"Il loro dono è un certo tipo di pesce molto grosso. Lo affumicano e lo marinano. Conservano anche le uova del pesce e le cose che il pesce maschio produce. La loro sciamana è famosa per la sua saggezza. Le chiederò di spiegarmi i miei sogni. Forse mi serve una cerimonia di propiziazione.
— È possibile — disse Nia. — E il traghetto?
— Le persone possono fare com’erano abituate a fare prima del mio arrivo.
— Il traghetto è stato il tuo dono.
— Tu continuerai a viaggiare. Sei fatta così. Se resterò qui da sola, impazzirò. Troverò un nuovo dono, forse fra il Popolo delle Uova di Pesce, forse più a sud.
Nia aiutò Tanajin a fabbricare la zattera. Ci vollero cinque giorni. Quando ebbero finito, disse: — Insegnami a usare il remo.
— Perché? — s’informò Tanajin.
— Penso di restare qui per un po’ di tempo. Quando verranno delle persone, le traghetterò. Spiegherò che te ne sei andata e che anch’io partirò presto. La notizia si diffonderà. Le persone sapranno di dover portare con sé delle asce.
Tanajin fece il gesto dell’assenso.
Rimase ancora una quindicina di giorni. Passarono la maggior parte delle giornate sull’acqua. Nia imparò a ruotare il grosso e pesante remo e a conoscere ciò che si nascondeva sotto la superficie dell’acqua. C’erano isole che emergevano soltanto negli anni di maggior siccità, ma erano sempre là e la zattera poteva rimanere impigliata su una di esse. C’erano tronchi, più di quanti potesse contarne una persona. Alcuni galleggiavano sulla superficie dell’acqua, altri erano sommersi. Alcuni erano rimasti incagliati nel fango del fondo del fiume e stavano ritti come alberi vivi, i rami che salivano verso la superficie. Altri erano trattenuti meno saldamente dal fango e ondeggiavano avanti e indietro nell’acqua.
— Come canne al vento — disse Tanajin. — O un albero che sta per spezzarsi.
— Aiya! - esclamò Nia.
— Ogni tipo di tronco è pericoloso. Se la zattera resta impigliata, potresti non riuscire a liberarla. Non lasciar mai penzolare una fune. Porta sempre con te un coltello. E tieni sempre d’occhio la superficie. Se ci sono gorghi o mulinelli, evita quel punto.
— È molto più complicato di quanto pensassi — osservò Nia.
Tanajin parlò in tono iroso. — Voi persone del nord siete così ignoranti! Pensate che il fiume sia come la pianura. Pensate che tutto ciò che importa sia in superficie, dove qualunque sciocco può vederlo.
Nia tenne i denti stretti. Un’insegnante aveva sempre diritto almeno a qualche insulto. Tutti lo sapevano. Era vero fra tutti i popoli.
Finalmente Tanajin disse: — Non sei ancora esperta, e non sai abbastanza sul fiume, ma credo che tu sia in grado di farcela. Ora posso lasciarti.
Nia fece il gesto dell’intesa.
L’indomani mattina Tanajin ammucchiò le sue cose sulla nuova zattera. Nia l’aiutò a spingere nel fiume la zattera. Tanajin vi salì e fece il gesto dell’addio.
Nia agitò la mano in risposta.
La zattera si allontanò. Tanajin incominciò ad azionare il remo. Nia restò a osservarla. La donna diventò sempre più piccola finché non sparì. La zattera divenne un puntino sul fiume ampio e splendente. Nia si riparò gli occhi con la mano. Anche la zattera era sparita.
Nia trasportò le proprie cose nella tenda vuota, ma non vi dormì. Aveva l’odore di Tanajin e le pareti erano sostenute da pezzi di legno. Erano troppo robuste. Una casa come si deve doveva muoversi al vento, non troppo, ma abbastanza perché le persone all’interno potessero sapere che cosa succedeva sulla pianura.
Ogni sera portava fuori una coperta davanti alla tenda. Si coricava presso il fuoco e guardava in su. Incominciò a notare delle cose.
Una di queste era una luce che si muoveva come una luna, ma era del colore sbagliato: un bianco argenteo. Seguiva una nuova traiettoria, diversa da qualunque delle vecchie lune. Notte dopo notte attraversava il cielo sopra di lei. Non aveva idea di che cosa fosse. Forse era tornata una delle Due Donne Disperse?
