Per lo spazio! Forse tutti i pianeti sono la Seconda Fondazione.
Puo darsi che non abbiano un loro proprio pianeta ma abbiano sparso i loro uomini su tutti i corpi celesti.
E che cosa importa in fondo, dal momento che Darell ci assicura che abbiamo una difesa insormontabile? Darell sorrise con amarezza. – Una difesa perfetta – disse, – non basta, Turbor.
Anche il mio Staticizzatore Mentale serve soltanto a proteggerci.
Non possiamo rimanere all'erta in eterno, pronti ad affrontare un nemico sconosciuto.
Noi dobbiamo sapere chi e e come bisogna combatterlo.
Esiste infatti un ben determinato pianeta dov'e nascosto il nostro nemico.
– Vieni al dunque – disse Anthor preoccupato. – Come hai avuto le tue informazioni? – Arcadia – disse Darell, – mi ha spedito un messaggio, e, prima di riceverlo, non mi era mai venuto in mente cio che poi si e dimostrato cosi ovvio.
Probabilmente non me ne sarei accorto mai.
Eppure il messaggio era semplice: Un circolo non ha un capo.
Capite? – No – rispose Anthor testardo, ed evidentemente espresse anche l'opinione degli altri.
– Un circolo non ha un capo – ripeta Munn soprappensiero e aggrotto le sopracciglia.
– Eppure – disse Darell impaziente, – per me e stato chiarissimo…
Qual e l'unico fatto certo che sappiamo della Seconda Fondazione? Noi sappiamo che Hari Seldon ha dislocato la Seconda Fondazione all'altro capo della Galassia.
Homir Munn ha espresso l'opinione che Seldon abbia mentito.
Pelleas Anthor ha supposto che Hari Seldon avesse detto la verita fino a un certo punto, mentendo invece sulla vera dislocazione della Seconda Fondazione.
Io invece vi dico che Hari Seldon non ha mentito in nessun particolare: ha detto l'assoluta verita.
Ma che cos'e l'altro capo? La Galassia e piatta, a forma di lente.
Se la si taglia con una sezione orizzontale si ottiene un circolo, e un circolo non ha una prua vera e propria, come ha supposto Arcadia.
Noi, la Prima Fondazione, siamo su Terminus, all'estremita di questo circolo.
Noi, per definizione, siamo il capo estremo della Galassia.
Ora ne seguiamo la circonferenza e non troverete mai un altro capo.
Tornerete semplicemente al punto di partenza.
E proprio li troverete la Seconda Fondazione.
– Li – ripete Anthor. – Intendi dire qui? – Si, proprio qui! – urlo Darell. – In quale altro luogo potrebbe essere? Tu stesso hai detto che gli uomini della Seconda Fondazione erano i guardiani del Progetto Seldon, era impossibile che venissero collocati sul cosiddetto capo opposto della Galassia, dove sarebbero stati isolati.
Tu hai pensato che cinquanta parsec fossero una distanza piu che sufficiente.
Io invece ti dico che era una distanza troppo grande.
Che nessuna distanza sarebbe stata ancora piu sensata.
E quale posto piu sicuro? Chi si sarebbe messo a cercarli qui? E il solito principio del luogo piu ovvio che e meno sospettabile.
E perche il povero Ebling Mis era rimasto tanto sorpreso per la scoperta? S'era messo alla ricerca disperata della Seconda Fondazione per metterla in guardia, per scoprire che il Mulo aveva conquistato tutt'e due le Fondazioni in un colpo solo.
E perche anche lo stesso Mulo falli nella sua ricerca? Ma e ovvio.
Se si cerca il nemico, ben difficilmente lo si cerca tra i pianeti gia conquistati.
In questo modo i padroni della mente, con tutto comodo, riuscirono a preparare il loro piano e a sconfiggere il Mulo.
E tutto cosi semplice.
Poiche noi siamo qui con i nostri diagrammi e i nostri piani, credendo di mantenere il nostro segrete, mentre ci troviamo esattamente nel cuore della roccaforte nemica.
E una situazione umoristica.
Anthor era ancora scettico. – Sul serio, Darell, tu credi in questa tua teoria? – Certamente.
Allora uno qualsiasi dei nostri vicini, un passante qualunque, potrebbe essere un uomo della Seconda Fondazione, con la mente pronta a captare ogni nostro impulso emotivo.
– Esattamente.
– E ci e stato permesso finora di continuare il nostro lavoro, senza intralci? – Senza intralci? Chi ti dice che non siamo stati molestati? Tu, tu stesso, hai dimostrato che Munn e stato condizionato.
Chi ti dice che l'idea di mandarlo su Kalgan non ci fosse stata inculcata appositamente, e che Arcadia ci abbia ascoltato e abbia seguito Munn su Kalgan di sua spontanea volonta? Siamo stati intralciati nel nostro lavoro senza posa, probabilmente.
E dopotutto, perche dovrebbero fare di piu di quanto non possano? E' molto piu vantaggioso per loro indirizzarci male che fermarci.
Anthor medito per alcuni istanti, poi parlo con espressione soddisfatta: – Bene, in ogni caso la faccenda non mi piace.
Il tuo Staticizzatore Mentale non vale un'acca.
Non possiamo stare chiusi in casa per sempre ed essere perduti appena usciamo.
A meno che tu non riesca a costruire un apparecchio portatile per ogni abitante della Galassia.
– Non credere, Anthor, non siamo cosi indifesi.
