Huyghens disse, con tono ostinato: — Sto cercando di trovare una via d’uscita. Se faccio il conto di tutte le pene per colonizzazione illegale, spararle addosso sarebbe logico, perché se lei partisse di qui e facesse un rapporto su questa stazione io mi verrei a trovare in una posizione molto antipatica.
— Capisco — disse Roane continuando il ragionamento. — Ma dato che ci siamo… ho una pistola in tasca e la tengo puntata su di lei.
Huyghens alzò le spalle: — È molto probabile che i miei complici arrivino qui prima dei suoi amici: e lei si troverebbe in un brutto guaio se i miei amici tornassero e la trovassero più o meno seduto sul mio cadavere.
Roane annuì. — Anche questo è vero. Ed è probabile che i suoi compagni terrestri non coopererebbero con me come hanno fatto con lei. Pare che lei sia in vantaggio, anche se la tengo sotto il tiro della mia pistola. D’altra parte, lei avrebbe potuto uccidermi molto facilmente dopo che la scialuppa è ripartita, quando avevo appena messo piede a terra e non sospettavo di nulla. Perciò forse lei non ha in realtà intenzione di assassinarmi.
Huyghens scrollò di nuovo le spalle e Roane disse: — Quindi, dal momento che il segreto per andare d’accordo è di rimandare le questioni… cosa ne dice di rimandare il problema di chi uccide chi? Francamente, devo dire che la spedirò in galera appena potrò. La colonizzazione illegale è un affare veramente ignobile. Ma comprendo che lei abbia il desiderio di sistemarmi in modo permanente. Al suo posto, probabilmente, farei lo stesso: quindi vogliamo dichiarare una tregua?
Huyghens aveva un’aria indifferente. Roane, seccatissimo, disse: — Allora lo farò io! Lo devo fare! Così…
Sfilò di tasca la mano che stringeva una pistola a raggi e depose l’arma sulla tavola. Poi si appoggiò indietro con aria di sfida.
— Se la tenga — disse Huyghens. — Loren Due non è un posto dove si possa vivere a lungo disarmati. — Si volse verso un armadietto. — Fame?
— Potrei anche mangiare — ammise Roane.
Huyghens prese dallo scaffale due confezioni alimentari e le inserì nel preparatore sottostante. Tirò fuori dei piatti e li dispose sul tavolo.
— Senta — chiese Roane — che cosa è successo alla colonia con licenza e autorizzazione ufficiale? La licenza è stata concessa diciotto mesi fa. C’è stato un atterraggio di coloni con una flotta teleguidata carica di equipaggiamenti e provviste. Dopo di allora ci sono stati quattro contatti per mezzo di astronavi. Ci dovrebbero essere diverse migliaia di robot al lavoro sotto adeguato controllo dei terrestri. Ci dovrebbe essere una spianata di centocinquanta chilometri quadrati, disboscata e coltivata. Dovrebbe esserci una rete di atterraggio quasi finita. Ovviamente dovrebbe esserci un radiofaro per facilitare l’atterraggio di astronavi: non c’è. Non esiste una spianata visibile dall’alto. Quella nave della Crete Line è rimasta in orbita per tre giorni in cerca di un posto dove farmi scendere. Il pilota fumava di rabbia. Il suo radiofaro è l’unico su tutto il pianeta e lo abbiamo pescato per puro caso. Che cosa è successo?
Huyghens servì il cibo. Disse semplicemente: — Ci potrebbero essere centinaia di colonie, su questo pianeta, senza che alcuna sia al corrente dell’esistenza delle altre. Posso solo farmi qualche idea dei suoi robot, ma credo che siano finiti in mezzo agli sfex.
Roane si arrestò con la forchetta in mano. — Da quando sono stato destinato al rapporto su questa colonia, ho letto molto su questo pianeta. Lo sfex fa parte della vita animale ostile. Carnivoro a sangue fieddo, bellicoso: non un sauro, ma piuttosto una specie a sé. Caccia in branchi. Adulto pesa da tre a quattro quintali. Estremamente pericoloso, e in numero troppo grande per poter essere cacciato. Sono loro la causa per cui non era mai stata concessa una licenza a colonizzatori terrestri: solo i robot potrebbero lavorare qui, perché sono delle macchine. Quale animale attacca le macchine?
