«Ucciderci non risolverà i suoi problemi», spiegò a Hal. «Ci sono troppe persone che sanno.»
«Le dispiacerebbe darmene un elenco, signora Kroft? Immaginavo fosse una bugia. Ma, per favore, non si preoccupi, so prendermi cura di me. Matthew, tutto questo mi spiace, veramente. Sai che ti sono molto affezionato, lo sono sempre stato. Ma qui si tratta di affari, e tu sei diventato un grosso inconveniente. Come vedi, il mio uomo, Larry, è più che vivo. Che tu ci creda o no, avevo inventato quella storia dell’omicidio e incenerimento lì per lì, con te all’altro capo della linea telefonica e la dottoressa Solari sul punto di andare a parlare con l’FBI. Brillante, non ti pare?»
«Fai schifo», proruppe Matt.
«Senti, Larry ha una gran voglia di spararti, ma io sono un tipo sportivo e non amo che ci siano dei cadaveri crivellati di proiettili che galleggiano sul lago. Non sembrerebbe casuale. E così sono più che disposto a lasciare che tu e la signora Kroft superiate quello steccato», indicò la staccionata che correva parallela al vialetto, «e saltiate oltre il bordo. Chissà, forse riuscirete a evitare le rocce.»
«Arrenditi, Hal», disse Matt, dopo avere ripreso una certa calma, «ci sono troppe cose in sospeso, e tutte legate a te. Sai, potresti ancora uscire da questa faccenda da eroe, se parlassi alla polizia del Lasaject per salvare tutti quei bambini non ancora nati dalla encefalopatia spongiforme.»
In quel momento, di sfuggita, Matt notò un movimento provenire dalla direzione del camion. Lyle!
«La pallottola o il tuffo, Matthew?» stava chiedendo Hal. «Scegli tu.»
Matt, che voleva indugiare e tenere l’attenzione di Hal e Larry su di sé, abbandonò l’idea di una sortita e preferì solleticare l’ego di Hal.
«Hal, dimmi una cosa», esordì. «Sei stato tu a infilare quel biglietto sulla discarica tossica sotto la mia porta, non è vero?»
Hal sospirò e annuì con esagerata modestia.
«Se lo vuoi proprio sapere, sì. Io so suppergiù tutto ciò che succede qui in giro e ero venuto a conoscenza di quel, ehm, deposito insolito appena venne costruito. Ti ho inviato quel biglietto immaginando che, finché rincorrevi la tua vendetta contro la miniera, non rappresentavi alcuna minaccia per i miei interessi. Idea brillante, non è vero?»
Lyle si era spostato sotto la portiera aperta del furgone e stava cercando di entrarvi. Matt fece un passo verso lo zio. Larry si mosse in avanti per intervenire, la pistola pronta a sparare.
«Oh, smettila», urlò Matt, alzando la voce con rabbia. «Non sei affatto brillante come credi. Hai fatto una serie infinita di calcoli sbagliati.» Rise sguaiatamente. «Perbacco, deve esserti andato di traverso il boccone quando Nikki è arrivata in città. È stato allora che tu e Grimes avete mandato tutto in malora. Avreste dovuto lasciarla tornare a Boston. Temevate che, se avessi saputo di Kathy Wilson, avrei iniziato a cercare spiegazioni diverse dalla miniera e sarei forse giunto alla verità. E così ve la siete presa con lei. È stato un errore, Hal, un grosso errore.»
Altri movimenti. In qualche modo, Lyle aveva trovato la forza per issarsi nella cabina.
«Parole grosse per qualcuno nella tua posizione», ribatté Hal, irritato, «ma parole che mi spazientiscono. Forza, fai la tua scelta. Larry, se decidono di non saltare, ti prego di sparare prima alla signora Kroft.» Indicò un punto appena sopra il suo orecchio. «Proprio qui da mezzo metro.»
«Hai ucciso tutte quelle persone per soldi?» chiese con voce stridula Matt, chiedendosi se Lyle non giacesse morto sul sedile del Ford.
Il sorriso dello zio esprimeva una fredda condiscendenza.
«Non per soldi, nipote», rispose. «Per un sacco di soldi. Ho posseduto per anni più del quaranta per cento di azioni della Columbia Pharmaceuticals e stavo per finire senza soldi a causa di quella maledetta società. Riesci a immaginare cosa voglia dire avere la mia età con i miei gusti e niente denaro? Con ciò che ci pagano per ogni dose di Lasaject, i miei problemi finanziari scompaiono, finiscono completamente. E ora, signori, ho delle cose da fare. Non ti sei affatto comportato come un nipote rispettoso, per cui, da questo momento, hai dieci secondi per scegliere la punizione… nove.»
