Trixia vestiva una tuta da fatica. I suoi capelli corti, che Ezr aveva pettinato 40 Ksec prima, erano untuosi e scarmigliati. La donna andò ad aggrapparsi al bordo del tavolo; guardava da una parte e dall’altra e mormorava fra sé. Si pulì la bocca con un polsino della tuta e sedette. Gli altri fecero lo stesso, con l’aria distratta di chi ha la mente altrove. Portavano dei visori davanti alla faccia, ed Ezr sapeva cosa stavano ascoltando e vedendo: una versione semitradotta dai computer del linguaggio dei Ragni. Il mondo di Trixia era tutto lì.
— Siamo sincronizzati, signora — disse uno dei tecnici.
La direttrice Emergente delle risorse umane fluttuò fra i ranghi dei suoi schiavi, controllandoli e scambiando parole sottovoce. Ezr non dubitava che la donna avesse un talento speciale con loro. Era una cagna dagli occhi di ghiaccio, ma sapeva come ottenere risultati con le testerapide.
— Bene, stiamo per cominciare… — La Reynolt si tolse di mezzo. Zimmin Broute aveva alzato una mano e stava già cominciando a parlare in tono professionale. — Signore e signori, qui è Rapparpot Digba che vi parla da Radio Principalia. Ho il piacere di annunciarvi che va ora in onda L’Ora della Scienza per i Piccoli…
Quel giorno Papà li stava portando tutti alla stazione radio. Jirlib e Brent erano sul ponte superiore dell’automobile, e si comportavano con serietà da adulti; il loro aspetto era quasi abbastanza in-fase da non attrarre l’attenzione. Rhapsa e il piccolo Hrunk erano ancora così giovani da poter stare aggrappati al pelame di Papà; sarebbe occorso un altro anno prima che si stancassero di essere definiti i “pargoletti” della famiglia.
Gokna e Victreia Seconda sedevano sul retro, ciascuna sul suo trespolo. Viki guardava le strade di Principalia oltre il vetro affumicato. Tutta quella pompa la faceva sentire come una della famiglia reale. Inclinò la testa a guardare la sorella; forse Gokna poteva passare per una sua cameriera personale.
Gokna sbuffò imperiosamente. Erano così simili che probabilmente stava pensando la stessa cosa… con lei stessa nei panni di Grande Dominatrice. — Papà, se oggi il programma lo fai soltanto tu, perché dobbiamo venire anche noi?
Papà rise. — Oh, è che non si sa mai. La Chiesa della Tenebra pensa di essere la depositaria della verità. Ma io mi chiedo se la loro rappresentante abbia mai conosciuto dei piccoli fuori-fase. Forse è una signora comprensiva. Vedendovi di persona, forse non dirà parole di fuoco per il solo motivo che non avete l’età giusta.
Questo era possibile. Viki pensò allo zio Hrunkner, che detestava il modo in cui s’era formata la loro famiglia… ma li amava lo stesso.
L’automobile proseguì nelle strade affollate del centro e poi su per il viale che portava alle colline della radio. Radio Principalia era l’emittente più vecchia della città; Papà diceva che trasmetteva da prima della Tenebra, quando era solo una radio militare. In questa generazione i proprietari avevano ricostruito sulle vecchie fondamenta. Avrebbero potuto spostare gli studi in città, ma ci tenevano alla loro grande tradizione. Così andare in macchina alla stazione era divertente, su e intorno alla più alta collina della regione, anche più alta di quella dove abitavano. La brina del mattino imbiancava ancora il terreno. Viki si spostò contro il trespolo di Gokna e le due sorelle guardarono di lato. Era la metà dell’inverno, e quell’anno era uno degli Anni di Mezzo, ma prima di allora avevano visto la brina una volta sola. Gokna alzò una mano verso est. — Guarda… da questa altezza possiamo vedere le Cime Dirupate.
— E c’è della neve, lassù! — Le due mandarono gridolini. Ma forse era soltanto brina anche quella. Sarebbero occorsi due o tre anni prima che la neve facesse la sua comparsa nella regione di Principalia. Cosa si provava a camminare sulla neve? Per qualche momento entrambe dimenticarono il fatto del giorno, il dibattito radiofonico che aveva preoccupato tutti, anche il generale, negli ultimi dieci giorni.
