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La voce di Pedure s’indurì come una lama d’acciaio; la trappola stava finalmente scattando. — «Il loro risveglio avverrà più tardi». Durante la Grande Guerra quattro Camminatori della Tenebra annientarono la nazione più potente dei mondo. Nella prossima Tenebra i vostri Camminatori saranno milioni. Questi sembrano i preparativi per il più mostruoso genocidio della storia.

— No, non è affatto cosi. Noi non vogliamo…

— Mi spiace, signori, il nostro tempo è scaduto.

— Ma…

Rapparpot Digba tagliò corto alle obiezioni di Papà. — Desidero ringraziarvi entrambi per essere stati nostri ospiti e… — Bla bla bla.

Sul palco, Pedure attese che il presentatore avesse finito e si alzò. I microfoni erano chiusi e Viki non poté sentire cos’altro dicessero. Sulla sinistra la rappresentante della chiesa scambiò qualche parola con Rapparpot Digba. Papà appariva assai agitato. Mentre la Onorevole Pedure gli passava davanti si alzò e la seguì fuori, parlando animatamente. L’unica espressione dell’altra fu un sorrisetto ironico.

In cabina di regia Didire Ultmot stava manovrando interruttori per dare il via alla parte più importante del programma, gli annunci commerciali. Alla fine si girò verso di loro. Appariva un po’ confusa, sbalordita. — Sapete, vostro padre ha delle idee… uh, davvero… molto singolari.

Ci fu una serie di suoni che avrebbero potuto essere musica, e poi le parole: — Le mani lucide sono mani felici. Riempite la brocca con mani scintillanti…

La pubblicità riempiva ogni spazio fra le trasmissioni di Radio Principalia. Liquidi tonificanti per l’esoscheletro, detergenti per gli occhi, creme lucidanti… molti prodotti erano comprensibili, benché non lo fossero i comunicati per promuoverli. Altri prodotti erano solo parole intraducibili, specialmente se si trattava di novità appena messe sul mercato o se a tradurre non era Trixia.

Quel giorno se ne occupavano la Reung e Broute, e Trixia si teneva in disparte, già tagliata fuori dal segnale audio. Gli inservienti si stavano già preparando a farli uscire. I clienti del bar di Benny ignoravano del tutto gli annunci pubblicitari.

— Non è stato divertente come quando parlano solo i giovani, ma…

— Hai sentito cos’ha detto dei viaggi spaziali? Mi chiedo quali effetti possano esserci sul Programma. Se…

Ezr non li ascoltava più. Il suo sguardo era inchiodato alla tappezzeria-video e tutto il resto non gli importava. Trixia aveva un aspetto peggiore del solito. Nei suoi occhi c’era una luce che a lui sembrava disperata. Una luce che ormai cominciava a ossessionarlo, anche se Anne Reynolt aveva detto che si trattava soltanto di ansia di tornare al lavoro.

— Ezr? — Una mano gli toccò una spalla. Era Qiwi. A volte, in occasione di quei programmi, la ragazza veniva nel bar e si sedeva a guardare in silenzio. Ora aveva la sfacciataggine di agire come un’amica. — Ezr, vorrei dirti che…

— Risparmiatelo. — Ezr le volse le spalle.

E così stava di nuovo guardando Trixia quando la cosa accadde. Gli inservienti avevano già fatto uscire Broute dalla stanza.

Mentre Xopi passava davanti a lei, Trixia balzò via dalla sua sedia e colpì l’altra traduttrice con un pugno in faccia. Xopi sbandò contro uno degli inservienti; si asciugò il naso e guardò il sangue che le era rimasto sulla mano. L’altro uomo afferrò Trixia prima che potesse fare altri danni, ma le parole che la ragazza stava urlando si udirono anche nel bar di Benny: — Cattiva, Pedure! Muori! Muori!

— Oh. merda. — Sulla destra di Ezr, Trud Silipan si spinse via dalla sedia e fluttuò verso l’uscita del bar. — Alla Reynolt questo non piacerà. Devo tornare subito ad Hammerfest.

— Vengo anch’io. — Ezr aggirò Qiwi e raggiunse la porta. I clienti del locale erano rimasti ammutoliti, poi tutti cominciarono a parlare.

Ezr era già fuori, alle calcagna di Silipan. I due scesero nel corridoio principale e girarono verso i compartimenti dei taxi. Silipan batté il suo codice su un portello e si volse, ingrugnito. — E tu cosa vuoi?

