Выбрать главу

La Fondazione si stacco.

Con questa, a poco a poco, tutti gli altri mondi conquistati dal Mulo.

Cinquant'anni piu tardi non rimaneva altro che il ricordo di quegli anni gloriosi.

Kalgan non riusci piu a riprendersi.

Non poteva piu tornare a essere la capitale dei divertimenti di un tempo, malgrado l'ambizione sempre presente.

Continuo a vivere invece sotto una successione di uomini che la Fondazione chiamava Signori di Kalgan, ma che si autonominavano Primi Cittadini della Galassia, conservando il titolo del Mulo, illudendosi in questo modo di essere ancora dei conquistatori.

L'attuale Signore di Kalgan deteneva il potere da cinque mesi.

L'aveva conquistato in virtu della sua posizione di comandante della flotta, e a causa di un'imprudenza commessa dal Signore che l'aveva preceduto.

Ma nessuno su Kalgan era tanto stupido da fare domande troppo precise sulla legittimita di una carica.

Era accaduto cosi, ed era meglio accettare il fatto senza investigare troppo in profondita.

Stettin era un uomo abbastanza abile.

Infatti, non solo era l'uomo piu crudele e deciso a conquistare il potere di tutta la Corte, ma anche colui che possedeva una certa qual capacita di restare al governo.

Era un osso duro per sua eccellenza il Primo Ministro, che, con acuta imparzialita, aveva servito anche il Signore precedente e che, se fosse riuscito a vivere abbastanza, avrebbe servito con uguale fedelta il prossimo.

Era un osso duro anche per Lady Callia, che era qualcosa di piu che l'amica di Stettin, pur essendo qualcosa di meno che sua moglie.

Quella sera i tre erano negli appartamenti privati di Stettin.

Il Primo Cittadino, corpulento e stretto nell'uniforme d'ammiraglio, scuoteva la testa mentre sedeva rigido e impettito.

Il suo Primo Ministro, Lev Meirus, gli era seduto di fronte con espressione indifferente e si passava le lunghe dita nervose sulla ruga profonda che gli solcava la faccia partendo dal naso magro e aquilino fino al mento coperto da un pizzetta grigio.

Lady Callia era sdraiata languidamente sul divano coperta da una pelliccia.

– Signore – l'apostrofo Meirus, questo infatti era il solo titolo dovuto a colui che assumesse la carica di Primo Cittadino – voi mancate di una visione storica.

La vostra stessa vita cosi vertiginosa vi porta a pensare che la storia si basi su capovolgimenti altrettanto repentini.

Ma non e cosi.

– Il Mulo ha dimostrato la mia tesi.

– Ma voi non potete seguire le sue orme.

Lui era piu che un semplice uomo, ricordatelo.

E anche lui non riusci a ottenere un completo successo.

– Puccino – intervenne Lady Callia timidamente, poi, al gesto furioso del Primo Cittadino, si rannicchio senza piu osare parlare.

Stettin disse con voce rauca: – Non interrompere, Callia.

Meirus, sono stanco di aspettare.

Il mio predecessore ha passato la vita a costruire una flotta che ora non ha l'uguale nella Galassia.

Ed e morto senza avere avuto l'occasione di usare questa magnifica arma.

Devo fare anch'io la stessa fine? Io, un ammiraglio? Fra quanto la mia flotta avra perso la sua efficienza? Al momento depaupera l'erario senza dare frutti.

I suoi ufficiali mordono il freno, i suoi uomini non desiderano altro che la lotta.

Tutta Kalgan vuole il ritorno dell'Impero e della gloria.

Riuscite a capire tutto questo? – Si riesco a capire il significato delle vostre parole.

Dominio, lotta, gloria, sono tutte cose piacevoli una volta che si sono ottenute, ma ottenerle e molto spesso rischioso e quasi sempre poco piacevole.

La storia ci insegna che e sempre stato poco prudente attaccare la Fondazione.

Persino il Mulo avrebbe fatto meglio a non provarci…

I grandi occhi azzurri di Callia erano pieni di pianto.

Oramai, Puccino non si curava di lei come un tempo.

Lui le aveva promesso di passare la serata insieme ed era venuto quell'orribile uomo dalla barba grigia che aveva l'abitudine di guardarla fisso negli occhi.

E Puccino l'aveva fatto entrare.

Non osava dire niente; aveva persino paura dei singhiozzi che tratteneva a stento.

Ora Stettin aveva ripreso a parlare con quel tono duro e impaziente che lei odiava tanto.

Stava dicendo: – Voi siete schiavo del passato.

La Fondazione e piu grande di noi in volume e in popolazione, ma al primo soffio si dividera.

Cio che li tiene uniti adesso e l'inerzia, e io sono abbastanza potente da distruggere questa loro inerzia.

Sono stati in grado di resistere agli attacchi di un Impero morente e in seguito non hanno avuto altri nemici che governatori incapaci e inetti mal equipaggiati che potevano opporre alla flotta atomica della Fondazione soltanto dei relitti.

Il Mulo mio caro Meirus, ha cambiato tutto questo.

Ha allargato il campo del sapere, che prima era riservato alla Fondazione a meta della Galassia e il loro monopolio scientifico e ora scomparso per sempre.

Siamo in grado di combattere ad armi pari.

– E la Seconda Fondazione? – disse Meirus.

– La Seconda Fondazione? – ripete Stettin. – Conoscete le sue intenzioni? Ha impiegato dieci anni per fermare il Mulo, sempre che sia stata lei a fermarlo, cosa di cui dubito.

