Dal portello uscì un uomo che si voltò indietro a salutare calorosamente; poi scese alcuni gradini fino alla passerella e vi si avviò, passando sopra alla zona bruciata. Portava con sé una valigetta da viaggio. Giunse rapidamente alla fine della passerella, ne discese e salutò con la mano in direzione della scialuppa. C’erano degli oblò, forse qualcuno rispose. La passerella si ripiegò velocemente su se stessa fino a scomparire nello scafo. Sotto gli alettoni esplose una fiammata. Si levarono nugoli di polvere e la luce divenne intensa come quella di un sole. Il boato era al di là della capacità di sopportazione, mentre la luce saliva fulminea attraverso le nubi di polvere, si allungava e accelerava sempre più. Quando fu di nuovo in grado di udire qualcosa, c’era ancora un mormorio che stava svanendo nel cielo e una piccola macchia di luce vivida che saliva piegando verso levante per raggiungere l’astronave dalla quale era discesa.
I rumori notturni della giungla ripresero. La vita su Loren Due non si occupava delle faccende umane, ma c’era una zona incandescente nel campo d’atterraggio illuminato a giorno, e un uomo, piccolo e agile, si guardava intorno perplesso, con quella sua borsa da viaggio in mano.
Mentre la zona incandescente cominciava a spegnersi, Huyghens gli andò incontro, preceduto da Sourdough e da Sitka. Faro Nell seguiva fiduciosa, tenendo maternamente l’occhio sul suo cucciolo. L’uomo sulla spianata spalancò gli occhi davanti a quel corteo. Anche essendoci preparati, doveva essere piuttosto sconvolgente atterrare su di un pianeta sconosciuto, veder partire la scialuppa e con lei ogni legame con il resto del cosmo, e infine vedersi avvicinare, forse era meglio dire sovrastare, da due colossali Kodiak maschi con un altro orso e un cucciolo al loro seguito. La solitaria figura di un essere umano doveva sembrare irrilevante, in quella compagnia.
Il nuovo arrivato guardava attonito. Si mosse, meravigliato, e Huyghens gli disse: — Salve! Non si preoccupi degli orsi! Sono amici!
Sitka raggiunse il nuovo venuto, gli si accostò prudentemente da sottovento e annusò: l’odore era soddisfacente. Odore d’uomo. Sitka sedette e i suoi dieci quintali piombarono pesantemente sulla polvere. Guardò l’uomo con aria amichevole. Sourdough fece: — Woosh! — e andò a controllare l’aria oltre la spianata. Huyghens si accostò: il nuovo arrivato indossava l’uniforme del controllo Colonie. Brutta faccenda. Aveva i gradi di ufficiale. Ancora peggio.
— Ah! — disse l’uomo appena atterrato. — Dove sono i robot? Da che razza di posto saltano fuori queste bestie? Perché avete spostato la base? Io sono Roane, e sono qui per stilare un rapporto sui progressi della colonia.
Huyghens disse: — Quale colonia?
— L’istallazione di robot su Loren Due… — Poi Roane disse in tono indignato: — Non mi dica che quello stupido pilota mi ha fatto scendere nel posto sbagliato! Questo è Loren Due, no? E questo è il campo di atterraggio. Ma dove sono i vostri robot? Avreste già dovuto cominciare la costruzione di una rete! Cosa diavolo è successo, qui, e cosa sono queste bestie?
Huyghens fece una smorfia. — Questa — disse educatamente — è un’istallazione illegale e senza licenza. Io sono un criminale. Queste bestie sono i miei complici. Se lei non vuole associarsi con dei criminali, naturalmente non ha bisogno di farlo, ma dubito che lei sopravviverà sino a domani: a meno che non accetti la mia ospitalità, mentre io penserò cosa devo fare circa la sua venuta qui. Ragionevolmente parlando, dovrei ucciderla.
Faro Nell si avvicinò e si fermò dietro a Huyghens, cioè al suo posto come durante ogni altra uscita. Nugget, invece, vide un nuovo essere umano. Nugget era un cucciolo, e quindi tendenzialmente amichevole. Ondeggiò avanti con aria ingraziante: era alto circa un metro e mezzo alla spalla, quando stava sulle quattro zampe. Si dimenava rumorosamente mentre si avvicinava a Roane e sbuffò perché era imbarazzato.
