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Trovarono la colonia soltanto dopo altri dieci giorni di viaggio, dopo che molti altri sfex, e molte bestie simili ai cervi, e molti bovini dal lungo pelo furono fulminati dalle loro armi e dagli orsi. Ma per prima cosa trovarono i superstiti della colonia.

Ce n’erano tre, molto provati, barbuti, profondamente abbattuti. Quando la barriera elettrificata era stata travolta, due di loro erano nel tunnel della miniera, a istallare un nuovo pannello di controllo dei robot che ci lavoravano. Il terzo era incaricato delle operazioni in miniera. Messi in allarme dall’interruzione delle comunicazioni con la colonia, salirono su un carro corazzato e tornarono indietro a vedere che cosa fosse successo: solo il fatto che fossero senza armi li salvò. Trovarono degli sfex che sciamavano e gridavano tutt’intorno nella colonia distrutta e così numerosi che non si sarebbe potuto crederlo. Gli sfex fiutarono gli uomini dentro il carro corazzato ma non poterono penetrarvi. A loro volta gli uomini non potevano ucciderli, altrimenti sarebbero stati inseguiti fino alla miniera e assediati laggiù, dove solo di quando in quando avrebbero potuto uccidere qualche mostro.

I sopravvissuti arrestarono naturalmente tutte le operazioni di scavo e cercarono di usare dei robot comandati a distanza per vendicarsi e riuscire a procurarsi delle provviste. I robot minatori non erano stati progettati per altri compiti e gli uomini non avevano armi. Improvvisarono dei lanciafiamme in miniatura e ogni tanto facevano scappare degli sfex urlanti per le ustioni. Ma questo era utile solo perché non uccideva le bestie. E poi consumava carburante.

Alla fine si barricarono e usarono il combustibile soltanto per tenere in funzione il segnale a impulsi fino al giorno in cui un’altra nave fosse venuta a cercare la colonia. Restarono nella miniera come in una prigione, razionando i cibi, aspettando senza una vera speranza. L’unico diversivo era di contemplare i robot minatori sapendo di non poter utilizzare del combustibile per farli funzionare e con i quali in ogni caso non avrebbero potuto far altro che scavare.

Quando Huyghens e Roane li raggiunsero, scoppiarono a piangere. Odiavano i robot e ogni cosa connessa soltanto un poco meno di quanto odiassero gli sfex. Ma Huyghens parlò, li munì di armi prese dai carichi degli orsi e tutti insieme si avviarono verso la colonia distrutta con i Kodiak maschi come avanguardia e Faro Nell a guardare le spalle. Per strada uccisero sedici sfex. Nella spianata ora già coperta di sterpaglie ce n’erano altri quattro; nelle baracche della colonia trovarono soltanto distruzione e i resti di quelli che erano stati degli uomini. Ma c’era ancora del cibo, non molto, perché gli sfex sfasciavano ogni cosa che avesse odore di uomo, e avevano rovinato gli imballaggi plastici degli alimenti sterilizzati. Tuttavia erano rimaste ancora utilizzabili alcune riserve inscatolate.

C’era anche del carburante, che avrebbe potuto essere utilizzato quando fossero arrivati al pannello di controllo delle attrezzature. Dappertutto c’erano dei robot, belli scintillanti, pronti per operare, ma immobili con la vegetazione che cresceva tutt’intorno e anche addosso a loro.

Non fecero caso a quei robot, ma riempirono allegramente di combustibile i lanciafiamme, adattandoli all’uso manuale invece che automatico, e il gigantesco sterilizzatore che era stato costruito per distruggere la vegetazione che non poteva essere estirpata o coltivata dai robot. Quindi si diressero verso il Deserto Alto, con gli occhi accesi e pieni d’odio.

Ma Nugget diventò un cucciolo troppo viziato, perché gli uomini liberati approvavano appassionatamente qualsiasi cosa che fosse destinata a uccidere gli sfex. Gli uomini lo coccolavano anche troppo, quando si accampavano.

Infine raggiunsero l’altopiano seguendo la pista degli sfex e Semper cercava i mostri dall’alto e i giganteschi Kodiak li eccitavano: gli sfex arrivavano gridando per distruggerli e, mentre Roane e Huyghens sparavano con calma, le grandi macchine spazzavano il terreno con le loro armi speciali. Lo sterilizzatore si rivelò altrettanto mortale con la fauna che con i vegetali. Tuttavia doveva essere manovrato dall’uomo: nessun robot poteva decidere in che occasione utilizzarlo e contro quale obiettivo.

