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— Mmm! — esclamò Eddie.

Salimmo su per la scogliera. Nia ci precedette nel villaggio. Era deserto. Il vento sollevava polvere e la spingeva attorno a noi. Le campanelle sulle insegne metalliche tintinnavano.

Agopian disse: — Dove sono tutti quanti?

Derek fece il gesto che significava che non lo sapeva.

Arrivammo nello spazio aperto: la piazza del villaggio. Era piena di persone: donne e bambini, tutti elegantemente vestiti. Ovunque guardassi, vedevo vivaci colori, ricami, gioielli.

Una donna gridò. Tutti si voltarono a guardarci.

— Aiya! - disse l’oracolo. — Devo andare lì in mezzo?

— Puoi tornare indietro — gli rispose Derek.

— No. Il mio spirito mi ha ordinato di restare con voi.

La folla si divise. Vi passammo in mezzo. L’oracolo teneva il capo chino e non guardò nessuno finché non arrivammo di fronte ad Angai.

Lei era ritta davanti alla propria tenda, sotto il lembo che fungeva da riparo. C’erano tanti di quei ricami sulla sua veste che non riuscivo a distinguere il colore del tessuto sottostante.

I suoi gioielli erano meno solenni: una borchia d’oro nel naso e una collana che sembrava dover appartenere a una ragazza. Ogni maglia era un piccolissimo e delicato uccello d’argento. Non certo la cosa adatta a una sciamana di mezza età, abbigliata per un importante evento sociale.

— Sedetevi. — Parlò con voce alta in modo che tutti potessero sentire. — Riferitemi il vostro problema. Il villaggio ascolterà. Faremo quello che potremo.

C’erano coperte distese sotto il riparo. Angai fece un gesto e noi ci sedemmo.

Le abitanti del villaggio si avvicinarono. Le vecchie erano le più vicine. Si sedettero per terra. Dietro di loro c’erano le matrone. Non riuscivo a vedere le ragazze o i bambini. Ma sentivo le voci dei bambini, voci acute che gridavano: — Tsa! Tsa! Tsa!

Angai disse: — Cominciate.

Mi presentai, poi presentai gli altri umani.

— Di che sesso sono? — domandò Angai.

Glielo dissi.

— Quattro uomini — dichiarò Angai. — Uno di loro sembra vecchio. È esatto?

Feci il gesto dell’affermazione.

— Ma gli altri tre?

— Non sono né vecchi né giovani.

— Due di loro — guardò di sfuggita Derek ed Eddie — hanno l’aspetto di uomini notevoli. Il modo in cui si vestono è notevole, così come il loro portamento.

— Sì.

— Ma sono capaci di stare seduti fianco a fianco, e anche accanto a donne e a un paio di uomini piccoli, senza fare nulla.

— Sì.

— Nia ha ragione. La tua gente è molto diversa. — Guardò l’oracolo. — Li-sa non mi ha detto il tuo nome. Chi sei e perché viaggi con la gente senza pelo? Perché sei venuto in questo villaggio? Sei un pervertito?

— No. Io sono santo e pazzo. Il mio nome è la Voce della Cascata. Appartengo al Popolo del Rame della Pianura. Sono un oracolo. Viaggio con la gente senza pelo perché me l’ha ordinato il mio spirito. Sono venuto in questo villagio, o sciamana, perché sono venute queste persone. Non le lascerò finché non riceverò indicazioni dal mio spirito.

Angai aggrottò la fronte. — Non ho mai sentito di uno spirito che usasse un uomo per parlare. Ma le vecchie sostengono che più un villaggio è lontano, più le cose vengono fatte in modo sbagliato. Il Popolo del Rame è molto lontano da qui. — Tornò a rivolgersi a me. — Qual è il vostro problema? Parlamene! Forse se saprò che genere di cose vi preoccupano, riuscirò a capirvi meglio. — Si volse verso Nia. — Tu!

Nia fece il gesto che significava che stava ascoltando con rispetto.

— Presta molta attenzione! Se la donna senza pelo dice qualcosa che a te non sembra giusto, parla francamente. Dimmelo!

— Sì.

— Okay — feci io in inglese. — È pronta ad ascoltare il problema.

— Parlerò io per primo — disse il signor Fang. — Ti prego di continuare a tradurre, Lixia.

Feci il gesto dell’assenso.

Lui sembrò perplesso. Annuii col capo e lui incominciò.

