il modo di raddoppiare il suo potere. — Ebbe un sogghigno storto. — Non che questo renda più facile prendere ordini da lei, amico. Personalmente credo che il caponave non dovrebbe dare tanta autorità a una testarapida. Lei è una testarapida miracolosa, certo, ma questo che vuol dire? È come un cane che scriva poesie… uno può anche ammettere che è un genio, ma preferirebbe vederlo abbaiare e basta.

— Non sembra che t’importi il rischio che lei scopra come la pensi.

Il sorriso di Silipan si allargò. — Naturalmente no. È impossibile ingannare la Reynolt su cose che riguardano il lavoro, ma per il resto è come le altre testerapide. Potresti metterle una mano fra le gambe e la sua reazione sarebbe quella di un manichino di plastica. A volte io prendo una di quelle femmine, ovviamente dopo averle dato una buona lavata, e… — S’interruppe. — Be’, lasciamo perdere. Ora dille quel che il caponave Nau ti ha ordinato di dirle, e non ti chiederà altro. — Gli strizzò l’occhio e lo lasciò solo davanti all’ufficio di Anne Reynolt.

— Guardala bene, così capirai meglio quel che li ho detto — fu il consiglio che gli diede, spingendosi via nel corridoio.

Se Pham avesse saputo di più sulla Reynolt, avrebbe rimandato di qualche anno la faccenda dei localizzatori. Ma adesso era seduto nel suo ufficio, e non aveva molta scelta. In un certo senso questo lo stimolava. Dal tempo della morte di Diem ogni sua mossa era stata molto studiata, troppo dannatamente cauta.

La donna non aveva ancora dato segno di notare la sua presenza. Pham s’era seduto davanti alla scrivania senza essere stato invitato, e si guardava attorno nell’ufficio. Era molto diverso da quello di Nau. Le pareti erano nude, scavate nel diamante. Non c’erano fotografie, neppure quell’abominio che fra gli Emergenti passava per arte. Sulla scrivania della Reynolt c’erano soltanto dei fascicoli e il solito armamentario elettronico.

Poiché lei non lo guardava, Pham ne approfittò per studiarla da vicino. Finallora l’aveva vista solo alle riunioni, dalla parte opposta del lungo tavolo. Vestiva una semplice tuta bianca, con una sottile collana al collo e niente trucco sulla faccia. La sua igiene personale era impeccabile, non aveva un filo di grasso superfluo, e niente faceva capire che fosse una focalizzata. Coi suoi capelli di un biondo rossiccio e i suoi lineamenti avrebbe potuto essere la sorella di Brughel. La sua età era impossibile da stabilire: da trent’anni standard a un paio di secoli, se aveva sfruttato tutti i progressi della medicina a disposizione degli Emergenti. Il suo aspetto era molto attraente, perfino amabile se non si faceva caso alla sua espressione fredda. E cosi tu eri una Alta Dirigente.