Degli orsi non c’era un vero e proprio bisogno, perché le carcasse bruciate degli sfex ne richiamavano altri vivi da ogni parte dell’altopiano, anche in mancanza di vento. Decisamente gli affari degli sfex erano stati troncati, ma i mostri continuavano a venire, urlanti e in cerca di vendetta… cosa che non trovarono mai più. I sopravvissuti della colonia dei robot guidavano le macchine in grandi cerchi attorno all’enorme mucchio di carcasse, distruggendo i nuovi arrivati man mano che si facevano vedere. Era uno sterminio tale che non se n’era visto l’eguale su qualsiasi pianeta, ma non sarebbero rimasti molti di quel gruppo di sfex che si riproducevano in quella particolare zona desertica. Forse c’erano altri ceppi altrove, e altri luoghi dove si riproducevano, ma in quella parte del pianeta se ne sarebbero visti pochi, quell’anno. O magari l’anno seguente, perché lo sterilizzatore sarebbe passato sopra la sabbia dove le uova di sfex erano state sepolte perché si schiudessero al calore del sole! E il sole non le avrebbe mai fatte schiudere.

Huyghens e Roane erano, durante quel periodo, accampati sull’orlo dell’altopiano insieme con i Kodiak. Erano tecnicamente a sopravvento della zona di sterminio e in qualche modo era evidente che gli uomini della colonia si trovavano molto bene nella posizione di sterminatori. Dopo tutto erano degli uomini cui gli sfex avevano ucciso i compagni.

Una sera Huyghens cacciò via amabilmente Nugget che annusava troppo da vicino delle bistecche che cuocevano sul fuoco del bivacco. Nugget andò a nascondersi uggiolando dietro a Roane.

— Huyghens — disse Roane penosamente — dobbiamo sistemare la nostra faccenda. Io sono un ufficiale del Controllo Colonie e lei è un colono illegale. È mio dovere arrestarla.

Huyghens lo guardò con interesse: — Mi userete clemenza se vi dirò i nomi dei miei complici — domandò dolcemente — oppure devo protestare che non posso essere obbligato a testimoniare contro me stesso?

Roane disse aspro: — È seccante. Io sono stato un uomo onesto per tutta la vita, eppure… non credo più nei robot come una volta. Devono stare al loro posto, e il loro posto non è qui: almeno, non nel quadro di una colonia di robot come quella che era stata progettata. Gli sfex sono stati quasi completamente spazzati via, ma non saranno del tutto estinti e i robot non potranno farci nulla. Qui dovranno ancora vivere per un po’ di tempo orsi e uomini, altrimenti quelli che verranno dovranno passare la loro vita dietro barriere a prova di sfex, prendendo solo quello che i robot forniranno loro. E su questo pianeta ci sono troppe cose che non devono essere perdute dalla gente. Vivere in un ambiente controllato dai robot su un pianeta come Loren Due non sarebbe… non sarebbe dignitoso!

— Non starà mica diventando religioso, no? — domandò Huyghens asciutto. — Era questa la sua definizione della dignità.

L’aquila strideva indignata mentre Sitka Pete, avvicinandosi al fuoco, per poco non le montava addosso. Sitka Pete sbuffò e Huyghens gli parlò brevemente: si sedette con un tonfo e restò a guardare la bistecca e a sbavare.

— Lei non mi lascia finire! — protestò Roane. — Io sono un ufficiale del Controllo Colonie e il mio compito è di controllare il lavoro fatto su un pianeta prima dell’arrivo dei primi coloni definitivi. E naturalmente è mio compito controllare che siano seguiti fedelmente i progetti. Ora, la colonia che io dovevo controllare è stata praticamente distrutta. Così com’è stata progettata non poteva funzionare. Non poteva sopravvivere.

Huyghens grugnì. Stava cadendo la notte. Girò le bistecche sull’altro lato. — Ora, in caso di emergenza — disse Roane attentamente — i coloni hanno il diritto di chiedere aiuto a qualsiasi astronave di passaggio. È ovvio. Così… Finora io sono stato un uomo onesto, Huyghens… secondo il mio rapporto la colonia, così com’è stata progettata, non era in grado di funzionare ed è stata sopraffatta e distrutta, a eccezione di tre sopravvissuti che si sono barricati e hanno chiesto aiuto. Lo hanno fatto, e lei lo sa!