Ezr si accorse che Pham Trinli li aveva seguiti e veniva a fermarsi accanto a loro. — Vengo anch’io, Trud. Devo vedere Trixia.

Anche Trinli sembrava preoccupato. — C’è il caso che questa faccenda rovini il nostro affare, Silipan? Dobbiamo assicurarci che…

— Al diavolo. Sì, bisogna vedere che effetto avrà sulla cosa. D’accordo, vieni pure. — L’uomo guardò Ezr. — Tu no. Non c’è niente che tu possa fare.

— Io vengo, Trud. — Ezr si trovò con la faccia a dieci centimetri da quella dell’altro, a pugni stretti.

— E va bene. Ma resta fuori dai piedi.

Un momento dopo il display del portello divenne verde. I tre salirono a bordo e si scostarono dal provvisorio. Il gruppo di asteroidi era una macchia di luce accanto al disco azzurro di Arachna. — All’inferno, doveva succedere proprio mentre siamo sull’altro lato. Taxi!

— Sì, signore?

— Ad Hammerfest. Velocità massima. — Di solito era necessario discutere di più con l’hardware del taxi, ma evidentemente la macchina aveva riconosciuto la voce e il tono di Silipan.

— Sì, signore. — Il taxi accelerò a un decimo di G. Silipan e gli altri si aggrapparono alle maniglie e sedettero. Davanti alla prua l’assembramento di asteroidi ingrandì.

— Ci saranno delle conseguenze, puoi scommetterci. La Reynolt dirà che ero assente dal mio posto di lavoro.

— E non è così? — Trinli s’era seduto accanto a Silipan.

— Si capisce, ma non avrebbe dovuto succedere niente. Dannazione, un solo inserviente dovrebbe essere più che sufficiente per quei maledetti traduttori. Ma ora sarò io quello che passerà un brutto quarto d’ora.

— Ma Trixia sta bene?

— Perché diavolo la Bonsol è esplosa a quel modo? — domandò Trinli.

— Non lo chiedere a me. Che le testerapide si mettano a litigare per delle sciocchezze è normale, almeno quelli che fanno lo stesso lavoro, ma stavolta non capisco cosa le è preso. — Silipan tacque, mentre sul suo visore appariva un’immagine e gli arrivava una chiamata nell’auricolare. Poi si volse a Trinli. — Non ci saranno problemi. Sembra che stessero ancora ricevendo qualcosa dalla superficie del pianeta. Probabilmente hanno continuato a mandare in onda quello che succedeva nello studio radiofonico, per qualche errore tecnico. Magari quell’Underhill ha mollato una sventola all’altro Ragno. Questo vorrebbe dire che la Bonsol si è limitata a fare una buona traduzione… che il diavolo la porti!

Facendo ipotesi su quella che poteva essere la spiegazione, Silipan s’era accigliato. Trinli, troppo stupido per accorgersi del suo stato d’animo, gli mollò una pacca su una spalla. — Non preoccuparti. Qiwi Lisolet fa parte dell’affare. Questo significa che il caponave Nau vuole che le testerapide siano usate in tutte le occasioni. Diremo che tu eri nel provvisorio con me per darmi una mano col lavoro spicciolo.

Il taxi si girò di centottanta gradi e frenò per attraccare. Gli asteroidi e Arachna scomparvero dal cielo.

25

Uscendo dalla stazione radio non videro la Onorevole Pedure. Papà era un po’ abbacchiato, ma sorrise e annuì quando gli altri si complimentarono con lui. Brent sedette davanti con lui per tutto il tragitto in auto fino alla casa sulla collina.

Gokna e Viki non parlarono molto, per strada. Entrambe sapevano che tutti si stavano nascondendo la verità.

Quando furono a casa mancavano ancora due ore all’ora di cena. Il personale di cucina disse che il generale Smait era appena tornato da Comando Territoriale e sarebbe stata a cena anche lei. Viki scambiò uno sguardo con Gokna. Mi chiedo cosa Mamma dirà a Papà. La parte più interessante non sarebbe accaduta durante la cena. Mmh. Allora cosa posso fare nel resto del pomeriggio? Le due sorelle si separarono, allontanandosi ognuna per conto suo fra i locali a spirale della casa. Non poche stanze (e ce n’erano molte) erano chiuse. Di alcune loro non erano mai riuscite ad avere la chiave. Il generale aveva qui i suoi uffici, anche se le cose importanti venivano decise a Comando Territoriale.