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— Perché tutti ormai hanno la TV via cavo?

— Spiritosona! No, è solo che hanno smesso di preoccuparsi della bomba, e tutto il resto. E si sono estinti per disattenzione. Di’ a qualcuno che il problema è facile, e lui non si impegnerà più a risolverlo. Se gli alieni hanno commesso una volta questo errore di comunicazione, adesso staranno in campana.

Erano arrivati alla Churchill Avenue. Svoltando verso est, passarono davanti alla scuola di Emily — Ma — obiettò Sarah — potrebbero spiegarci come hanno fatto a sopravvivere. Potrebbero fornirci la risposta.

— La risposta è banale. Come recita il titolo del più invenduto bestseller di tutti i tempi: Perdere peso lentamente, mangiando meno e facendo più esercizio.

Se lo dice lei, mister Atkins...

Lui fece finta di arrabbiarsi. — Ma scusami tanto, sto andando a passeggio, o no? E sto mangiando di meno, e sto dimagrendo in modo molto più visibile di prima, quando non avevo tagliato i carboidrati. Vuoi sapere la differenza tra me e tutti quelli che perdono chili in fretta con i metodi Atkins, e poi li riprendono in un batter d’occhio? La differenza è che sono trascorsi quattro anni e io non ho ancora mollato. Questo è l’aspetto della dieta che nessuno vuole sentirsi dire: non la si fa per un po’, deve diventare uno stile di vita. Io lo sto facendo, e grazie a questo vivrò più sano e più a lungo. Non esistono soluzioni semplici. Per nessun problema.

Interruppero la discussione per attraversare la Claywood, poi ripresero. — Perciò — disse Don — la ricetta per sopravvivere è già bell’e pronta: smetterla di farsi la guerra gli uni con gli altri, imparare a essere tolleranti, eliminare il divario tra poveri e ricchi, cosicché nessuno provi più tanto odio per qualcun altro da essere disposto a farsi saltare in aria.

— Solo che abbiamo bisogno di una soluzione rapida — disse Sarah. Ora che i terroristi hanno accesso alle armi nucleari e biotecnologiche, non possiamo aspettare che tutti ricevano l’illuminazione. O si chiude in fretta il capitolo “terrorismo hightech”, o tanti saluti. E le specie aliene che sono sopravvissute devono per forza aver trovato una soluzione.

— Certo. Ma, anche se ce la fornissero, non è detto che noi la gradiremmo.

— Perché?

— Perché la soluzione consiste in un noto topos della fantascienza: la mente ad alveare. In Star Trek, il motivo per cui il Borg assorbe chiunque dentro la Collettività, a mio parere, è che si tratta dell’unica strategia sicura. Se tutti pensano con la stessa testa, non c’è pericolo che spuntino terroristi o scienziati pazzi.

Ovviamente, così facendo, si rischia di perdere la nozione che là fuori esista qualcosa. Potrebbe non passarti neppure per la mente di “contattare qualcun altro”, in quanto ti è diventata estranea la stessa idea di “qualcun altro”. Questo potrebbe spiegare il fallimento del progetto SETI. Oppure se gli alieni, magari per caso, scoprissero la nostra esistenza, potrebbero comportarsi come il Borg, tanto per assicurarsi che noi non facciamo loro del male.

— Gesù! Messa così, è peggio che pensare che gli alieni non esistano.

— C’è anche un’altra ipotesi — disse Don. — Il totalitarismo assoluto. Ognuno conserva il suo libero arbitrio, ma gli viene impedito di usarlo. Perché basta un solo squilibrato, una manciata di antimateria, e... ka-booooom! ... addio a tutto il fottuto pianeta.

Un’automobile che procedeva in direzione opposta suonò due volte il clacson.

Notarono al volante Julie Fein che salutava. Ricambiarono il saluto.

— Questo scenario non è molto meglio del Borg — disse Sarah. — Comunque sia, è deprimente non riuscire a individuare alcun segnale. Voglio dire, quando abbiamo cominciato a puntare i radiotelescopi verso il cielo, ci aspettavamo di ricevere onde a valanga. Invece, per tutto questo tempo... quasi cinquant’anni... neppure un bip.

