Dovevamo fermarci senza rovinare il Progetto Seldon.
Noi…
noi abbiamo cercato di controllare il fenomeno.
Abbiamo cercato di aggregarci a voi.
In tal modo avremmo allontanato i sospetti da noi.
Abbiamo provveduto affinche Kalgan vi dichiarasse guerra per distrarvi dal vostro lavoro.
Per questa ragione ho mandato Munn su Kalgan.
La supposta amante di Stettin e una di noi.
Lei ha fatto in modo che Munn agisse cosi.
– Callia e… – disse Munn, ma Darell gli fece cenno di fare silenzio.
Anthor continuo, senza accorgersi dell'interruzione. – Arcadia segui Munn.
Non avevamo contato su questo fatto, e impossibile che fuggisse su Trantor per evitare interferenze.
E tutto qui.
Ma abbiamo perduto in ogni caso.
Hai tentato di farmi andare su Trantor, vero? domando Darell.
Anthor annui. – Dovevo toglierti da qui.
La tua mente era trionfante.
Era chiaro che stavi per risolvere il problema dello Staticizzatore Mentale.
– E perche non mi hai condizionato? – Non potevo… non potevo.
Avevo ordini precisi.
Noi tutti lavoravamo secondo un piano prestabilito.
Non potevamo improvvisare niente, altrimenti si rischiava di fallire.
Ogni Piano si basa unicamente su probabilita… tu lo sai… il Progetto Seldon. – Parlava a tratti, tormentato dal dolore, e in modo quasi incoerente.
Spostava la testa da un lato all'altro e sembrava febbricitante. – Abbiamo dovuto lavorare sugli individui… non gruppi… probabilita molto basse… siamo stati sconfitti.
A parte il fatto… se io ti controllavo… un altro avrebbe inventato il tuo apparecchio… non serviva… dovevamo controllare i tempi… piu difficile…
Primo Oratore sa… non tutti gli angoli… non ha funzionato.
– Si interruppe.
Darell scosse la testa. – Non puoi addormentarti adesso.
Quanti siete? – Cosa? No… non molti… sarai sorpreso… cinquanta… non di piu.
– Tutti su Terminus? – Cinque o sei… nello spazio…
Callia… dormire.
Poi si tiro su violentemente, come se avesse radunato tutte le forze che gli rimanevano.
I suoi occhi sembravano piu vivi.
Stava tentando di dare una giustificazione alla sua sconfitta.
– Ce l'avevamo quasi fatta pero.
Avrei superato tutte le difese e ti avrei condizionato.
Avresti visto allora chi era il padrone.
Ma tu mi hai dato una manopola falsa… mi hai sempre sospettato.
E finalmente si addormento.
– Da quanto tempo lo sospettavi, Darell? – disse Turbor.
– Fin da quando e arrivato – rispose con calma. – Diceva di essere stato mandato da Kleise.
Ma io conoscevo Kleise.
E sapevo anche come ci eravamo lasciati.
Era un fanatico, e io l'avevo abbandonato.
Avevo le mie ragioni, poiche pensavo che fosse meglio lavorare da soli.
Ma non potevo dirlo a Kleise, non mi avrebbe ascoltato.
Per lui io ero un codardo un traditore, forse persino un agente della Seconda Fondazione.
Era un uomo che non perdonava e da allora fino quasi al giorno della sua morte non eravamo piu stati in contatto.
Poi improvvisamente, poche settimane prima che morisse, mi scrisse una lettera.
Una lettera affettuosa come se io fossi un suo grande amico, dove mi parlava del suo allievo piu promettente e mi proponeva di riprendere la nostra collaborazione.
La cosa mi parve assurda.
Come sarebbe potuta accadere una cosa del genere, se non fosse stato influenzato da un'altra persona? Cominciai a chiedermi se non intendesse presentarmi un vero agente della Seconda Fondazione.
E in effetti e stato cosi…
Sospiro e chiuse gli occhi per un istante.
Semic intervenne esitando: – Che ne faremo di loro… intendo dire degli uomini della Seconda Fondazione? – Non so – rispose Darell triste. – Potremmo mandarli in esilio, forse.
Su Zoranel, per esempio.
Potremmo trasferirli laggiu e saturare il pianeta con lo Staticizzatore Mentale.
I sessi potranno essere separati, o meglio ancora, sterilizzati, e in cinquant'anni la Seconda Fondazione non sara che un ricordo del passato.
O forse, una morte istantanea per tutti loro sarebbe la soluzione migliore.
– Pensi che noi potremmo imparare a usare il loro sesto senso? chiese Turbor. – Oppure sono nati con questa facolta, come il Mulo? – Non so.
Penso che si sia sviluppato attraverso un allenamento particolare, visto che nell'encefalografia esistono indicazioni che tale potenziale e latente nella mente umana.
Ma per quale ragione vorresti possedere un senso simile? Non e servito a loro.
Si fece scuro in faccia.
Non parlo, ma la sua mente era tormentata.
Era stato troppo facile… troppo facile.
Erano stati sconfitti; questi invincibili erano caduti in trappola troppo ingenuamente.
Il pensiero lo preoccupava.
Per la Galassia! Quando un uomo potra sapere se e uno strumento di qualcun altro? E come? Arcadia stava tornando a casa, e cerco di non pensare a cio che avrebbe dovuto risolvere al suo ritorno.
Sua figlia era a casa da una settimana, poi da due, ma il dottor Darell non riusciva a decidersi.
