— Sincerità!
— … che i Compagni degli Alberi diventino un popolo ricco e prospero. Quindi hanno costruito questo muro attraverso l’autostrada e quando i profughi vengono ad ovest, essi li privano dei loro averi con la benedizione dell’Anima.
— Mi piacerebbe conoscere la loro profetessa — mormorò Crown.
— Credevo che gli Invisibili non potessero incrociarsi con altre razze — disse Leaf.
Scrollando le spalle, Sting rispose: — Riferiamo solo quello che abbiamo appreso mentre eravamo seduti a sognare con il capo. Lui ha detto che la strega è in parte Invisibile. Forse sbagliava, ma non stava mentendo. Di questo sono certo.
— Anch’io — interloquì Shadow.
— Che cosa succede a quelli che rifiutano di pagare il tributo? — chiese Crown.
— I Compagni li considerano degli oppositori al volere dell’Anima — disse Sting, — per cui li catturano e li mettono a morte. E si impossessano dei loro beni.
Crown passeggiava irrequieto davanti al carro, sollevando a calci spruzzi di terra dalla dura pavimentazione della strada. Dopo un momento disse: — Si dondolano sulle liane. Schiamazzano come stupide scimmie. Che cosa se ne fanno della mercanzia dei popoli civili? Le nostre pellicce, le nostre statue, gli intagli, gli abiti, i flauti?
— Ai loro occhi, possedere quelle cose li rende uguali alle razze più elevate — disse Sting. — Non le cose in se stesse, ma il possederle, capisci, Crown?
— Non avranno nulla di mio!
— Allora cosa facciamo? — chiese Leaf. — Restiamo qui seduti ad aspettare i loro dardi?
Crown posò con forza una mano sulla spalla di Sting. — Ci hanno dato qualche limite di tempo? Quanto abbiamo prima che ci attacchino?
— Non c’è stato niente che assomigliasse ad un ultimatum. Il capo non sembra voler entrare in guerra con noi.
— Perché ha paura di chi è superiore!
— Perché pensa che la violenza sminuisca il valore dell’Anima — replicò Sting in tono piatto. — Quindi intende aspettare finché non cederemo le nostre cose spontaneamente.
— Può aspettare cent’anni!
— Aspetterà qualche giorno — disse Shadow. — Se non cederemo, attaccheranno. Ma che farai, Crown? Supponiamo che loro siano disposti ad aspettare cent’anni. Tu lo saresti? Non possiamo restare accampati qui per sempre.
— Stai suggerendomi di dargli quello che chiedono?
— Voglio solo sapere quale strategia hai in mente — disse lei. — Tu stesso hai ammesso che non possiamo sconfiggerli in una battaglia. Direi proprio che non siamo riusciti ad ispirargli tanto timore da costringerli a sottomettersi. Riconosci che qualunque tentativo da parte nostra di abbattere il muro attirerebbe le loro frecce. Ti rifiuti di tornare indietro e di cercare un’altra strada verso ovest. Scarti la possibilità di cedere. Molto bene, Crown, che cos’hai in mente?
— Aspetteremo qualche giorno — disse Crown testardo.
— I Denti stanno avanzando in questa direzione — gridò Sting. — Dobbiamo restare qui ad aspettare che ci prendano?
Crown scosse il capo. — Sting, molto prima che i Denti arrivino qui, questo posto sarà pieno di profughi, molti dei quali saranno riluttanti come noi a cedere a questa gente quello che possiedono. Sento che sono già per strada, diretti qui, a due giorni di marcia da noi, forse anche meno. Ci uniremo a loro. In quattro possiamo anche essere impotenti contro un’orda di sporche scimmie, ma cinquanta o cento forti combattenti li costringeranno ad arrampicarsi di corsa sui loro alberi.
— Da questa parte non verrà nessuno — disse Leaf. — Nessuno tranne gli svitati. Tutti quelli che passano da Theptis sanno quello che è stato fatto su questa autostrada. A che ci serve l’aiuto di qualche svitato?
— Noi siamo venuti da questa parte — scattò Crown. — Siamo tanto stupidi?
— Forse lo siamo. Ci avevano avvertiti di non prendere l’Autostrada del Ragno, ma noi l’abbiamo fatto ugualmente.
— Perché non abbiamo voluto fidarci delle parole degli Invisibili.
— Be’, per caso l’Invisibile diceva la verità, questa volta — disse Leaf. — E la notizia deve essere ormai risaputa in tutta Theptis. E ora nessuno con un po’ di buon senso verrà da questa parte.
— Vedo gente già in marcia in questa direzione, a centinaia — disse Crown. — Qualche volta sono in grado di sentire queste cose. E tu, Sting? Tu riesci a vedere le cose in anticipo, vero? Stanno arrivando, non è così? Non temere, Leaf, fra un giorno o due avremo degli alleati e allora guai a questi ladruncoli di Compagni. — Crown fece un ampio gesto. — Leaf, fai pascolare le giumenta. E poi tutti nel carro. Ci chiuderemo dentro e faremo dei turni di guardia per la notte. Questo è il momento del coraggio e della vigilanza.