La cima della collina della radio apparve oltre gli alberi. Il terreno del parcheggio era coperto di bassi giunchi. I piccoli scesero, stupiti del freddo che c’era nell’aria. Viki sentiva un bruciore negli orifizi respiratori, come se della brina si formasse anche lì. Era possibile?
— Venite, figlioli. Gokna, non spezzare i giunchi. — Papà e i loro fratelli più anziani li condussero su per la scala, di rustica pietra pitturata a fiamma come voleva l’antica tradizione.
Alle pareti interne c’erano file di foto, ritratti dei proprietari della stazione e degli inventori della radio (le stesse persone, nel loro caso). Tutti loro, salvo Rhapsa e Hrunk erano già stati lì. Jirlib e Brent avevano lavorato nel programma negli ultimi due anni; entrambi i maschi sembravano più vecchi della loro età, e Jirlib era più intelligente di molti adulti. Nessuno aveva avuto sospetti sulla loro vera età, cosa che aveva un poco irritato Papà. — Io volevo che la gente lo capisse con la sua testa… ma sono troppo sciocchi per immaginare la verità da soli! — Così alla fine anche Gokna e Victreia Seconda erano state inserite nel programma. Questo era stato divertente, fingere di essere qualche anno più anziane e leggere il copione che preparavano per il programma. E il signor Digba era stato simpatico, anche se lui non era un vero scienziato.
Tuttavia Gokna e Viki avevano voci molto giovani. Alla fine qualcuno, nonostante la sua fiducia nella santità di tutti i programmi radio, aveva capito che veniva trasmessa pubblicamente una grave perversione.
Ma Radio Principalia era di proprietà privata, e inoltre possedeva le bande più vicine a quella di emissione per evitare le interferenze. I padroni erano artropodi della generazione 58, che sapevano calcolare freddamente i loro interessi. Se la Chiesa della Tenebra non avesse posto in atto un boicottaggio effettivo, Radio Principalia avrebbe continuato a mandare in onda L’Ora della Scienza dei Piccoli.
— Ah, dottor Underhill, che piacere! — La signora Subtrime uscì ondeggiando dal suo cubicolo. La direttrice della stazione era tutta gambe e mani puntute, con un corpo appena più grosso della testa. Gokna e Viki si divertivano un mondo a mimare la sua andatura. — Questo dibattito ha generato un interesse incredibile. Lo manderemo in diretta anche su tutta la Costa Orientale, e spediremo ovunque la registrazione. Senza esagerare, posso dirle che abbiamo ascoltatori in tutto il mondo!
Abbiamo ascoltatori in tutto il mondo! Dietro la direttrice, Gokna ripeté in silenzio quelle parole accompagnandole con un’esagerazione teatrale dei suoi movimenti. Viki finse di non notarlo e rimase impassibile.
Papà inclinò la testa verso la direttrice. — Sono felice di essere così popolare, signora.
— Oh, lo è, mi creda! I nostri sponsor si stanno litigando gli spazi pubblicitari. Litigando, dico! — Sorrise ai piccoli. — Ho provveduto perché voi possiate assistere dalla cabina di regia.
Tutti loro sapevano dove fosse e la seguirono docilmente, ascoltando le sue chiacchiere interminabili. Nessuno della famiglia sapeva esattamente cosa la signora Subtrime pensasse dei fuori-fase come loro. Jirlib diceva che non era stupida e a interessarla erano prima di tutto gli incassi. — Quella sa fino all’ultimo soldo quanto può tirare fuori di tasca a quei vecchi ragni, accendendo il fuoco sotto l’indignazione del pubblico. — Forse, ma a Viki la direttrice piaceva lo stesso e le perdonava le sue chiacchiere e le sue esclamazioni sciocche. Almeno lei non era attanagliata alla stupida morale dei benpensanti.
— Oggi in regia c’è Didi. La conoscete già. — La signora Subtrime si fermò davanti alla cabina di regia. Solo allora parve notare per la prima volta i piccoli aggrappati sulla schiena di Sherkaner. — Santo cielo, ne ha di tutte le età, eh? Io… saranno al sicuro lì i suoi piccoli? Non so chi potrebbe prendersi cura di loro.