21 novembre — Ho dato a Enola un po’ del denaro dello «zio», quest’oggi, e le ho chiesto di comprarmi un po’ di brandy. Si è mostrata più riluttante di quanto pensassi, quindi debbono esserci complicazioni sociali che io non conosco; comunque ha accettato.
Non so perché fosse venuta. Ha incominciato a parlarmi del fratello e di qualche scherzetto che aveva combinato nella metropolitana e che l’aveva messo nelle grane con la polizia, ma dopo che le ho chiesto di procurarmi il brandy se n’è andata senza finire il racconto.
25 novembre — Oggi è venuta Enola, ma non ha portato il brandy. Andrà a Bath per le feste a trovare la zia. Almeno starà lontana dai bombardamenti per un po’. Non dovrò preoccuparmi per lei. Ha finito di raccontarmi quello che era successo al fratello e mi ha detto che spera di convincere la zia a tenere Tom finché durerà il Blitz, ma non è molto sicura che la zia acconsenta.
A quanto sembra il giovane Tom non è tanto un simpatico monello quanto una specie di delinquente precoce. Due volte si è fatto pizzicare mentre borseggiava la gente nel rifugio della metropolitana alla Bank, e così hanno dovuto tornare all’Arco di Marmo. L’ho consolata come ho potuto e le ho detto che tutti i ragazzi passano durante una fase difficile, prima o poi. In realtà avrei voluto dirle che non è il caso che si preoccupasse, che il giovane Tom mi sembra il tipo del superstite nato, come il mio gatto, come Langby, il tipo che pensa solo a se stesso, capace di sopravvivere al Blitz e di farsi strada nel futuro.
Poi le ho chiesto se mi aveva portato il brandy.
Enola si è guardata le punte dei sandali e ha mormorato con aria impacciata: — Credevo che te ne fossi dimenticato.
Io le ho detto che durante il servizio di guardia facciamo a turno a pagare le bottiglie, e mi è sembrato che fosse un po’ meno impacciata, ma sono convinto che approfitterà del viaggio a Bath per non farne niente. Dovrò lasciare San Paolo e andare a comprarlo io, e non mi va di lasciare Langby solo nella chiesa. Le ho fatto promettere di portarmi il brandy oggi, prima della partenza. Ma finora non è tornata, e le sirene hanno già suonato.
26 novembre — Enola non si è fatta vedere, e mi aveva detto che il suo treno partiva a mezzogiorno. Immagino dovrei essere contento perché, almeno, è al sicuro lontano da Londra. Forse a Bath riuscirà a guarire dal raffreddore.
Stasera è venuta una delle ragazze dell’ARP per chiedere in prestito metà delle nostre brande e ci ha parlato del disastro nell’East End, dove era stato colpito un rifugio di superficie. Quattro morti, dodici feriti. — E per fortuna che non era uno di quelli della metropolitana — ha detto. — Altrimenti sarebbe stata una vera carneficina, no?
30 novembre — Ho sognato che avevo portato il gatto a St. John’s Wood.
— È una missione di salvataggio, per caso? — ha chiesto Dunworthy.
— No, signore — ho risposto con orgoglio. — So cosa dovevo trovare nella mia prova pratica. Il perfetto superstite. Duro, ricco di risorse, egoista. Questo è l’unico che sono riuscito a trovare. Ho dovuto uccidere Langby, vede, per impedirgli di bruciare San Paolo. Il fratello di Enola è andato a Bath, e gli altri non ce la faranno mai. Enola porta i sandali in pieno inverno e dorme nella metropolitana e si fissa i capelli con le forcine perché si arriccino. Non può sopravvivere al Blitz.
Dunworthy ha detto: — Forse avrebbe dovuto salvare lei, invece. Come ha detto che si chiama la ragazza?
— Kivrin — ho risposto, e mi sono svegliato infreddolito e tremante.
5 dicembre — Ho sognato che Langby aveva la microbomba. La portava sotto il braccio, come un pacco avvolto nella carta marrone, e usciva dalla Stazione di San Paolo e saliva Ludgate Hill, verso la porta ovest.
— Non è giusto — gli ho detto sbarrandogli la strada con il braccio. — Non c’è nessuno di guardia del servizio antincendio.
