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Ezr si strinse nelle spalle. — Non lo so. Fra qualche Ksec andrò ad Hammerfest e lo saprò. — Qualunque cosa sia, spero che non ostacoli le cose fra me e Pham.

Trud Silipan si alzò dal pavimento e prese posto su una sedia vuota. — È roba da poco. Una questione fra i traduttori e le testerapide che si occupano di scienza. L’abbiamo già risolta.

— E allora perché la Reynolt ha cambiato l’orario di Ezr?

Silipan alzò gli occhi al cielo. — Voi conoscete Anne Reynolt, no? Senza offesa, Ezr, ma lei pensa che la tua unica specialità sia l’Era dell’Alba. Non possiamo andare avanti senza di te.

Col cavolo, che non potete. Ezr non aveva dimenticato il suo ultimo colloquio con la Direttrice delle Risorse Umane.

Rita disse: — Scommetto che c’entra per qualcosa la Baia di Calorica. I piccoli sono laggiù, adesso, come sapete. — Quando Rita parlava dei “piccoli” si riferiva ai Ragni del vecchio L’Ora della Scienza dei Piccoli.

— Non sono più piccoli — la corresse Jau. — Victreia Seconda è una giovane do… una giovane aracnide.

Rita scrollò le spalle. — Sembra che ci sia una base di lancio a sud di Calorica. I Ragni stanno lanciando dei satelliti.

— Non è tutto qui — disse Silipan. — Alcuni anni fa dei Ragni usavano le miniere abbandonate dell’altipiano a sud di Calorica, per studiare la differenza fra la massa gravitazionale e la massa inerziale. È una faccenda che fa pensare che queste creature non siano poi così intelligenti, eh?

— L’idea non è poi così stupida — disse Ezr. — È un esperimento, anche se non porta a niente.

Silipan scartò l’obiezione con un gesto. — La cosa stupida è che alla fine quei Ragni una differenza l’hanno trovata. E hanno fatto un altro passo sulla strada dell’idiozia dichiarando di aver scoperto l’antigravità su quell’altipiano.

Ezr guardò Jau Xin. — Tu sai qualcosa di questa storia?

— Mi sembra di sì… — Jau era pensoso. Evidentemente la cosa era stata tenuta segreta fino a poco prima. — La Reynolt mi ha chiesto di aggiornare le sue testerapide un paio di volte. Volevano sapere di eventuali anomalie orbitali dei nostri satelliti-spia. — Scrollò le spalle. — Le anomalie ci sono sempre, ovviamente. È questo che ci consente di tracciare mappe di densità della superficie.

— Be’ — continuò Silipan, — i Ragni che fecero quell’affermazione hanno goduto di un Msec di gloria, prima di accorgersi che non potevano riprodurre la loro miracolosa scoperta. Hanno diramato una ritrattazione solo un paio di Ksec fa. — Ridacchiò. — Che idioti, In qualsiasi società umana la loro vanteria non avrebbe retto due giorni.

— I Ragni non sono stupidi — obiettò Rita.

— E non sono neppure incompetenti — aggiunse Ezr. — Vero, molte società umane avrebbero accolto con estremo scetticismo la notizia. Ma gli umani hanno un’esperienza di millenni in fatto di dichiarazioni scientifiche premature e successive ritrattazioni.

— I Ragni stanno scoprendo tutto per la prima volta, eh? Conosco già questa solfa.

— Ma è una verità, Trud. Abbiamo un solo caso paragonabile ai loro, ed è l’Era dell’Alba sulla Vecchia Terra.

— Sicuro, ed è per questo che la Reynolt ti apprezza. Tu sai quali fantasie passano per la testa dei Ragni. Quando verrà il momento di prendere il potere, questo sarà importante.

— Quando verrà il momento… — Jau Xin ebbe un sorriso storto. Sulla parete opposta, accanto alla Carta dei Turni, Benny aveva aperto un’altra finestra con la Carta delle Scommesse su Quando Finiremo. Fare ipotesi su quando l’Esilio sarebbe finito era uno dei principali argomenti della Società dei Dibattiti, e tutti spostavano la loro puntata a seconda dell’evolversi della situazione. — Sono passati più di trent’anni standard dalla Riaccensione del sole, io sto molto all’esterno, lo sapete, quasi quanto Qiwi Lisolet e la sua squadra. Da qualche tempo la luminosità del sole è in diminuzione. Abbiamo pochi anni prima che si spenga. I Ragni si sono cacciati su una strada a senso unico. Io scommetto che entreranno nell’Era dell’Informatica, ovvero nel periodo in cui noi potremo intervenire a prendere il controllo, fra meno di dieci anni… ma hanno già l’inizio di un programma spaziale. Fra dieci anni dunque la nostra presenza a L1 potrebbe essere svelata.

