Ezr finì una routine e prese un’altra vaschetta. — Be’ — disse, — Trixia pensa che loro non vedano affatto la cosa come un’operazione commerciale.
— Mmh. — Era divertente il fatto che Qiwi criticasse tutto quel che riguardava Ezr, salvo Trixia. In genere ignorava gli accenni a Trixia, come se lei non esistesse. Stavolta fu insolitamente silenziosa. Per quasi un intero secondo. — Credo che la tua amica abbia ragione. Senti, Ezr, non dovrei essere io a dirti questo, ma nel Comitato Mercantile c’è una frattura. — A meno che sua madre non avesse parlato troppo, questa era una sua fantasia. — La mia ipotesi è che nel Comitato ci sono degli idioti convinti che questa sia solo una trattativa d’affari, con ognuna delle due parti che fa del suo meglio verso uno scopo comune… e come al solito la nostra parte s’illude di essere la più astuta. Non capiscono che, se quelli ci fanno fuori, poi importerà poco quali conseguenze ci saranno sulla Rete. Noi dobbiamo fare il gioco duro, e star pronti a ogni tranello.
Nel suo modo più sanguinario Qiwi la pensava come Trixia. — Mia madre non ha voluto dirlo chiaro, ma quelli potrebbero spingerci in un vicolo cieco. — Lo guardò con aria da cospiratrice. — Tu sei un proprietario, Ezr. Tu potresti parlare a…
— Qiwi!
— Sì, certo, certo. Non dico altro. Non dico altro.
La ragazzina lo lasciò ai suoi pensieri per un centinaio di secondi, poi ricominciò a parlare dei suoi piani per trarre un profitto dagli Emergenti. — Se usciamo vivi dai prossimi Msec, naturalmente. — Se il mondo dei Ragni e la stella OnOff non fossero esistiti, gli Emergenti sarebbero stati la scoperta del secolo per i Qeng Ho in quella zona di spazio. Dopo aver visto come svolgevano le loro manovre d’arrivo era chiaro che disponevano di una speciale capacità con gli automatismi e i sistemi di pianificazione. Tuttavia le loro navi erano veloci la metà di quelle Qeng Ho, e la loro bioscienza altrettanto arretrata. Qiwi aveva un centinaio di piani per trarre vantaggio dalla cosa.
Ezr lasciò che le chiacchiere di lei gli entrassero da un orecchio per uscire dall’altro. Se non fosse stato di turno con lei avrebbe potuto pensare ai fatti suoi mentre faceva automaticamente il lavoro manuale. Quel giorno non c’era verso. I prossimi pochi Ksec sarebbero stati vitali per progetti che spaziavano nell’arco di secoli, e per la prima volta lui si interrogò sulla competenza di chi dirigeva la flotta. Trixia era un’estranea ma intelligente e con punti di vista diversi da quelli dei Mercanti di lunga vita. La Marmocchia era molto sveglia, ma di solito le sue opinioni valevano poco. Stavolta… forse sua madre le aveva dato l’imbeccata. I punti di vista di Kira Pen Lisolet s’erano formati lontano, e tuttavia pur sempre nello spazio Qeng Ho; forse pensava che un’apprendista adolescente potesse influenzare le cose, dato che lui apparteneva a una famiglia di proprietari. Dannazione…
Il turno trascorse senza altre intuizioni utili. Da lì a duemila secondi Ezr sarebbe tornato di sopra. Se avesse saltato il pranzo avrebbe avuto il tempo di cambiarsi d’abito… e di chiedere un appuntamento al comandante Park. Nei due anni di tempo soggettivo dacché faceva parte della spedizione, non aveva mai fatto appello ai privilegi della sua famiglia. Ma a cosa potrei servire, ora? Potrei davvero risolvere una situazione di stallo? Ruminò quell’ipotesi fino alla fine del turno. La stava ancora ruminando quando chiuse i pannelli delle batteriche, e poi… chiamò la segreteria degli appuntamenti del comandante.
