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18

L’uomo che Weiss chiamava il Topo giaceva morto sull’asfalto, a pancia in giù, con il braccio destro allungato in avanti e quello sinistro piegato in modo innaturale contro il fianco. La testa era girata e si vedevano il profilo, l’orecchio a sventola, il naso affilato, un occhio aperto, fisso e vitreo, con lo sguardo spaventato che aveva avuto in vita. Era stato colpito alla pancia e il sangue aveva formato una pozza all’altezza della vita.

Weiss e l’ispettore Ketchum del dipartimento di polizia di San Francisco, in piedi alle sue spalle, lo osservavano, uno accanto all’altro, le mani in tasca.

«Okay», esordì Ketchum. «Mi stai dicendo che un assassino immaginario ha accoltellato questo disgraziato per vendicarsi di uno stupro creato dalla sua fantasia nei confronti di una donna che non è mai esistita.»

Weiss annuì. «Proprio così.»

«Ma questo poveraccio è dannatamente morto, mi sembra.»

Weiss inclinò il capo con aria incerta.

Ketchum imprecò. «Gesù.»

Era un uomo di colore piccolo e magro, dalla voce profonda, sempre carico di tensione. L’espressione generalmente accigliata cambiava solo quando si tramutava in aperta rabbia. Per quel che ne so, odiava tutto e tutti. Tranne Weiss. Weiss gli era simpatico. Almeno credo.

Fece un segno all’uomo dell’ufficio del coroner che aspettava poco distante, e questi iniziò a infilare il corpo di Wally Spender in un sacco di plastica. Weiss e Ketchum si allontanarono. L’ispettore scosse la testa per sottolineare il suo disgusto.

«Questo piccolo bastardo dalla faccia di topo non è stato neanche derubato», disse.

«In ogni caso è stato assassinato», lo incalzò Weiss. «E questo è un fatto. Non è fantasia, voglio dire: qualcuno deve pur essere stato.»

«Grazie per avermelo fatto notare», replicò ironico Ketchum mentre arrivavano in fondo al vicolo. «Meno male che aveva il tuo biglietto da visita in tasca, altrimenti non ti avrei chiamato, tu non saresti venuto e io non avrei avuto questa brillante spiegazione: ‘Qualcuno deve pur essere stato’. Come ho fatto a non pensarci?»

Uscirono dal vicolo buio in Mission Street, alla luce del sole. Camminavano insieme, un uomo grande e uno piccolo, con i vestiti stropicciati e le mani in tasca. Superarono una serie di vetrine sprangate con le assi. Su queste erano attaccati volantini sbiaditi, strappati e incomprensibili.

«Chi è il tuo testimone?» chiese Weiss.

«Non ci crederai. Uno dei più onesti e affidabili vagabondi che abbiano mai raccattato lattine su queste strade. Giura di aver visto il colpevole uscire di corsa dal vicolo. E giura di avergli visto il coltello in mano.»

«Te l’ha descritto?»

«Certo. Ha detto che era latinoamericano, sulla ventina, con la pelle chiara e la camicia nera.»

«Be’, è proprio lui, sicuro. Si tratta del fratello immaginario della ragazza immaginaria. È un’identificazione sicura.»

«Salvo che è immaginaria.»

«Non si può avere tutto dalla vita.»

Erano seduti in un bar della Settima, a un tavolino vicino alla vetrina. Weiss guardava la strada. Una donnetta anziana era piegata sotto una borsa della spesa che sembrava pesare una tonnellata.

«Ho qualcos’altro per le mani», stava dicendo Weiss.

«Se si tratta di fatti veri, non posso aiutarti», sibilò Ketchum. «Attualmente mi occupo solo di omicidi immaginari.»

«Bishop sta lavorando a un caso, su al Nord.»

«Questa è una buona notizia. Quando quel figlio di puttana è fuori città, San Francisco diventa migliore.»

Weiss lo ignorò. «Il mio cliente possiede il cinquanta per cento di una piccola compagnia di volo, con base fissa, che offre servizi charter, trasporto merci e via dicendo. È convinto che gli aeroplani siano usati dal suo socio per combinare qualcosa di illegale, ma ha paura a rivolgersi alla polizia perché il partner è un poco di buono, che potrebbe anche farlo ammazzare. Ha provato con un’agenzia locale, ma c’era bisogno di un pilota per le indagini e hanno fatto il mio nome.»

