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Stiamo lavorando, il nostro non e un viaggio di piacere.

Ricordatelo.

– Si, lo so, ma proprio per questo – strillo. – Su Trantor dovrebbero esserci un mucchio di informazioni.

Non lo pensi? – No, non credo – disse lui e si alzo. – E ora alzati che devo usare il calcolatore.

Fra poco dobbiamo fare l'ultimo Balzo, dopo di che andremo a dormire. – Perlomeno esisteva un vantaggio atterrando; s'era stufato di cercare di dormire avvoltolato in un cappotto sul pavimento di metallo.

I calcoli non erano difficili…

La carta stellare era abbastanza precisa sulla via da seguire nel tratto Fondazione-Kalgan.

Ambedue provarono la momentanea scossa che indicava il passaggio nell'iperspazio, e l'ultimo anno-luce volo alle loro spalle.

Il sole di Kalgan era finalmente visibile: luminoso, grande, di un colore giallo chiaro.

Ormai non mancava che una notte di sonno.

12. Signore

Di tutti i pianeti della Galassia, Kalgan indubbiamente aveva una storia unica.

La storia del pianeta Terminus, per esempio, era quella di un mondo in espansione quasi ininterrotta.

Quella di Trantor, un tempo capitale della Galassia, era la storia di un pianeta in continua decadenza.

Ma Kalgan…

Kalgan in un primo tempo divenne famosa come capitale dei divertimenti della Galassia, due secoli prima della nascita di Hari Seldon.

Era il pianeta dei divertimenti nel senso che ne aveva fatto un'industria immensa e redditizia.

Era un'industria che non conosceva crisi.

L'industria piu duratura della Galassia.

Quando la Galassia poco per volta decadde nella barbarie e nella rovina, Kalgan ne risenti solo in minima parte le conseguenze.

Non aveva importanza in che modo cambiasse la situazione politica o l'economia dei mondi circostanti, esisteva sempre un'elite, che per il fatto stesso di essere un'elite, aveva tempo e denaro da spendere.

Kalgan era stato al servizio, successivamente, degli affettati dandy della corte imperiale accompagnati dalle loro dame ingioiellate, dei duri e selvaggi capitani di ventura che governavano col ferro e col fuoco i mondi che avevano conquistato assieme alle loro donne, dei ricchi e grassocci mercanti della Fondazione con le loro amanti.

Non esistevano discriminazioni poiche ognuno di loro possedeva denaro.

E siccome Kalgan accettava tutti, il pianeta era diventato una meta ricercata.

Aveva infatti la saggezza di non interferire nella politica e prosperava quando ormai l'universo era in rovina, era ricco quando tutti gli altri pianeti erano ridotti in poverta.

Tutto questo continuo fino all'arrivo del Mulo.

Allora anche questo pianeta dovette cedere a un conquistatore che rifuggiva dai piaceri e non aveva altre ambizioni che la conquista.

Per lui tutti i pianeti erano uguali, persino Kalgan.

Cosi, per dieci anni Kalgan si trovo a dover sostenere il ruolo di metropoli, capitale del piu grande degli Imperi dopo la caduta dell'Impero Galattico.

Poi, con la morte del Mulo, improvvisa come improvvisa era stata la sua parabola ascendente, segui la decadenza.

La Fondazione si stacco.

Con questa, a poco a poco, tutti gli altri mondi conquistati dal Mulo.

Cinquant'anni piu tardi non rimaneva altro che il ricordo di quegli anni gloriosi.

Kalgan non riusci piu a riprendersi.

Non poteva piu tornare a essere la capitale dei divertimenti di un tempo, malgrado l'ambizione sempre presente.

Continuo a vivere invece sotto una successione di uomini che la Fondazione chiamava Signori di Kalgan, ma che si autonominavano Primi Cittadini della Galassia, conservando il titolo del Mulo, illudendosi in questo modo di essere ancora dei conquistatori.

L'attuale Signore di Kalgan deteneva il potere da cinque mesi.

L'aveva conquistato in virtu della sua posizione di comandante della flotta, e a causa di un'imprudenza commessa dal Signore che l'aveva preceduto.

