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Era un uomo anziano ed era solito dire che il suo apparato neuronico s'era atrofizzato al punto che ogni suo processo mentale aveva perso elasticita.

Lui accettava quasi con piacere l'universale disistima del suo cervello in decadenza ridendoci per primo.

Ma i suoi occhi vedevano ancora, e la sua mente non aveva perso l'esperienza o la saggezza, anche se aveva perso l'agilita della giovinezza.

Storse le labbra e disse: – Perche non cerchi di fare qualcosa? Quelle parole, per il dottor Darell non significavano altro che un suono fastidioso. – Dov'eravamo rimasti? Semic lo fisso con sguardo severo. – E meglio che tu faccia qualcosa per tua figlia. – Aveva la bocca semiaperta e mostrava una serie di denti ingialliti.

Il dottor Darell rispose freddamente: – Il problema e: possiamo procurarci un risonatore Simes-Molff con un raggio sufficientemente ampio? – Ti ho detto che potrei procurarlo, ma tu non mi stai a sentire…

– Scusami.

Elvett, purtroppo e cosi.

Quello che stiamo preparando adesso e molto piu importante di qualsiasi persona della Galassia, piu importante della salvezza di Arcadia.

Almeno e piu importante per tutti piu che per Arcadia o per me stesso, e io sono disposto a seguire il volere della maggioranza.

Quanto sarebbe grande il risonatore? Semic lo guardo perplesso. – Non so.

Puoi controllare nel catalogo.

– Piu o meno: una tonnellata? Un chilo? Quanto una casa? – Scusa, credevo che volessi le dimensioni esatte.

E' piccolo.

Pressa poco cosi – e indico la punta del pollice.

– Bene, saresti capace di farmene uno di questo tipo? – Fece un rapido schizzo su un foglio di carta e lo porse al vecchio scienziato che guardo il disegno scuotendo la testa.

– Vedi, il cervello comincia ad atrofizzarsi quando si diventa vecchi come me.

Cosa stai preparando? Darell esito.

Al momento desiderava disperatamente avere l'esperienza del vecchio in modo da costruirsi l'apparecchio da solo senza esser costretto a dare spiegazioni.

Ma sapeva di non esserne capace, quindi cedette.

Semic scosse la testa. – Hai bisogno di super-rele.

E' l'unico mezzo per farlo lavorare con una certa rapidita.

E ne avrai bisogno di parecchi anche.

– Ma si possono costruire? – Certo.

– Puoi procurarti i pezzi necessari? Intendo dire senza essere costretto a dare spiegazioni? Te ne servi per il tuo lavoro normale? Semic sorrise. – Non posso chiedere cinquanta super-rele.

Non ne userei tanti in tutta la mia vita.

– Ma ora siamo in stato di emergenza.

Non puoi pensare a un meccanismo innocuo che usi questi super-rele? Abbiamo abbastanza.

– Forse mi verra in mente qualcosa.

– Quali potrebbero essere le dimensioni minime dell'intero apparecchio? – Dunque ci sono super-rele miniaturizzati… fili…

Per la Galassia, ci sono perlomeno un centinaio di circuiti qui! – Lo so.

Che grandezza avra? Semic indico con una mano.

– Troppo grande – disse Darell. – Devo tenerlo attaccato alla mia cintura.

Lentamente appallottolo il foglio di carta con lo schizzo e lo fece cadere nell'inceneritore dove in pochi secondi scomparve con un lieve ronzio.

Disse: – Chi c'e alla porta? Semic si piego sulla scrivania e diede un'occhiata allo schermo lattiginoso posto sopra il pulsante che apriva i comandi della porta.

Disse: C'e quel tuo giovane amico, Anthor.

C'e qualcun altro con lui.

Darell si agito un poco sulla sedia. – Mi raccomando, Semic, non una parola con gli altri, per ora.

E' una cosa molto pericolosa, due vite in pericolo sono sufficienti…

Pelleas Anthor entro come un fulmine nella stanza facendo alzare i fogli sparsi sulla scrivania.

Sembro che Anthor avesse portato con lui il vento che c'era fuori.

– Dottor Darell, dottor Semic, questi e Orum Dirige.