Il sogghigno di Qiwi era più insolente che mai. — Diglielo in faccia, Ezr. Questa operazione è pane per i denti di un armiere.
Lui le accennò di tacere. Poi si accorse che la sua chiamata non veniva inoltrata. Quel dannato congegno s’era bloccato? Per un istante ne fu sollevato, poi vide a schermo che s’era scontrata con un ordine diretto a lui… dall’ufficio del comandante di flotta. «L’apprendista Ezr Vinh è pregato di presentarsi alle 5.20.00 nella sala pianificazioni del comandante di flotta…» Qual era l’antica imprecazione su chi stava pensando al diavolo? I pensieri di Ezr Vinh erano mugolii udibili da tutti quando si spinse verso i portelli dei taxi del provvisorio.
Qiwi Lin Lisolet non era più alle sue calcagna: saggia ragazzina.
Non si trattava di un colloquio con qualche ufficiale dello staff. Quando Ezr fu introdotto nella sala pianificazioni, a bordo della NQH Pham Nuwen, c’era il comandante di flotta… e con lui i membri del Comitato Mercantile in seduta. Non avevano un’aria entusiasta, notò mentre andava ad ancorarsi alla ringhiera. Senza parere li contò con un rapido sguardo. Sì, c’erano tutti. Fluttuavano immobili intorno al tavolo da riunioni, e non sembravano amichevoli nei suoi confronti.
Park gli aveva accennato di fermarsi alla ringhiera con un cenno alquanto brusco. — Riposo, apprendista. — Trecento anni addietro, quando Ezr ne aveva appena cinque, il comandante Park era venuto in visita al provvisorio della Famiglia Vinh nello spazio di Camberra. I suoi genitori gli avevano fatto un’accoglienza principesca, benché lui non fosse ancora un proprietario di navi anziano. Ezr ricordava ancora di aver ricevuto dei doni da quello che gli era parso un tipo simpatico e amichevole.
Al loro incontro successivo Ezr aveva diciassette anni, stava per diventare apprendista, e Park era occupato a organizzare la flotta per Triland. La differenza era stata enorme. Da allora s’erano detti forse un centinaio di parole, e soltanto in occasioni formali come le cene e i trattenimenti della flotta. Ezr era stato lieto di rimanere nell’anonimato; cosa non avrebbe pagato per esserci ancora.
Il comandante Park aveva l’aria di chi ha appena ingoiato un boccone amaro. Girò lo sguardo sui membri del Comitato Mercantile ed Ezr si chiese con chi di loro ce l’avesse. — Giovane V… apprendista Vinh, ci troviamo in un dannato… in una insolita situazione, qui. Lei capisce quanto siano delicati certi equilibri, dopo l’arrivo degli Emergenti. — Il comandante non si aspettava una risposta a questo punto, e il «Sì, signore» di Ezr gli morì in bocca. — A questo punto abbiamo diverse possibili linee di condotta. — Di nuovo un’occhiata ai membri del Comitato.
Ed Ezr capì che Qiwi Lisolet non aveva parlalo a sproposito. Un comandante di flotta aveva l’autorità suprema in situazioni tattiche, e di norma il diritto di veto sugli obiettivi strategici. Ma per cambiamenti di rilievo negli scopi di una spedizione era alla mercé del Comitato Mercantile. E in questo, qualcosa era andato storto. Non una cosa di poco conto; il comandante aveva l’autorità di decidere cambiamenti minori. No, qui le possibilità commerciali erano finite in un vicolo cieco, oppure c’era un ammutinamento proprio nel massimo organismo direttivo. Era una situazione su cui gli insegnanti di scuola preferivano tenersi nel vago. Ma era chiaro che, se fosse accaduta, un esponente di una famiglia di proprietari poteva far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. O essere un utile capro espiatorio.