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Xopi Reung disse: — La ringrazio, Mastro Digba. Non dubito che la Radio di Principalia sia fiera di averci offerto la possibilità di dibattere questo argomento. — Mentre parlava Broute l’attenzione di Xopi s’era spostata qua e là, ma quando era toccato a lei il suo volto aveva assunto un’espressione ferina, irosa.

— Non è una buona doppiatrice — si lamentò qualcuno.

— È nuova, non scordarlo — disse Silipan.

— O forse quella Pedure parla in modo strano. Il tuo database ha detto che è una straniera, no?

Reung-Pedure si appoggiò al tavolo. La sua voce si fece bassa, mielata. — Venti giorni fa, la Chiesa ha scoperto un germe di corruzione in un programma che milioni di persone avevano accolto per anni nelle loro case, offrendolo agli orecchi dei loro coniugi e dei loro figli… — Per un poco andò avanti a concionare in tono dotto. Poi: — … di conseguenza è positivo che Radio Principalia ci dia ora la possibilità di ripulire l’aria della comunità. — Fece una pausa. — Io… io… — Era come se non trovasse le parole giuste. Per un istante riassunse la sua espressione vacua da testarapida. Poi batté una mano sul tavolo, si appoggiò allo schienale e tacque.

— Ve l’ho detto, questa come traduttrice vale poco.

24

Appoggiando al muro le mani e le gambe anteriori, Viki e Gokna riuscivano a tenere gli occhi principali premuti sul vetro. Era una posizione scomoda, e le due continuavano a scivolare alla base della larga finestra.

— La ringrazio, mastro Digba. Non dubito che la Radio di Principalia sia lieta di… — Bla bla bla.

— Parla in modo strano — disse Gokna.

— Ve l’ho già detto. È una straniera — rispose distrattamente Didire. Era occupata a regolare le sue apparecchiature. Non sembrava far molto caso a quel che veniva detto sul palco. Brent guardava lo spettacolo con stolido interesse, mentre Jirlib cercava di tenersi il più vicino possibile a Didire. Gli sarebbe piaciuto darle consigli tecnici, ma questo non sarebbe stato intelligente. Ogni tanto le faceva una domanda calcolatamente ingenua. Con questo di solito otteneva di farla parlare con lui, se Didire non aveva troppo da fare.

Gokna sogghignò a Viki. — No, voglio dire che l’Onorevole Pedure dice delle cose stupide.

— Mmh. — Viki non ne era altrettanto sicura. Avvertiva qualcosa di minaccioso in lei. — Secondo te crede davvero in quello che sta dicendo?

— Silenzio, voi due! — sibilò Didire. — Questa è l’ultima volta che vi lascio entrare in cabina di regia. Jirlib, fai stare zitte le tue sorelle, o trascinale fuori, ma non voglio sentire altre chiacchiere.

— Sì, sì, scusami. — Jirlib sembrava mortificato. Si affrettò a togliere Gokna dalla parete di vetro. Brent lo seguì e fece lo stesso con Viki.

Dietro di loro, Viki sentì Didi che parlava sottovoce, probabilmente nel microfono dell’auricolare di Digba. Sul palco il conduttore del programma annuì. Ora che aveva lasciato parlare l’Onorevole Pedure, presentò agli ascoltatori anche Papà.

Quel giorno Xopi non sembrava molto soddisfatta del lavoro. Quando finalmente tacque, fu la volta di Broute a tradurre la presentazione di Sherkaner Underhill.

Sherkaner Underhill. A doppiare lui, benché fosse maschio, ci pensava Trixia. Quell’individuo era il primo Ragno di cui Ezr avesse udito il nome. Lo si sentiva menzionare in un numero incredibile di trasmissioni radio. Dapprima tutti avevano creduto che fosse lui l’artefice della rivoluzione industriale; poi si era capito che l’artefice di questa o quella scoperta era in realtà qualcuno dei suoi dipendenti o dei suoi studenti. Quel Ragno doveva dunque essere un burocrate, o il fondatore dell’istituto di Principalia dove sembrava lavorare la maggior parte dei suoi studenti. Strano che questo Underhill avesse messo i suoi figli in un programma radio. In questo doveva esserci un significato politico, e dunque l’importanza dell’Ora della Scienza dei Piccoli era maggiore di quanto tutti avevano creduto. Anche Nau stava assistendo, su Hammerfest. Mi chiedo se Qiwi sia con lui.