Sua madre lo raggiunse bruscamente e lo spinse da una parte con una zampata, e lui si lamentò; il lamento di un cucciolo di Kodiak di tre quintali è un suono notevole. Roane indietreggiò di un passo. — Credo — disse prudentemente — che sia meglio parlare di tutto questo. Ma se questa è una colonia illegale lei è naturalmente in arresto e ogni cosa che lei dirà potrà essere usata contro di lei.
Huyghens ebbe un’altra smorfia: — D’accordo — disse — ma ora, se vuole starmi vicino, torniamo indietro alla base. Potrei far portare la sua borsa da Sourdough, a lui piace portare le cose, ma potrebbe avere bisogno dei suoi denti. Abbiamo quasi un chilometro di strada da fare. — Si voltò verso gli animali. — Andiamo! — disse con tono di comando. — Torniamo alla base! Su!
Grugnendo, Sitka Pete si alzò e prese il suo posto di avanguardia. Sourdough lo seguiva, dondolando a destra e a sinistra. Huyghens e Roane si avviarono insieme mentre Faro Nell con Nugget chiudeva la fila. Metodo che era naturalmente il solo abbastanza sicuro per procedere su Loren Due, nella giungla, a quasi un chilometro dalla propria residenza fortificata.
Ma vi fu solo un incidente durante il viaggio di ritorno: un “nottambulo” innervosito dalle luci del sentiero, sbucò dal sottobosco emettendo grida terrificanti, simili alle risate di un maniaco. Sourdough lo atterrò a dieci buoni metri da Huyghens. A cose fatte, Nugget si avventò sulla bestia morta rizzando il pelo e ringhiando: faceva finta di attaccarlo e sua madre gli diede una pacca sonora.
II
Dal piano di sotto provenivano i rumori quieti degli orsi che si sistemavano grugnendo e mugolando. Poi si quietarono. Il chiarore del campo di atterraggio era scomparso e anche la traccia luminosa del sentiero attraverso la giungla non esisteva più. Huyghens condusse l’uomo della scialuppa nel proprio alloggio. Con un fruscio di piume, Semper scostò un’ala e alzò la testa, fissando freddamente i due uomini; allargò le sue enormi ali da due metri, sbatacchiandole, e aprì il becco per poi richiuderlo con uno schiocco.
— Quella è Semper — disse Huyghens. — Semper Tyrannis. È l’ultimo della popolazione terrestre sul pianeta. Non essendo un animale notturno, non è venuto fuori per salutarla.
Roane sbatté gli occhi davanti all’enorme uccello che artigliava un piolo di otto centimetri di diametro, infisso nel muro. — Un’aquila? — domandò. — Degli orsi Kodiak, mutanti, dice lei, ma sempre orsi… e ora un’aquila? Con quegli orsi lei ha una bella unità da combattimento…
— E sono anche degli animali da trasporto — disse Huyghens. — Possono caricarsi di un paio di quintali senza perdere troppo della loro efficienza in combattimento: e poi non ci sono problemi di approvvigionamento, perché vivono di quello che trovano nella giungla. Non di sfex, però. Nessuno si ciberebbe di sfex, anche se potesse ucciderne.
Tirò fuori dei bicchieri e una bottiglia e accennò a una sedia. Roane depose la sua borsa da viaggio e prese un bicchiere. Osservò: — Lei mi incuriosisce: perché Semper Tyrannis? Posso capire nomi come Sitka Pete e Sourdough Charley, che calzano per via dei loro antenati. Ma perché Semper?
— È stato addestrato alla caccia — disse Huyghens. — I cani ricevono un nome per via di qualche particolarità. Così Semper Tyrannis. È troppo grossa per portarla appollaiata su di un guantone da caccia, e così le spalle dei miei vestiti sono imbottite in modo che si possa posare lì. È una vedetta volante. L’ho allenata a segnalarci gli sfex e quando vola porta addosso una microtelecamera. È una bestia utile, ma non ha il cervello degli orsi.
Roane si sedette e bevve un sorso dal suo bicchiere. — Interessante… davvero interessante! Ma questa è una istallazione illegale e io sono un ufficiale del Controllo Colonie. È mio compito fare un rapporto su quanto era stato prestabilito, ma tuttavia devo dichiararla in arresto: che cosa diceva, a proposito di spararmi addosso?