Выбрать главу

Linc rimase nel suo alloggio fino al termine della giornata lavorativa. Era stato deciso che dopo l’ultimo pasto si sarebbero recati tutti nella sala delle riunioni per ascoltare cosa avrebbe deciso Magda nei riguardi di Linc.

Seduto sulla cuccetta, Linc fissava la parete. Magda mi ringrazierà invece di condannarmi. L’ho fatto per lei. Sarà contenta.

Ma era preoccupato.

Passò l’ora del pasto. Linc non andò nel refettorio, e nessuno gli portò da mangiare.

Ma poco dopo sentì dei passi affrettati nel corridoio. La porta si aprì ed entrò Magda.

Lui si alzò e le andò incontro.

— Come hai potuto? — sussurrò Magda.

— Come sarebbe a dire? — ribatté Linc, guardandola perplesso.

— Come hai potuto far nascere tanto trambusto? Hai riparato la pompa! Sai che è proibito toccare le macchine.

— Ma io l’ho riparata — ribatté Linc. — Sono riuscito a far funzionare lo schermo a muro della fattoria, e lo schermo mi ha detto…

Lei lo guardava inorridita. — Linc, ti rendi conto di cosa stai dicendo? Nessuno può toccare le macchine. E non potevi toccare lo schermo.

— Ma lo schermo sa come si fa a riparare le macchine.

Lei si coprì la bocca con una mano e attraversò la stanzetta con quattro rapidi passi. Poi si voltò: — Hai parlato con qualcuno dello schermo?

— No… non mi pare.

— Meno male. E adesso stammi a sentire. Quando ci rivedremo alla riunione, non accennare allo schermo. No, meglio ancora… di’ che Jerlet è apparso sullo schermo senza che tu l’avessi toccato.

— Volevo parlare con Jerlet, ecco perché ho acceso lo schermo.

— Ascoltami — incalzò lei. — Non dire che l’hai acceso. Io racconterò che stavo meditando alla ricerca di una soluzione per il nostro problema. Il che in fondo è vero. Ci ho pensato tutta la notte. E Jerlet deve avermi sentito o visto… e ha riparato la pompa.

— Ma non è vero! Sono stato io a ripararla! Da solo, con le mie mani.

Magda scosse la testa con impazienza. — Monel ti annienterà… ci annienterà tutti e due se appena gliene offriremo l’occasione.

— Ma io ho salvato il raccolto. Nessuno morirà di fame.

— Proprio per questo è così arrabbiato.

Linc si diede una manata sulla coscia. — Saranno tutti felici di sapere che la pompa ha ripreso a funzionare. Gli operai della fattoria cantavano!

Magda stava per perdere la pazienza. — Linc, la gente non si comporta come le macchine. Non capisci quali sono le intenzioni di Monel? Dirà che toccare le macchine è un delitto, e che tu l’hai commesso. E se anche questa volta ti è andata bene, potresti ritentare e provocare un disastro che ci ucciderebbe tutti.

— Ma è assurdo! — esclamò Linc lasciandosi cadere sulla cuccetta.

— Comunque è quello che dirà Monel. E poi mi inviterà a far parlare Jerlet, e Jerlet ci dirà le stesse cose di sempre e io sarò costretta a condannarti. Non ho altra scelta.

— L’ho fatto per te balbettò Linc. — Volevi un miracolo.

— Lo so — rispose lei raddolcita. — Ma dobbiamo stare molto attenti a come spiegarlo agli altri. Devi dire che lo schermo si è acceso da solo e che Jerlet ti ha detto cosa dovevi fare.

— E come spiego che ero andato alla fattoria? — chiese Linc.

Magda chinò la testa e ci pensò sopra per un momento. Poi la rialzò sorridendo. — Oh, è facile. Dirai che Jerlet ti era apparso in sogno e ti aveva detto di andare alla fattoria.

— Ma non è vero!

Lei gli si mise a sedere vicino sulla cuccetta e gli pose un dito sulle labbra. — Linc, non avresti mai potuto riparare la pompa senza l’aiuto di Jerlet. Lo sai bene.

— Ma…

— Ci limiteremo a spiegare in modo un po’ diverso come ti ha aiutato. Non è una vera bugia, ma solo una piccola alterazione della verità. Così la gente non si spaventerà.

