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– Non sto affatto cercando di convincerti.

Quella e Tazenda, vale a dire Fine di stella…

Si riaccesero le luci.

La Lente scomparve.

Pritcher s'avvicino a Channis.

– Come sei giunto a una conclusione del genere? Channis si appoggio allo schienale della sedia con un mezzo sorriso sulle labbra. – E stato un puro caso.

Mi piacerebbe potermi vantare di un colpo di genio, ma devo ammettere che e stata una questione puramente accidentale.

In ogni caso, a quanto pare, la conclusione e abbastanza logica.

Dai documenti che ho consultato, Tazenda e un'oligarchia.

Si compone di venti pianeti e non e scientificamente progredita.

E, soprattutto, e un mondo praticamente sconosciuto che mantiene una politica di assoluta neutralita e che non ha mire espansionistiche.

Penso che dovremmo andare a visitarlo.

– Hai informato il Mulo dei tuoi piani? – No.

Ne ho intenzione di farlo.

Ormai ci troviamo nello spazio, pronti per il primo balzo.

Pritcher preso alla sprovvista, si lancio verso il visore esterno.

Si trovavano gia nello spazio interstellare.

Rimase un attimo a fissare il vuoto, poi lentamente si volto.

Con un gesto automatico appoggio la mano al calcio del fulminatore.

– Chi ha dato l'ordine? – Io, generale – era la prima volta che Channis si rivolgeva a lui usando il grado. – Mentre ti tenevo occupato qui nella stanza, abbiamo decollato.

Non te ne sei accorto, perche ho dato ordine di partire proprio quando stavo ingrandendo il campo della Lente, e tu probabilmente hai creduto che si trattasse di un'illusione ottica.

– Ma perche? Che intenzioni hai? Che significavano tutte le tue chiacchiere su Tazenda? – Non erano chiacchiere.

Parlavo seriamente.

Stiamo viaggiando proprio in quella direzione.

Mi sono servito di questo stratagemma perche nel programma era stabilito che partissimo fra tre giorni.

Generale, tu, al contrario di me, non credi nell'esistenza della Seconda Fondazione.

Hai eseguito gli ordini del Mulo senza convinzione, mentre io ritengo che la Seconda Fondazione costituisca un serio pericolo.

"Hanno avuto cinque anni per prepararsi.

In che modo lo facciano non lo so, ma e probabile che ormai abbiano diversi loro agenti su Kalgan.

Se avessi esitato forse sarebbero riusciti a scoprire le mie intenzioni.

In quel caso non sarei stato piu al sicuro, e io ci tengo alla pelle.

E, anche se le probabilita che scoprano la nostra meta sono minime, ho preferito giocare sul sicuro.

Nessuno sa di Tazenda all'infuori di te, e tu l'hai saputo solamente quando ci trovavamo gia nello spazio.

Ma anche in questo modo rimane sempre il problema dell'equipaggio. – Channis sorrise con ironia ovviamente, credeva di controllare perfettamente la situazione.

Pritcher tolse la mano dal fulminatore, e si senti preda di un vago senso di scoraggiamento.

Cosa gli aveva impedito di prendere l'iniziativa? Che cos'era che lo faceva rimanere inerte? Eppure un tempo, quando era un capitano ribelle e misconosciuto dell'impero commerciale della Fondazione, sarebbe stato lui, non Channis, a prendere in mano la situazione sarebbe stato lui a promuovere un'azione cosi audace.

Aveva forse ragione il Mulo? La sua mente era controllata in modo tale da fargli perdere ogni spirito d'iniziativa? Senti dentro di se un gran vuoto.

– Ben fatto – disse alla fine, – tuttavia, in futuro sara meglio che mi consulti prima di prendere decisioni del genere.

Un segnale luminoso attiro la sua attenzione.

– E' la sala macchine – disse Channis con calma. – Hanno avuto solo cinque minuti per riscaldare i motori e gli ho chiesto di farmi sapere se c'era qualcosa che non andava.

Vuoi prendere il comando? Pritcher annui in silenzio, e per la prima volta provo la solitudine di un uomo che si avvicina ai cinquant'anni.

