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"Vieni.:. I miei sono già partiti, beati…" sorride. "Se la prendono comoda loro. Abbiamo la casa al mare a Pantelleria e vanno mesi prima dell'estate fingendo di doverla sistemare… A me fa comodo. Tanto mi lasciano Giovanna, la signorina che pulisce casa e mi fa la spesa e da mangiare ogni giorno. Cosa posso chiedere di più? Libertà… E comodità."

E così si trovano da soli in una casa grande, in un'atmosfera tranquilla.

"Vuoi un tè?"

Niki sorride. "Magari…"

Si mettono in cucina a chiacchierare del più e del meno, di qualche amico dell'università che si è fidanzato, di qualcun altro che si è mollato.

"Ma dai, sembravano così carini!"

"Sì, stavano proprio bene insieme."

E per un attimo Niki pensa alla sua di situazione e ha un piccolo sussulto, un battito di cuore improvviso, un sottile dispiacere. Guido sembra accorgersene o forse no, fatto sta che cambia subito discorso. "Oh, noi abbiamo già prenotato la casa a Fuerteventura, eh… Vengono tutti!"

Niki è felice di distrarsi. "Tutti chi?!"

"Bè, Luca, Barbara, Marco, Sara, Erica ha detto di sì, anche Olly forse e Diletta e Filippo…"

"Sul serio? Me lo avevano accennato ma si tenevano ancora sul vago…"

Guido sorride spegnendo il fuoco e infilando le bustine di tè nel bollitore. "No no, guarda che le tue amiche ti stanno tagliando fuori eh…"

"Mai lo farebbero, sono le mie Onde. Con loro faccio il surf della vita e se gli gira male… Ti fanno fare un tuffo a te… In mare aperto, però!"

"Ok ok, come non detto… Mi arrendo. Vuoi latte o limone?"

"Limone, grazie…"

Versa il tè in due tazze prese dagli armadietti sopra il lavabo e si siedono al tavolo della cucina. E aspettano insieme che quel tè fumante si raffreddi un po'.

"Ah, non sono mai riuscita chiedertelo… Ma come hai fatto ad avere il mio numero?"

Guido sorride bevendo il primo sorso. "Ahia, brucia ancora!"

"Ti sta bene! Allora? Chi te l'ha dato?"

Guido allarga le braccia. "Si dice il peccato ma non il peccatore!"

"Allora… A parte che il peccatore già si sa chi è, e sei tu…"

"Io? E perché?"

"Piantala di fare il finto moralista, prenditi le tue responsabilità… Sai quanta gente a questo mondo si comporta come te? Tantissima! È perché non ha le palle… Tu ce l'hai le palle, vero?"

Guido è spiazzato da un discorso del genere, non se l'aspettava. "Certo…"

"Ecco, allora sei consapevole che in qualche modo hai contribuito al fatto che io non mi sposo più, vero?"

Guido rimane un attimo perplesso. "Cioè… tu mi vuoi dire che se non fosse stato per me ti saresti sposata? Sono onorato… Però magari ci sarebbe stato un altro al posto mio…"

"Sì, va bè… Vedi, non hai le palle! Stai allontanando da te questa responsabilità…."

Niki lo guarda e alza le spalle, poi beve un po'"di tè che finalmente si è raffreddato. Guido le ferma la mano. "Ok, mi prendo le mie responsabilità. Sono felice che tu non ti sia sposata a causa mia, ok?" Poi sorride. "Bene… Ora puoi bere il tè… Dopo un'ultima domanda però. Sei felice?"

Niki fa un sospiro. La domanda più difficile di questo mondo. "Diciamo che sono alla ricerca della mia felicità… E che sono sulla buona strada. Sai cosa diceva un giapponese? La felicità non è un punto d'arrivo… è uno stile di vita."

Guido ci pensa un po'"su… "Uhm, mi piace…"

Niki sorride. "Lo so. Perché è bella. Ma l'aveva detta il mio ragazzo. Alex." E in quel momento parlarne così, e con un altro poi, con Guido, le sembra incredibile, fuori da ogni possibile immaginazione. Eppure è così. "Comunque, tornando a noi, non mi hai detto chi ti ha dato il mio numero."

Guido finisce di bere. "Allora, lo vuoi sapere?"

"Certo!"

"Ho provato tutte le possibili combinazioni!"

"E dai! Lo vedi… Non sai affrontare un discorso."

"Ok, me l'ha dato Giulia."

"Lo sapevo!"

"Come, lo sapevo?"

"Ne ero sicura! Che falsa quella ragazza. L'ha fatto apposta."

Guido cerca di calmarla. "E dai, non te la prendere con lei. Ho insistito con tutti, Luca, Marco, poi Sara e Barbara e alla fine non volevano sentire ragioni! Non me lo davano il tuo numero, le ho provate tutte… Alla fine ho tentato con Giulia e ci sono riuscito…"

"E come?"

