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Centoquarantotto

Roma. All'interno del loft importanti preparativi.

"La metta qui, qui sopra… Ecco, così."

Pietro guarda soddisfatto il tecnico che posa la cassa dello stereo in un angolo della libreria. "Così, dottore?"

"Sì… Sì, così va bene." Flavio sta continuando a versare della vodka dentro una brocca. "Oh, ragazzi, io ne ho prese già tre, eh… Poi arancia mista a pompelmo rosa e ananas, un po'"di lime… E la "bumba" è fatta!" Pietro l'assaggia con un cucchiaino lì vicino. "Mmm… buona! Questa neanche la bevono che sono già stese… nel mio letto!"

"Oh…" Flavio lo guarda male. "Cerca di essere generoso… Ricordati che la ruota gira."

Enrico è seduto per terra che gioca con Ingrid. "Ma ha finito di fare questi discorsi?" Poi guarda la bambina. "Chissà che idea si è fatta di voi."

Pietro è allibito. "Ma non capisce una parola di quello che diciamo!"

Enrico la accarezza. "Ti sbagli! Loro sentono tutto, sono molto sensibili… A differenza di te!"

Pietro continua a dare disposizioni sulle casse dello stereo. "Ah, adesso come al solito è colpa mia! Ma quando crescerà…"

Flavio lo guarda curioso. "Ma chi, Enrico?"

Pietro ride sapendo già di dargli fastidio. "No, la figlia! Appena c'ha l'età giusta piombo sotto casa sua con la mia spider cabrio che mi sarò fatto apposta per quel giorno e le chiederò di uscire! Voglio proprio vedere che faccia farà il padre."

Enrico non si gira neanche. "Una faccia serissima… Anche perché non la farò uscire!"

"Ah, tu sarai uno di quei padri padroni, uno di quei tremendi padri autoritari?"

"No, uno che salva i figli dall'incontrare disastri umani come te."

Pietro alza il sopracciglio. "Questa non me l'aspettavo… E

comunque passerò quando avrà diciotto anni, sarà magari una fica pazzesca e potrà decidere lei cosa fare per la serata!"

Il tecnico si alza da sotto un mobile. "Dottore, io ho attaccato la consolle. La vogliamo provare?"

"Sì, magari. Ecco, proviamo questo!" E gli passa un disco. "Ho preso una compilation che mi ha fatto il mio libraio di fiducia."

Flavio lo guarda sorpreso. "Libraio? E ti fa i cd…"

"Vende gli uni e gli altri. Questo ci mette i pezzi che tu scegli dai vari cd e te lo vende a un buon prezzo!"

Flavio rimane sorpreso. "Ah, te lo vende pure. Ma non sa che rischia la galera?"

"Infatti, io sono il suo avvocato, l'ho tirato fuori da un mezzo casino. E da allora me li fa gratis! Tu gli dai un titolo e lui ci mette a sensazione i pezzi giusti per la serata."

"E tu che titolo gli hai dato?"

"Notte infuocata."

Flavio è tutto ringalluzzito. "Forte!"

Proprio in quel momento il tecnico spinge un tasto facendo partire Beyoncé con Single Ladies.

"Alza! Alza!"

Tutti cominciano a muoversi divertiti su quelle note.

"Guarda, balla pure la bambina." Ingrid tiene il tempo con la testa, Enrico si porta le mani alla bocca, commosso. Proprio in quel momento si apre la porta di casa ed entra Alex.

"Ma che succede? Che state facendo?"

Il tecnico abbassa piano piano il volume.

Pietro gli fa segno che è perfetto. "Spenga, spenga, va benissimo."

Il tecnico spegne il lettore cd.

Alex raggiunge sorpreso il centro del salotto. "Allora, che state combinando?"

Pietro apre sul tavolo una cartellina e tira fuori delle foto di bellissime ragazze. "Che stiamo combinando? Per ora niente… ma cosa combineremo stasera! Guarda qua, ti piacciono? Spagnole per la tua nuova campagna…"

"Cioè?" Alex è sorpreso.

"Ho parlato con il tuo ufficio, del quale ti ricordo sono il legale, e con il quale ti ricordo ho affari importanti ogni giorno…"

"Certo" sorride Alex. "E ti ricordo che tutto questo avviene grazie a me…"

Pietro deglutisce. "Certo… E proprio per questo, per portarmi

avanti, per facilitare il tuo prossimo lavoro, ovvero la campagna spagnola… Ta tà! Ecco che ci avvantaggiamo scegliendo stasera le modelle che sono state invitate a una superfesta, musica, divertimento e champagne…"

Flavio fa il preciso. "Veramente qui c'è solo vodka."

