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In quella stanza si trovava anche un uomo: il Primo Oratore.

Era il ventesimo della serie di capi guardiani del Piano, e il titolo gli derivava semplicemente dal fatto che durante le assemblee era il primo a prendere la parola.

Il suo predecessore aveva sconfitto il Mulo ma i danni causati al Progetto Seldon non erano stati del tutto riparati.

Da venticinque anni lui e la sua amministrazione avevano cercato di ricondurre una Galassia di esseri umani stupidi e testardi nella traccia prefissata.

Era un'impresa difficilissima.

Il Primo Oratore alzo lo sguardo verso la porta che si apriva.

Solo nella stanza stava pensando a quel quarto di secolo di sforzi, che ora inevitabilmente s'avvicinavano all'apice.

Considero il nuovo venuto con interesse.

Era un giovane studente, uno di quelli che un giorno forse gli sarebbe succeduto.

Il giovane rimase incerto sulla soglia, cosi che il Primo Oratore fu costretto ad andargli incontro e a farlo entrare posandogli una mano sulla spalla.

Lo studente sorrise, timido, e il Primo Oratore gli disse: – Prima devo spiegarti perche ti trovi qui.

Erano ora uno di fronte all'altro, separati da una scrivania.

Entrambi parlavano in maniera comprensibile soltanto per un uomo della Seconda Fondazione.

La parola, originariamente, era il mezzo attraverso il quale l'uomo aveva imparato imperfettamente a trasmettere i pensieri e le emozioni della sua mente.

Creando suoni e combinazioni di suoni per rappresentare certi impulsi mentali, aveva sviluppato un metodo di comunicazione.

Ma quel sistema era insufficiente a rappresentare tutte le delicate sfumature del pensiero umano.

Questa imperfetta capacita di comunicazione provoco conseguenze disastrose.

Tutte le sofferenze che gli uomini dovettero sopportare nella storia della Galassia, erano dovute in gran parte alla difficolta di comunicazione tra loro.

Ogni essere umano vive racchiuso in una completa solitudine.

Di quando in quando ci furono tentativi di avvicinarsi l'un l'altro ma avendo provato fin dall'infanzia il terrore e l'insicurezza dell'isolamento completo, si credettero nemici e si combatterono in modo selvaggio.

Per decine di migliaia d'anni l'uomo e stato costretto a strisciare i piedi nel fango, pur possedendo una mente capace di concepire i piu alti ideali.

Con tenacia, l'uomo ha cercato di spezzare le catene a cui lo costringeva la parola.

La semantica, la logica simbolica, la psicanalisi, sono stati tutti tentativi per raggiungere una migliore comprensione e aggirare l'ostacolo della parola.

Poi la psicostoria permise lo sviluppo della scienza mentale rappresentandola per mezzo di formule matematiche.

Si compresero la neuropsicologia e l'elettrochimica del sistema nervoso, che derivano dalla forza nucleare, e fu allora possibile sviluppare veramente la psicologia.

E attraverso la generalizzazione della conoscenza psicologica dall'individuo alla massa, venne matematicizzata persino la sociologia.

I gruppi piu grandi, i miliardi di abitanti dei pianeti, i trilioni che occupavano i Settori, i quadrilioni che abitavano l'intera Galassia divennero non solo semplici esseri umani, ma gigantesche forze capaci di essere guidate statisticamente.

Cosi Hari Seldon riusci a vedere il futuro in modo chiaro e inevitabile, e il Progetto pote essere varato.

Era la stessa scienza mentale che aveva dato origine al Piano Seldon che rendeva ora inutile al Primo Oratore servirsi della parola per mettersi in contatto con lo studente.

Ogni reazione a uno stimolo, per quanto insignificante, indicava il cambiamento che si verificava nella mente dell'altro.

Il Primo Oratore non avrebbe potuto per istinto avvertire il contenuto emotivo dello studente, come invece avrebbe potuto fare il Mulo – poiche il Mulo era un mutante dotato di poteri incomprensibili per la mente di un uomo normale e persino per un uomo della Seconda Fondazione – ma riusciva tuttavia a dedurlo grazie a uno speciale e intenso allenamento.

Ma poiche e impossibile in una societa basata sulla parola spiegare chiaramente i metodi di comunicazione che usavano tra loro gli uomini della Seconda Fondazione, ignoreremo del tutto la cosa.

Tradurremo in parole il dialogo tra il Primo Oratore e lo studente, anche se la traduzione non potra essere sempre completamente fedele.

Immagineremo quindi che il Primo Oratore abbia effettivamente detto: – Prima, devo spiegarti perche ti trovi qui.

Il Primo Oratore continuo: – Tu hai studiato la scienza mentale per quasi tutta la tua vita e hai appreso tutto quello che i tuoi insegnanti sono stati capaci di comunicarti.

E tempo che tu e pochi altri tuoi compagni cominciate l'apprendistato per diventare Oratori.

L'altro sembro agitarsi sulla sedia.

– No… devi accogliere le mie parole con calma.

Tu hai sperato di esserti qualificato.

Hai temuto di non riuscirci.

E in verita sia il timore sia la speranza sono debolezze.

Tu sapevi che saresti riuscito e ora esiti ad ammettere il fatto perche ti dimostreresti troppo presuntuoso e di conseguenza impreparato.