Sapete che un gran numero di psicologi e sociologi della Fondazione sono convinti che il Progetto Seldon sia stato completamente distrutto dopo l'avvento del Mulo? Se il Progetto non esiste piu allora c'e un vuoto che io posso colmare.

– Conosciamo troppo poco quest'argomento per poter rischiare.

– Noi, forse, ne sappiamo poco, ma sul pianeta e arrivato un uomo della Fondazione.

Lo sapete? Un certo Homir Munn, che a quanto pare ha scritto una serie di articoli sul Mulo, e che ha espresso l'opinione che il Progetto Seldon non esiste piu.

Il Primo Ministro annui. – Si, ho sentito parlare di costui, o perlomeno dei suoi scritti.

Che cosa vuole qui? – Ha chiesto il permesso di entrare nel palazzo del Mulo.

– Davvero? Sarebbe saggio rifiutare.

Non conviene rimuovere una superstizione nella quale il pianeta crede.

– Ci pensero e ne riparleremo.

Meirus si inchino e usci.

Callia tratteneva a stento le lacrime. – Sei arrabbiato con me, Puccino? Stenin si volto verso di lei adirato. – Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Puccino in presenza di altri! – Un tempo ti faceva piacere.

– E ora non mi piace piu, e bada che non succeda una seconda volta.

La guardo scuro in faccia.

Gli sembrava impossibile riuscire ancora a sopportarla in quei giorni.

Era proprio un'oca, per quanto dolce e piacevole, e qualche volta, dopo una giornata di duro lavoro, non gli dispiaceva vedersela intorno.

Ma faceva perdere la pazienza! Sognava sempre di sposarsi e di diventare moglie del Signore di Kalgan.

Ridicolo! Andava bene quando lui era un semplice ammiraglio, ma ora come Primo Cittadino e futuro conquistatore, aveva bisogno di qualcosa di piu.

Aveva bisogno di eredi capaci di tenere uniti i suoi futuri domini, qualcosa che il Mulo non aveva mai potuto avere, ed era questa la ragione per la quale il suo Impero non era sopravvissuto dopo la sua morte.

Lui, Stettin, aveva bisogno di qualcuno che provenisse da una delle grandi famiglie della Fondazione con la quale avrebbe potuto fondare una dinastia.

Si chiese come mai non si fosse ancora liberato di Callia.

Non sarebbe stato troppo difficile.

Lei avrebbe piagnucolato un poco come al solito…

Scaccio l'idea.

Quella donna aveva anche delle "qualita" da non disprezzare.

Callia stava riacquistando il suo buon umore.

Barbagrigia se n'era andato e Puccino non la guardava piu con gli occhi cattivi.

– E adesso mi vuoi rimproverare? – No – rispose lui accarezzandola con aria assente. – Ora stai seduta tranquilla per un momento.

Voglio pensare.

– All'uomo della Fondazione? – Si.

– Puccino? – Che c'e? – Puccino, hai detto che l'uomo ha con se una bambina.

Ricordi? Posso vederla quando viene? Non ho…

– Ma perche dovrei fargli portare la bambina? Il mio palazzo non e mica un giardino d'infanzia! Smettila con le tue sciocchezze, Callia.

– Ma mi occupero di lei, Puccino.

Non ti preoccupare.

Ma il fatto e che non vedo quasi mai bambini, e tu sai quanto mi piacciono.

Lui la guardo con un sorriso ironico.

Anche quello era uno dei suoi soliti tentativi.

Amava i bambini; i suoi futuri bambini, i suoi futuri figli legittimi, in parole povere voleva sposarlo.

Scoppio a ridere.

– E poi vedi – disse lui, – questa non e affatto una bambina, ha quattordici anni o quindici.

E magari e alta come te.

Callia sembrava contrariata. – Ebbene, potrei vederla ugualmente? Potrei farmi raccontare dalla Fondazione.

Ho sempre voluto andarci.

E poi lo sai, mio nonno era della Fondazione.

Mi porterai un giorno laggiu, Puccino? Stettin sorrise al pensiero.

Un giorno forse si, da conquistatore.

Fu preso da buon umore. – D'accordo – disse – d'accordo.

Potrai vedere la ragazzina e parlare insieme a lei della Fondazione.

Ma mi raccomando, portala nelle tue stanze e non farti vedere da me.

– Prometto che non ti daro fastidio.

Ci chiuderemo nei miei appartamenti. – Era di nuovo felice.

Era difficile che lui gliela desse vinta da un po di tempo a questa parte.

Gli mise le braccia intorno a collo e dopo un po d'esitazione senti che lui le appoggiava la testa sulla spalla.

13. Signora

Arcadia riusciva a stento a contenere la sua felicita.

Com'era cambiata la sua vita dal giorno in cui Pelleas Anthor era apparso alla finestra, e tutto perche aveva avuto il coraggio di fare cio che bisognava fare.

Ora si trovava su Kalgan.

Era stata al Teatro Centrale, il piu grande della Galassia, e aveva visto di persona alcune dive della canzone famose persino sul suo lontano pianeta.

Era andata a far compere nel Sentiero Fiorito, la strada piu elegante del piu allegro pianeta dello spazio.

Aveva scelto da sola i suoi vestiti perche Homir non se ne intendeva.

La commessa del negozio aveva approvato la scelta del vestito translucido con quelle strisce verticali che la facevano sembrare piu alta.