E se invece non mi prega? No, sarebbe troppo brutto, deve avere un po’ di nostalgia.
Smetto di pensarci, allungo i piedi sul divano, mi tiro la coperta sulle ginocchia, comincio a leggere quest’altro numero di Life. Il servizio principale è tutto su John Kennedy e la sua famiglia, felici e belli in spiaggia.
Spiaggia californiana, la stessa spiaggia che c’è qui fuori. Potrei andarci, guardarla, fingere di essere John Kennedy e tornare a casa. Ma ho detto a Sam che resterò qui e lui mi ha dato il codice dell’allarme.
Uno-uno-due-cinque. Mi alzo e lo provo. Luce verde.
Luce rossa, luce verde, luce rossa.
Luce verde. Apro la porta, sento l’odore del sale, quell’odore di spiaggia. Non c’è nessuno in giro. Quasi tutte le case sono al buio.
Esco in veranda. Sento freddo. Ho paura.
Rientro. Perché mi basta uscire per avere paura?
Proverò più tardi. Torniamo ai Kennedy.
74
Il proprietario del ristorante cinese non ricordava Balch. Petra e Wil ordinarono involtini primavera e li mangiarono in macchina. Decisero di raggiungere Venice separatamente e di riunirsi all’angolo di Pacific e Rose per presentarsi insieme al baracchino di Zhukanov.
Petra aveva raggiunto il Redondo Beach Boulevard quando la chiamarono dalla stazione di Hollywood.
«Mezz’ora fa l’ha cercata il detective Bishop», riferì l’operatrice. Perché aveva fatto centro presso qualche compagnia aerea?
L’impiegata che trovò al centralino dell’ospedale si rifiutò di inoltrarla. «Nessuna telefonata a pazienti in reparto chirurgia dopo le nove, signora.»
«Sono un detective di polizia che risponde alla telefonata di un altro detective. Stuart Bishop.»
«Il signor Bishop è il paziente?»
«No. Hanno operato la moglie.»
«Allora sono spiacente, signora, ma non posso passarglielo.»
«Mi faccia parlare con il suo supervisore, per piacere.»
«Il supervisore sono io. Il regolamento è a protezione della salute dei nostri pazienti. Se vuole posso far mandare un messaggio scritto chiedendo al suo collega di richiamarla.»
«Va bene, aspetto.»
«Non è possibile signora. Ci vorrà del tempo. Siamo a corto di personale e devo avere tutte le linee libere. Se è importante, sono sicura che richiamerà.»
«Certamente», disse Petra. «Buonanotte.»
Riprese a guidare sperando che non fosse importante. Anche se avevano trovato una prenotazione, era improbabile che Balch si fosse presentato al check-in. La chiamata alla Westward Charter doveva essere stata un diversivo. Balch si era dimostrato troppo attento per essersi lasciato scappare una svista così clamorosa.
E allora?
Poteva essere dovunque, ma non a Las Vegas. Teatro del suo secondo matrimonio. L’indomani avrebbe cercato Amber Leigh. E Helen. Voleva sapere perché avevano divorziato da Balch. Per le sue stravaganze, le sue brutte abitudini, un qualunque tic che potesse spingere ad assassinare donne bionde.
In qualunque posto, ma… un capanno nei boschi? Se non fosse saltato fuori qualcosa al più presto Schoelkopf si sarebbe rivolto ad America’s Most Wanted. E forse sarebbe stato meglio per tutti. Avrebbe esonerato lei e Wil. Esonerato William Bradley Straight, ora orfano, quel povero ragazzino.
E adesso l’uomo che probabilmente gli aveva ucciso la madre era stato macellato per quello squallido porco che era.
Un criminale in meno di cui dover sentire parlare di nuovo. Petra provò un guizzo di truce soddisfazione.
Non che gli avrebbe impedito di dare la caccia al macellaio.
75
Bella casetta. Una luce accesa in soggiorno, ma fioca. La Lincoln parcheggiata dietro.
Dunque il vecchio era a casa con il bambino. Sposato? Zhukanov non aveva parlato di una moglie, ma non faceva testo, il vecchio poteva essere andato al tempio lasciandola a casa. Forse non stava bene.
Piano.
