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Jack Vance

Rhialto il meraviglioso

PREMESSA

Queste vicende accaddero nel XXI° Eone, allorché la Terra Morente era illuminata dai cupi e rossi bagliori del Sole ormai prossimo a estinguersi. In Ascolais e in Almeria, lande ad ovest della Terra delle Mura che Crollano, dimoravano Maghi alcuni dei quali s’erano riuniti in un’associazione per meglio tutelare i propri interessi. Il loro numero variava, ma in quell’epoca essi erano:

Ildefonse il Maestro.

Rhialto il Meraviglioso.

Hurtiancz, basso e corpulento, noto per la truculenza del suo carattere scontroso.

Herark il Precursore, pignolo e dai modi severi.

Shrue, un negromante dal senso dell’umorismo distorto, i cui scherzi spiacevoli spesso confondevano i colleghi e disturbavano la tranquillità dei loro sonni.

Gilgad, un uomo piccolo dalla tonda faccia grigiastra, con occhi nebbiosi, sempre abbigliato in vesti rosa e rosse. Il tocco delle sue umide mani fredde, vischiose, era evitato accuratamente da tutti.

Vermoulian il Viaggiatore del Sogno, una persona alta e sottile, singolare e dall’andatura maestosa.

Mune il Mago, oltremodo taciturno, che teneva nella sua dimora ben quattro spose e una famiglia numerosa.

Zilifant, dalla corporatura atletica, con lunghi capelli castani e una gran barba fluttuante.

Darvilk il Rabdomante, che per imperscrutabili motivi si dimostrava sempre avvolto in un largo mantello nero.

Perdustin, un individuo snello e biondo, particolarmente solitario, amante della segretezza e del mistero. Nessuno era mai riuscito a scoprire dove abitasse.

Ao degli Opali, saturnino, con un’appuntita barbetta nera, dai modi freddi e sarcastici.

Eshmiel, deliziosamente infantile nella sua strana purezza, uso ad assumere una bizzarra sembianza fisica metà nera e metà bianca.

Barbanikos, goffo e di bassa statura, con un gran ciuffo di scompigliati capelli bianchi.

Haze delle Acque Stanche, un fauno dagli occhi accesi e con la pelle verdolina, i cui capelli erano foglie di salice.

Panderlou, collezionista di rari e incantevoli manufatti provenienti da tutte le dimensioni accessibili.

Il Necrope Byzant.

Dulce-Lolo, grasso e d’aspetto epicureo.

Tchamast, un individuo dai modi bisbetici, ascetico fino al fanatismo. La sua avversione per il sesso femminile era così profonda che nella sua proprietà tollerava l’esistenza dei soli insetti maschi.

Teutch, che talvolta si degnava di parlare con la bocca ma più spesso, e con singolare destrezza, amava far scaturire le parole dalle sue dita schioccanti. Nella sua qualità di Anziano dei Centrali, gli era concesso il controllo della sua infinità personale.

Zahoulik-Khuntze, le cui unghie delle mani e dei piedi erano d’acciaio, istoriate con curiosi disegni.

Nahourezzin, un sapiente della Vecchia Romarth.

Zanzel Melancthones.

Hache-Moncour, i cui modi erano perfino più vanitosi e alteri di quelli di Rhialto.

Più che una scienza pratica, la Magia era universalmente considerata un’arte, nella quale l’accuratezza dell’esecuzione contava assai più del risultato e financo della conoscenza di base. Questo era un precetto in genere accettato da tutti, in un campo dove ogni praticante aveva i suoi scopi occulti ed il suo stile personale, sebbene durante l’epoca fulgida del Grande Motholam, molti Maghi-Filosofi avessero tentato di chiarire le leggi fisiche che governavano l’arte magica.

Quegli studiosi, fra cui erano inclusi i più illustri nomi della stregoneria, giunsero infine a stabilire soltanto che una piena e scientifica conoscenza dell’Arte era impossibile. Innanzitutto era evidente che qualunque risultato poteva essere raggiunto in molti modi diversi, ciascuno dei quali derivato da un’intera vita di studio, ciascuno reso efficace da formule coercitive diverse. Gli abili Maghi del Grande Motholam erano abbastanza flessibili da comprendere i limiti dell’intelletto umano, cosicché dedicarono i loro sforzi alla soluzione dei problemi pratici, ricercando i principi astratti e le leggi fisiche solo quando ogni altro espediente era fallito. Questa è la ragione per cui la Magia contiene un sapore umano, anche nel caso che gli agenti attivanti siano di genere affatto inumano. Uno sguardo casuale a uno dei cataloghi basilari mette subito in risalto questo orientamento: la nomenclatura ha uno stile arcaico e inusitato. Esaminando ad esempio il quarto capitolo di Esoterismi Applicati di Killiclaw, dal titolo: Effettuazioni interpersonali, si può notare graffita con inchiostro rosso, una terminologia di questo genere:

Maleficio Corporale di Xarfaggio

Separazione Digitale di Arnhoult

Le Dodici Ricompense di Lutar Brassnose

L’Incantesimo dell’Incistamento Desolato

Il Gelo dell’Errabonda Nigrido

Il Laccio Estensibile di Clambard

La Rinuncia Rosa-Porpora alla Gioia

L’Apoteosi Sconfortante di Panguire

L’Uggia Dolorosa di Lugwiler

Gli Esomorfismi Nasali di Khulip

La Pervasione Atonica di Radl

Ogni incantesimo è in essenza un codice, o un insieme di istruzioni, diretto a influire sull’apparato sensorio di un’entità scelta per la sua capacità di alterare l’ambiente in accordo al contenuto del messaggio. Tali entità non sono necessariamente “intelligenti”, o neppure “senzienti” nel comune significato del termine, e dal punto di vista di un apprendista incauto possono apparire imprevedibili, capricciose e pericolose.

La capacità operativa di queste creature deriva dagli elementi primari e viene messa in effetto tramite i Sandestins. Vi sono inoltre entità colleriche o rischiose da evocarsi, che gli Iniziati definiscono “Daihak”, e che comprendono Dei e Demoni. I poteri di un Mago sono determinati dalle entità che egli riesce a tenere sotto controllo, e di conseguenza ognuno di essi impiega uno o più Sandestins. Ma furono pochissimi gli Arci-Maghi del Grande Motholam che osarono sfruttare la forza dei Daihak meno potenti, e pronunciare il solo nome di questi antichi taumaturghi può avere conseguenze sorprendenti o spaventose. I loro nomi vibrano ancora di oscura potenza. Ecco un breve elenco degli studiosi che ai tempi del Grande Motholam venivano considerati fra i più insigni o i più tenebrosi:

Phandaal il Grande

Amberlìn I

Amberlin II

Dibarcas Major (che studiò sotto la guida di Phandaal)

L’Arcimago Mael Lel Laio (che abitava in un palazzo scavato in una singola Pietra di Luna)

La Loggia dei Vanagloriosi

Il Collegio dei Verdi e Porpora

Zinqzin l’Enciclopedista

Kyrol di Porphyrhyncos

Calanctus il Flemmatico

La Strega Llorio

A paragone di costoro, i Maghi del XXI° Eone erano un gruppo eterogeneo e disunito, inferiori per grandezza e consistenza professionale.

LA MURTHE

1

In un freddo mattino di primavera, verso la metà del XXI° Eone, Rhialto sedeva a far colazione nella cupola orientale della sua dimora, Palazzo Falu. Sulle colline il vecchio sole indugiava ancora dietro una pallida cortina di foschia, attraverso cui la sua luce stanca inargentava la brina del Prato Inferiore. L’umidità si condensava sui cristalli.