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— Prima possibilità — continuò Park, ignaro delle fosche ipotesi che scivolavano nella mente di Ezr. — Noi facciamo il gioco proposto dagli Emergenti. Operazioni congiunte. Controllo congiunto di tutti i veicoli impegnati in questa prossima operazione in superficie.

Ezr scrutò le espressioni dei membri del Comitato. Kira Pen Lisolet fluttuava sulla poltroncina accanto a quella del comandante di flotta. Indossava la solita uniforme verde esibita da tutti quelli della sua famiglia. Era piccola di statura, come Qiwi, seria e composta. Ma dava un’impressione di grande energia. Il tipo fisico Strentmanniano era estremo anche secondo gli standard molto elastici dei Qeng Ho. Alcuni Mercanti erano orgogliosi della loro capacità di restare impassibili. Non Kira Pen Lisolet. Lei detestava la prima possibilità esposta da Park, come la detestava sua figlia Qiwi.

Lo sguardo di Ezr si spostò su un’altra faccia nota. Sum Dotran. I dirigenti di quel livello erano una élite. I proprietari attivi erano pochi, e in genere gli altri facevano in modo di avere sempre un controllo a distanza sulle loro navi assumendo dei professionisti nella programmazione commerciale. Molti Mercanti anziani esperti e smaliziati non amavano essere proprietari e preferivano fare i dirigenti al servizio di altri. Sum Dotran era di questi. Parecchi anni addietro aveva lavorato anche per la famiglia Vinh. Ezr si convinse che anche lui era contrario alla prima possibilità esposta da Park.

— Seconda possibilità: strutture di controllo separate, nessun atterraggio congiunto. E appena possibile ci mettiamo in contatto diretto coi Ragni. — E poi, che il Dio del Commercio decidesse chi doveva vincere di più e chi di meno. Con tre giocatori in campo, i vantaggi ottenuti da chi avesse tradito sarebbero diminuiti drasticamente, poiché la terza parte non avrebbe avuto più alcuna fiducia nell’interlocutore così impostosi. Naturalmente gli Emergenti avrebbero potuto giudicare un’iniziativa unilaterale dei Qeng Ho come un tradimento in se stessa. Peggio per loro. A Ezr parve che almeno metà del Comitato sostenesse questa ipotesi… ma non Sum Dotran. Il vecchio inarcò un sopracciglio verso Ezr, rendendo chiaro questo fatto.

— Terza possibilità: impacchettiamo i nostri provvisori e ce ne torniamo a Triland.

Lo sguardo stupito di Ezr doveva essere ovvio per tutti. Sum Dotran gli spiegò: — Giovane Vinh, ciò che il comandante vuol dire è che gli Emergenti sono più di noi, e forse anche meglio armati. Nessuno di noi si fida di questa gente,e se ci attaccassero non ci sarebbe modo di fare ricorso ad altri. È troppo rischioso…

Kira Pen Lisolet batté una mano sul tavolo. — Obiezione! Tanto per cominciare, indire questa riunione è stato assurdo. Peggio, anzi, ora che vediamo come Sum Dotran la usa per imporre i suoi punti di vista. — Così finiva dunque l’ipotesi che Qiwi avesse incitato Ezr a farsi avanti per ordine di sua madre.

— Entrambi state infrangendo il regolamento! — Il comandante Park fissò severamente il comitato. — Quarta possibilità: un attacco preventivo contro la flotta degli Emergenti, per assicurarsi questo sistema solare.

— Per tentare di assicurarcelo — lo corresse Dotran.

— Obiezione! — esclamò ancora Kira Pen Lisolet. Mosse una mano per dare il via a una sua proiezione. — Un attacco preventivo è la sola mossa sicura.

La proiezione di Lisolet non era un panorama o una veduta dall’alto del mondo dei Ragni. Non era neppure uno dei grafici su cui si consumava l’attenzione dei pianificatori. No, questi erano diagrammi navali interplanetari che mostravano posizione e vettori di velocità delle due flotte, in relazione al pianeta dei Ragni e alla stella OnOff. Altri segni delineavano le posizioni future dei due sistemi di coordinate. Erano etichettati anche gli asteroidi di diamante. C’erano poi altri indicatori, simboli militari tattici, annotazioni sulle contromisure a base di missili e armi elettroniche.

