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Ma lo stato psicofisico necessario ancora lo eludeva. Cercò di pensare ad Anne Reynolt e a ciò che Silipan gli aveva mostrato. I focalizzati avrebbero finito per capire il suo piano, era solo questione di tempo. Il Focus era un miracolo. Ai tempi di Brisgo Gap lui avrebbe potuto creare un impero Qeng Ho, se solo avesse avuto il Focus per costruire gli strumenti necessari. Vero, il prezzo era alto. Gli zombie che aveva visto nell’attico di Hammerfest non erano un bello spettacolo. Lui poteva immaginare molti modi per rendere più umano il sistema del Focus, ma alla resa dei conti si trattava di usare dei focalizzati, dunque bisognava accettare quella realtà.

Il successo finale, la creazione di un impero Qeng Ho durevole nel tempo, meritava quel duro prezzo? Poteva lui decidere che quel prezzo andava pagato?

Sì, e poi ancora sì.

Con quei pensieri così emotivi non sarebbe mai entrato nello stato di accesso ai localizzatori. Pham Nuwen li mise da parte e cominciò di nuovo a rilassarsi pian piano.

Trascorsero lenti i secondi, e una pallida luce azzurra si accese dentro le sue palpebre. Lui tossicchiò, mosse un braccio. La luce cominciò a palpitare: una, due, tre… era un sistema ausiliario per facilitare il conteggio binario. Lui gli fece eco, usando i codici che aveva predisposto tanto tempo prima.

Oltrepassò il portello di accesso domanda/risposta. Era entrato! Le luci che palpitavano dentro le sue palpebre erano ancora stimoli casuali. Ora gli sarebbero occorsi alcuni Ksec per insegnare alla rete di localizzatori la definizione richiesta da quel tipo di visione. Il nervo ottico era troppo grosso e troppo complesso per avere immagini video istantanee e chiare. Non c’era fretta. La rete gli stava già parlando in modo affidabile. Gli antichi programmi uscivano dalla loro tana. I localizzatori avevano identificato i suoi parametri fisici; da quel momento lui avrebbe potuto parlare con essi in molti modi diversi. In quel Turno di veglia gli restavano circa tre Msec. Questo poteva bastare per fare alcune cose per intanto necessarie: impadronirsi della rete della flotta e montare una nuova copertura per lui. Cosa poteva escogitare? Qualcosa di vergognoso, ovviamente. Una ragione vergognosa che consentisse al vecchio “Pham Trinli” di giocare al buffone di corte per molti anni. Una storia che Nau e Brughel potessero credere di usare come leva contro di lui. Quale?

Pham sentì la sua bocca piegarsi lentamente in un sorriso.

23

L’Ora della Scienza dei Piccoli. Che nome innocente. Ezr era uscito dal suo lungo periodo di sonno freddo per scoprire che era diventato il suo incubo. Qiwi me l’aveva promesso. Come ha potuto permettere che succedesse? Ma ogni spettacolo dal vero era un concentrato di incognite.

E quel giorno sarebbe stato forse il peggiore. Con un po’ di fortuna avrebbe potuto essere l’ultimo.

Ezr fluttuò nel bar di Benny quando mancavano ancora un migliaio di secondi all’inizio del programma. Fino a quel momento gli era parso meglio ascoltarlo dal suo alloggio, ma il suo masochismo aveva vinto ancora una volta. Andò a sedersi fra i clienti e prestò orecchio in silenzio alle loro chiacchiere.

