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D’altro canto proprio i localizzatori provavano che Trinli era a conoscenza di segreti non contenuti nella biblioteca, fuori dalla portata di un comandante di flotta, cose risalenti al passato dei Qeng Ho. Se Trinli stava conducendo un suo gioco si poteva presumere che quel segreto, da lui rivelato agli Emergenti, fosse solo una copertura… ma per cosa?

Ezr girò e rigirò quella domanda e non ottenne niente. Pensa all’uomo. Pham Trinli. Era un vecchio bastardo. Conosceva segreti preclusi a ogni altro in quella flotta. C’era anche il caso che avesse visto il tempo in cui erano stati fondati i moderni Qeng Ho, quando Pham Nuwen e Sura Vinh avevano messo insieme il Consiglio del Gap. Dunque Trinli era molto vecchio, almeno in tempo oggettivo. Non era impossibile, neppure troppo raro. Missioni molto lunghe potevano costringere un Mercante a viaggiare in sonno freddo per secoli. I genitori di Ezr conoscevano un paio di persone che avevano viaggiato fino alla Vecchia Terra e ritorno, anche se era improbabile che fossero nate prima della fondazione del Consiglio.

No, se Trinli era tanto vecchio come il folle ragionamento di Ezr implicava, doveva essere ormai ben conosciuto da molti e in una vasta zona di spazio. Gli serviva una lista di nomi: maschi Qeng Ho, vivi al tempo della fondazione e dei quali non risultasse notizia della morte prima della partenza della spedizione del comandante Park da Triland.

La biblioteca gliene fornì una manciata, e alcuni di essi gli erano già ben noti. Tran Vinh21, bisnipote di Sura e fondatore del ramo di Ezr della famiglia Vinh. King Xen03, capo armiere di Sura a Brisgo Gap… Xen non poteva essere Trinli: era alto un metro e venti e quasi altrettanto largo. Gli altri nomi appartenevano a persone che non erano mai state famose. Jung, Trap, Park… Park?

Ezr restò a bocca aperta per la sorpresa. Se le testerapide di Brughel controllavano le sue pulsazioni cardiache con qualche localizzatore si sarebbero chieste cosa gli succedeva. — Signore di tutti i Commerci — mormorò, portando a schermo le foto e il fascicolo personale dell’uomo. Sembrava proprio il loro S.J. Park, comandante di flotta. Lui l’aveva conosciuto anche da bambino, a casa dei suoi, e non gli era mai parso molto invecchiato da quel tempo. Ma il S.J. Park di duemila anni prima a Brisgo Gap… era stato un capitano di nave, in missione con Ratko Vinh. Nei suoi dati si parlava di uno scandalo con rottura di un contratto matrimoniale. E dopo questo… nient’altro.

Ezr cercò di indagare in un paio di direzioni sul passato di Park, non trovò niente e lasciò perdere, con la blanda sorpresa di chi ha trovato qualcosa di inatteso ma non sconvolgente. Gli altri nomi sulla lista, che non conosceva, gli portarono via un altro Ksec con gli stessi risultati.

Certo Park aveva conosciuto bene Trinli, visto che lo aveva preso con sé, ma la cosa stupefacente era che doveva averlo conosciuto molto molto prima di quanto Ezr avesse mai pensato… e aveva fatto il necessario per nascondere la sua vera identità. Chi poteva essere tanto anziano e tanto noto a Park da suggerirgli quei sotterfugi? Park era stato legato a molte persone importanti in passato.

A un tratto Ezr pensò che Park aveva dato personalmente il nome alla sua nave ammiraglia, la Pham Nuwen.

Pham Trinli. Pham Nuwen. Il Perduto Principe di Camberra.

E alla fine ecco che sono diventato pazzo. C’erano dati storici che avrebbero smentito quella conclusione in un secondo. O forse non avrebbero dimostrato niente. Se lui aveva ragione, anche i dati storici potevano essere stati alterati. Sicuro, certo. Questo era il genere di allucinazioni da disperazione da cui doveva guardarsi.

Era tardi. Per un poco Ezr guardò la foto di Trixia, perduto nei suoi ricordi tristi. S’era calmato. Ci sarebbero stati altri falsi allarmi, ma aveva una vita davanti a sé, anni di paziente attesa. Prima o poi avrebbe trovato una crepa nei muri della sua prigione, e quando l’avrebbe vista non ci sarebbe stato bisogno di chiedersi se era un tranello della sua immaginazione.

Il sonno non gli portò sollievo, come mai gliene aveva portato in quegli anni, e per un poco si agitò rivivendo in modo distorto i fatti di quei giorni.

