«Sono riusciti a fuggire tutti, tranne le guardie che lei ha ingannato», ribatté Matt, intuendo di dover prendere tempo. «Stiamo scavando per tirare fuori quei due, perché entrambi hanno giurato di ucciderla se l’avessero rivista. Che cosa è, Grimes, una specie di importante azionista della società che produce il Lasaject? È questo che sta succedendo?»
Un’espressione sorpresa guizzò come un lampo negli occhi di Grimes e scomparve alla stessa velocità.
«Oh, sì», rispose. «La signora Kroft. Sì, se proprio lo vuole sapere, ho un capitale personale nella società.»
«Sa quante persone, quanti bambini, moriranno se quel suo vaccino diventerà di uso generale?»
«Non ci sono prove che sia dannoso.»
«Non mi faccia ridere. La prova sono le persone che ha cercato di assassinare là dentro, e lei lo sa. Ecco perché ha fatto loro questo. Ebbene, Grimes, sono sfuggite alla morte come me. In questo momento sono dirette a Washington, assieme a Ellen Kroft e a Nikki. Lei è finito.»
Matt notò nei suoi occhi l’incertezza.
«Non le credo», disse infine Grimes. «Ci occuperemo dei problemi là dentro dopo esserci occupati di quelli qui fuori. Verne, sbatti ognuno di loro a terra, iniziando da quello là dietro. Poi il buon dottore e io faremo una chiacchierata. Se uno qualsiasi di loro ti creasse guai, sparagli al ginocchio. Risparmiamo l’altro ginocchio e le palle per dopo.»
«Non dimenticare di ispezionarmi alla ricerca di lanciamissili», ridacchiò Lyle.
Malgrado l’evidente superiorità in armi ed età della sua fazione, Verne si avvicinò a Lyle con cautela.
«Alzati», ordinò.
«Non posso», ribatté Lyle. «Ho la gamba rotta.»
«Se non fa quello che vuoi, uccidilo e basta», urlò Grimes. «Non ti farà del male, Verne. È solo un fottuto vecchio e tu hai una pistola.»
«Già», disse Lyle, «io sono solo un fottuto vecchio.»
Sorrise senza denti e spostò il peso come se stesse per alzarsi.
In quell’istante si udì un suono provenire dalla cima del muro. Tutti e sette si girarono verso il rumore. Ellen, una apparizione polverosa e sparuta, era in piedi, sei metri proprio sopra Vinny Sutcher. La larga e piatta pietra che teneva sopra la testa sembrava grande come il suo torace. Mentre Grimes si girava e le sparava, lei gettò, con tutte le sue forze, la pietra direttamente contro Sutcher. Il pesante missile lo colpì in pieno viso, aveva la testa inclinata all’indietro, e produsse lo sgradevole suono di una zucca che cade a terra dal secondo piano di una casa. Sutcher, la faccia insanguinata, crollò all’indietro sul pavimento roccioso.
I successivi secondi rimasero per Matt un vago ricordo. Stava ancora cercando di estrarre la pistola dalla tasca, quando tutti e tre i fratelli Slocumb tirarono fuori le loro, come per magia. La caverna risonò come un Capodanno cinese. Gli spari sembravano provenire da ogni dove, ma le uniche fiammate che Matt vide provenivano dagli Slocumb. Grimes venne immediatamente colpito al petto, al collo e in faccia. Gli occhi spalancati dall’incredulità, barcollò di lato come una marionetta gigantesca, agitando le braccia, le gambe disarticolate. Si accartocciò poi come se gli fossero state tagliate le cordicelle, mantenne per un attimo una posizione seduta, quindi crollò senza vita nella polvere. Verne ricevette proiettili in gola, in bocca e in fronte ed era morto prima di toccare terra.
Matt corse verso la parete. Sopra di lui, Ellen era a terra, ma notò subito che si muoveva.
«Ellen?»
«Sto bene», rispose lei. «Sono scivolata mentre lanciavo la pietra. Il mio orgoglio soffrirà quando mi siedo, ma per il resto tutto bene.»
«E Nikki?»
«È con gli altri. Cammina adagio con quella caviglia. Temo sia rotta.»
«C’è ancora sufficiente aria là dentro?»
«Ora sì, grazie a chi ha creato questo buco.»