— Non mi piace.

— Fidati di me — sussurrò Magda. — Voglio aiutarti.

— Ma non capisci quello che è veramente importante — insistette lui. — Sono stato io a scoprire che lo schermo sa come si aggiustano le macchine. Così potremo aggiustare tutte quelle che sono rotte…

— No — lo interruppe bruscamente Magda. — Non devi dirlo. Spaventeresti tutti… faresti il gioco di Monel. — Si alzò e riprese a camminare avanti e indietro.

Lui la guardò. — Dimmi, ti faccio paura?

Lei si voltò a guardarlo a sua volta. — Sì, un pochino.

Linc si alzò, la raggiunse e la costrinse a rimettersi a sedere. Le mani di Magda erano fredde come il ghiaccio.

— Possiamo riparare tutto…

— Taci. — Gli strinse le mani con una forza di cui non l’avrebbe mai ritenuta capace. Poi chiuse gli occhi. Tremava tutta. Linc l’aveva vista già altre volte cadere in trance. Si proiettava nel futuro, cercando di vedere quello che sarebbe successo, e cosa avrebbero dovuto fare.

Poco per volta il tremito cessò, e la stretta delle mani si allentò. Magda riaprì gli occhi. Erano orlati di rosso e pieni di lacrime.

— Linc… andrai da Jerlet. — La sua voce era un mormorio spaventato. — Lo vedrai… gli parlerai. Ma, prima… rivedrai Peta.

Linc liberò le mani dalla sua stretta. — È questo che vedi nel futuro? Vuoi scacciarmi come hai fatto con Peta…

— No — rispose lei in un soffio.

Linc scattò in piedi. — Io so riparare le macchine, ma tu e gli altri avete paura della vostra ombra!

— Credi che mi sbagli? — Magda parlava con voce tesa. Era la sacerdotessa, adesso, non più l’amica.

— Sono certo che tutti gli schermi possono insegnarci a riparare i guasti…

— È proibito toccare gli schermi come qualunque altra macchina. Hai commesso un delitto e insisti a esserne fiero. Anzi, vorresti continuare a commetterne.

— Voglio solo salvarvi tutti! Se imparo a riparare le macchine forse riusciremo ad allontanare la stella gialla.

— Jerlet diventerà furibondo. Se la prenderà con tutti.

— No, perché io cerco solo la nostra salvezza.

Magda si avviò verso la porta, e si fermò senza voltarsi. Dalla rigidità della schiena, da come teneva alta la testa, Linc capiva che era in preda alla tensione e alla collera.

Si voltò di scatto a guardarlo.

— Linc, io voglio aiutarti, ma tu hai intenzione di ribellarti, di andar contro tutto quello in cui crediamo, alle leggi di Jerlet. Sì, hai riparato una pompa; ma può esser stato un puro caso, o una trappola.

— Una trappola?

— Sì — insistette lei. — Tu sei convinto di riuscire a riparare tutte le macchine. Supponi che Jerlet volesse metterti alla prova, per vedere se avresti continuato a pasticciare con le macchine. Tu stai violando le regole, Linc, e io non lo posso permettere!

Linc cominciava a seccarsi. — Tu non credi che sia capace di ripararle. Credi in tutte quelle storie sul divieto di toccare le macchine, ma non credi a me.

— Nessuno può ripararle.

— E così preferisci startene con le mani in mano finché non si guasteranno tutte una dopo l’altra e moriremo di fame e di freddo. Ce ne staremo qui senza far niente ad aspettare che la stella gialla ci inghiotta, senza nemmeno alzare un dito…

— Le regole di Jerlet…

— Piantala di parlare delle regole di Jerlet! — sbottò lui. — Sono tutte stupidaggini, e io me ne infischio!

Lei rimase a bocca aperta.

Linc aspirò a fondo cercando di dominarsi. — Magda, ascoltami. Supponiamo che si sia trattato veramente di un esperimento. Supponiamo che Jerlet cercasse di scoprire se siamo capaci di usare il cervello che ci ha dato per tentare di riparare le macchine.

— Ma è stato lui a dirci che non le dobbiamo toccare.