Poi ci fu un altro sogno, così reale che lui non dubitò mai di essere sveglio durante il suo svolgimento. Piccole luci scintillavano nei suoi occhi, ma solo quando li teneva chiusi. Da bambino aveva spesso giocato ad accendi-spegni, e quella notte c’erano schemi che si ripetevano e che nella sua mente addormentata assumevano senza sforzo un significato:

ANNUISCI COL CAPO SE MI COMPRENDI… ANNUISCI COL CAPO SE MI COMPRENDI…

Ezr mandò un’esclamazione di sorpresa e lo schema cambiò:

TACI TACI TACI TACI TACI TACI. Poi di nuovo lo schema di poco prima: ANNUISCI COL CAPO SE MI COMPRENDI… ANNUISCI COL CAPO SE MI COMPRENDI…

Rispondere era facile, Ezr mosse la testa di un centimetro appena.

D’ACCORDO. FINGI DI DORMIRE. CHIUDI UNA MANO. BATTI ACCENDI-SPEGNI CON UN DITO SUL PALMO.

Dopo tutti quegli anni di sotterfugi cospirare era un gioco. Le sue mani erano sotto il lenzuolo così nessun altro avrebbe potuto vedere. Sarebbe scoppiato a ridere per quell’astuzia, ma mantenere la faccia impassibile era importante. Chiuse la mano destra e batté: SALVE O PERDUTO PRINCIPE DI CAMBERRA. PERCHÉ SEI STATO LONTANO TANTI ANNI?

Per un po’ di tempo non ci furono più luci nei suoi occhi. La mente di Ezr scivolò verso uno stadio di sonno più profondo.

Poi: STAVI DORMENDO? DANNAZIONE, DEVI ESSERE STANCO. Una pausa. FORSE È COLPA MIA. SCUSAMI. TEMEVO DI AVERTI ROTTO LA TESTA.

Ezr annuì fra sé, orgogliosamente. Forse un giorno Qiwi lo avrebbe perdonato, e Trixia sarebbe tornata alla vita, e lui…

D’ACCORDO batté Ezr in risposta al Principe. QUANTI UOMINI ABBIAMO?

SEGRETO. LO SO IO SOLO. TUTTI POSSONO PARLARE, MA NESSUNO CONOSCE GLI ALTRI. Una pausa. FINO A STANOTTE.

Aha. Una cospirazione perfetta. I membri potevano collaborare ma nessuno, salvo il Principe, poteva tradire gli altri. Stavolta le cose sarebbero andate più lisce.

BE’, ORA SONO STANCO. VOGLIO DORMIRE. POSSIAMO PARLARE PIÙ TARDI.

Una pausa. La sua richiesta era così strana? La notte era fatta per dormire. Poi: VA BENE. PIÙ TARDI.

Mentre la sua coscienza volava via Ezr si rannicchiò sul materasso e sorrise. Non era più solo. E fino a quel momento il segreto era stato nei suoi occhi e nella sua mano. Stupefacente!

Il mattino dopo mentre si faceva la doccia Ezr si accorse di essere stranamente di buonumore. Uh. Cos’aveva fatto per meritarselo?

Si diresse in sala comune e sulla porta salutò Hunte Wen. C’era una ventina di persone; l’atmosfera sembrava piuttosto rilassata. Subito venne a sapere che la Reynolt aveva rimesso al lavoro tutti i focalizzati superstiti; non c’erano state ricadute. Presso il soffitto Trinli stava pontificando su quello che secondo lui aveva provocato la regressione a catena, e sul perché l’incidente si era concluso. Pham Nuwen… Pham Trinli. Quasi gli venne da ridere al pensiero di come aveva potuto crederlo. Quello era il Trinli che lui aveva conosciuto fin dall’arrivo nel sistema di OnOff, e non ce n’erano altri. Il sogno di quella notte e l’indagine della sera prima in biblioteca furono subito ridotti alla giusta prospettiva. Assurdità.

Mentre Ezr fluttuava verso un distributore, il vecchio chiacchierone lo vide con la coda dell’occhio e si girò, e il giovanotto incontrò il suo sguardo per un momento. Trinli non disse niente, non fece un cenno, e se pure le microspie degli Emergenti li stavano osservando non poterono che registrare un’assoluta indifferenza. Ma per Ezr Vinh quel momento durò molto più a lungo. In quel momento il buffone che era Pham Trinli non esisteva. Non c’era un’espressione sciocca e superficiale sulla sua vecchia faccia, ma una pacata autorità e la consapevolezza della loro strana conversazione della notte prima. All’improvviso lui seppe che non era stato un sogno. Non era stata una comunicazione onirica. Quell’individuo era davvero il Perduto Principe di Camberra.