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"Sì, va bè…"

Niki si alza in piedi sulle pedaline.

"Ok. Ok!" Spaventato Guido la fa sedere. "Ti do la mia parola

che non facciamo tardi…" Continuano così a correre lungo il Tevere. Poi Niki si accorge di Guido. "E ora perché ridi?"

"Perché non facciamo tardi, ma non abbiamo deciso cosa significa tardi!"

Niki gli dà un pugno. "Ahia."

"Tardi è quando decido io!"

"Ok…" Guido prova ad accarezzarle la gamba.

"E metti tutte e due le mani sul manubrio…"

"Ecco qua la mia sorpresa… Ti piace?"

Alex e Raffaella scendono dalla macchina.

"Questo barcone è una novità. Si mangia lungo il Tevere… È molto bello."

"Ci sei già stata?"

"No, ne ho sentito parlare e vorrei tanto provarlo con te…"

Alex rimane solo un attimo a pensare. "Volentieri."

"Solo una cosa, però. Devi essere mio ospite."

"E perché?"

"Perché il successo che abbiamo avuto è soprattutto tuo."

"No. Accetto solo se pago io."

"Ma così mi fai sentire una donna che non decide, che non è indipendente e che deve sottostare alla decisione del suo capo… Che poi sei tu."

Alex ci pensa un po'. "Ok. Allora facciamo alla romana. Non ci sono né capi né donne troppo indipendenti. Due amici che si dividono una cena."

Raffaella sorride "Ok. Così mi sta bene!" E sale sorridendo sul barcone.

"Buonasera."

Un ragazzo alla cassa la saluta. "Buonasera."

"Abbiamo prenotato un tavolo per due. Avevo chiesto un posto in fondo. Avevo lasciato il nome Belli…"

Il ragazzo controlla sul foglio delle prenotazioni. "Sì, eccolo qua. È l'ultimo tavolo a prua. Buona serata."

Raffaella precede Alex dirigendosi verso il loro posto. Alex scuote la testa divertito. "Scusa… Ma hai dato il mio cognome?"

"Sì."

"E se non potevo venire stasera? Se arrivavi a casa mia e non c'ero, se ero con un mio amico o una donna o non volevo uscire con te?"

Raffaella si siede e gli sorride. "Siamo qui, no? Era un rischio. Senza rischi la vita è noiosa."

"Già." Anche Alex si siede.

"E poi tranquillo… Mi hanno detto che si mangia molto bene…"

"Bene. Solo una cosa… Ci sono altre sorprese?"

Raffaella apre il tovagliolo e se lo mette sulle gambe. "No…" Poi sorride. "Per il momento."

Lasciandolo così per il resto della serata con questa curiosità. Solo una cosa è senza ombra di dubbio, la sua bellezza. Il barcone lentamente si stacca dalla banchina, con i motori diesel un po'"soffocati, e quasi borbottando si porta al centro del Tevere. Poi, aiutato dalla corrente, accelera, scivolando silenzioso nella notte verso Ostia.

Centoquaranta

"No! Lo sapevo! Non ce l'abbiamo fatta!"

La moto di Guido si ferma sul ponte Matteotti appena in tempo per vedere al centro del fiume il barcone che aumenta la velocità e raggiunge in breve tempo il ponte successivo. "Era quel barcone il locale dei miei amici! Ti sarebbe piaciuto un sacco…" Niki alza le spalle. "Uffa, che peccato! Sarà per un'altra volta." "Che pizza! Ecco, non mi hai fatto correre. È colpa tua." "Ma che sarà mai! Mica doveva essere per forza stasera, no?" E Niki non sa quanto arrivare in tempo forse avrebbe nuovamente cambiato la sua vita.

"Già, hai ragione…" Guido invece pensa all'atmosfera che si sarebbe creata lungo il fiume, le luci soffuse, la musica jazz dei suoi amici, tutto gli avrebbe dato una mano.

"C'è un altro posto molto carino… Andiamo."

Il barcone naviga lungo il Tevere. Una cantante francese perfettamente intonata, dalla voce calda e piacevole, segue il ritmo di due ragazzi che al basso e al sax arrotondano piacevolmente le note. Alex ascolta il divertente parlare di Raffaella.

"Sono stata a Berlino. Lì costa tutto di meno, anche le case, quella città ha un sacco di occasioni di ogni tipo, poi è troppo troppo bella, piena di arte e di cultura, secondo me ci può dare un sacco di spunti… Perché una volta non ci andiamo, Alex?"