«Perfetto», replicò Ketchum. «E qual è il piano di Bishop? Fottersi tutte le donne del posto finché una non gli spiffera qualcosa?»

Weiss riuscì a ignorare anche questa uscita, per quanto decisamente vicina alla verità. «Siamo riusciti ad avere i nomi di tre persone che potrebbero essere implicate nella vicenda, o anche non esserlo… Il problema è che hanno la tendenza a farsi trovare morte. Il primo, un giardiniere di nome Harry Ridder, si è sparato. La seconda è una donna misteriosa, Julie Wyant, che sembra essersi buttata dal Golden Gate.»

«Non deve aver visto i cartelli di pericolo.»

«Il terzo nome è Whip.»

«Whip?» ripeté Ketchum. «Whip e poi?» Weiss gli fece capire di non avere altre indicazioni e Ketchum esclamò: «Fantastico. Uno qualsiasi di quei fessi tatuati che scorrazzano a ovest di Filadelfia a un certo punto della sua vita si è fatto chiamare Whip. E tutto quello che Bishop sa fare? Cristo. L’unica cosa su cui quel bastardo sa investigare è la topa».

«Ti ricordi…» iniziò Weiss.

«Dovresti sbarazzarti di quel figlio di puttana, credimi», replicò Ketchum. «Era in prigione e, merda, lì sarebbe ancora se tu non gli avessi salvato quel culo da pervertito.»

«Ti ricordi…»

«Sei tu che devi ricordarti che non è il figlio che non hai mai avuto, Weiss. Non può andare in giro a vivere la vita che tu vorresti fare, non può essere l’incarnazione del lato selvaggio del tuo carattere.»

Weiss sorseggiò il caffè e, prima di parlare ancora, depose la tazza. «Ti ricordi di Cameron Moncrieff?»

«E come non potrei? Contrabbandiere e frocio. Quello con la mania per i maglioni dolcevita.»

«Sai che è morto?»

«Certo che lo so. È la cosa migliore che abbia mai fatto.»

«D’accordo, lo sai. Gli altri due nomi erano in un qualche modo legati a lui, perciò mi chiedo se anche questo Whip non lo sia.»

«Sai qual è il problema con Bishop?» proseguì Ketchum, come se non avesse ascoltato neanche una parola di Weiss. «È una specie di rottweiler in versione zombi. Fa tutto quello che gli dici perché l’hai tirato fuori da Pelican Bay, ma tu sei la sola coscienza che possiede. Gli dici di portarti il giornale, e lui te lo porta, a qualunque costo. Se si trova fra i piedi un poveraccio, gli taglia la gola; se una puttanella qualsiasi lo intralcia, se la scopa. ‘Devo portargli il giornale’, ecco tutto ciò che ha in mente, ‘Weiss mi ha detto di portargli il giornale’. È un criminale pezzo di merda, amico mio, credimi, che per caso tu tieni al guinzaglio. Non puoi insegnargli a distinguere il bene dal male. Non puoi procurargli l’anima che non ha.»

Weiss stava aspettando che Ketchum terminasse la sua tirata, tamburellando con le dita sul tavolo di formica. Ma l’altro era irriducibile.

«E di che merda si sta occupando ora?» sbottò infine. Weiss allargò di nuovo le braccia. «Lo sai bene, cazzone di un ebreo, che non posso proteggerti se ti immischi nelle faccende dei federali.»

«Dai Ketch, che cosa sai di questo Whip?»

Passò qualche istante prima che l’ispettore rispondesse. Prima di tutto, pronunciò sottovoce una serie di ingiurie e scosse la testa disgustato. Poi si guardò in giro in cerca di qualcuno che potesse testimoniare sulle stronzate che gli toccava sopportare. Infine sospirò con una rassegnazione che solo i santi possono avere in questo nostro mondo infelice. Solo allora si sentì pronto e disse: «E va bene».

Weiss appoggiò la guancia sul pugno e attese.

«C’è un tipo di nome Lenny Pomeroy su cui pendono tre capi d’accusa per aver ucciso una coppia alcuni mesi fa. È anche conosciuto come Whip, Whip Pomeroy.»

«Legami con Moncrieff?»