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— Abbiamo due scelte — disse. — Possiamo infilzarli su bastoncini e arrostirli oppure avvolgerli in foglie bagnate e cuocerli fra i carboni.

— Quale modo è più rapido?

Lui sorrise. — Arrostiti. Andate a tagliare dei bastoncini.

Ci voltammo e ci dirigemmo di nuovo verso l’erba enorme.

— Dà un sacco di ordini — disse Nia. — Chi crede di essere? Una sciamana?

— Ha un incarico permanente — risposi. — Questo gli dà sicurezza di sé. — Provai una fitta di invidia. Il mio passato accademico era assai meno brillante. Il lavoro che avevo lasciato non era fisso.

— Che cos’è? La parola che hai detto?

— Un incarico permanente. Significa che ha la possibilità di tenersi stretto quello che ha.

— È come gli uomini grandi e grossi fra la mia gente — osservò Nia. — Loro si tengono i loro territori e nessuno può farli recedere, finché non diventano vecchi.

— Credo che sia proprio così.

Ci procurammo i nostri bastoncini e tornammo presso il fuoco. Derek cucinò i pesci. Mangiammo. Dopo di che io dissi: — Tu non dovresti essere qui.

— Mi sentivo solo e da quanto Eddie mi ha detto su Nia, ho pensato che avrebbe potuto sopportare un uomo.

— Può darsi — dichiarò Nia. — Ma tu non sei come Enshi, e lui è stato l’unico uomo con il quale abbia mai passato del tempo.

Guardai Nia. Lei incominciò a leccarsi la parte interna della mano, raccogliendo quel che restava dell’olio di pesce. — Se la sua presenza ti disturba, gli dirò di andarsene.

Nia alzò lo sguardo. — No. Voglio imparare come cattura i pesci. Adesso vado a lavarmi. — Si alzò e si slacciò la cintura, poi si tolse la tunica. Nuda, s’incamminò verso il fiume. S’inginocchiò e si slacciò i sandali. La sua pelliccia splendeva come rame e i suoi movimenti erano disinvolti come quelli di Derek. No, mi sbagliavo. I suoi movimenti erano più vigorosi e meno aggraziati. Lei si alzò, si liberò con un calcio dei sandali ed entrò nell’acqua.

Il mio compagno si massaggiò il naso, che incominciava un po’ a spellarsi. — Pensavo, da ciò che ha detto prima, che la nudità non fosse del tutto appropriata. O questo si riferisce soltanto agli uomini? O forse è ammissibile svestirsi per fare il bagno, non importa chi ci sia in giro.

— Quando hai dei dubbi, chiedi.

— Una buona idea. — Si alzò in piedi. — Me la immaginavo come un’anziana donna severa. Una Madre Coraggio. Invece è bellissima. — La seguì fino alla riva del fiume.

Oh, no, pensai. Derek aveva una pessima fama. Il Don Giovanni di San Francisco. L’Amante Interstellare. Aveva attraversato l’intera nave come una fiamma divoratrice. C’erano perfino voci su di lui e la Ivanova, sebbene trovassi assai improbabile una tale combinazione. Lui rifiutava di dire se le voci corrispondessero a verità, e certamente io non avevo la faccia tosta di domandarlo a lei.

Una sera, dopo che avevamo finito di fare l’amore, gli avevo chiesto il perché di quella promiscuità sessuale. Senso di colpa, mi aveva risposto.

"Fra la mia gente ci si sposa giovani. Ho avuto una moglie. Aveva forse tredici anni, era sottile come un giunco con lunghi capelli bruni. I suoi occhi erano azzurri. L’ho abbandonata quando ho lasciato la mia gente. Non la tradirò mai. Non mi sistemerò mai con una donna di fuori."

Nia era immersa nell’acqua fino alla vita e sguazzava con le braccia. Derek la chiamò. Non riuscii a capire che cosa le disse. Lei rispose. Incominciarono a parlare. Nia si avvicinò di più a riva. Grazie al cielo eravamo a metà estate. Il periodo dell’accoppiamento era trascorso. Non era assolutamente possibile che Nia si interessasse a Derek. Nonostante ciò decisi di andare a raggiungerli. Udii Nia che diceva: — La mia gente pensa che sia vergognoso andare in giro senza vestiti. Ma alle donne del villaggio di Nahusai piace nuotare. Si lavano spesso. Loro sostengono che la sola vergogna è stare nudi quando c’è un uomo. O anche un ragazzo, poiché costoro crescono e diventano uomini. Ma io faccio le cose a modo mio. — Disse quest’ultima frase in tono di sfida. — Non faccio attenzione alle opinioni delle donne anziane. Faccio quello che penso sia giusto.

