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ddirittura lo divorava con gli sguardi. Con gli occhi lui rispose, intensamente. La vide farsi rossa. Giubilò in cuor suo. " Mi mangio un mulo vivo " pensò " se domani questa qui non mi telefona ". " No, senti Gippi " disse alla figlia donna Laetitia Zaghetti Brin " ma al ballo del Sociale non ci vai, mi dispiace ma tu Gippi non ci vai. " " Ho già combinato tutto, mamy! Viene anche la Gabriella, la Andreina, la Lu, anche la Fabrizia viene e sì che i suoi sono così difficili. " " Le altre ci andranno, tu quella sera resti a casa. Ciascuno si regola come meglio crede… Figurati, quest'anno ci sarà un ambiente terribilmente misto. Sai perfino chi ci va? La Buracchi, con la figlia, quella qui sotto, della drogheria. " " Uffa, non sono più tempi da avere queste fisime. E poi è un ballo benefico, per i bambini non so più che cosa… " " Fisime o no, tu sei mia figlia e alla festa non ci vai. Se lo scopo è benefico, un'offerta possiamo sempre farla, ma alla festa non ci vai. Diamine, c'è un motivo elementare di decoro, mi meraviglio che tu non lo capisca. Quando si porta un nome come il nostro, sarà magari scomodo ma si hanno dei doveri… Le tradizioni, cara mia, il prestigio della casa… Oh lo so che per te sono idiozie, lo so che se dipendesse da te ci ridurremmo al livello dei barboni… Esistenzialismo! Altro che esistenzialismo!… Ossera piuttosto il tuo trisavolo, là appeso al muro! Che faccia, che stile, quella sì era gente!… Oh insomma al ballo non ci vai " L'avvocato Sergio Predicanti, 55 anni (specialità cause di annullamento matrimoni) va dal sarto. la seconda prova di un completo blu scuro con una riga rossa sottilissima, che quasi non si vede. L'avvocato ha perso la pazienza, è acceso in volto: " Il solito, il solito, già me la sentivo… caro il mio Marzoni, glielo ho raccomandato cento volte! Le spalle le spalle le spalle… ma non vede come qui dietro mi monta? ma non vede che gobba? non vede che orrore? ". " Avvocato, non si agiti… rimediamo subito è una inezia " (facendo segni col gessetto) " ecco là… la… una bella scalfatina… una bella scalfatina e la gobba sparirà. " " Scalfatina scalfatina! Lei, caro Marzoni, dice sempre così e poi… Oh a proposito, si ricordi, alle maniche quattro bottoni, quattro mi raccomando, sarà meglio che lei prenda nota… e non asole finte… che si possano sbottonare tutti e quattro, siamo intesi? Mica come l'ultima volta che… " Piero Scarabatti, contadino, verso sera, sull'orlo della concimaia, scarica strame da un carretto per mezzo di un forcone. Si ferma ad osservarlo don Anselmo, il prevosto, che fa la sua passeggiata. Osserva sorridendo e dice: " Ma bravo Piero, ci dai dentro eh? Che razza di muscoli che hai! ". Piero si ferma, ride " Ah sì, non faccio per vantarmi! Ma lei non mi aveva mai visto, don Anselmo? Sono famoso, sa? ". " Famoso per che cosa? " " Per questo che sto facendo adesso… Guardi, guardi, mezzo quintale ne tiro su con una forchettata sola… Guardi… come se fossero spaghetti… Op… op… là!… Ha visto? Almeno sessanta chili di letame con un colpo… mica male eh… Ah lei non lo sapeva don Anselmo? Non c'è mica nessuno sa, nel giro di chilometri, non c'è mica nessuno, neanche dei vecchi, che ci sappia fare come me… " Il professore Guglielmo Cacòpardo, ordinario di diritto amministrativo all università, esamina, con un collega, le bozze di stampa della nuova rivista Quaderni di diritto pubblico. " No, no, per carità… mio caro Giarratana, dammi anche tu un parere spassionato… Io trovo che è semplicemente indegno… Guarda, guarda, la lista del comitato di redazione coi nostri due nomi mescolati insieme a degli sbarbatelli che hanno preso la libera docenza l'altro ieri… In ordine alfabetico! In ordine alfabetico!… Noi che abbiamo trent'anni di insegnamento sulle spalle… Ti par possibile? E avessero almeno stampato i nostri nomi in caratteri più grandi, o che so io, pazienza… Ma così… Giuro che l'hanno fatto apposta, una mascalzonata bella e buona, li conosco quei tipi di arrivisti… Oh non lo dico per me, tu mi conosci Giarratana, dimmi tu se sono mai stato attaccato a queste piccolezze… Ma è per un senso di giustizia, nient'altro che un senso di giustizia… Stasera stessa gli scrivo a quei bru bru ritirando l'adesione… E poi, per il decoro dell'università, direi, per il decoro dell'ateneo, non sei del mio parere Giarratana? " Nessie Smiderle, 59 anni (Smiderle e Kunz S.A. metalli ferrosi) si è fatta decolorare un po' i capelli. Ansiosa, si guarda nello specchio mentre il parrucchiere dà gli ultimi tocchi. " Creda a me, signora, lei ha un capello eccezionale, un capello che si lavora così bene! " " Ma senta, Flavio, non le pare che siano un po' troppo chiari? Per essere sincera, a me il platinato non mi sfagiola proprio niente. " " Che dice, signora? Platinati? Vorrà scherzare spero. Ma questo è il biondo Arcadia, la parola d'ordine nella Cafè Society. La nuance assolutamente d'obbligo per una bella testolina