Come avrebbe potuto? Ormai non era la bambina di una volta: per una strana alchimia, era diventata donna.
Sua figlia era la sola cosa che gli rimaneva nella vita; tutto cio che gli restava di un matrimonio che non era durato piu a lungo di una luna di miele.
Poi, una sera, finalmente si decise. – Arcadia – disse cercando di apparire naturale, – che cosa ti ha fatto pensare che la Seconda Fondazione si trovava su Terminus? Erano stati a teatro, nei posti migliori provvisti di ricevitori tridimensionale personali.
Per l'occasione sua figlia aveva indossato un vestito nuovo ed era felice.
Lei lo guardo un momento senza rispondere, poi disse: – Non lo so, papa.
Mi e venuto in mente cosi.
Il dottor Darell senti il cuore gelarglisi.
– Pensa – disse – pensaci bene.
E importante.
Cosa ti ha fatto decidere che tutt'e due le Fondazioni si trovavano su Terminus? Lei aggrotto la fronte. – Ebbene, c'era Callia.
Sapevo che lei era della Seconda Fondazione.
E anche Anthor l'ha confessato.
– Ma lei si trovava su Kalgan – insiste Darell. – Che cosa ti ha fatto pensare a Terminus? Arcadia aspetto vari minuti prima di rispondere.
Che cosa l'aveva fatta decidere? Provava una sensazione orribile, come di qualcosa che non riusciva ad afferrare.
Alla fine disse: – Callia sapeva un mucchio di cose, e tutte le sue informazioni venivano da Terminus.
Ti sembra possibile, papa? Ma lui scosse la testa.
– Papa – grido – l'ho intuito.
E piu ci pensavo, piu la cosa mi sembrava giusta.
E tutto qui.
Il padre aveva lo sguardo disperato. – Cosi non va, Arcadia.
Non ci siamo.
Un'intuizione e sospettabile, quando si ha a che fare con la Seconda Fondazione.
Non capisci? Forse si e trattato di intuizione o forse sei stata condizionata! – Condizionata! Intendi dire che mi hanno cambiata? No, non e possibile. – Indietreggio. – Ma Anthor non ha forse detto che avevo ragione? Ha ammesso tutto.
E li hai trovati tutti qui su Terminus.
Non e vero forse? Non e vero? – Respirava affannosamente.
– Lo so… ma Arcadia, mi lasceresti fare un'analisi encefalografica del tuo cervello? Lei scosse la testa violentemente. – No, no! Ho troppa paura.
– Di me, Arcadia! Non c'e nulla da temere.
Ma noi dobbiamo sapere.
Capisci? Lei non oppose piu resistenza.
Ma prima che lui azionasse il contatto si aggrappo al suo braccio e gli chiese: – E se effettivamente fossi stata condizionata, papa? Che cosa farai? – Non dovremo fare niente, Arcadia.
Se tu sei cambiata, ce ne andremo.
Ritorneremo su Trantor, io e te e… e non ci occuperemo mai piu della Galassia.
Mai una analisi, per Darell, fu tanto lenta ne gli costo tanto, e quando fu finita, Arcadia chino la testa e non oso guardare.
Poi lo udi ridere e quello gli basto.
Salto in piedi e lo abbraccio stretto.
Saltellavano abbracciati l'uno all'altro. – La casa e sotto il controllo dello Staticizzatore e il tuo schema cerebrale e normale.
Li abbiamo intrappolati sul serio, Arcadia, e ora possiamo cominciare a vivere.
– Papa – balbetto lei – possiamo farci dare una medaglia ora? – Come hai saputo che avevo chiesto di non partecipare ai festeggiamenti? – La tenne stretta fra le braccia ancora un momento poi scoppio a ridere. – Che importa, tu riesci sempre a sapere tutto.
D'accordo, potrai ricevere la medaglia sul palco d'onore con tutti i discorsi ufficiali.
– Papa? – Si? – D'ora in poi, ti dispiacerebbe chiamarmi Arcady? – Ma… benissimo Arcady.
A poco a poco riusci ad assaporare interamente l'ebbrezza della vittoria.
La Fondazione, la Prima Fondazione, ora la sola Fondazione, era la padrona assoluta della Galassia.
Non esistevano altre barriere tra lei e il Secondo Impero, il coronamento del Progetto Seldon.
Avevano solo da aspettare…
Grazie a…
22. La vera risposta
Una stanza su un pianeta ignoto! E un uomo il cui progetto e andato in porto.
Il Primo Oratore alzo gli occhi verso lo studente. – Cinquanta in tutto fra uomini e donne – disse. – Cinquanta martiri! Sapevano che la loro missione significava la morte o l'imprigionamento a vita e che non avevano nemmeno potuto essere condizionati poiche sarebbero stati scoperti.
Eppure non hanno esitato.
Sono andati fino in fondo senza tremare, perche amavano il grande Progetto.
– Ma non potevano essere di meno? – chiese lo studente.
Il Primo Oratore scosse la testa lentamente. – Era il limite piu basso.
Se fossero stati di meno non avrebbero convinto.
In effetti, avrebbero dovuto essere settantacinque per lasciare un lieve margine a un eventuale errore.
Ma lasciamo perdere.
Hai studiato il piano preparato dal Consiglio degli Oratori quindici anni fa? – Si, Oratore.
– E l'hai paragonato agli attuali sviluppi? – Si, Oratore. – Poi dopo una breve pausa: – Era veramente straordinario.