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Gia da anni aveva imparato a individuare le persone in questo modo.

Lui aveva bisogno di un'arma, non di uno strumento, eppure aveva dovuto associarsi con Anthor, visto che era l'unico sistema per riuscire a mantenere il segreto.

Sarebbe dovuto diventare funzionario dell'istituto Ricerche e Sviluppo.

Non c'era altra via.

Cosi lui rimaneva un cospiratore in mezzo ai cospiratori.

Penso ad Arcadia per un istante, poi cerco di respingere il pensiero.

Se l'avessero lasciato lavorare da solo questo non sarebbe accaduto, sarebbe stato soltanto lui a essere in pericolo.

Lasciato solo…

Senti che si stava lasciando trascinare dall'ira… per la morte di Kleise, per Anthor, e per tutti quegli sciocchi animati da buone intenzioni…

La bambina sapeva cavarsi dai pasticci.

Era una ragazza abbastanza matura per la sua eta.

Si, sapeva cavarsela da sola.

Cercava disperatamente di convincere se stesso…

Mentre il dottor Darell pensava con tristezza alla sua bambina, questa era seduta nella fredda e austera anticamera dell'ufficio del Primo Cittadino della Galassia.

Da mezz'ora era in quella stanza e si guardava intorno preoccupata.

Alla porta, quand'era entrata insieme a Homir Munn, aveva visto due guardie armate.

Quand'era entrata la volta precedente, non c'erano.

Adesso l'avevano lasciata sola, eppure intorno a se sentiva un'atmosfera poco amichevole.

Era la prima volta che le capitava.

Perche ora provava queste sensazioni? Homir era a colloquio con Stettin.

Non c'era niente di strano in questo.

Era nervosa.

In occasioni analoghe, nei libri o alla televisione, l'eroe prevede la conclusione, e pronto a tutti gli eventi, mentre lei poteva solo sedere al posto che le era stato assegnato.

Qualunque cosa sarebbe potuta succedere! E lei era seduta li.

Tento di ragionare, pensare con calma.

Forse qualcosa le sarebbe venuto in mente.

Per due settimane Homir era praticamente vissuto all'interno del palazzo del Mulo.

Una volta, con il permesso di Stettin, era entrata anche lei.

Il palazzo non l'aveva impressionata in modo particolare.

Erano piu affascinanti le strade luminose e allegre del pianeta, i teatri e gli spettacoli di un mondo essenzialmente piu povero della Fondazione ma che tuttavia spendeva di piu in divertimenti, dando un'apparenza di benessere e gaiezza.

Homir tornava la sera a casa affascinato.

– Per me, e un mondo di sogno – diceva. – Se solo potessi smontare il palazzo pietra per pietra, piano per piano.

Se potessi portarlo tutto intero su Terminus… lo si potrebbe adattare a museo.

Sembrava aver perso ogni riluttanza.

Era felice e ansioso di continuare a lavorare.

Arcadia se n'era accorta da un segno sicuro: in quel periodo aveva smesso di balbettare.

Una sera le aveva detto: – Esistono persino degli appunti del generale Pritcher…

– Si, lo conosco.

Era un rinnegato che ha viaggiato per tutta la Galassia alla ricerca della Seconda Fondazione.

– Non era esattamente un rinnegato, Aready.

Il Mulo l'aveva convertito.

– E' la stessa cosa.

– Non era affatto un compito facile trovare la Seconda Fondazione.

Dai documenti lasciati da Hari Seldon risulta che lui creo due Fondazioni cinquecento anni fa, ma lascio solo un riferimento vago sulla Seconda.

E' scritto che si trova all'altro capo della Galassia, su Fine di stella.

Solo su questi dati si basava la ricerca del Mulo e di Priteher.

Non avevano mezzi per riconoscere la Seconda Fondazione nemmeno se l'avessero trovata.

Che follia! "GIi appunti – continuo lui come parlando a se stesso, ma Arcadia pendeva dalle sue labbra, – analizzano minutamente migliaia di mondi, ma i pianeti che possono nascondere la Seconda Fondazione sono quasi un milione.