Sorseggia quell'ottimo bianco. Andare a Berlino con un'altra donna. Con Raffaella poi. Così bella.

"Che dici? Professionalmente…"

Professionalmente. E ancora peggio sentire pronunciare quella parola con quel suo sorriso malizioso, mentre aspira dalla cannuccia.

"È buonissimo questo Daiquiri… Sono proprio bravi qui… Allora, che dici, ci andiamo?" Alex si versa di nuovo da bere. "Perché no."

Raffaella non crede alle sue orecchie. "Me ne porta un altro, per favore?" chiede al ragazzo che passa, quasi volesse festeggiare questa sua inaspettata vittoria. Alex che cede un pochino. Le sorride. Poco dopo arriva l'altro Daiquiri.

"Ma sono velocissimi" e ne beve subito un sorso. E continuano le note e le canzoni francesi jazzate sono bellissime e la barca scorre silenziosa sul fiume, luci di case lontane, riflessi di lampioni sull'acqua, timida si affaccia anche la luna e la cena poi è deliziosa. Ora Raffaella sorride, leggermente brilla e ancora più affascinante.

"Sono felice che siamo qui."

"Già." Rimane in silenzio. Un sorriso educato. "Anch'io."

Ma niente di più. Raffaella riprende a mangiare, un ultimo boccone, prima dell'arrivo a Ostia ce n'è di strada da fare. In tutti i sensi. E lei lo sa. Alex la guarda un'ultima volta, lei sorride, lui abbassa gli occhi. Quella canzone… "Le sorrido, abbasso gli occhi e penso a te. Non so con chi adesso sei…"

"Allora? Ti è piaciuto?"

"Molto carino e poi abbiamo mangiato veramente bene."

"Pensa che è un appartamento vero e proprio, Niki. Come se ti invitassero a cena a casa di qualcuno, e infatti questo ristorante si chiama proprio L'appartamento. Cucinano benissimo."

"Ecco perché la cucina è un po'"casereccia!"

"Già, lo fanno apposta. Se lo cerchi sull'elenco o sulle pagine gialle o su Internet non lo trovi."

"Ma questi posti li conosci solo tu…"

"Sì. Guarda, mi dispiace un sacco per il barcone, ti sarebbe piaciuto ancora di più!"

"Ma anche questo mi è piaciuto."

"E poi pensa quanto sono bravi i miei amici, che da lì hanno un pulmino che riporta su tutte le persone a Roma, altrimenti in barca ci si metterebbe troppo a risalire il fiume."

"Ah, giusto… Bell'idea."

Guido le passa il casco. "Magari ci andiamo anche con gli altri, Luca, Barbara, Marco e Sara."

"Basta che non porti Giulia."

"Ok." Anche lui si infila il casco, accende la moto e parte.

Centoquarantuno

Il pulmino procede spedito verso ponte Matteotti. È appena rientrato a Roma da Ostia. Si ferma nella piazzetta.

"Signori, siamo arrivati."

I clienti scendono ringraziando per la bellissima serata. In effetti lo è stata veramente. Cena, musica, tutto perfetto, pensa Alex.

"Ops!" Raffaella inciampa su un sampietrino e quasi finisce per terra, se non ci fosse subito Alex a metterle il braccio sotto per sorreggerla.

"Grazie…" sorride languida. "Stavo proprio per cadere. Se non ci fossi stato tu…" È brilla, quasi ubriaca.

"Già… Forse è meglio se guido io…"

"Certo." Raffaella cerca le chiavi nella sua borsa confusa fino a quando le trova. Alex toglie l'allarme dalla macchina, le apre la portiera e l'aiuta a salire, poi fa il giro, entra, sistema lo specchietto e mette in moto.

"Dove abiti?"

"Vicino all'ufficio, in via San Saba."

"Ah, comodo, così la mattina puoi dormire un po'"di più." E parte tranquillo in quella direzione.

Guido si ferma davanti casa di Niki.

"Hai visto? Ho mantenuto il giuramento, non abbiamo fatto tardi…"

Niki si sfila il casco. "Già. Altrimenti lo sai quante ne prendevi?"

"Ma noi dobbiamo avere un buon rapporto, sereno, tranquillo… Non deve essere basato sul terrore!"