— Questo è il momento di scavare delle tombe — mormorò acido Sting mentre si arrampicavano nel carro.
Crown e Shadow fecero il primo turno di guardia, mentre Sting e Leaf sonnecchiavano nel retro. Leaf si addormentò immediatamente e sognò di vivere in qualche immensa e brutale città dell’est (gli edifici e la topografia erano sconosciuti, ma l’architettura era decisamente di stile orientale, grigia e massiccia, piena di parapetti e cornicioni), che veniva attaccata dai Denti.
Lui osservava ogni cosa da una vetrata in cima ad un’enorme torre quadrata di mattoni, che sembrava sopravvissuta a qualche remota epoca preistorica. Al principio venne dal nord l’eco della canzone di guerra degli invasori, un orrendo ed insopportabile ronzio, intenso e penetrante, come il rumore di spazzole ad alta velocità che lucidano una piastra di metallo. Quella musica tremenda fece uscire nelle strade gli abitanti della città, appartenenti a tutte le razze, Donatori di Fiori e Plasmatori di Sabbia, Cristalli Bianchi e Stelle Danzanti e anche Compagni degli Alberi, assurdamente rivestiti degli abiti dei mercanti, come se fossero tanti grossi Arti di città; ma nessuno poté scappare, perché erano in troppi, e si scontravano, si spintonavano, inciampavano e cadevano l’uno sull’altro, impotenti, in mucchi disordinati, bloccando ogni strada e ogni vicolo.
Poi in quel caos irruppe l’avanguardia dei Denti; strisciavano in avanti con quella loro caratteristica posizione accosciata, calpestando quelli che erano caduti. Avevano l’aspetto di mezze bestie e mezzi demoni, creature accovacciate, muscolose, con il muso allungato, nude e pelose, con la pelle color sabbia e gli occhi che brillavano di una fame insaziabile. La mente sognante di Leaf lì distorse e li ingigantì, rendendoli simili ad una banda di enormi rane dai lunghi denti, che entravano a balzi nella città, con i piedi nudi che battevano l’asfalto con vibrazioni sinistre, le braccia corte e poderose che dondolavano in modo quasi comico ad ogni balzo. La parentela con il genere umano non significava nulla per quelle creature carnivore. Troppo a lungo erano rimaste confinate in quel territorio montagnoso a nord est, freddo e sterile, vivendo di quel poco che ricavavano dagli animali della foresta, e gli altri esseri umani erano per loro semplicemente carne che l’Anima aveva ammassato in previsione di questo giorno di vendetta. Ed ora, con efficienza cominciarono il loro rastrellamento nella città appena conquistata, afferrando tutti quelli che trovavano, ammassando i prigionieri storditi in recinti allestiti in gran fretta: questi li mangiamo questa notte alla festa della vittoria; questi li teniamo per il pranzo di domani; questi diverranno carne essiccata che porteremo con noi nella nostra avanzata; questi li uccidiamo per divertirci; questi li teniamo come schiavi. Leaf osservò i Denti costruire enormi spiedi per arrostire le vittime, attizzando fuochi mostruosi. Diligenti squadre di ricerca si sparpagliarono per i sobborghi. Nessuno sarebbe sfuggito. Leaf si agitò e si lamentò, fu sul punto si svegliarsi, ripiombò nel sonno. L’avrebbero trovato in quella torre? Un fumo greve e grigio si innalzò in almeno cento punti della città. Le fiamme lambivano il cielo. Rivoli di sangue scorrevano per le strade. Lui stava soffocando. Un sogno terribile. Ma era poi solo un sogno? Questo era ciò che in realtà era capitato nella Città Santa qualche ora dopo che lui, Sting, Crown e Shadow erano riusciti a fuggire, e senza dubbio questo era quello che era avvenuto in ognuna delle città della tormentata costa orientale, e molto probabilmente era quello che stava accadendo ora… dove? a Bone Harbor? Veduru? Alsandar? Sentiva l’odore penetrante della carne che arrostiva, sentiva il rumore saltellante di una pattuglia di Denti che saliva le scale della sua torre. L’avevano preso. Sì, qui, ora, una dozzina di Denti sbucavano all’improvviso nel suo nascondiglio, con una larga smorfia sorridente sul viso… una Pura Discendenza! Avevano catturato una Pura Discendenza! Che colpo! Bestie. Bestie che lo pungolavano, gli tastavano la carne. Non abbastanza grasso per loro, eh? Questo è piuttosto magro. Ma lo cuoceremo lo stesso. La carne di una Pura Discendenza ti allarga lo spirito, ti trasforma in qualcosa di più di quello che eri. Portatelo di sotto. Allo spiedo, allo spiedo, allo…