Lane la fissò un momento, in profondo silenzio. Poi domandò: — Cos’è successo a mosche e zanzare qui intorno?
— Non ce n’è nemmeno una — rispose la Warren. — Una cosa veramente stranissima. Non ci sono più mosche, né zanzare, né moscerini! — Di scatto riprese a camminare verso la roulotte.
Quando furono a un centinaio di metri dalla macchina, un cane sbucò da sotto il veicolo e prese a trotterellare verso di loro. Non era un gran che, come esemplare. Aveva cominciato come cane da caccia, ma a metà strada doveva aver cambiato idea. Teneva la coda penzoloni, e la testa bassa. Si muoveva senza slancio.
— Ecco Mostro — disse brevemente la Warren. — Non è mio. Apparteneva a una famiglia di gente del Sud, che è scappata in preda al panico per qualche cosa che hanno creduto di vedere la scorsa settimana. Quando se ne sono andati, Mostro è rimasto qui, probabilmente perché noi della spedizione gli davamo da mangiare. Cosa che i suoi padroni forse non facevano.
Il cane mugolò un saluto mentre la Warren continuava a camminare.
— Un momento! — disse Lane. — Da che cosa sono scappati?
— Incubi — tagliò corto la Warren. — Dicevano che c’erano delle cose che si sedevano sul loro petto e non li lasciavano respirare. Passavano la notte con la testa sotto le coperte. Due cani e tutti i loro polli sono morti. Anche la mucca. Probabilmente di vecchiaia, ma quelli sono scappati parlando di incantesimi.
— Dio mio! — balbettò Lane sbalordito.
— Eh? — disse la Warren, allarmata dalla sua espressione. — Che cosa vi succede?
Lane faceva lavorare freneticamente il cervello. Collegò fra loro i vari fatti e con suo immenso stupore scoprì che collimavano perfettamente. Il risultato era assurdo, ma i fatti erano quelli.
— Comincio a pensare che quei poveri contadini siano stati molto saggi. Credo che vi racconterò quel che mi è successo.
E le riferì esattamente la sua avventura, senza aggiungere particolari, senza azzardare ipotesi.
— Adesso sapete perché quando ci siamo incontrati tenevo in mano delle foglie secche. Quelle foglie erano per me una specie di celata da usare in caso di bisogno — concluse.
La Warren lo fissò attenta, poi approvò. — Certo bisogna dimostrarlo. Dicono che ho troppa fantasia! Ma gli farò vedere cose che quelli neanche sospettano! Signor Lane — aggiunse poi — sono disperata. Tanto disperata da prendere in considerazione una storia assurda come la vostra, alla quale però credo. Ma spero di scoprire perché si comportano in modo tanto strano i locali “Cathertes aura septentrionalis”, gli avvoltoi, per voi. Restate a pranzo con me e ditemi tutto quello che sapete.
Mostro uggiolò disperatamente.
Poi si mise a ringhiare azzannando l’aria. Faceva un effetto strano e spaventoso vederlo tutto tremante digrignare i denti contro il niente.
Girava adagio su se stesso, mugolando come se stesse seguendo i movimenti di qualcuno invisibile. Era atterrito.
Di colpo si volse e si lanciò alla cieca azzannando nel vuoto, intorno a sé. Fece un balzo, girò su se stesso pazzamente, poi indietreggiò con le orecchie basse e la coda tra le gambe.
Lane si sentì irrigidire. Sapeva che cosa aveva sentito Mostro: alcuni lievi sibili, e forse qualche tocco sul pelo.
— Mi ha seguito — urlò. — Presto, nella roulotte!
Spinse avanti la Warren, mentre Mostro si rotolava a terra tentando di azzannare chissà che, e poi si buttava impazzito dentro un cespuglio continuando a ringhiare. Un attimo dopo ne balzò fuori, si precipitò verso la roulotte, e si lanciò attraverso là porta aperta quasi travolgendo la Warren.
— Dentro! — gridò Lane. — Presto! Prima che ci raggiunga!