— Cinquant’anni non sono poi molti — disse Don, in un tentativo di consolarla.

Sarah aveva lo sguardo perso in lontananza. — No, infatti... È solo una grossa percentuale di una vita.

8

Carl, il primogenito di Don e Sarah, era famoso per i suoi gesti teatrali, per cui il padre ringraziò il cielo che non avesse sparso il caffè sull’intera tovaglia. Invece, aveva deglutito a fatica e poi aveva esclamato, con un’intensità degna della peggiore sit-com: — Avete intenzione di fare... cooosaaa? — Accanto a lui sedeva la moglie Angela. I figli, Percy e Cassie (diminutivi di Perseus e Cassiopeia.

Esatto, i nomi li aveva suggeriti la nonna), erano stati spediti di sotto a guardare un film.

— Di farci ringiovanire — ripeté Sarah, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

— Ma costa... non so quanto — disse Carl girandosi verso Angela, come se lei avesse la cifra sottomano. Siccome non ce l’aveva, lui proseguì: — Miliardi e miliardi.

Don notò che sua moglie sorrideva. Qualcuno pensava che avessero chiamato loro figlio “Carl” in onore di Sagan; invece portava il nome del nonno materno.

— È vero — rispose Sarah — ma non saremo noi a pagare. Lo farà Cody McGavin.

— Conosci McGavin? — disse Angela, stupefatta come se la suocera avesse annunciato di essere amica del papa.

— Solo da una settimana. In compenso lui conosceva già me: ha stanziato una montagna di fondi per SETI. — Sarah fece spallucce. — È una delle cause in cui crede.

— Ed è disposto a sborsare quella cifra per te? — chiese Carl, scettico.

Sarah annuì. — E per tuo padre. — Raccontò del loro incontro con il miliardario. Angela rimase a bocca aperta. Fino a poco tempo prima, sua suocera era solo un “cara vecchietta”, non “la Grande Vecchia del progetto SETI”.

— Però, anche se è tutto spesato — disse Carl alla fine — nessuno sa quali siano gli effetti a lungo termine del... della... come si chiama?

— Rollback — disse Don.

— Proprio quello. Nessuno sa a cosa porti.

— Si dice lo stesso per ogni novità — rispose Sarah. — Nessuno sapeva che effetti avrebbe avuto la dieta a basso contenuto di carboidrati, e guarda tuo padre.

Sono quarant’anni che segue quel regime, e ha mantenuto inalterati i valori di peso, colesterolo, pressione, zuccheri.

Don non fu entusiasta dell’esempio scelto: forse Angela non sapeva che in passato lui era stato un ciccione. Aveva cominciato a prendere peso all’epoca dell’università, e a quaranta anni aveva superato il quintale; un po’ troppo, per uno alto un metro e sessanta. Grazie però alla dieta rigorosa e ininterrotta si era stabilizzato sugli ottanta chili. Mentre gli altri intorno a lui ingollavano bistecche e patatine, lui prendeva doppia razione di fagioli.

— Inoltre — continuò Sarah — se non lo farò, niente di ciò che realizzo oggi avrà effetti a lungo termine. Perché io non sarò a lungo termine. Anche se dopo venti o trent’anni di nuova vita mi dovesse capitare un tumore o un infarto, sarebbero comunque venti o trent’anni guadagnati.

Sulla faccia di Carl comparve un’espressione perplessa. Doveva pensare a quando sua madre aveva avuto un cancro, quando lui aveva nove anni. Ma era evidente che non riusciva a trovare un’obiezione adeguata. — E va bene — disse alla fine. Osservò Angela, poi di nuovo sua madre. — Bene. — A quel punto sorrise. Quando sorrideva in quel modo diventava identico a suo padre, anche se Don non lo ammetteva. — Però dovrete accettare di fare più spesso i babysitter.

Superato quello scoglio, tutto filò via di gran carriera. Per quanto nessuno lo affermasse a chiare lettere, era dato per implicito che il tempo era prezioso. Senza il trattamento, Sarah (e altrettanto Don, ma nessuno sembrava dargli peso) poteva spirare da un giorno all’altro, o avere un ictus o subire qualche altro danno neurologico a cui neppure il processo di ringiovanimento avrebbe potuto rimediare.