C’era anche una nuova stella. Appariva nello stesso punto ogni sera: al centro del cielo. Le altre stelle si muovevano tutt’attorno, ma quella non si muoveva affatto.
C’erano altre luci: rosse, bianche e verdi. Si trovavano quasi tutte a sud, vicino all’orizzonte. Si spostavano rapidamente in tutte le direzioni.
Nia incominciò a sentirsi inquieta. Una cosa era che le persone senza pelo creassero un nuovo genere di nuvola. C’erano molti diversi tipi di nuvole e mutavano sempre. Era improbabile che un tipo in più causasse guai. Ma una nuova stella! Una nuova luna! Luci che vagavano come insetti! Qui! Là! Su! Giù!
Dall’altra parte del fiume si alzò del fumo. Nia vi andò. C’era un uomo in attesa. Un tipo grande e grosso dalla pelliccia color grigio ferro.
— E tu chi sei? — chiese. — Dov’è Tanajin? — Parlava con un accento che Nia non riconosceva.
— Se ne è andata. Mi occupo io del traghetto.
— Uh! — disse l’uomo.
Nia lo traghettò sull’altra sponda insieme a due cornacurve. Lui le diede del sale in un sacchetto di pelle. La pelle era morbida e sottile. Nia non sapeva da che specie di animale provenisse. L’uomo non le spiegò chi fosse né perché viaggiasse attraverso il territorio del Popolo del Ferro. Nia decise di non chiederglielo.
Trascorsero altri giorni. La nuova luna continuava a viaggiare nel cielo. La nuova stella restava al centro del cielo. Di quando in quando vedeva un’altra di quelle lunghe nuvole.
Tornarono le Donne dei Canestri. La loro guida disse che il Popolo dell’Ambra non era stato di grande aiuto. — Sono impegnate a eseguire cerimonie di prevenzione e propiziazione. Qualcosa è andato storto. Non hanno voluto spiegarci che cosa, a parte dirci che dietro tutto questo c’era l’Imbroglione.
"È uno spirito che non conosciamo, sebbene somigli un po’ alla nostra Donna dalla Faccia di Uccello. Una sobillatrice! Una spiona e una bugiarda! Anche se devo riconoscere che dobbiamo molto alla Donna dalla Faccia di Uccello. Lei ci ha dato il fuoco e ci ha insegnato a intrecciare canestri."
Un’altra donna disse: — Non dovremmo esserle troppo grate. Ha convinto lei la Prima Gente che non c’era niente di sbagliato nell’incesto. E ha lasciato libero nel mondo il piccolo insetto nero della morte.
La guida si accigliò. — Le donne del Popolo dell’Ambra hanno continuato a parlare di questo spirito. Questo Imbroglione. Ci hanno detto che le persone senza pelo non sono il problema. L’Imbroglione è il problema. È lui che sta causando cambiamenti nel cielo.
— Le persone senza pelo hanno fatto una visita laggiù? — s’informò Nia. Puntò il dito verso est.
La guida fece il gesto che significava "no". — Non sono sicura che ci abbiano creduto quando abbiamo raccontato loro delle persone senza pelo e della barca che poteva volare. Forse pensavano che fossimo delle bugiarde, come l’Imbroglione.
— Aiya! - esclamò Nia. Le traghettò oltre il fiume, poi tornò indietro.
Ormai la foresta lungo il fiume aveva finito di cambiare colore. Gli alberi erano gialli e arancione. Le canne nelle paludi erano rosse. Stormi di uccelli viaggiavano nel cielo come nuvole.
Nia incominciò a preoccuparsi del cibo. Stava per rimanere senza. Si avvicinava l’inverno. Fabbricò delle trappole per i pesci e le sistemò nel fiume. Poi andò nella foresta, tagliò della legna e fece una rastrelliera per affumicare. Era il modo più sicuro per conservare pesce e carne. Il fumo avrebbe nascosto l’odore del cibo. Gli animali della foresta non sarebbero venuti a cercare qualcosa da mangiare.
Fabbricò delle trappole da collocare nella foresta. Poi si costruì un arco. Era del tipo poco resistente usato dalla gente del sud, ma non aveva i materiali per un arco fatto nel modo giusto, con strati di corno, e inoltre non era una fabbricante di archi.