Huyghens disse: — E quale macchina attacca gli animali? Certo, gli sfex non avrebbero dato fastidio ai robot, ma i robot avrebbero notato gli sfex?
Roane masticò e inghiottì. — Un momento! Siamo d’accordo sul fatto che sia impossibile costruire un robot cacciatore. Una macchina può distinguere, ma non sa decidere, ed è per questo che non c’è pericolo di una rivolta di robot. Non possono decidere di fare qualcosa per la quale non hanno istruzioni. Ma questa colonia è stata progettata sapendo perfettamente quello che i robot possono o non possono fare. Una volta ripulito, il terreno è stato recintato con un reticolato percorso da corrente elettrica e nessuno sfex potrebbe toccarlo senza arrostire.
Huyghens tagliò pensoso il suo cibo. Un momento dopo osservò: — Lo sbarco deve essere avvenuto durante l’inverno, per forza di cose, perché la colonia per un po’ è sopravvissuta. E, a occhio e croce, l’ultima nave è atterrata prima del disgelo. Gli anni, qui, durano diciotto mesi, lo sa?
— Lo sbarco è avvenuto durante l’inverno — ammise Roane. — E l’ultima nave atterrò prima che avesse inizio la primavera. Il progetto era di realizzare delle miniere per provvedere del materiale, di ripulire il terreno e circondarlo di una barriera a prova di sfex prima che gli sfex tornassero dai tropici. Mi pare che svernino là.
— Non ha mai visto uno sfex, lei? — domandò Huyghens; e aggiunse: — No, naturalmente. Ma se lei prende un cobra, lo incrocia con un gattopardo, lo dipinge di blu e marrone e poi lo rende idrofobo e affetto da mania omicida… be’, può dire di avere uno sfex. Ma non la razza degli sfex. Tra l’altro, possono salire sugli alberi: un reticolato non li fermerebbe.
— Un reticolato con corrente elettrica — precisò Roane: — Niente potrebbe arrampicarcisi!
— Non un animale solo — gli disse Huyghens. — Ma gli sfex sono una razza. L’odore di uno sfex morto li fa accorrere con il sangue agli occhi. Lasci un solo sfex morto per sei ore e li avrà attorno a dozzine. Due giorni e ce ne sono centinaia. Ancora più a lungo, e ne avrà migliaia! Si riuniscono a miagolare sopra il loro compagno morto e per dare la caccia a chiunque o a qualunque cosa lo abbia ucciso.
Tornò a occuparsi del suo piatto. Dopo un momento, disse: — Non c’è bisogno di domandarsi che cosa sia successo alla sua colonia: durante l’inverno i robot hanno ripulito con il lanciafiamme una certa area e hanno messo su una barriera elettrificata, come c’è nel manuale. All’arrivo della primavera, gli sfex sono tornati: tra le loro altre pazzie, hanno anche quella della curiosità. Uno sfex cercherebbe di arrampicarsi sul reticolato anche solo per vedere che cosa c’è dietro. Ne sarebbe fulminato. La sua carcassa ne richiamerebbe altri, furibondi perché uno sfex è morto, e quindi alcuni cercherebbero a loro volta di scalare la rete e morirebbero. E i loro corpi ne richiamerebbero degli altri ancora. A questo punto o la barriera sarebbe già abbattuta dalla massa dei corpi rimasti appesi, oppure si formerebbe un ponte con le carcasse delle bestie morte… e fino dove il vento portasse l’odore ci sarebbero degli sfex in corsa selvaggia, furiosi, impazziti per l’odore. Entrerebbero nella spianata attraverso o sopra la rete, urlando e stridendo in cerca di qualcosa da uccidere. Credo che abbiano trovato.
Roane smise di mangiare. Sembrava che stesse male. — C’erano… delle foto di sfex nei rapporti che ho letto. Credo che tutto ciò… corrisponda. — Cercò di sollevare la sua forchetta. La rimise giù. All’improvviso disse: — Non ho più fame.
Huyghens non fece commenti. Incupito finì la propria razione. Poi si alzò, inserì i piatti nel lavastoviglie. Ci fu un ronzio. Li riprese e li mise via.
— Mi vuol lasciar vedere quei rapporti? — domandò con voce dura. — Vorrei vedere che razza di istallazione avevano… quei robot.