«Hal, no, per favore!» gridò Matt nel momento in cui il motore del camioncino si avviava rumorosamente. «Alt!»
Larry e Hal si voltarono verso il rumore. Lyle, gli occhi quasi chiusi, il ponte del naso poggiato sul volante, inserì la prima, schiacciò l’acceleratore a tavoletta e tolse il piede dalla frizione. Facendo schizzare la ghiaia, il furgone partì a razzo verso Larry. La bocca spalancata, l’enorme killer sparò tre colpi. Il parabrezza del furgone Ford andò in frantumi e Matt pensò che almeno uno di quelli spari avesse colpito Lyle in piena fronte. Nulla, tranne forse un muro di cemento, avrebbe potuto fermare il camion. Il parafango anteriore colpì Larry alle ginocchia. La pistola volò a terra, mentre lui veniva sollevato sul cofano, il viso a luna piena a mezzo metro da Lyle, che a Matt sembrò privo di sensi o morto. La Ford distrusse la staccionata, attraversò a gran velocità tre metri di arbusti e volò oltre il bordo del precipizio come un deltaplano che decolla. Poi, come al rallentatore, il muso del furgone s’inclinò verso il basso, facendo cadere Larry nel vuoto prima di scomparire. Pochi attimi dopo, dalle rocce sottostanti giunse una forte esplosione.
Quando Hal Sawyer si girò, il nipote, calmo e fermo, gli stava puntando contro la pistola di Larry.
«Gli affari vanno molto male, zio», disse Matt.
37
«Matthew, per favore, tu non stai pensando al bene più grande. L’Omnivax salverà centinaia di migliaia di vite ogni anno. Se blocchi l’uscita del vaccino, pensa a tutto il sangue che avrai sulle mani. Perbacco, non sei neppure certo che sia stato il Lasaject a causare quelle deformità. Stai supponendo, ipotizzando…»
Hal Sawyer blaterava a non finire mentre Matt ed Ellen utilizzavano metri e metri di corda da bucato per legarlo stretto, a faccia in giù, sul suo letto. Se qualcuno fosse capitato a casa sua e l’avesse liberato prima che loro avessero avuto la possibilità di riferire la situazione alla polizia di stato, tanto peggio. Grimes era morto, e con lui Sutcher e gli altri assassini, Larry e Verne. Hal avrebbe forse cercato di scappare, ma non sarebbe andato molto lontano.
«Maledizione, Matthew, non è così che si trattano quelli del tuo stesso sangue!… Chi andrà a trovare tua madre se io non sarò più in giro?… Tua madre!… Questo le spezzerà il cuore, ed è tutta colpa tua… Io sono il tuo padrino, Matthew… Ellen, Ellen, lei che appartiene alla mia generazione, spieghi a mio nipote l’importanza della famiglia. Io sono suo zio, geneticamente questo vuole dire che, per il venticinque per cento, siamo la stessa cosa. Venticinque per cento! È come vendere un quarto di te stesso…»
«Non ce la faremo», disse Ellen, dando un’occhiata all’orologio di Matt. «Non arriveremo in tempo.»
«Possiamo fare solo del nostro meglio», ribatté Matt, tirando la corda un po’ più del necessario. «Abbiamo una possibilità, a seconda del traffico, ma è più concreta di quanto lei creda.»
«Può continuare da solo?»
«Certo, perché?»
«Devo fare una telefonata. Il mio amico Rudy Peterson deve essere terribilmente preoccupato per me. Inoltre, conosce delle persone, forse qualcuno da chiamare.»
«Si sbrighi. Qui ne ho ancora per uno o due minuti, poi vorrei partire. Senta, l’amica di Hal, Heidi, vive qui. Perché non fruga tra le sue cose alla ricerca di qualche indumento caldo? Un viaggio in motocicletta può essere molto freddo.»
Ellen si appropriò di un paio di pantaloni scuri, di una felpa e di una giacca in pelle, corse poi in cucina, mentre Matt annodava l’ultimo pezzo di corda alle caviglie di Hal e poi alla gamba in fondo al letto. La morte di Lyle Slocumb e la confessione, senza alcun cenno di rimorso, dello zio avevano sconvolto Matt. L’Alzheimer aveva reso sua madre meno consapevole di alcune cose, ma di certo si sarebbe resa conto che suo fratello non andava più a trovarla, se ne sarebbe resa conto e ne avrebbe sofferto. Malgrado la situazione e l’urgenza di raggiungere Washington, Matt si ritrovò a inventare spiegazioni da dare alla madre, più gentili dell’orribile verità.