Trixia cominciò: — La ringrazio, mastro Digba. Sono lieto di essere qui, oggi. È tempo che qualcuno discuta con franchezza di questo argomento. In realtà spero che molti giovani, sia in-fase che fuori-fase, stiano ascoltando.

Lo sguardo che Trixia gettò a Xopi era rilassato e fiducioso, tuttavia c’era un tremito nella sua voce. Ezr la guardava. Quanti anni aveva Trixia, ormai? I Turni di lavoro delle testerapide erano segreti… forse perché molti stavano fuori dal sonno freddo nel cento per cento del tempo. Ogni volta che Ezr era rientrato di Turno l’aveva trovava lì, sveglia e al lavoro. Sembrava dieci anni più vecchia di lui.

Ora Trixia stava dicendo: — Ma voglio correggere una delle cose che la signora Pedure ha detto. Non c’è mai stato un complotto per tenere segreta l’età di questi giovani. I miei due figli più anziani, che hanno ormai quattordici anni, sono nel programma da più tempo degli altri. Era naturale che partecipassero, e dalle lettere che hanno sempre ricevuto so che erano popolari sia fra i giovani della generazione attuale che coi loro genitori.

Xopi guardò Trixia, seduta alla sua sinistra. — Ma ovviamente questo è solo perché essi hanno taciuto la loro vera età. Per radio non si poteva capire quella piccola differenza. Per radio, alcune… oscenità, non vengono notate.

Trixia rise. — È vero, l’hanno taciuta. Ma voglio che i nostri ascoltatori riflettano su questo. La maggior parte di loro hanno in grande simpatia Jirlib, Brent, Gokna e Viki. Conoscere i miei figli solo per radio, senza vederli, ha mostrato ai nostri ascoltatori una verità che altrimenti sarebbe loro sfuggita, cioè che i fuori-fase sono persone decenti come ogni altro. Ma ripeto: io non ho nascosto nulla. E alla fine, come ben vedete, i fatti sono diventati così evidenti che nessuno ha più potuto ignorarli.

— Così sfacciati, vorrà dire. Il suo secondo gruppo di figli fuori-fase non raggiunge i sette anni. Questa è un’oscenità che neppure la radio può nascondere. E quando lei è entrato in questo studio ho notato che ha due piccoli appena nati fra il suo pelame. Mi dica, signore, c’è un limite alle malvagità che lei intende fare?

— Signora Pedure, quale malvagità? Quale offesa, e a chi? Il nostro pubblico ha ascoltato l’uno o l’altro dei miei figli per oltre due anni. La gente conosce Jirlib e Brent, Gokna e Viki, e sa che sono dei giovani bravi e simpatici. Lei può vedere i piccoli Hrunk e Rhapsa che la guardano dalla mia schiena… — Trixia fece una pausa come per consentire a due immaginari ragnetti di guardare Xopi. — Io so che a lei dispiace vedere dei piccoli quando manca ancora tanto al Sole Calante. Ma fra un anno o due saranno abbastanza grandi da parlare, e io desidero far partecipare all’Ora della Scienza dei Piccoli i miei figli di ogni età. Col trascorrere dei tempo la gente vedrà che questi ragnetti sono sani e intelligenti quanto quelli nati alla fine degli anni del Sole Calante.

— Controsensi! Il suo progetto può riuscire soltanto se lei lo impone alla gente un passo dopo l’altro, inducendola ad accettare prima questa immoralità e poi quella, fino a…

— Fino a? — chiese Trixia, sorridendo educatamente.

— Fino a… fino… — Ezr notò che dietro il suo visore Xopi aveva un’espressione selvaggia. — Finché la gente per bene accetterà quelle bestie fuori-tempo che lei porta sulla schiena! — gridò, mezza fuori dalla sedia, agitando un pugno verso Trixia.