Anche noi quindi non ci troviamo in condizioni migliori…

Arcadia non era riuscita a trattenere un'espressione di meraviglia.

Homir s'era improvvisamente raffreddato e poco per volta aveva ripreso il controllo di se. – E meglio non parlarne – aveva mormorato.

In quel momento Homir era con Stettin e Arcadia aspettava fuori da sola piena di paura, senza saperne la ragione.

Questo fatto l'innervosiva ancora di piu.

Perche avrebbe dovuto avere paura? Non c'era motivo…

Al di la della porta, Homir non si trovava in condizioni migliori.

Stava lottando disperatamente per non balbettare e il risultato era che non riusciva a dire piu di due parole senza impuntarsi.

Il Primo Cittadino, in alta uniforme, lo guardava serio e minaccioso dal suo metro e novanta di altezza.

Sottolineava ogni parola battendo ritmieamente il pugno sul tavolo.

– Ebbene, avete avuto due settimane di tempo, e ora venite qui a raccontarmi fandonie.

Suvvia, signore, ditemi il peggio.

La mia flotta sara distrutta? Saro costretto a combattere anche il fantasma della Seconda Fondazione? – lo r…ipeto, mio Signore, io non p…posso predire.

Non c…comprendo c…cosa volete da me.

– Volete forse tornare in patria ad avvisare i vostri concittadini? Smettetela di burlarvi di me.

Voglio la verita e l'avro anche se saro costretto a cavarsela insieme alle budella.

– Sto dicendo la v…erita, e vi r…icordo, mio Signore, che s…sono un cittadino della F…Fondazione.

Voi non mi potete m…minacciare senza correre un g…grave rischio.

Il Signore di Kalgan scoppio in una gran risata. – E' una minaccia che serve a spaventare i bambini.

Un babau per gli idioti.

Via, signor Munn, sono stato troppo paziente con voi.

Sono venti minuti che vi ascolto mentre insistete con le vostre fandonie che vi devono essere costate notti insonni nello sforzo di renderle piu verosimili.

E' stata una fatica sprecata.

So bene che voi non siete venuto a frugare nel palazzo del Mulo solo per scrivere alcuni libri, voi siete venuto qui per ben altro.

Non e vero forse? Homir Munn non riusci che a esprimere terrore con gli occhi, visto che al momento gli riusciva difficile persino respirare.

Stettin se ne accorse, e appoggio violentemente una mano sulle spalle dell'uomo della Fondazione, facendo tremare persino la sedia per l'urto.

– Bene.

Siamo franchi.

So che state studiando il Progetto Seldon.

Voi sapete che ormai non funziona piu e sapete perfino che con ogni probabilita saro io a vincere; io e i miei eredi.

Ebbene, che importa chi fondera il Secondo Impero, se questo verra a crearsi ugualmente? Avete paura di dirmi tutto cio? Come vedete, io conosco benissimo lo scopo della vostra missione.

– E c…che cosa volete da me? – borbotto Munn con la bocca impastata.

– La vostra presenza.

Non vorrei rovinare il Progetto per aver avuto troppa fiducia in me stesso.

Voi comprendete certe cose meglio di me, potete individuare piccoli errori che a me possono sfuggire.

Via, alla fine verrete ricompensato anche voi, anche voi avrete la vostra fetta di torta.

Cosa vi aspettate dalla Fondazione? Che sfugga a un'inevitabile sconfitta, o che prolunghi la guerra? O forse e un puro e semplice desiderio patriottico di morire per il vostro paese? Io…i…

Tento disperatamente, ma nient'altro gli usci dalla gola.

– Voi rimarrete qui con me – sentenzio il Signore di Kalgan con sicumera. – Non avete via di scampo.

A proposito, ho saputo che vostra nipote e una discendente di Bayta Darell.

Homir era talmente allibito che non riusciva a dire nient'altro che la verita. – Si – confermo.

– E una famiglia conosciuta sulla Fondazione? Homir annui. – E non permetteranno c…certo c…che le venga fatto del male.

– Del male? Per carita, mio caro amico, sto pensando a tutt'altro.