Ezr guardò il display e cercò di ricordare i suoi corsi scolastici di scienza militare. Le voci sul carico segreto del comandante Park erano vere. La spedizione Qeng Ho aveva i denti, più lunghi e aguzzi di qualunque normale flotta commerciale. E gli armieri Qeng Ho avevano avuto il tempo di prepararsi e con ogni evidenza lo avevano usato, fin da quando ancora non sapevano che la stella OnOff era un territorio aperto senza alcun nascondiglio reale né posto in cui organizzare un’imboscata.

Poi c’erano gli Emergenti: i simboli militari riuniti intorno alle loro navi erano solo un insieme di possibilità. L’automazione di cui disponevano era strana, forse superiore a quella Qeng Ho. Avevano portato con sé una quantità doppia di materiali, e l’ipotesi più solida era che avessero anche il doppio di armi.

L’attenzione di Ezr tornò a quelli seduti intorno al tavolo. Chi, a parte Kira Lisolet, optava per un attacco preventivo? Ezr aveva studiato strategia da ragazzo, ma l’assassinio a tradimento era a suo avviso un atto che stava fra la malattia mentale e la malvagità pura, nulla che un onesto Qeng Ho dovesse pianificare, neppure per autodifesa. Vedere un Comitato Mercantile che soppesava lo sterminio era una cosa… che lui non avrebbe dimenticato.

Il silenzio si fece lungo, pesante. Stavano aspettando che lui aprisse bocca? Infine il comandante Park disse: — Lei ha certo capito che qui siamo in stallo, apprendista Vinh. Lei non ha diritto di voto, non ha esperienza, manca della conoscenza dettagliata della situazione. Senza offesa, le dico francamente che mi imbarazza averla qui in questa riunione. Ma fra i membri dell’equipaggio lei è il solo a essere proprietario. Di due delle nostre navi. Se lei ha un consiglio a sostegno di una delle nostre opzioni, saremo… lieti di ascoltarlo.

L’apprendista Ezr Vinh era una piccola pedina sulla scacchiera, ma adesso si trovava al centro dell’attenzione. E cos’avrebbe dovuto dire? Nella sua mente roteava un milione di domande.

A scuola aveva seguito un corso di decisioni rapide, ma nelle esercitazioni gli davano più tempo e più informazioni di quel che aveva adesso. Naturalmente questa gente non si aspettava un’analisi seria da lui, né gli interessava. Quel pensiero lo spinse quasi sull’orlo del panico.

— Qua… quattro possibilità, comandante di flotta? Non ce ne sono altre minori, non emerse in questa riunione?

— Nessuna che abbia il sostegno mio o del Comitato.

— Mmh. Lei ha parlalo più di una volta con gli Emergenti. Cosa pensa del loro capo, questo Tomas Nau? — Era il genere di domanda che lui e Trixia s’erano posti. Ezr non avrebbe mai immaginato di farla al comandante in persona.

Park strinse le labbra, e per un attimo Ezr pensò che sarebbe esploso. Poi annuì. — È un uomo intelligente. Il suo bagaglio tecnico è inferiore a quello richiesto a un comandante di flotta Qeng Ho. È un fine studioso di strategie militari, benché non necessariamente quelle che conosciamo noi… il resto sono ipotesi e intuizioni, anche se penso che il Comitato Mercantile sia d’accordo su questo: io non mi fiderei a stringere alcun accordo commerciale con Tomas Nau. Penso che ci tradirebbe anche per un profitto molto limitato. È scivoloso, un bugiardo consumato che non dà il minimo valore ai vantaggi futuri che comporterebbe un accordo commerciale fatto qui. — E questo era il giudizio più dannatamente duro che un Qeng Ho avrebbe potuto dare su un qualsiasi essere vivente. Ezr pensò in quel momento che il comandante Park era uno dei fautori dell’attacco preventivo. Guardò Sum Dotran, poi di nuovo Park. I due dei quali si sarebbe fidato di più erano fuori dalla sua mappa di comportamento, e ai due estremi opposti! Santo Iddio, voialtri vi rendete conto che io sono soltanto un apprendista?

Ezr fece tacere quel lamento interiore. Esitò ancora un secondo, riflettendo con calma, poi: — Data la sua affermazione, signore, io sono contrario alla prima possibilità, quella delle operazioni congiunte. Ma mi oppongo anche all’idea dell’attacco preventivo, dal momento che…