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«Oh no», gemette Petra. «È a caccia dei venticinquemila.»

«Spingerebbero anche me a darmi da fare e io non vivo in un rimorchio.»

«Dio», mormorò Petra. William Bradley Straight. Un ragazzino con un progetto di sopravvivenza, convinto di avere una possibilità. Patetico. Che cosa gli avevano fatto?

«Allora», riprese Wil, «vogliamo dividerci quelle compagnie aeree?»

Quando Petra ebbe chiuso la comunicazione, Ron chiese: «Che cosa c’è?»

«Un altro orfano.»

62

Volumi rilegati contenenti svariati numeri di TV Guide, nessuno munito di scheda movimenti.

Trascorsa un’ora dall’inizio dell’intervento, Stu si era ritrovato a impazzire in sala d’attesa. Aveva lasciato l’ospedale, era entrato nella succursale di Burbank della biblioteca cittadina e, usando il distintivo e le buone maniere, aveva finalmente convinto l’impiegata a lasciargli portar via i volumi di un decennio di pubblicazioni.

Ora era di nuovo al St. Joe’s, ad attendere in compagnia di altre persone in ansia.

Centinaia di sunti delle trame della serie The Adjustor.

Dack Price salva una donna aggredita da una banda di malviventi.

Dack Price smaschera un giro di droga in un liceo.

Una donna sostiene di essere la sorella di Dack, abbandonata in fasce…

Dack Price salva la reputazione di un politico riformatore quando alcuni ricattatori…

Spazzatura, dall’inizio alla fine.

Nessuna menzione di parchi, meno che mai il Griffith. Raramente era menzionata l’ambientazione, se non quando era considerata esotica: Dack Price indaga su alcuni delitti a bordo di un sottomarino.

Continuò a sfogliare pagine anche seduto al capezzale di Kathy, mentre lei smaltiva l’anestesia.

Russava. Kathy non aveva mai russato. La medicazione al petto sembrava un giubbotto antiproiettile. La flebo gocciolava, un catetere drenava, le macchine raccontavano sotto forma di grafici la storia fisiologica di sua moglie. Aveva tenuto d’occhio per un po’ i dati relativi alla sua pressione del sangue finché non si era sentito sicuro che fosse normale. All’ultimo controllo Kathy mostrava qualche linea di febbre. Una reazione normale, aveva sostenuto l’infermiera.

Le buone conoscenze di papà le avevano garantito una camera privata con vista. Tappezzeria allegra, Tylenol da dieci dollari. Le infermiere sembravano esperte ed efficienti.

Drizak le aveva asportato il seno sinistro.

Stu lo aveva capito nel momento stesso in cui il chirurgo gli era comparso davanti in camice verde. Gli aveva parlato di invasione linfovascolare, stato dei noduli, margini di escissione, massimo sforzo per la conservazione della mammella.

«Dunque le avete fatto una mastectomia.»

«L’intento finale è quello di salvare la vita a sua moglie.»

«L’avete fatto?»

«Scusi?»

«Gliel’avete salvata?»

Il chirurgo si era grattato il mento. «La prognosi è eccellente, signor Bishop, posto che segua la dovuta radioterapia. Ha affrontato la prova da soldato coraggioso.»

Stu lo aveva ringraziato, gli aveva stretto la mano, e il chirurgo, contento di non aver dovuto affrontare esternazioni di angoscia, si era allontanato con passo atletico.

Le conseguenze estetiche dell’operazione lo lasciavano del tutto indifferente, ma come avrebbe reagito Kathy alla menomazione?

Che cosa raccontare ai figli?

Mamma era malata, ma stava recuperando.

Non avrebbe funzionato. Quando si fossero manifestati gli effetti delle radiazioni, avrebbero pensato che aveva mentito. Kathy si mosse e si lamentò. Stu posò il libro, si protese sopra la sponda del letto e le posò un bacio lieve sulla fronte. Lei non reagì. Lui le toccò la mano. Fredda e inerte. Come mai il sangue non le circolava nelle estremità?

