Weiss si guardò intorno, confuso, puntando la pistola sulla stanza con un movimento incerto. Il sudore era ancora freddo sulla nuca, ma la paura stava andandosene, veloce e misteriosa com’era venuta. Era stordito, come se avesse davvero avuto un incubo, come se si fosse appena svegliato. Si chiese in effetti se non fosse stato così, se non si fosse appisolato in poltrona e non avesse fatto un brutto sogno.
«Chi parla?» chiese rauco.
«Volevo solo ringraziarla, signor Weiss», rispose la donna, con voce vellutata. C’era qualcosa di irreale nel modo in cui parlava, una sensazione di distacco. «Forse un giorno potrò ringraziarla di persona.»
Weiss scosse la testa cercando di chiarirsi le idee. «Chi… chi è lei?»
«Non posso venire a trovarla adesso, mi capisce? È ancora troppo pericoloso. E neanche lei può venire da me. Se ne rende conto, vero?»
«No, io non…»
«Se lo porterebbe dietro, perché lui di certo la sorveglia ora, in ogni istante. E se lei venisse a cercarmi, lo porterebbe da me.»
Il respiro di Weiss si era fatto veloce e pesante. All’improvviso, quello che la donna diceva aveva un senso. «Forse posso aiutarla», sbottò con una voce dolce, quasi lamentosa. «Forse potrei…»
«La prego», disse la donna. «La prego, mi ascolti. Non venga. Non deve cercarmi. Lui la seguirebbe, mi troverebbe.»
«Ma…»
«E sia prudente, d’accordo? Per favore. Sia molto, molto prudente, signor Weiss.»
La linea fu interrotta. Dopo un attimo il telefono ricominciò a dare il suono di libero. Con un movimento malfermo, Weiss rimise a posto la cornetta. Si guardò intorno e pensò che doveva essersi addormentato. Non poteva che essere così. Si era addormentato e aveva sognato, ecco tutto. Anzi, probabilmente stava ancora sognando.
Stava per riporre la pistola nel cassetto, ma esitò. Tornò a fissare la finestra e, con la pistola in mano, attraversò la stanza fino a raggiungerla. Guardò giù, in direzione del lampione.
Non c’era più nessuno. Niente. Solo le ombre. Solo la nebbia.
RINGRAZIAMENTI
Devo dedicare qualche riga a ringraziare le persone che mi hanno aiutato a scrivere questo libro. Alcuni loro nomi si sono persi nella memoria di un computer che è saltato, ma la maggior parte si è salvata. Mi scuso fin d’ora per le dimenticanze, nonché per eventuali errori nella grafia dei nomi o nell’attribuzione di cariche e titoli.
L’investigatore privato Lynn McLaren è stato senza dubbio il più paziente nell’ascoltare le mie domande e il più generoso nel rispondere. Raymond McGrath, dell’Institute for International Criminal Investigations, ha sopportato una lunga intervista e le successive telefonate. Audrey Schutte e tutto il personale della Hillside Aviation di Redding, in California, mi hanno introdotto ai segreti del loro mestiere. Andrea Read della Spitfire Aviation di Santa Barbara mi ha detto tutto sugli aerei e sul volo. Ty Blasingame, pilota nell’Army National Guard, mi ha insegnato tutti i segreti di un elicottero da assalto. Sono stato anche aiutato da Christopher Miller, aviere scelto dall’Air National Guard, e dal tenente colonnello Robert «Nash» Cooper, dell’Air Guard’s Office presso il comando della guardia nazionale della California. David Brunk mi ha fatto fare un eccellente — e terrificante — giro della prigione federale di Lompoc; mi raccomando, David, stai attento. Anche il tenente Rawland Swift, responsabile amministrativo delle guardie nella prigione statale di Pelican Bay, mi è stato molto utile, così come Tom Hansen, del Department of Corrections della California, e il colonnello Dennis Sarkeijian, dell’ufficio del comandante in capo della guardia nazionale. Fred Gardner, della procura del distretto di San Francisco, e Sherman Ackerson, del dipartimento di polizia di San Francisco, si sono resi disponibili per spiegarmi le procedure, così come il tenente Nick Katzenstein, ex poliziotto del dipartimento di Santa Barbara. Il dottor Lesley Wallis, vicepatologo di Miami, mi ha assistito nel descrivere le azioni più sanguinarie di Shadowman. I miei ringraziamenti vanno anche a Larry Mousouris per avermi insegnato come trattare la motocicletta di Bishop.
Sul piano personale, intendo ringraziare Robert Gottlieb del Trident Media Group; Brian Lipson dell’Endeavor Agency; Tom Doherty, Robert Gleason e Brian Callaghan di Tor/Forge; e la mia eccellente ricercatrice Wendy Miller. Su un piano ancora più personale, tutti i ringraziamenti che le parole non possono esprimere a Ellen, la miglior moglie che un uomo possa desiderare.