Per un momento gli parve di sentire un lieve sibilo maligno, e di nuovo riprovò l’orrore di poco prima, nella radura, accanto ai conigli morti. Pensò agli animali che lottavano invano, sorpresi dal nemico nel loro regno, a tutte le bestie morte che aveva visto.
Il suono lamentoso diventò più forte, come se provenisse da diverse parti.
Spingendo freneticamente la Warren, si tolse la giacca e l’agitò nell’aria. Invisibile o no, voleva sapere se l’indumento toccava qualcosa.
— Presto! — ansimò ancora. — Presto, chiudiamo!
2
Dentro alla roulotte non accadde niente. Lane, accigliato, esaminò l’interno, assicurandosi che non ci fossero aperture.
Nella minuscola cucina c’era aperto lo sportellino del ventilatore. Lo chiuse, pur rendendosi conto che fra poco il caldo sarebbe stato insopportabile. Ma sentiva un brivido per la schiena al solo pensiero degli strangolatori invisibili che tentavano di introdursi all’interno. In un impeto di rabbia impotente cominciò a camminare su e giù.
— State fermo! — disse la Warren, con voce tesa, mentre si agitava a sua volta nello spazio limitato della roulotte. — Devo pensare. O siamo completamente matti o i padroni di Mostro erano gente più sensata di noi. Quei poveretti si tiravano le coperte sulla testa, e io li credevo stupidi. Ma al diavolo, forse avevano ragione loro!
Lane si costrinse a sedere, e accese una sigaretta.
— Qualcosa ha cercato di strangolarmi — disse, infuriato. — E mentre mi soffocava mandava un sibilo. Un momento fa, li fuori, ho sentito lo stesso suono, e il cane ha avvertito qualcosa. Ma chi ha attaccato me e Mostro era invisibile. Eppure è assurdo! Le cose reali non possono essere invisibili!
— Non direi che era proprio invisibile — osservò calma la Warren. — Che cosa credete che stessi facendo con quell’aggeggio di fili e di reti intorno all’esca per gli avvoltoi? Cercavo di scoprire che cosa impediva ai cadaveri di esalare odore. Non vi è mai capitato di tenere in mano un fiammifero acceso e di guardare attraverso i gas sviluppati dalla fiamma? Si vede tutto ondeggiare. Ora quelle cose di cui parlate sono “invisibili” proprio come la colonna di aria calda sopra un fiammifero! Cioè non sono facili da vedere, e bisogna sapere quel che si cerca, per vederle. Ma si riesce a individuarle.
— E allora, cos’è che ha tentato di uccidermi?
— Un sistema dinamico, senza dubbio — rispose la Warren. — Non c’è altra spiegazione. Cioè, una particella di materia che sfrutta l’energia in un modo suo particolare. Un vortice di vento è un sistema dinamico, e anche un motore a benzina… o un coniglio, o un uomo. Ciò che ha attaccato voi e Mostro doveva essere un sistema dinamico, perché usava energia per un determinato scopo: quello di uccidere. Provate a fare un anello di fumo.
Lane la guardò, stupito, ma al gesto d’impazienza della Warren, soffiò un anello di fumo. Il cerchio impalpabile si sollevò lento all’interno della roulotte, allargandosi man mano.
— Quello è un sistema dinamico dei più semplici — disse la Warren. — Una certa quantità di aria, con impresso un moto rotatorio a spirale. Non è una cosa viva, è soltanto un anello con moto a spirale. Noi riusciamo a vederlo perché l’aria di cui è composto contiene fumo. Ma un anello a spirale può benissimo esistere nell’aria senza essere visibile, proprio come…
— Guardate! — gridò Lane. — Guardate il fumo!
La Warren sbatté le palpebre, poi osservò il sottile anello: era deformato. Si era piegato da una parte, come se avesse incontrato un ostacolo solido.
— Eccolo! — esclamò la Warren. — Ce n’è uno. Guardate il soffitto. Vedete che sembra ondulato?
Ci fu un improvviso spostamento d’aria. L’ostacolo invisibile che aveva piegato l’anello si mosse. Le spire di fumo si allargarono lentamente occupando lo spazio lasciato libero.