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Derek disse: — Eddie sostiene che in passato la nostra gente si è comportata male con persone di altri villaggi. Teme che possa accadere di nuovo.

— Che cosa intendi dire con comportarsi male? — domandò Angai.

Derek tradusse.

— Parlale della guerra — disse Eddie.

— In passato i nostri uomini erano soliti andare in giro in gruppi. Combattevano contro uomini di altri villaggi. Gli uomini che vincevano rubavano cose agli uomini che avevano perso.

— Che genere di cose? — s’informò Angai.

— Oggetti, animali, terra. A volte portavano via persone: uomini, donne e bambini.

— Come si fa a rubare la terra? Non la si può portare via in una bisaccia da sella e neppure su un carro. E che scopo potrebbe esserci a portare via delle persone?

Una vecchia disse: — Ci sono storie di demoni che mangiano le persone.

Angai corrugò la fronte. — È questo che faceva la vostra gente?

— No — rispose Derek. — Lascia che sia Eddie a spiegarlo. — Tradusse le domande di Angai.

Eddie assunse un’aria corrucciata. — Questo è veramente difficile. Aspetta un minuto. — Fissò il cielo. — Ci sono due modi di rubare la terra.

"Nel primo caso, si scacciano le persone che si trovano sulla terra e la si prende per sé. Questo è stato fatto nel Nord America.

"Nel secondo caso, si assume la proprietà della terra. Non ci si sbarazza degli abitanti originari. Si tengono per lavorare la terra. Si posseggono al pari della terra. Questo è stato fatto nel Sud America e in Africa e, immagino, in Europa nel Medio Evo."

Derek tradusse.

Angai disse: — Perché le persone dovrebbero accettare di lavorare per degli stranieri? Quale vincolo li tiene insieme? Non sono parenti. Non possono avere nessun obbligo verso individui che sono ladri.

Eddie rispose: — Se non lavoravano, non ricevevano cibo. Spesso venivano picchiati o feriti in altri modi.

Derek tradusse, trovando qualche difficoltà con la parola "picchiati". Esitò, poi usò il termine che significava battere il metallo nella fucina.

— Questo è impossibile da capire — dichiarò Angai. — Perché le persone non se ne andavano?

— Non c’era alcun posto dove andare — ribatté Eddie. — Il mondo era pieno di persone che combattevano e rubavano. Tutto era posseduto.

— Uh! — esclamò Angai. Guardò Nia. — Questo ti sembra esatto?

— No. Non ho mai sentito niente del genere prima d’ora. So che quest’uomo non vuole che tu faccia una buona accoglienza alla sua gente. Forse sta mentendo.

Angai guardò me. — Sta mentendo?

— No. Ma quello che descrive è accaduto molto tempo fa.

— Quanto tempo fa?

Feci qualche calcolo. — Sono passate almeno dodici generazioni.

Angai si appoggiò all’indietro ed espirò. — Siete sicuri che queste cose siano successe davvero? Una storia può cambiare quando viene raccontata e raccontata di nuovo più volte.

— Siamo sicuri.

— Che cosa è successo? È più facile cambiare le parole che cambiare le persone. Se la storia è vera, se non è cambiata, allora che cosa è successo a voi? Perché ora siete diversi?

Esitai. Derek tradusse la nostra conversazione.

Eddie disse: — Non sono certo che siamo poi tanto diversi.

— Posso rispondere io alla domanda? — chiesi.

Il signor Fang e la Ivanova accennarono di sì col capo.

— Credo che tu stia cercando di cambiare il senso delle mie parole — protestò Eddie.

— Sto cercando di rispondere a una domanda fatta da Angai. Derek tradurrà tutto quello che dirò. Se vorrai fare delle osservazioni, avrai la possibilità.

Eddie fece il gesto del riluttante assenso.

Mi rivolsi ad Angai. — Eddie non crede che siamo cambiati. Ma io sì.

— Come? E perché? — domandò Angai.

Riflettei un momento, consapevole delle persone che ascoltavano, dei piccoli rumori, colpi di tosse e mormorii, un neonato che piangeva, bambini più grandi che giocavano all’altra estremità della piazza. Sentivo le loro voci, acute e chiare, non tanto diverse dalle voci dei bambini sulla Terra.

Ma quando guardai, vidi pelo scuro e occhi gialli, pupille simili a fessure, ampie facce piatte che non mi ricordavano nessuna specie umana.