"Va bè… Fa lo stesso, anzi è più forte e le porta su di giri prima…"

Alex guarda Pietro, poi Flavio e alla fine Enrico. "E voi continuereste una vita così per sempre, vero? Andrebbe tutto bene, feste, vodka, musica, belle ragazze…"

Gli altri si guardano. Pietro in particolare è convinto che non ci sia nulla di sbagliato e annuisce soddisfatto.

Alex continua. "E non vi importa di non costruire un vero e proprio rapporto…" Poi indica Pietro. "Tu hai rotto con Susanna, hai continuato a fare come se nulla fosse, dopo qualche giorno di falso dispiacere sei ripartito alla carica e organizzi feste che non hanno senso… che servono solo a riempire il vuoto che hai dentro… E tutta una finzione e un giorno ti sembrerà ancora più grande… O forse no, mi sbaglio. Forse tu sei veramente così. Forse tu stai benissimo in quel vuoto… Allora ci hai preso tutti per il culo… Magari non ti interessa neanche della nostra amicizia…"

Pietro allarga le braccia. "No, questo non puoi dirlo. Ti sbagli di grosso e l'ho sempre dimostrato!"

"Ah già, certo… Ti interessa il rapporto, almeno quello che hai con me, sennò non potresti invitare le spagnole…"

"Che perfido che sei…"

"Puro realista!" Alex continua rivolgendosi a Flavio. "E tu non sei da meno, tua moglie ha deciso che era finita e tu non reagisci, no, ti accontenti… Sei felice di questa vita che fai? Ma allora ti dovevi lasciare per poterla vivere? Non potevi viverla da sempre? Perché ti sei sposato? È questa la vita che ti piace? Magari tua moglie ha già trovato un altro… Ma a te non interessa. E tu…" Indica Enrico. "Continui a giocare con una bambina perché non hai il coraggio di uscire da quella porta e ricominciare la tua vita, la tua!"

"Ma io a Ingrid ci tengo veramente!"

"E certo! Ma che risposte sono! Anche lei sicuramente ci tiene a te e se potesse ti crescerebbe lei, ti farebbe capire che uno non può nascondersi, deve avere il coraggio di credere ancora nell'amore… Oltre quello verso sua figlia. L'amore di coppia. Costruire, insieme, giorno dopo giorno, cadere, rialzarsi, sbagliare, perdonarsi, amare. Amare, capite?" E scuote la testa. E se ne va sbattendo la porta.

Tutti si guardano ma il tecnico è l'unico che ha il coraggio di parlare. "Cioè… Per me c'ha ragione. Io sto con mia moglie da trent'anni… Certe volte la ucciderei, ma certe volte capisco che senza di lei sarei solo un infelice… E sono molto di più queste le volte…" Pietro, Flavio ed Enrico si guardano. Poi, senza neanche parlare, Enrico prende in braccio Ingrid, Flavio si asciuga le mani ed escono di casa. Anche Pietro prende le chiavi della macchina. E tutti e tre in direzioni diverse cominciano a correre. Ognuno con i suoi pensieri, con le sue paure, con le sue contraddizioni.

Centoquarantanove

La valigia è quasi pronta. Diletta ha preso tutto. Anche di più.

"Amore, guarda che stiamo via solo dieci giorni."

"Sì, ma non si sa mai. Meglio avere più cambi! Ho comprato anche alcuni vestitini nuovi premaman, guarda che carini…" e glieli stende sul letto. "Sì, starai benissimo… Senti, ma dici che è davvero il caso di partire?"

Diletta lo guarda stranita. "Certo, perché?"

"No, dico, sei incinta, se ti stanchi…"

"Appunto, sono incinta, mica malata! E poi scusa… vuoi mettere quanto farà bene l'aria di mare al bambino? Onde vere per un'Ondina in arrivo! Il massimo. Faremo bagni, passeggiate sulla spiaggia, balleremo. Staremo alla grande! E poi ti rilassi anche tu…" e continua a sistemare qualcosa in valigia. Una maglietta. Un altro paio di infradito. Pantaloni. Canottierine. Top. Poi corre in bagno e prende il beauty case. "Anzi, le donne in gravidanza sono pure più belle, l'ho letto su una rivista… Quindi mi voglio mostrare in giro quanto e più possibile!"