Derek sorrise, poi fece il gesto dell’approvazione. Nia andò più al largo e incominciò a lavarsi la schiena.

Nel pomeriggio sul tardi lui le fece vedere come si usava una canna da pesca. Nia non pescò niente. Mangiammo carne essicata per cena. Giunse la notte. C’erano stelle cadenti.

— Compaiono in questo periodo dell’anno — spiegò Nia. — Noi le chiamiamo le Frecce dell’Estate.

Derek mise altra legna sul fuoco. Mi addormentai e sognai di lui. Eravamo in una delle cabine di ricreazione sulla nave. Le pareti erano di un lucido bianco giallognolo. Derek era nudo e rideva. Aveva il pene eretto. Si protendeva verso di me. Mi svegliai. Alla mia destra, a una certa distanza, Nia russava, e Derek era disteso dall’altra parte del fuoco. Sentivo il suo respiro lento e profondo. Restai distesa lì per un po’ a osservare il cielo notturno, poi tornai a dormire.

L’indomani mattina Derek andò a pescare. Come esca usò un insetto locale. Somigliava a un bruco: grasso e verde, con numerose zampe. C’erano centinaia di quelle creature lungo il fiume. Si nutrivano dell’erba enorme. I pesci si nutrivano di loro, e noi ci nutrivamo dei pesci.

— E in queso modo comprendiamo la grande catena dell’esistenza — osservò Derek quando ebbe finito l’ultimo pezzo di pesce.

Nia appariva perplessa. Derek aveva parlato in inglese.

— Natura rossa nei denti e negli artigli — proseguì. — È un verso di Tennyson. Ha detto anche che noi saliamo sui gradini del nostro io morto verso cose più elevate. — Mi rivolse un ampio sorriso. — Un tempo ero affascinato dalla storia dell’Ovest, soprattutto dalla storia delle società industriali. Questo accadeva quando ho lasciato per la prima volta la mia gente. Pensavo: c’è un segreto qui, in Marx e in Tennyson e nelle grandi macchine. In seguito giunsi alla conclusione che aveva ragione la mia gente. È meglio essere vicini alla balena grigia e alla pianta del peyote. Ma a quel punto ero ormai abituato a sentirmi a mio agio. Che cosa facciamo adesso, Lixia?

— Viaggiamo verso ovest. Ci sono popolazioni sulla pianura. Nomadi. Nia sostiene che può trovarceli. Intendo fare tutto il lavoro di raccolta diretta di dati che mi sarà possibile. Voglio il mio nome dappertutto nel rapporto preliminare.

Lui sorrise. — C’è questa ambizione nella piccola Lixia?

— So quello che sono. Una ricercatrice di dati di prim’ordine. Ma non sono mai stata brava nelle stronzate accademiche. L’analisi. I giochetti teorici. Se mai dovrò arrivare da qualche parte, sarà sulla base di quello che faccio qui sul campo.

— Può darsi. Non c’è alcun dubbio sulla tua abilità nel raccogliere dati. Sei in grado di imparare una lingua più in fretta di chiunque altro che io conosca.

— Salvo Gregory.

Derek fece il gesto con cui riconosceva che potevo aver ragione. — Ma senti come parli. Tu dici "stronzate accademiche" e "giochetti teorici". Ciò lascia intendere un pregiudizio. Il rifiuto di teorizzare è, di per sé, una posizione teoretica, amor mio. Purtroppo per te, non è una posizione popolare. Dove saremmo senza i nostri sistemi, le nostre gerarchie di informazioni, le nostre analisi? I nostri punti di vista e la nostra etica?

Si alzò in piedi e si stiracchiò. — Quei vostri animali non sembrano affatto più veloci dei cavalli. Posso tenere il vostro passo. — Scagliò con un calcio un po’ di terriccio sul fuoco, poi raccolse le sue cose: lo zaino e la canna da pesca, avvolta in un rotolo, un arco e mezza dozzina di frecce.

— Hai fabbricato tu l’arco?

— Naturalmente. — Si guardò i piedi. — Non posso correre in questo modo. — Si tolse gli stivali e i calzini. — Ecco. — Li consegnò a me.

Nia disse: — Se intendi viaggiare senza scarpe, resta sulla pista o, se la lasci, stai attento a dove metti i piedi. Ci sono piante che pungono sulla pianura. Non mettere i piedi su niente che abbia un aspetto insolito.