"Ciao… Stavo ascoltando James Morrison. Come stai?"
Come sto? Pensa Alex. E come devo stare? Come un uomo finito, distrutto, senza una ragione di vita, senza un motivo… Ma decide di non farle vedere tutto questo, di renderle la vita più facile, di aiutarla a fare un passo, se mai vorrà farlo, di spingerla a parlare.
"Bene…" sorride Alex. "Ora sto bene. Meglio…" Qualcosa ha dovuto dire, non sarebbe stato credibile. L'avrebbe insospettita, non le avrebbe permesso di dire serenamente quello che pensa a un uomo maturo, non a un ragazzo fragile, martoriato, triturato, affettato dall'amore, dalla gelosia, dai dubbi, dalle insicurezze, dai film che uno si fa quando non sa, quando non ne può più, quando sfinito, messo da parte l'orgoglio, coprendo il numero telefona all'amata e trova il suo cellulare spento, alle ore in cui non lo dovrebbe essere e per troppo tempo. Ma Alex sorride e in un attimo è come se avesse cancellato tutti quei minuti, quei giorni, quelle settimane delle quali ormai ha perso il conto. Su, su, devo stare su, si sforza di ripetere dentro di sé. Stringi i denti. Ancora, forza, su, fai finta di niente, avanti, tutto di rabbia, di volontà, di resistenza. E allora la frase più dolorosa, più stupida e inutile, ma così necessaria per iniziare un discorso.
"Che mi racconti?"
Niki abbassa subito gli occhi e cerca la forza di dirgli tutto, di raccontare bene, senza tralasciare nulla. "Sai, credo che abbiamo fatto un passo troppo lungo… Forse non era ancora il momento, forse avevo bisogno di vivere ancora per un po'"la mia libertà…" E mentre parla se ne accorge da sola. Non sto dicendo tutto. In parte sto mentendo, non gli sto raccontando di lui. "E anche le tue sorelle, la scelta di tutte quelle cose…" E proprio in quel momento
i loro occhi si incrociano, segue un silenzio troppo lungo. E subito guardano altrove e poi si abbassano. Alex ha una stretta al cuore e in un attimo capisce. È come aveva immaginato. E vorrebbe scappare lontano, da solo, di nuovo in quel faro, in mezzo al mare, nel silenzio. Solo. Solo. E invece rimane lì. E continuano a parlare di tutto, di niente, a ipotizzare più libertà.
"Ma sì, non sposiamoci adesso, magari… un domani. O mai."
"Cosa?"
Niki è quasi sorpresa, spiazzata nel sentirlo parlare così. Ma di colpo se ne accorge. Alex è provato, teso, sfinito. È uno di quei momenti in cui per amore si farebbe tutto e di più, uno di quei momenti chiamati "a tappetino", che quando li hai vissuti non li dimentichi più e quando ti tornano in mente, in un futuro, lontano o vicino, ti fanno vergognare di esserti umiliato così tanto. Quei momenti non li hai confessati a nessuno, non ne hai parlato neanche con il migliore amico o amica. E quei momenti appartengono solo a te, e ricordandoli capisci quanto sei arrivato ad amare.
"So solo di non essere pronta." E non dice altro. Non vuole dire altro. Anche perché Niki non sa bene che dire. Dopo aver sentito Alex parlare, improvvisamente ha perso tutta la sua chiarezza. Era venuta per confessargli che stava uscendo con un ragazzo e invece non gli ha detto nulla. Nulla. Forse era importante parlarne perché avrebbe aiutato Alex a superare questo momento. E lei ad ammettere l'esistenza di un altro nella sua vita. Ma c'è davvero un altro nella sua vita? In realtà non è accaduto più niente proprio perché lei ancora non è sicura, perché è spaventata, perché sta male, perché piange spesso, perché vorrebbe essere tanto felice e invece non ci riesce. Non è giusto. Non è possibile. Perché proprio a me? Niki si dispera. E lì, in silenzio, a dibattersi nel suo dolore.
Alex se ne accorge. "Niki, che c'è? Posso fare qualcosa per te? Ti prego, dimmelo, vorrei tanto aiutarti, mi sento colpevole per come stai, per quello che stai provando… È come se fosse tutta colpa mia… E come se io con i miei vent'anni di differenza ti avessi costretto a bruciare i tuoi, come se tu ti fossi all'improvviso ritrovata a fare un balzo in avanti, a saltare di botto tutto quello che invece devi giustamente vivere…"
Allora Niki fa un sospiro. Vorrebbe tanto dire ad Alex tutto quello che prova, che non è colpa sua o almeno non solo, che lei è una sciocca, una ragazzina, una insensibile, che non ha saputo starsene per conto suo e riflettere e aspettare e decidere prima di fare
qualsiasi passo. E ora è solo confusa e stanca. E Alex la vede di nuovo con quello sguardo un po'"triste, lontano, come offuscato. Tutto quello che Niki non era. E allora soffrendo per quel sorriso che non trova più, cerca di distrarla.
"Ma non mi hai detto niente… Ti avevo mandato un dvd, dentro c'era un video che avevo fatto per te… E con te… Lo hai visto?"
E Niki si ricorda di quel bellissimo filmato e soprattutto di quando l'ha visto. La sera che ha baciato Guido. Alex continua a parlare. "Sai, ho voluto mettere She's the One perché è un po'"la nostra canzone… Quando abbiamo sbattuto…" Ma quando la guarda cercando i suoi occhi, si accorge che lei sta piangendo. In silenzio, lentamente, le scendono le lacrime, una dopo l'altra, senza fermarsi. E Alex non capisce, non sa che dire, è completamente spiazzato.
"Amore… che succede… è per il filmato? Non dovevo mandarlo… Ma io lo avevo già spedito prima di ricevere la tua lettera, non l'ho fatto per riconquistarti, buttalo se non ti piace, non è così importante…" E Alex le si avvicina, prova ad abbracciarla, vorrebbe stringerla, amarla, farla sorridere, farla sentire felice, di nuovo, come sempre, più di sempre, lei, la sua Niki.