Sciocchezze.

Il piu stupido degli uomini e colui che non si rende conto di essere saggio.

Sei stato scelto anche perche sapevi di riuscire.

Lo studente si rilasso.

– Ora ti senti meglio e non sei piu sulla difensiva.

Sei piu pronto a concentrarti e a comprendere.

Ricorda di essere sempre sincero, e inutile cercare di difendere i tuoi pensieri poiche questo e impossibile con una persona allenata al dialogo emotivo.

La mia mente ti e completamente aperta.

Facciamo in modo che lo scambio sia reciproco.

Continuo: – Non e facile diventare un Oratore.

Non e affatto facile nemmeno essere uno psicostorico; e nemmeno il migliore degli psicostorici e necessariamente un Oratore qualificato.

Esiste infatti una distinzione.

Un Oratore non deve soltanto rendersi conto delle complicazioni matematiche del Progetto Seldon, deve sentire anche un amore profondo per il Progetto e per le sue finalita.

Esso deve essere per lui la sua vita e il suo respiro.

E inoltre, deve considerarlo come un amico vivente.

Sai che cosa e questo? – Il Primo Oratore indico con la mano il cubo nero e lucido al centro della scrivania.

– No, non lo so.

– Hai sentito parlare del Radiante Principale? – E' questo? – esclamo meravigliato lo studente.

– Ti aspettavi di vedere qualcosa di piu imponente e spettacolare? E naturale.

Fu creato all'epoca del vecchio Impero dagli uomini di Seldon.

Ci ha servito per quasi quattrocento anni, senza che dovessimo mal ripararlo.

E fortunatamente non si e mai guastato, poiche nessuno della Seconda Fondazione sarebbe capace di aggiustarlo. – Sorrise gentilmente. – Quelli della Prima Fondazione forse sarebbero capaci di costruirne uno esattamente uguale, ma non dovranno mai conoscerne l'esistenza.

Abbasso una leva dal suo lato della scrivania e la stanza piombo nel buio.

Ma fu solo per un istante perche a poco a poco le larghe pareti della stanza si illuminarono.

Dapprima assunsero una colorazione madreperlacea, poi apparvero tracce scure qua e la, finalmente apparvero le equazioni stampate nitidamente, con qualche linea in rosso che interrompeva ogni tanto la lunga fila di equazioni scritte in nero.

– Vieni, ragazzo, mettiti pure in piedi davanti al muro.

Non c'e pericolo di creare ombra.

Questa luce che viene proiettata dal Radiante non e come le altre.

Se devo dirti la verita, non so nemmeno vagamente come si possa ottenere questo effetto.

Ma so che non proietterai ombre sul muro.

Erano in piedi davanti al muro.

Ogni parete misurava dieci metri di lunghezza per cinque di altezza.

Era tutto scritto in caratteri minuscoli che coprivano ogni centimetro di parete.

– Questo non e l'intero Progetto – disse il Primo Oratore. – Per trascriverlo tutto sui due muri, le equazioni individuali dovrebbero essere ridotte a proporzioni microscopiche, ma non e necessario.

Quello che vedi rappresentato e il Progetto come s'e sviluppato fino a ora.

Tu hai studiato bene questa parte, vero? – Si, Oratore.

– Ne riconosci qualche punto? Senza rispondere lo studente punto un dito sul muro per indicare una equazione e in seguito a quel semplice gesto l'equazione indicata scese lentamente lungo la parete fino a fermarsi a livello degli occhi.

Il Primo Oratore sorrise. – Scoprirai che il Radiante Principale e sintonizzato sulla tua mente.

Avrai ben altre sorprese da questo piccolo strumento.

Cosa stavi per dirmi sull'equazione che hai scelto? – Si tratta – disse lo studente, – di un integrale Rigelliano, che si basa su una distribuzione planetaria di una materia indicante la presenza di due classi economiche principali sul pianeta, o forse nel Settore, piu uno schema emotivo instabile.

– E che significa tutto questo? – Rappresenta il limite della tensione, poiche qui – e lo studente indico di nuovo con il dito mentre l'equazione si spostava, – abbiamo una serie convergente.

– Bene – disse il Primo Oratore. – E ora dimmi, che ne pensi di tutto questo? Ti pare un'opera d'arte finita? – Certamente! – Ti sbagli, invece! Non e cosi.

Questa e la prima cosa che devi imparare.

Il Progetto Seldon non e ne completo, ne corretto.

E' semplicemente quanto di meglio poteva essere fatto a quei tempi.

Piu di una dozzina di generazioni di uomini hanno analizzato queste equazioni, ci hanno lavorato sopra, le hanno divise fino all'ultimo decimale, e le hanno quindi ricomposte.

Ma hanno fatto ben piu di questo.

Hanno potuto vedere svolgersi ben quattrocento anni del Piano e, contro ogni predizione o equazione matematica, hanno potuto controllare la realta, e hanno imparato.

Hanno appreso molto piu di quanto Seldon non avesse potuto e se noi con le nozioni che abbiamo accumulato per secoli dovessimo ripetere il lavoro di Seldon, riusciremmo certamente a ottenere un risultato migliore.

Hai capito? Lo studente sembrava sbalordito.

– Prima che tu possa ottenere il grado di Oratore – continuo il Primo Oratore, – devi dare un contributo originale al Progetto.