Il bar di Benny era diventato il centro della loro vita pubblica lì a L1. Ormai esisteva da sedici anni. Benny se ne era occupato per circa un quarto di quegli anni, il corrispondente del suo Turno di veglia, mentre per il resto del tempo era stato gestito da suo padre, da Gonle Fong e da altri. Su una parete era appesa una Carta Generale dei Turni, sulla quale la data era adesso quella dei Ragni, tradotta da Trixia: il 60/21. Il ventunesimo anno dell’attuale generazione dei Ragni, ovvero del sessantesimo ciclo solare a partire dalla fondazione di una loro dinastia o di qualcos’altro. Un vecchio motto Qeng Ho diceva: «Quando cominci a usare il calendario di un posto, vuol dire che ci sei già stato troppo». Erano trascorsi 21 anni dalla Riaccensione, da quando Jimmy Diem e gli altri erano morti. Oltre all’anno era segnato anche il numero del giorno e poi le “ore” e i “minuti”, un sistema a base sessanta che la traduttrice non s’era preoccupata di spiegare razionalmente. I frequentatori del bar ci erano abituati e sapevano quando sarebbe cominciato il programma “di Trixia”.

Il programma di Trixia. Ezr strinse i denti. Il programma di una schiava, e il peggio era che a nessuno sembrava importare di questo. Un po’ per giorno stiamo diventando Emergenti tutti quanti.

Jau Xin e Rita Liao e mezza dozzina di altre coppie — fra cui due Qeng Ho — erano riunite ai loro soliti tavoli e parlavano di ciò che sarebbe successo quel giorno.

— … il timore che questo sia l’ultimo programma della serie — stava dicendo Rita Liao, preoccupata.

— Non è il caso di prendersela, Rita. Non sappiamo neanche se un programma di questo genere ci serva.

— Probabilmente no — intervenne Gonle Fong, fluttuando su di loro. Distribuì sui tavoli bulbi di birra “Diamante e Ghiaccio”. — Io credo che le testerapide… — Gettò uno sguardo di scusa a Ezr. — Credo che i traduttori non ci capiscano più niente. In questo programma ci sono cose che non hanno senso.

— Secondo me sono piuttosto chiare — disse uno degli Emergenti. e aggiunse una spiegazione plausibile del concetto di “perversione dei fuori-fase”. Il problema non erano i traduttori, ma l’incapacità degli umani di accettare il pensiero alieno.

L’Ora della Scienza dei Piccoli era una delle prime trasmissioni radio tradotte da Trixia e dagli altri. Doppiare in audio quelle voci bizzarre era stato un successo tecnico. All’inizio dei programmi (quindici anni prima) c’erano state soltanto traduzioni scritte. Già allora venivano discusse nel bar di Benny, ma con lo stesso astratto interesse delle teorie sulla stella OnOff. Col passare degli anni il programma era diventato molto popolare. Bene. Ma in quegli ultimi 50 Msec Qiwi aveva fatto un accordo con Trud Silipan, e ogni dieci giorni Trixia e gli altri traduttori partecipavano a un programma in diretta. Dal giorno del suo ultimo risveglio, Ezr non aveva detto più di cinque parole a Qiwi. Aveva promesso di vegliare su Trixia. Cosa si può dire a una che rompe una promessa del genere? Lui non voleva credere che la ragazza fosse una traditrice. Ma andava a letto con Tomas Nau. Forse usava la sua posizione per tutelare gli interessi Qeng Ho. Forse. All’atto pratico tutto sembrava favorire quelli di Nau.

Ezr aveva assistito a quattro di quelle “recite”. Lo sorprendeva molto vedere il calore umano e l’enfasi mimica che i traduttori, tutti testerapide, mettevano in quei doppiaggi dal vivo e in diretta. Evidentemente la loro dedizione al lavoro li induceva a dare un’interpretazione molto completa.

Il presentatore del programma era Rapparpot Digba. Alcuni si chiedevano da dove i traduttori avessero tirato fuori quel nome, visto che in lingua originale suonava completamente diverso, ma Ezr sapeva che quelle “licenze poetiche” erano opera di Trixia. Il traduttore che doppiava Rapparpot Digba era un certo Zimmin Broute. Fuori dal programma Broute era una tipica testarapida, scostante, fissato, non comunicativo. Ma quando cominciava a doppiare il Ragno Rapparpot Digba diventava di colpo garrulo e gentile, paziente nello spiegare le cose ai piccoli… era come vedere uno zombie animato temporaneamente dall’anima di qualcun altro.