Controllò le macchine. Normale.

Tutto normale.

Lo dimostrava il suo petto imbottito, si sollevava e riabbassava.

Erano le otto. L’intervento era stato rinviato due volte a causa di altre emergenze. Kathy era stata trasferita in sala operatoria e poi portata di nuovo fuori. Per due volte l’avevano lasciata in corridoio su un lettino perché si desse la precedenza a pazienti in pericolo di vita.

Un incidente stradale e una sparatoria.

Stu aveva osservato gli agenti di Burbank salire al reparto di chirurgia accompagnando i lettighieri che spingevano la vittima della sparatoria. Ragazzo ispano-americano, sedici o diciassette anni, cinereo, occhi vitrei. Non era certo lui a non saper riconoscere un cadavere. Un altro stupido regolamento di conti.

I poliziotti non lo avevano notato: un parente in pullover che leggeva in un angolo della sala d’attesa.

Poliziotti giovani, un tantino troppo esuberanti. Il modo di fare di chi sa il fatto suo.

Patetici. Brancolavano nel buio dell’ignoranza. Dio era un commediante.

Guarda Ramsey.

Aveva una moglie ma non ha saputo tenerla.

Mai più l’attore sarebbe stato imputato dell’omicidio di Lisa. Non con quello che avevano trovato finora. Nessun aiuto dalle raccolte di TV Guide.

Represse una risatina amara.

Dack Price massacra una donna. Ora una parola al nostro sponsor.

63

Sto parlando a mamma, cerco di spiegarle qualcosa di importante, ma lei non ci arriva. Non mi sta nemmeno ascoltando.

Mi arrabbio con lei, alzo la voce; lei se ne sta lì ferma con le braccia lungo i fianchi, quell’espressione strana negli occhi. Come se io non contassi.

Poi la sua faccia comincia a sciogliersi e dagli occhi le partono due getti di sangue come da rubinetti guasti. Lei mette le mani a coppa per raccogliere il sangue, se lo getta sulla faccia, poi ne lancia un po’ a…

Mi sveglio tutto sudato. Mi fa male la testa, mi fanno male le braccia, la pancia mi fa più male di tutto il resto, non riesco a respirare.

Sono in una scatola buia con le pareti fredde e dure. Pareti di vetro. In trappola come un insetto in un vaso (davvero non riesco a respirare) senza buchi per l’aria nel coperchio. Succhio con tutte le forze, ma non riesco lo stesso a fare entrare niente nei polmoni… poi lo vedo. Uno spiraglio in cima a uno dei muri di vetro. Un finestrino lasciato un po’ aperto.

Finestrino d’automobile.

Sono nella macchina di Sam. Sedile posteriore. Devo essermi addormentato sotto la coperta.

Questo senso di prigionia mi fa star male. Voglio uscire, ma nel vicolo di notte Dio solo sa chi può essere in agguato. Almeno lasciatemi aprire un po’ di più questo finestrino… niente da fare, elettrico, non molla.

Il mio Casio dice 8.19. Gli ebrei stanno già pregando. Quando avranno finito, Sam mi porterà con sé. È uno sconosciuto e io non so niente di casa sua, ma non ho un posto dove nascondermi, non con una taglia da venticinquemila dollari sulla testa.

Forse farei bene a cercare di prenderli io, quei soldi, come mi ha suggerito Sam… no, la polizia non li darebbe mai a un bambino. Anche se lo facessero, mamma e Moron lo scoprirebbero e me li porterebbero via e io sarei di nuovo su quel trailer e loro avrebbero le tasche piene di soldi per comprarsi la droga.

Potrei chiamare la polizia senza dire chi sono e confessare che ho visto PLYR 1 accoltellare Lisa. Ma se poi hanno il modo di rintracciare la telefonata e PLYR lo scopre e mi viene a cercare?