alla Marlon Brando come la sua, signora Smiderle. " " Ma lei non pensa, Flavio, non pensa che un bel rouge… un rosso come dire… ecco un bel rouge mattone caldo, non pensa caro Flavio che sarebbe più giovanile? " " Il rouge briquetage lei dice? Oh no… positivamente no… Per una coiffure à la Jeanne d'Arc se mai, dico se mai… ma per lei no. Si osservi, si osservi, signora Smiderle! Un giovanottino sembra, un pericoloso giovanottino di Saint-Germain-des-Prés. " " Dice sul serio, Flavio? " " Oh signora! " Nel caffè degli sportivi, era una sera di domenica, si fece per un attimo silenzio. Un omettino sbilenco e secco avanzò nella ressa che si aprì rispettosamente al suo passaggio. Fu il centro dell'attenzione generale. " Ma chi è suel gobbettino? " " Come? Non sai? Beppino Strazzi, l'amico di Attavanti. " Per essere intimo di Mauro Attavanti, il famoso centro-attacco, lo Strazzi godeva in quegli ambienti di considerazione somma. Il " suo " tavolo era occupato da quattro pezzi d'uomini dall'aspetto facinoroso e benestante (tre indossavano paltò chiari di cammello). Tutti e quattro alla vista dello Strazzi, si alzarono di colpo sorridendo. L'omettino, senza neanche ringraziare, si sedette. Era livido di collera. Una ventina di persone gli si strinsero intorno, ansiose di notizie. In mezzo a un coro di esclamazioni e di domande, spiccava la vocetta rauca dello Strazzi. " Ah, ma non la finisce mica così! Ci mancherebbe altro! " (tre ore prima, durante una partita decisiva, Attavanti era stato squalificato per vie di fatto contro l'arbitro) " Come? Ma se non l'ha neanche sfiorato! Ma se l'hanno visto tutti… Oh ma qui non si respira, fate largo brava gente… Che ha detto Mauro?… Piangeva povero ragazzo! " L'omettino si infervorava a freddo, inebriato di popolarità. Un cameriere cercò un varco, sollevando il vassoio sopra le concitate teste: " Permesso? Permesso? Il ponce per il cavaliere Strazzi! ". Nella calca si aprì subito un pertugio. " Oh bravo il mio Giacomo " fece lo Strazzi portando la commedia al limite " c'è almeno qualcuno che si ricorda del povero Beppino! " Qualcuno rise: " Però, che simpatico! ". Poi si udì la vocetta chioccia: " Mauro mi ha detto… Mauro sa quello che… Se Mauro mi dava ascolto… Mauro mi ha giurato che… ". " E sai, Josepha, chi ho conosciuto a Procida? La contessa Lisa Squarcia. È tua cugina no? " La bella Josepha Squarcia sembrò lm serpente a cui schiacciassero la coda. " Lisa Squarcia mia cugina? " " La conosci vero? " " Forse… una volta… ma abbiamo sempre preferito stare alla larga da quei morti di fame. " " Ma è tua cugina o no? " " Nemmeno per idea. Deve essere di un ramo molto ma molto laterale… E contessa poi non è mai stata. " " Però tutti la chiamavano contessa. E suo marito porta la corona ricamata sulla… " " Fammi il santo piacere! Il titolo spetta a noi soltanto… Massimo la conosce sai la genealogia della famiglia. " " Eppure, cara Josepha, ti assicuro che… " " Basta così, ti prego, Laura, perdona la schiettezza, ma non posso ammettere che dei cafoni, sì dei cafoni sfruttino l'omonimia per… Lisa Squarcia contessa! Ah! ah! " E scoppiò in una risata isterica. " Scusami, cara, io non pensavo… " " Scusami tu piuttosto, se mi sono lasciata un poco trasportare, ma è un argomento questo che mi suscita… " Il sindaco andò a visitare le nuove attrezzature dell'Anagrafe. Il caporeparto ragionier Claudio Vicedomini, in camice bianco, spiegava le meraviglie del casellario elettronico di recente installazione. Erano davanti a un grande quadro pieni di leve e di bottoni. " Questa macchina " disse Vicedomini " esegue in tre secondi il lavoro che una volta espletavano dieci undici impiegati nello spazio di sei ore. Ecco qua, per esempio, signor sindaco: provi a scegliere un giorno qualsiasi, di un qualsiasi anno. " " Ma, non saprei… il 16 giugno… il 16 giugno 1957. " " Benissimo, io non ho che da schiacciare dei bottoni. E adesso… uno… due… tre… " Si udì un ronzio, qualcosa scattò nelle misteriose viscere della macchina poi con un soffio, una grande scheda di cartone planò dolcemente in un cestino " Voilà " fece trionfante il Vicedomini " ecco i dati dello stato civile di quel giorno. Da una parte le nascite, ora per ora, e dall'altra i decessi. " Il sindaco per cortesia prese in mano il cartoncino. Distrattamente, attraverso le lenti degli occhiali, gli sguardi scivolarono lungo i morti: Cozzi Laetitia in Zaghetti Brin, Predicanti Sergio, Scarabatti Pietro, Cacòpardo Guglielmo, Alfonsi Ernesta in Smiderle, Strazzi Giuseppe, Pagni Federico, Passalacqua Elisa in Squarcia… " Pagni, Pagni " mormorò il sindaco come cercando nei ricordi qualche cosa. " Pagni Federico… Non mi torna nuovo questo nome… mah. " " Meraviglioso no? " chiese il Vicedomini. " Meraviglioso certo " assentì il sindaco. " E adesso di qua, prego signor sindaco. Andiamo a visitare gli schedari… Se permette faccio strada " si volse sorridendo a una impiegata. " Signorina Elide, poi si ricordi di spegnere la luce. "