Questi uomini della Seconda Fondazione sono provvisti di un senso di cui noi manchiamo.
E la loro forza ma anche la loro debolezza.
Per esempio esiste un'arma di offesa che abbia effetto contro un uomo provvisto della vista e che invece sia completamente innocua contro un cieco? – Certo – affermo Munn, – una luce negli occhi.
– Esattamente – disse Darell, – una luce forte e abbagliante.
– E allora? – chiese Turbor.
– L'analogia mi pare chiara.
Io ho costruito uno Staticizzatore Mentale.
L'ho dotato di un diagramma mentale artificiale che per un uomo della Seconda Fondazione corrisponde a una luce.
Ma il mio Staticizzatore e un apparecchio caleidoscopico.
Cambia rapidamente e di continuo, ben piu velocemente di quanto la mente possa afferrare.
Adesso, immaginiamo che emani una luce intermittente, del tipo che darebbe il mal di testa se la si mantiene abbastanza a lungo.
Ora intensifichiamo questo campo magnetico o questa luce fino a farla diventare abbagliante, e l'apparecchio procurera fitte atroci.
Ma solamente per coloro che sono provvisti del senso adatto, non per gli altri.
– Davvero? – disse Anthor. – L'hai mai provato? – E su chi? Naturalmente no.
Ma funzionera.
– Bene, dove si trovano i comandi che forniscono a questa casa il campo protettivo? Mi piacerebbe vederli.
– Eccoli qui – Darell si frugo in tasca.
Era un oggetto dalle proporzioni minuscole.
Glielo lancio tra le mani.
Anthor lo esamino accuratamente e scrollo le spalle. – Non ci capisco proprio niente.
Darell, che cos'e che non devo toccare? Non vorrei eliminare il dispositivo di difesa di questa casa per sbaglio.
– Non c'e pericolo: quel comando e chiuso e nascosto – disse Darell con aria indifferente.
– E a che serve questa manopola? – Quella varia gli intervalli dei diagrammi mentali.
Questa qui, varia l'intensita.
Era quella la manopola alla quale mi riferivo.
– Posso… – chiese Anthor, con le dita sull'interruttore.
Gli altri erano intorno a lui.
– E perche noi? – disse Darell scrollando le spalle. – Non avra alcun effetto su di noi.
Lentamente, quasi esitante, Anthor giro la manopola, prima in una direzione, poi nell'altra.
Turbor stringeva i denti, mentre Munn batteva le palpebre rapidamente.
Era come se cercassero disperatamente di avvertire un impulso che non avrebbero mai potuto sentire essendo sprovvisti dell'apparato sensitivo adatto.
Infine Anthor scrollo la testa e restitui la piccola scatola a Darell.
Bene, penso che dovremo fidarci della tua parola.
Ma indubbiamente non mi e sembrato che accadesse niente quando ho girato la manopola.
– Ma per forza, Anthor – disse Darell con un sorriso ironico.
Quello che ti ho dato, non funzionava.
Vedi, ne ho qui un altro. – E detto cio apri la giacca e aziono un comando di una scatola del tutto simile alla precedente, che gli pendeva dalla cintura.
Con un urlo Pelleas Anthor cadde al suolo.
Si rotolo in agonia, pallido, strappandosi disperatamente i capelli.
Munn indietreggio allontanandosi da quel corpo agonizzante.
Semic e Turbor sembravano due statue di gesso, immobili e pallidi com'erano.
Darell giro ancora una volta la manopola.
Anthor ebbe ancora un paio di sussulti, poi giacque immobile.
Era ancora in vita e rantolava debolmente.
– Mettetelo sul divano – disse Darell, afferrando il giovane per le spalle. – Aiutatemi.
Turbor si abbasso e lo prese per i piedi.
Era come sollevare un sacco dal pavimento.
Poi dopo alcuni minuti, il respiro torno normale e Anthor apri gli occhi.
La sua faccia era d'un giallo orribile, i capelli e i vestiti erano bagnati di sudore, e la sua voce era quasi irriconoscibile.
– Non farlo di nuovo! – mormoro. – Tu non sai… tu non sai… – e ricadde con la testa sul cuscino.
– Non l'azionero piu – promise Darell, – se tu ci dirai la verita.
Appartieni alla Seconda Fondazione? – Un po d'acqua per favore – imploro Anthor.
– Turbor, vai a prendere l'acqua – disse Darell, – e porta la bottiglia del whisky.
Ripete la domanda dopo aver fatto ingoiare ad Anthor un bicchierino di whisky e due bicchieri d'acqua.
Il giovane sembro sentirsi meglio…
– Si – disse, – sono un membro della Seconda Fondazione.
– Che si trova su Terminus? – lo incalzo Darell.
– Si, si.
Hai azzeccato ogni particolare, Darell.
– Bene! Ora spiegaci che cosa e successo in questi ultimi sei mesi.
Parla! – Ho bisogno di dormire – sussurro Anthor.
– Piu tardi.
Ora parla! Il giovane tossi debolmente.
Poi parlo a bassa voce e in fretta.
Gli altri si chinarono su di lui per afferrare ogni parola. – La situazione stava diventando pericolosa.
Sapevamo che gli scienziati di Terminus avevano incominciato a interessarsi ai diagrammi cerebrali e che c'era il pericolo che riusciste a fabbricare uno strumento simile allo Staticizatore Mentale.
I nemici della Seconda Fondazione ogni giorno diventavano piu numerosi.