Le costellazioni ancora visibili erano rade.

Si stavano allontanando dal centro della Galassia.

Cosa sarebbe stato di lui se fosse stato libero dall'influenza condizionante del Mulo? Ma scaccio il pensiero con orrore.

L'ingegnere capo Huxlani guardo fisso in faccia il giovane senza uniforme che si comportava con la sicumera di un ufficiale…

Huxlani, che fin da ragazzo era stato un militare, tendeva a confondere l'autorita con la divisa.

Ma era stato il Mulo a conferire il comando a quest'uomo, e naturalmente gli ordini del Mulo non si potevano discutere.

Nemmeno inconsciamente si pose la domanda.

Il suo controllo emotivo era profondo.

Senza una parola, consegno a Channis un piccolo oggetto ovale.

Channis lo prese e sorrise amichevolmente.

– Siete un uomo della Fondazione vero capo? – Si, signore.

Servivo nella flotta della Fondazione gia da diciotto anni prima che il Primo Cittadino prendesse il potere.

– Siete un ingegnere educato sulla Fondazione? – Tecnico qualificato di Prima classe nella Scuola Centrale di Anacreon.

– Ottimamente.

E avete trovato quest'oggetto nel circuito delle comunicazioni, dove vi avevo chiesto di cercare? – Si, signore.

– Fa parte del circuito? – No, signore.

– Che cos'e allora? – Un localizzatore, signore.

– Non mi basta.

Non sono uno della Fondazione, io.

Cos'e? – Uno strumento che permette di localizzare la nave nell'iperspazio.

– In altre parole, possiamo essere seguiti dovunque.

– Esattamente, signore.

– Bene.

Si tratta di un'invenzione recente, vero? Se non sbaglio e stato inventato dall'Istituto di Ricerche fondato dal Primo Cittadino.

– Penso di si, signore.

– E il suo funzionamento e un segreto di Stato, vero? – Penso di si, signore.

– Eppure e stato trovato qui.

Interessante.

Channis si passava il localizzatore da una mano all'altra.

Poi con un gesto improvviso lo porse all'ingegnere capo.

– Prendetelo e rimettetelo nello stesso posto dove l'avete trovato.

E dimenticate completamente quest'incidente.

Il capo saluto e gito sui tacchi.

L'astronave continuava a navigare nella Galassia secondo una rotta segnata da punti e linee tracciati fra le stelle.

Ogni punto indicava lo spazio da dieci a sessanta secondi-luce trascorsi nello spazio normale, i tratti in linea retta rappresentavano gli anni-luce che venivano coperti durante i balzi nell'iperspazio.

Bail Channis sedeva al pannello di controllo della Lente e, seppure inconsciamente, provava una specie di religioso rispetto verso quella macchina perfetta.

Non era un uomo della Fondazione e il progresso tecnico e i meccanismi complicati non facevano parte della sua natura.

Tuttavia non si poteva dire che la Lente fosse uno strumento semplice per un uomo della Fondazione.

Nel riquadro relativamente piccolo erano racchiusi centinaia di milioni di circuiti elettronici che permettevano di rappresentare la Galassia rispetto a ognuna delle sue stelle.

Inoltre, era uno strumento capace di far ruotare ogni porzione del campo galattico intorno a uno qualsiasi dei tre assi spaziali o di far ruotare ogni porzione di settore intorno a un determinato centro.

A causa di queste sue proprieta, la Lente aveva portato una specie di rivoluzione nel campo della navigazione interstellare.

Agli albori della navigazione interstellare ogni "Balzo" nell'iperspazio comportava una serie di calcoli che potevano durare da un giorno a una settimana, e la maggior parte di questi calcoli erano destinati a determinare la posizione dell'astronave all'interno della Galassia.

Questo significava un'osservazione accurata di almeno tre stelle distanti l'una dall'altra, di cui si conosceva la posizione, in rapporto all'arbitrario triplo zero galattico.

Parlare di stelle riconoscibili non e semplice come sembra.

Chiunque abbia una vaga nozione di astronomia sa che da un punto determinato ogni stella presenta caratteristiche proprie tali da renderne estremamente facile la localizzazione.