Ellen cominciò a scendere verso Matt. Vinny Sutcher giaceva ai suoi piedi, privo di sensi, un respiro intermittente e corto. La faccia, simile a una larga omelette, era spappolata, gli occhi nascosti dietro due pozze di sangue. Le testa piegata ad angolo acuto indusse Matt a sospettare che anche il collo fosse fratturato. Ellen si avvicinò all’uomo, le labbra strette, gli occhi fissi sul tremendo danno che aveva causato. Poi, senza una parola, si chinò e, con grande sforzo, raccolse la pietra e la sollevò sopra la faccia di Sutcher.
«Ellen, no», incalzò Matt. «È finita. Si fidi, è finita.»
Lacrime luccicarono sulle guance polverose di Ellen. Le braccia le tremavano dallo sforzo di reggere la pietra. Singhiozzando, si girò e la lasciò cadere a terra, dove si spezzò in due. Matt la strinse a sé. Pochi secondi dopo, Sutcher fece un unico, raccapricciante rantolo, quindi smise di respirare per sempre.
Matt condusse Ellen dove Frank stava di nuovo sistemando i pacchetti di gelatina e li presentò l’un l’altra.
«Vado da Nikki», avvisò.
Ellen indicò l’orologio di Matt. «Matt, ascolti. Quella prima dose di Omnivax verrà somministrata alla neonata tra poco più di tre ore. Subito dopo, altri bambini inizieranno a riceverla. Dobbiamo fermarli.»
«C’è qualcuno cui possiamo telefonare?»
«Questa è la trovata più importante della campagna presidenziale. Non conosco nessuno in una posizione tale da poter tenere, a questo punto, a freno la first lady. E lei?»
«No. Potremmo dire che vi è la minaccia di una bomba.»
«Odio questa idea, ma potremmo provarci se fosse necessario. Temo comunque che non ne ricaveremo altro che pubblicità per loro e seri guai per noi.»
«Se partono con le iniezioni, quanti bambini pensa che verranno vaccinati entro la fine di questa giornata?»
«Posso fare solo congetture», rispose Ellen, «ma credo che saranno moltissimi, specialmente sulla costa occidentale, dove gli ambulatori dei pediatri verranno aperti tre ore dopo quelli sulla costa orientale. Grazie agli agenti pubblicitari del presidente, i giornali hanno definito l’iniezione odierna ‘il botto sentito in tutto il mondo’. Popolo e pediatri amano i vaccini. L’Omnivax è il vaccino più atteso da decenni, ma è stato detto chiaramente che, pur essendoci decine di migliaia di dosi negli ambulatori e negli ospedali di tutto il paese, la sua somministrazione non sarà legale finché Lynette Marquand e il ministro Bolton non avranno avuto la loro foto teletrasmessa in tutto il mondo. E così… Quante? Forse alcune migliaia di dosi entro la fine di questa giornata? Forse di più. Chi lo sa?»
«Con una percentuale del tre per cento di infezione da prione.»
«O più.»
«O più», ripeté Matt.
Lanciò uno sguardo al buco in cima alla parete rocciosa e prese la sua decisione.
«Ho la Harley alla casa di mio zio Hal. Posso portarla a Washington in tempo, ma non voglio partire prima di avere visto Nikki. Ne abbiamo passate troppe insieme.»
«Capisco, ma la prego, partiamo il più presto possibile.»
«Certo.»
«E, Matt, mi scusi se proprio ora sono troppo presa dai miei problemi. Mi spiace per suo zio. Mi spiace veramente.»
«Grazie. Spiace anche a me. Lewis, puoi aspettare un po’ prima di far esplodere quelle cariche?»
«Non dobbiamo andare da nessun’altra parte. Non abbiamo neppure un gran bisogno di Lyle. Lui può portarvi col furgone alla tua moto.»
«Fantastico. Lewis, dimmi una cosa. Come diavolo avete fatto a estrarre tanto velocemente le vostre pistole?»
Con un sorriso da orecchio a orecchio, Lewis tirò su la manica della sua giacca, facendo vedere un congegno di cinghie in pelle ed elastici.
«È stato Frank a inventare, un paio d’anni fa, questo aggeggio e ne ha costruito uno per ciascuno di noi. Non li avevamo mai usati, ma oggi li abbiamo indossati perché non ci fidiamo molto di Bass Vernon.»
«Proprio così.»