Ma nessuno su Kalgan era tanto stupido da fare domande troppo precise sulla legittimita di una carica.

Era accaduto cosi, ed era meglio accettare il fatto senza investigare troppo in profondita.

Stettin era un uomo abbastanza abile.

Infatti, non solo era l'uomo piu crudele e deciso a conquistare il potere di tutta la Corte, ma anche colui che possedeva una certa qual capacita di restare al governo.

Era un osso duro per sua eccellenza il Primo Ministro, che, con acuta imparzialita, aveva servito anche il Signore precedente e che, se fosse riuscito a vivere abbastanza, avrebbe servito con uguale fedelta il prossimo.

Era un osso duro anche per Lady Callia, che era qualcosa di piu che l'amica di Stettin, pur essendo qualcosa di meno che sua moglie.

Quella sera i tre erano negli appartamenti privati di Stettin.

Il Primo Cittadino, corpulento e stretto nell'uniforme d'ammiraglio, scuoteva la testa mentre sedeva rigido e impettito.

Il suo Primo Ministro, Lev Meirus, gli era seduto di fronte con espressione indifferente e si passava le lunghe dita nervose sulla ruga profonda che gli solcava la faccia partendo dal naso magro e aquilino fino al mento coperto da un pizzetta grigio.

Lady Callia era sdraiata languidamente sul divano coperta da una pelliccia.

– Signore – l'apostrofo Meirus, questo infatti era il solo titolo dovuto a colui che assumesse la carica di Primo Cittadino – voi mancate di una visione storica.

La vostra stessa vita cosi vertiginosa vi porta a pensare che la storia si basi su capovolgimenti altrettanto repentini.

Ma non e cosi.

– Il Mulo ha dimostrato la mia tesi.

– Ma voi non potete seguire le sue orme.

Lui era piu che un semplice uomo, ricordatelo.

E anche lui non riusci a ottenere un completo successo.

– Puccino – intervenne Lady Callia timidamente, poi, al gesto furioso del Primo Cittadino, si rannicchio senza piu osare parlare.

Stettin disse con voce rauca: – Non interrompere, Callia.

Meirus, sono stanco di aspettare.

Il mio predecessore ha passato la vita a costruire una flotta che ora non ha l'uguale nella Galassia.

Ed e morto senza avere avuto l'occasione di usare questa magnifica arma.

Devo fare anch'io la stessa fine? Io, un ammiraglio? Fra quanto la mia flotta avra perso la sua efficienza? Al momento depaupera l'erario senza dare frutti.

I suoi ufficiali mordono il freno, i suoi uomini non desiderano altro che la lotta.

Tutta Kalgan vuole il ritorno dell'Impero e della gloria.

Riuscite a capire tutto questo? – Si riesco a capire il significato delle vostre parole.

Dominio, lotta, gloria, sono tutte cose piacevoli una volta che si sono ottenute, ma ottenerle e molto spesso rischioso e quasi sempre poco piacevole.

La storia ci insegna che e sempre stato poco prudente attaccare la Fondazione.

Persino il Mulo avrebbe fatto meglio a non provarci…

I grandi occhi azzurri di Callia erano pieni di pianto.

Oramai, Puccino non si curava di lei come un tempo.

Lui le aveva promesso di passare la serata insieme ed era venuto quell'orribile uomo dalla barba grigia che aveva l'abitudine di guardarla fisso negli occhi.

E Puccino l'aveva fatto entrare.

Non osava dire niente; aveva persino paura dei singhiozzi che tratteneva a stento.

Ora Stettin aveva ripreso a parlare con quel tono duro e impaziente che lei odiava tanto.

Stava dicendo: – Voi siete schiavo del passato.

La Fondazione e piu grande di noi in volume e in popolazione, ma al primo soffio si dividera.

Cio che li tiene uniti adesso e l'inerzia, e io sono abbastanza potente da distruggere questa loro inerzia.

Sono stati in grado di resistere agli attacchi di un Impero morente e in seguito non hanno avuto altri nemici che governatori incapaci e inetti mal equipaggiati che potevano opporre alla flotta atomica della Fondazione soltanto dei relitti.