Si è stretto la bomba al petto come un cuscino. — È colpa tua — ha detto, e prima che io potessi prendere la pompa a staffa e il secchio, l’ha lanciata dentro alla porta.
La microbomba non è stata inventata se non alla fine del ventesimo secolo; e poi sono passati altri dieci anni prima che i comunisti spodestati se ne impadronissero e la trasformassero in qualcosa che si può portare sotto il braccio. Un pacchetto che potrebbe cancellare un quarto di miglio della City. Grazie a Dio, è un sogno che non può avverarsi.
Nel sogno era una mattina di sole, e stamattina, quando sono smontato dal turno di guardia, il sole brillava per la prima volta dopo varie settimane. Sono sceso nella cripta e poi sono risalito, e ho fatto altre due volte il giro dei tetti, poi ho ispezionato la scalinata e i dintorni e tutti i vicoletti dove una bomba incendiaria poteva esser sfuggita all’attenzione. Dopo mi sono sentito un po’ più tranquillo, ma quando mi sono addormentato ho sognato di nuovo: questa volta ho sognato l’incendio, e Langby che stava a guardare sorridente.
15 dicembre — Stamattina ho trovato il gatto. Questa notte i bombardamenti sono stati pesanti, ma quasi tutti verso Canning Town, e sui tetti era piovuta poca roba o niente. Ma il gatto era morto. L’ho trovato stamattina sulla scalinata quando ho fatto il mio giro. Dev’essere stato lo spostamento d’aria. Non aveva un segno addosso, tranne la sua macchia bianca sulla gola, ma quando l’ho raccolto era tutto gelatina, sotto la pelle.
Non sapevo cosa farne. Per un momento ho pensato assurdamente di chiedere a Matthews se potevo seppellirlo nella cripta, perché era morto onorevolmente in guerra o qualcosa del genere: Trafalgar, Waterloo, Londra, caduto in combattimento. Ho finito per avvolgerlo nella mia sciarpa e l’ho portato giù da Ludgate Hill, in una casa spianata dalle bombe e l’ho sepolto tra le macerie. Non servirà a niente. Le macerie non saranno una protezione contro i cani e i ratti e non riuscirò più a procurarmi un’altra sciarpa. Ho quasi finito il denaro dello zio.
Non dovrei starmene qui seduto. Non ho controllato i vicoletti e il resto della scalinata, e potrebbe esserci una bomba incendiaria a scoppio ritardato o qualcosa d’altro che mi è sfuggito.
Quando sono venuto qui mi vedevo come il generoso salvatore del passato. Ma non me la cavo molto bene. Per fortuna Enola è lontana. Vorrei che ci fosse un sistema per spedire San Paolo a Bath, al sicuro. Ci sono stati pochi bombardamenti, stanotte. Bence-Jones ha detto che i gatti riescono a sopravvivere a tutto. E se lui era uscito per venirmi incontro, per mostrarmi la strada di casa? Tutte le bombe sono cadute in Canning Town.
16 dicembre — Enola è tornata da una settimana. Quando l’ho vista li sulla scalinata ovest dove avevo trovato il gatto e ho pensato che dormiva all’Arco di Marmo e non era più al sicuro, mi sono sentito sconvolto. — Credevo che fossi a Bath — le ho detto stupidamente.
— Mia zia ha detto che può tenere Tom, ma non anche me. Ha la casa piena di bambini sfollati, e fanno un chiasso tremendo. Dove hai messo la sciarpa? — ha chiesto. — Fa un freddo spaventoso, qui sulla collina.
— Io… — ho detto. Non riuscivo a rispondere. — L’ho persa.
— Non potrai procurartene un’altra — mi ha detto lei. — Cominceranno a razionare i vestiti. E anche la lana. Non ne troverai più, un’altra come quella.
— Lo so — ho risposto, sbattendo gli occhi.
— La roba bella buttata via così — ha detto. — È un delitto, ecco che cos’è.
Non ho risposto, credo. Mi sono voltato e mi sono allontanato a testa bassa, in cerca di bombe e di animali morti.
20 dicembre — Langby non è nazista. È comunista. Quasi non riesco a scriverlo. Comunista.