— E allora? — disse Silipan. — Se alzeranno la cresta, possiamo schiacciarli.

— E tagliarci la gola con le nostre mani? — disse Jau.

— Dite delle sciocchezze — intervenne Arlo. — Secondo me non abbiamo più di dieci bombe nucleari. Il resto lo abbiamo usato per farci a pezzi a vicenda trent’anni fa…

— Abbiamo le armi a energia.

— Sì, se fossimo su un’orbita molto più ravvicinata. Forse potremmo bluffare, ma…

Ezr scambiò un’occhiata con Rita Liao. S’era accigliata. Lei e molti altri pensavano ai Ragni come fossero esseri umani. Gli Emergenti di basso rango non erano a loro agio con l’idea delle uccisioni di massa, come i loro Dirigenti.

Ezr si appoggiò all’indietro. Sulla Carta dei Turni c’era anche il nome di Pham. Fra qualche giorno avrebbero avuto il loro primo vero incontro. Prenditela con calma e non avere fretta. Si augurò che la Società dei Dibattiti passasse a qualcosa di più interessante.

In quel momento una figura in tuta da lavoro entrò nel locale.

Qiwi.

Per un poco lei e Benny confabularono sui loro affari. Qiwi annuiva, consultando una lista di qualcosa. Poi la ragazza parve sentire lo sguardo di Ezr. Si volse e fece un cenno di saluto verso il gruppo seduto al tavolo. Ezr si affrettò a evitare i suoi occhi. con un fremito. È diventata una bella donna. Un tempo Qiwi era la Marmocchia che lo imitava oltre misura. Un tempo lui l’aveva creduta una traditrice che si approfittava delle testerapide. Ma se Pham diceva il vero sui lavaggi di memoria (e non c’era dubbio che fosse così; i fatti corrispondevano troppo orribilmente bene) Qiwi era una vittima, molto più vittima di quanto lei sapesse. E nel percuoterla Ezr aveva imparato una cosa su di sé. Aveva capito che l’essere umano Ezr Vinh valeva ben poco, e che la consapevolezza dell’umanità altrui era una cosa che lui riusciva a dimenticare per la maggior parte del tempo. Forse poteva fare ancora qualcosa di buono, anche se dentro era un miserabile… ma quando vedeva Qiwi, e quando lei lo guardava, gli era impossibile dimenticare ciò che le aveva fatto.

— Ehi, Qiwi! — Rita aveva notato il cenno di lei. — Hai un momento? C’è una cosetta che potresti fare per noi.

Qiwi sorrise. — Vengo subito. — Riprese a parlare con Benny. Lui annuì e le consegnò qualcosa, che lei mise in tasca. Poi la ragazza prese una grossa rete piena di contenitori vuoti e se li portò dietro. Faceva anche una parte del lavoro di Benny, a volte. Così era fatta Qiwi. Era un elemento vitale dell’economia sotterranea, uno di quegli elementi che rendevano sopportabile la vita. E come Benny non esitava a dare una mano a qualcuno, a lavorare. Nello stesso tempo era quella che poteva parlare nell’orecchio del caponave; era il guanto di velluto intorno alla mano di ferro di Tomas Nau, e questa era una cosa che gli Emergenti non riuscivano neppure a commentare. Ma la si poteva leggere negli occhi di Jau e di Rita: avevano quasi paura di lei.

E la ragazza si fermò accanto a lui con un sorriso. — Ehi, Ezr. Benny mi ha detto di portarti un’altra birra, mentre aspetti la colazione. — Appoggiò il bulbo aderente sul tavolo. Lui annuì, incapace di sostenere il suo sguardo.

Rita stava già parlando con lei; nessuno notò l’imbarazzo di Ezr. — Non per chiederti novità riservate, Qiwi, ma qual è l’ultima stima di Quando Finiremo?

Qiwi si strinse nelle spalle. — La mia ipotesi? Altri dodici anni al massimo. Forse i progressi dei Ragni in campo spaziale ci forzeranno la mano ancora prima.