Nel complesso la via pedonale era probabilmente un vantaggio. Niente veicoli dietro i quali nascondersi, ma nemmeno l’intralcio del traffico. Non un pedone durante la mezz’ora in cui sorvegliò la casa da tre postazioni diverse.
Provò di nuovo il vicolo, dove le suole di gomma obliteravano il rumore dei suoi passi. Scarpe da corsa nuove. Ci aveva camminato abbastanza da essere sicuro che non cigolassero.
Via il travestimento da poliziotto, ora sostituito con una tuta nera e giacca a vento nera con tasche. Il furgone che aveva noleggiato vicino all’aeroporto da uno che sapeva farsi gli affari suoi era un camerino perfetto. Aveva pagato in contanti, non aveva mostrato documenti, aveva lasciato cinquecento dollari di garanzia. Cinquecento che non avrebbe più rivisto. Ne valeva la pena. Il furgone era parcheggiato a quattro isolati, a est della Main, in una via residenziale.
Piacevole camminata a Sunrise Court; l’aria che giungeva dalla spiaggia aveva un odore frizzante, tonificante. Non era mai vissuto sulla costa. Forse un giorno…
Da dietro vedeva la cucina illuminata. Le 10.38. C’era qualcuno in piedi o la luce era accesa per ragioni di sicurezza? Più facile la seconda ipotesi, non aveva notato alcun movimento.
Perché il vecchio aveva preso in casa il ragazzo? Erano parenti? Dal ritratto il bambino non aveva l’aria di essere ebreo, ma non si può mai sapere. No, se stavano giocando in famiglia, non avrebbero spinto il ragazzino a incassare la ricompensa? Un buon samaritano? Un sincero timorato di Dio? Che dava ospitalità al bambino nel tempio? Gli ebrei erano gente che credeva in quel genere di cose? Non ne aveva idea. Tornò dall’altra parte, si nascose dietro un cespuglio, continuò a sorvegliare la casa.
Come doveva agire?
Il solo sistema era un blitz. Un’irruzione. Una tecnica che si andava diffondendo tra le bande, specialmente tra asiatici. In un posticino così piccolo, quante stanze potevano esserci?
Un coltello sarebbe stata l’arma più adatta perché non faceva rumore, ma correre da una stanza all’altra menando colpi era rischioso; anche se la preda era debole, c’era il pericolo concreto di una fuga.
L’alternativa era la pistola, ma così avrebbe fatto rumore. Venice era una zona ad alto tasso di criminalità, aveva sentito delle bande che imperversavano sull’Ocean Front, aveva individuato tipi da gang durante il suo lungo appostamento. Dunque gli abitanti erano probabilmente abituati a sentire colpi d’arma da fuoco di notte, ma considerata una via come quella, le case così vicine l’una all’altra, dover fare irruzione, chiudere la bocca al ragazzo, far scomparire la pistola, tornare sano e salvo al furgone…
Rischioso.
Ma stimolante, doveva ammetterlo. Il rischio era parte del divertimento. Il rischio e la semplice capacità di farlo.
Una fulminea operazione da commando: coltello da una parte, pistola dall’altra. Se c’erano solo il bambino e il vecchio e li avesse trovati insieme, il coltello sarebbe bastato. Dunque avrebbe cominciato con il coltello, ma con la pistola pronta in caso di complicazioni.
Una cosa aveva deciso senza ripensamenti: entrata da dietro. Ha-ha.
Un altro vantaggio della via pedonale: tutti parcheggiavano dietro, quindi nessuno avrebbe trovato niente di strano nel vedere qualcuno che percorreva a piedi il vicolo. Se lo avessero scorto, avrebbe finto di tornare tranquillo e beato alla sua automobile, facendo tintinnare le chiavi mentre camminava. Si augurava che nessuno trovasse minaccioso il suo aspetto solo perché era vestito di nero.
Gli dolevano le ginocchia. Era rimasto accovacciato troppo a lungo. Le pasticche di Perconal non funzionavano più. Lisa sosteneva che la coca era un ottimo anestetico; una volta i dentisti te la sfregavano sulle gengive. Aveva sempre voluto che lui la provasse. Se ne andasse al diavolo. Lui gliela comperava, gliela infilava su per quel bel nasino, cercava di ricavare qualche forma di soddisfazione dal suo corpo quando era fatta, ma lui no, nemmeno a parlarne.