— Eddie ha detto che queste persone, i nostri antenati, si derubavano a vicenda. Questo è vero. Rubavano anche all’intero mondo. Le persone trattano ogni cosa nel modo in cui si trattano a vicenda.

Una donna molto vecchia, grigia e curva, esclamò: — Uh! Sì! Lo so!

— Fecero a pezzi la terra, cercando svariati tipi di ricchezza: oro, argento, rame e altre cose. Abbatterono foreste. Levarono l’acqua dai fiumi così che i fiumi si prosciugarono. Misero veleno in altri fiumi così che l’acqua non poté più essere usata. Riuscirono perfino a recare danno al cielo. Incominciarono a cadere piogge ardenti e il calore del sole divenne più intenso.

— È terribile — osservò una donna. — Le vostre sciamane non erano in grado di fare niente? Non potevano supplicare gli spiriti? Non potevano eseguire cerimonie di propiziazione e prevenzione?

— Hanno provato. Ma niente funzionava. Non erano gli spiriti a fare quelle cose. Erano le persone.

— Uh! — esclamò la donna.

— Che cosa successe? — chiese Angai.

— Devi capire che la maggior parte dei nostri antenati non erano volutamente malvagi. Non intendevano distruggere il mondo. Ma non pensavano alle conseguenze di quello che stavano facendo. Erano convinti di poter prendere senza dare. Credevano che il mondo fosse come un pesce in una conchiglia. Potevano aprirla e mangiarlo e gettar via la conchiglia.

Feci una pausa. Derek tradusse.

— Un pesce in una conchiglia? — domandò il signor Fang.

Eddie disse: — Mi stupisce che Derek si sia lasciato sfuggire questo. I nostri antenati pensavano che il mondo fosse la loro ostrica.

Il signor Fang appariva ancora perplesso.

Angai disse: — Dovevano rendersi conto che stavano agendo in modo sbagliato. È sempre sbagliato rubare. È sempre sbagliato recare danno ad altre persone, a parte quando due uomini si battono in primavera.

— Mentivano gli uni con gli altri su quello che stavano facendo — le dissi. — All’inizio, nei primi tempi, dicevano: "Stiamo rendendo migliore il mondo. Quando arrivammo in questo posto non c’era nient’altro che foresta, animali selvatici e persone che correvano qua e là nude. Abbiamo messo fine a tutto ciò. Abbiamo abbattuto gli alberi e piantato giardini. Abbiamo creato pascoli dove possiamo allevare il genere di animali che desideriamo. Abbiamo insegnato alle persone nude a indossare indumenti. Tutto questo è bene! E guardate le altre cose che abbiamo fatto! Abbiamo scavato fiumi e portato l’acqua ai nostri giardini. Abbiamo trasformato in laghi aridi canyon. Adesso c’è più cibo. Adesso possono esserci più persone. Adesso i nostri villaggi possono diventare grandi e ricchi!".

"Dopo un po’ di tempo incominciarono a rendersi conto che il mondo non sembrava essere un luogo migliore. Tutto sembrava più piccolo e più sporco. Tutto si stava consumando: il suolo, le colline, i fiumi e i laghi. Le persone dissero: ’Non c’è niente di nuovo in questo. Ci sono sempre stati luoghi in cui la terra è povera e inutile. Ci sono sempre stati fiumi nei quali l’acqua non è buona da bere. Non c’è alcun problema’.

"Le cose continuarono a peggiorare. Ora le persone dissero: ’Per tutto ciò che si guadagna, qualcosa deve andare perduto. Guardate quello che abbiamo guadagnato! Guardate i nostri villaggi pieni di grandi case! Guardate le nostre case piene di molti doni! Le foreste che sono sparite ci sono tornate in oro. I fiumi che non possiamo bere sono diventati vasi pieni di bara’.

"Alla fine tutto divenne così brutto che nessuno riusciva a trovare qualcosa di consolante da dire. Allora le persone dissero: ’Cambiare è impossibile. È già troppo tardi. In ogni caso, non ci dispiace davvero il modo in cui sono le cose’." Feci una pausa. "Queste sono le quattro menzogne che le persone raccontavano: ’Stiamo rendendo migliori le cose’. ’Non c’è alcun problema.’ ’Non ci sono autentici doni.’ ’È troppo tardi per cambiare.’"