L'uomo che l'accompagnava era alto.

Il naso sottile e la forma allungata della faccia gli davano un aspetto ascetico.

Il dottor Darell gli tese la mano.

Anthor sorrise. – Il tenente di polizia Dirige, di Kalgan – disse in tono significativo.

Il dottor Darell si giro a guardare il giovane con aria sorpresa.

Tenente di polizia di Kalgan – ripete. – E per quale ragione l'hai portato qui? – Perche e stato l'ultimo uomo a vedere tua figlia su Kalgan, vecchio mio.

Darell scatto in piedi e l'espressione di Anthor dapprima soddisfatta divento subito preoccupata.

Lentamente, ma con decisione, lo fece sedere di nuovo.

– Ma che ti succede? – chiese Anthor mettendosi a posto i capelli scompigliati e sedendosi sulla scrivania. – Pensavo di averti portato buone notizie.

Darell si rivolse direttamente al poliziotto. – Che cosa significa che voi siete stato l'ultimo uomo a vedere mia figlia? E' morta mia figlia? Per favore, ditemi tutto senza preliminari. – Era pallido e pieno d'apprensione.

Il tenente Dirige rispose senza cambiare l'espressione indifferente della sua faccia. – La frase era: l'ultimo uomo ad averla vista su Kalgan.

Ora non si trova piu su Kalgan.

E tutto quello che so.

– Un momento – disse Anthor. – Raccontiamo per ordine.

Scusami Darell se mi sono espresso cosi poco chiaramente.

Ma tu sembri cosi privo di sentimenti che a volte ci si dimentica quello che in realta devi sentire.

Prima di tutto il tenente Dirige e uno dei nostri.

E nato su Kalgan, ma suo padre era un uomo della Fondazione trasferito sul pianeta al servizio del Mulo.

Rispondo personalmente della completa lealta del tenente verso la Fondazione.

Mi sono messo in contatto con lui il giorno dopo che Munn ha cessato di inviarci il suo rapporto giornaliero…

– Perche? – l'interruppe Darell seccato. – Eravamo d'accordo di non muoverci qualunque cosa fosse successo.

In questo modo hai messo in pericolo le nostre vite e le loro.

– Perche – rispose l'altro alzando la voce, – sono immischiato nella faccenda da molto piu tempo di te.

Perche ho contatti su Kalgan di cui tu non hai nemmeno sentito parlare.

Perche conosco il gioco molto piu profondamente di te.

Capito? – Tu sei completamente pazzo.

– Mi vuoi ascoltare? Ci fu una pausa, poi Darell annui.

Le labbra di Anthor si schiusero in un mezzo sorriso. – Via, Darell.

Concedimi pochi minuti.

Dirige, racconta tutto per bene.

Dirige parlo senza interromperli. – Per quanto ne so, dottor Darell, vostra figlia si trova su Trantor.

Perlomeno aveva comprato un biglietto per quel pianeta allo spazioporto Est.

Era insieme a un rappresentante di commercio di Trantor, che diceva di essere suo zio.

Vostra figlia, dottore, sembra avere una serie di parenti ovunque.

Era il secondo zio spaziale nell'arco di due settimane.

Il trantoriano ha persino cercato di corrompermi, probabilmente per questo pensano di essere riusciti a fuggire. – E sorrise al pensiero.

– Come sta? – Benissimo m'e parso.

Spaventata.

Ma ne aveva tutte le ragioni.

Tutto il dipartimento di polizia la stava cercando.

Il perche non lo so.

Darell tiro un grosso sospiro.

Sembrava che fosse stato perlomeno dieci minuti senza respirare.

Si rese conto che le mani gli tremavano e cerco di controllarsi. – Allora sta bene.

Chi sarebbe questo rappresentante di commercio? Ditemi qualcosa di lui.

Che parte ha in tutta la faccenda? – Non lo so.

Conoscete Trantor? – Ci sono vissuto, un tempo.

– So solo che ora e un mondo agricolo.

Esporta per la maggior parte mangimi per bestiame, e grano di buona qualita.

L'esportano in tutta la Galassia.

Ci saranno una ventina di cooperative agricole sul pianeta e ognuna ha un rappresentante su altri pianeti.