"Aveva visto i nostri sguardi. Ha capito che c'era dell'altro. Le ho detto che se non mi dava il tuo numero avrebbe avuto per sempre sulla coscienza il peso di un matrimonio sbagliato."

Niki rimane in silenzio. Beve il suo tè piano piano, piccoli sorsetti mentre pensa. Quindi è tutto merito o colpa di Giulia, di una che ci ha semplicemente visto quella volta mentre ci guardavamo. Che strano, una persona così esterna alla mia vita, così estranea a tutto questo… che influenza la decisione più importante che io

abbia mai preso. A volte le circostanze, come vanno avanti le cose, come accadono, come iniziano o come finiscono, sono determinate da ragioni inspiegabili o insignificanti. E per un attimo le viene in mente quel film. Magnolia, i casi, le particolarità di più vite, le combinazioni, un po'"come Crash di Paul Haggis. Sì, la vita è un gran casino, tenere le redini di questo cavallo imbizzarrito è difficile, a volte impossibile, e qualunque cosa accada, un po'"la puoi decidere, ma un po'"devi avere proprio un gran culo.

Poi Niki finisce il suo tè. "Dai, studiamo và… Mica viene Giulia a Fuerteventura, vero? Se viene non c'è la minima possibilità che ci sia io!"

Guido mette le due tazze nel lavabo e ci fa scorrere l'acqua sopra. "Non saprà neanche quando si parte! Va bene?"

E così si ritrovano in camera a studiare e all'inizio va tutto bene, tranquillo, sereno. Ripetono insieme qualche passaggio di Storia del teatro e dello spettacolo. E si ritrovano a commentare una frase di De Marinis. Niki legge. "Il teatro è l'arte dell'effimero, è continuamente in movimento: il teatro è il simbolo stesso di tutte quelle morti successive, che giorno dopo giorno seminiamo per la strada. Quel che noi siamo e quel che pensiamo oggi differisce da quel che eravamo e pensavamo ieri, e non può lasciar prevedere quel che saremo e penseremo domani." Si guardano. Niki continua a leggere. ""Se c'è un luogo in cui non ci si bagna mai nella stessa acqua, è proprio nel teatro." È come diceva Eraclito, ti ricordi?"

Guido annuisce. Ma rimane così, in qualche modo rapito da quelle parole. E tutti e due pensano sognanti al senso del cambiamento, alla differenza tra ieri e oggi. Guido le è vicino. Molto vicino, troppo vicino. Il profumo dei suoi capelli, il suo sorriso visto di profilo, le sue labbra che ripetono leggendo il libro, si muovono quasi al ralenti e lui le guarda, le sogna, le desidera. E poi quelle mani che ogni tanto girano una pagina, indecise vanno avanti, poi tornano indietro. Rimangono così, con una pagina in bilico, a metà libro, come sospesa, tra il suo pollice e il suo indice.

"Hai capito?"

Solo ora per la prima volta Guido sembra sentire le sue parole. Ancora affascinato non risponde, si avvicina, chiude gli occhi, respira i suoi capelli e quando Niki si gira: "Hai capito cosa intende? Ohi, ma mi stai ascoltando?".

Guido non resiste e la bacia. E Niki sorpresa, stupita, e le sue labbra rapite da un giovane mascalzone ardito, dove il libro di storia del teatro fu galeotto, e quel bacio rubato. E lui insiste, travolto

dal desiderio, e l'abbraccia e le accarezza i capelli e poi le spalle e

scivola giù, forse troppo velocemente verso il suo seno. Niki con dolcezza ma rapida e decisa non indugia oltre e si sfila da sotto le sue braccia.

"Avevi detto che studiavamo…"

"Sì, certo… Stavo cercando di interpretare al meglio la passione che sentivo nelle tue parole…"

Niki è visibilmente scocciata. D'altronde che pensavi, ti ci sei cacciata tu a casa sua! Cosa pretendevi? Forse che di punto in bianco non gliene importasse più nulla? Non ti desiderasse, non volesse andare più avanti? Cosa ti aspetti? Sei tu che glielo hai fatto credere, tu che glielo hai messo in testa, tu che hai fatto questa scelta. Di colpo si ricorda quella frase di Guido. "Cioè, per causa mia tu non ti sei sposata? Ma forse ci sarebbe stato un altro al posto mio…" E rimane così a riascoltare nella sua mente l'eco di quelle parole, nella sua improvvisa solitudine, nel silenzio dove sembrano rimbombare. Un altro al posto suo… Sì, forse sarebbe potuto essere così. Quindi non è lui la ragione del mio non matrimonio, è un'altra.