— Per prima cosa, ringrazia Angai per la sua accoglienza. "Spiegale che veniamo da molto, molto lontano.

"Dopo essere giunti su questo pianeta… in questo luogo… si è creata fra noi una divergenza di opinioni. Pertanto, abbiamo deciso di rivolgerci a persone al di fuori della nostra spedizione."

Tradussi.

Angai fece il gesto dell’approvazione. — Quando due donne non riescono a mettersi d’accordo, devono rivolgersi a una terza. Agire in modo diverso sarebbe agire come uomini. — Aggrottò la fronte, ricordando evidentemente che il signor Fang era un uomo. — Va’ avanti.

Il vecchio esitò. Puntini di luce riflessa danzavano sulla sua pelle bruna e sul suo vestito di cotone blu scolorito. La luce proveniva dalle decorazioni appese ai bordi del riparo: catene di bronzo che terminavano in piccoli pesci piatti e uccelli. Si muovevano al vento, emettendo un sommesso tintinnio. Oggi i capelli del vecchio erano sciolti e si muovevano a loro volta, sollevandosi quando il vento soffiava sotto il riparo: a ciuffi, disordinati, di un grigio biancastro. — Non è facile. Come si possono rimuovere le idee dal loro contesto? Come possiamo spiegare il nostro dilemma a individui la cui storia e la cui tecnologia sono diverse dalla nostra?

— Io sono disposto a provarci — intervenne Eddie.

— No — ribatté il signor Fang. — Il tuo turno verrà più tardi. Lixia, spiegale che veniamo da un pianeta… un luogo… dove ci sono molti differenti tipi di società. Queste società hanno differenti livelli di tecnologia e, di conseguenza, diverse forme di organizzazione sociale e diverse ideologie.

— Il vecchio dice che nel nostro paese ci sono molti popoli diversi fra loro. Hanno utensili diversi e idee diverse.

— Sarebbe difficile che avessero gli stessi utensili — disse Angai. — Ogni villaggio deve avere le proprie lavoratrici dei metalli e ciascuna di queste deve avere i propri utensili. Quanto alle idee, so che le persone non sono sempre d’accordo.

Il signor Fang proseguì. — In passato ci sono stati problemi quando popolazioni con diversi livelli di tecnologia sono venute in contatto fra loro. — Esitò. — Non voglio parlare di guerra e sfruttamento. Questi sono gli argomenti di Eddie.

"Spiega alla sciamana che quando società differenti si incontrano, si scambiano informazioni e ciò può provocare cambiamenti in una società o nell’altra. Questi cambiamenti non sono sempre piacevoli."

Feci il gesto che significava "lo farò". — Il vecchio dice che quando popoli diversi si riuniscono, si scambiano insegnamenti su nuovi modi di fare le cose, e ciò può essere scombussolante.

La parola che usai per "scombussolante" significava "mettere sottosopra", "rimescolare la pappa muovendo in tondo un cucchiaio", "vuotare una pentola rovesciandola".

Angai aveva un’aria perplessa.

— A causa di ciò — proseguì il signor Fang — le persone sono sempre state in disaccordo circa i vantaggi dei viaggi e dello scambio di informazioni. Secondo il Maestro Lao, in un paese che segue la Via, gli individui eviteranno i miglioramenti tecnologici. Trascorreranno tutta la loro vita in un solo villaggio anche se il villaggio successivo può essere così vicino da consentire loro di sentire l’abbaiare dei cani e il canto dei galli.

Dissi: — Ci sono persone nel nostro paese che ritengono che sia una cattiva idea imparare cose nuove. Queste persone non amano viaggiare.

Angai fece il gesto che significava "continua".

Il signor Fang disse: — Ma il Maestro Kong sostiene che i due grandi piaceri della vita sono acquisire conoscenze e ricevere la visita di amici che vengono da molto lontano.

"La letteratura della Cina è piena di viaggi, di amici che si separano e si incontrano di nuovo. È così che la nostra civiltà si è creata e si è tenuta insieme: grazie ai poeti a cavallo e ai soldati sulla frontiera, alle donne mandate come spose a stranieri, ai lavoratori comuni che hanno guidato carovane attraverso le montagne e barche attraverso le gole dello Yangtze." Alzò lo sguardo e si rese conto del luogo in cui si trovava. Per un attimo sembrò sbigottito.