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Si sentirono scricchiolii e fruscii e poi Sitka Pete, ansimante e ondeggiante, uscì all’aperto. Anche l’orso aveva dei finimenti e un bagaglio: la bardatura era complessa, perché doveva non soltanto sostenere il carico ad andatura normale, ma stando la bestia ritta sulle zampe posteriori non doveva impacciarla, impedendole di usare in combattimento le zampe anteriori.

Esplorò su e giù la radura e spiò oltre il bordo più lontano dello sperone: trotterellò all’altra estremità e guardò giù. Indagava con attenzione. Quando passò accanto a Semper e l’aquila spalancò il suo gran becco ricurvo, stridendo indignata, Sitka non le prestò attenzione. Si rilassò, soddisfatto, e si sedette disordinatamente, allungando le zampe posteriori. Aveva un’espressione simile alla benevolenza, mentre sorvegliava il paesaggio davanti e sotto di lui.

Ancora scricchiolii e, sbuffando, Sourdough Charlie arrivò con Huyghens e Roane dietro di lui. Anche Sourdough portava un basto. Poi ci fu un guaito e Nugget balzò fuori, spinto da una zampata della madre. Faro Nell apparve, portando fissata alla bardatura la carcassa di un animale simile al cervo.

Huyghens disse: — Ho scelto questo posto in una foto presa dall’alto e va bene per stabilire un rilevamento direzionale. Lo faccio subito.

Si tolse il suo carico dalle spalle, lo posò al suolo e ne estrasse un apparecchio evidentemente costruito da lui. Lo sistemò a terra e ne allungò l’antenna. Poi inserì un filo piuttosto lungo e dispiegò una minuscola antenna direzionale con alla base un preamplificatore ancora più piccolo. Roane si tolse il proprio sacco dalle spalle e guardò. Huyghens si mise una cuffia, guardò in su e disse seccamente: — Tenga d’occhio gli orsi, Roane. Il vento sale da dove siamo venuti e se qualcosa ci segue, gli sfex per esempio, sarà preceduto dal suo odore e gli orsi ci avviseranno.

Si diede da fare con gli strumenti che aveva portato. Udì i fischi, i crepitii, il rumore di fondo che poteva essere tutto tranne che un segnale umano. Allungò la mano e fece ruotare l’antenna direzionale. Dapprima appena accennato, poi più forte, giunse un ronzio raschiante. Quel ricevitore era stato però costruito soltanto per quella banda di lunghezze d’onda, ed era più efficiente della ricevente spaziale modificata. Rilevò tre brevi ronzii, tre lunghi, tre brevi ancora. Tre punti, tre linee, tre punti. Sempre uguale. SOS. SOS. SOS.

Huyghens effettuò una lettura e spostò l’antenna direzionale a una distanza accuratamente calcolata, poi effettuò un’altra lettura. Spostò l’antenna un’altra e un’altra volta ancora: misurando accuratamente e segnando ogni punto e trascrivendo le letture sullo strumento. Una volta che ebbe finito, aveva controllato la direzione del segnale non soltanto dall’intensità ma anche dalla fase: aveva il rilevamento più accurato possibile per un apparecchio portatile.

Sourdough grugnì sordamente. Sitka Pete annusò l’aria e da seduto si alzò in piedi. Faro Nell diede un colpo di zampa a Nugget, mandandolo a uggiolare in un angolo della radura, e si rizzò con il pelo irto a guardare dabbasso la via per la quale erano giunti. Huyghens esclamò: — Maledizione!

Si alzò in piedi e fece un gesto a Semper, che aveva voltato il capo a quei movimenti. Semper lanciò un grido rauco, poco rapace davvero, e si tuffò giù dallo sperone, lottando contro la forte corrente discendente oltre il ciglio. Huyghens aveva appena afferrato la sua arma, che Semper tornò indietro sopra le loro teste, e li oltrepassò maestosamente a un’altezza di trenta metri, inclinandosi e agitando le ali nel vento scomposto. Improvvisamente cacciò un grido, volò in tondo e gridò di nuovo. Huyghens prese un minuscolo ricevitore tv che gli pendeva da una cinghietta e guardò sul microvideo quello che veniva ripreso dalla telecamera fissata al petto di Semper: il terreno ruotava e ondeggiava sotto le ali dell’aquila e in mezzo agli alberi che scivolavano via si potevano scorgere delle figure in movimento. Dato il loro colore, non si potevano confondere. — Sfex — disse Huyghens.

— Sono in otto. Non li cerchi sulla nostra pista, Roane. Loro seguono le tracce parallelamente su entrambi i lati e così attaccano a ventaglio all’improvviso quando sono addosso alla preda. E attenzione! Gli orsi possono cavarsela con qualunque cosa riescano a raggiungere, quindi toccherà a noi occuparci degli altri! E miri al corpo! Le pallottole sono esplosive.

Tolse la sicura alla sua pistola. Faro Nell, lanciando tonanti grugniti, andò a piazzarsi tra Sitka Pete e Sourdough. Sitka le gettò un’occhiata e sbuffò come se la prendesse in giro per i suoi agghiaccianti grugniti. Sourdough brontolò concretamente e insieme con Sitka si separò da Nelclass="underline" i due orsi si allontanarono in direzioni opposte, in modo da coprire un fronte più vasto.

Non c’erano altri rumori che lo stridio delle incredibili creaturine alate che costituivano gli uccelli di quel pianeta e il brontolio rabbioso e cupo di Nell, e poi lo scatto della sicura quando Roane si preparò a usare l’arma che Huyghens gli aveva dato.

Semper gridò ancora, sostenendosi appena sopra le cime degli alberi, mentre seguiva dall’alto mostruose forme bicolori. Otto belve blu-marrone balzarono di corsa fuori dal sottobosco.

Avevano delle frange di spine, corna, occhi fiammeggianti, e sembravano uscite direttamente dall’inferno. Come apparvero, spiccando balzi ed emettendo urli stridenti e spezzati, simili a quelli di gatti che si battono, ma mille volte più forti, tuonò l’arma di Huyghens, ma lo sparo venne coperto dall’esplosione del proiettile nel corpo di uno sfex. Un mostro blu-marrone balzò avanti, urlando. Faro Nell caricò furiosamente mentre la pallottola esplosa da Roane andava a perdersi contro un albero. Sitka Pete alzò le sue massicce zampe anteriori e le richiuse possentemente. Uno sfex morì.

Roane sparò ancora, Sourdough Charley sbuffò, piombò avanti, addosso a un mostro sputacchiante, lo rotolò pancia in su e lo squarciò con le zampe posteriori. La pelle del ventre degli sfex era più tenera che altrove. La bestia rotolò via dilaniandosi le proprie ferite. Un altro sfex si trovò sbattuto da parte nella battaglia intorno a Sitka Pete e si preparò a balzargli addosso alle spalle, ma Huyghens sparò con freddezza. Due si lanciarono verso Faro Nell e, mentre Roane ne uccideva uno, Nell si occupò dell’altro con furia spaventosa. Sitka Pete si avviò ondeggiando, ne stanò uno e lo uccise, e poi tornò indietro in cerca di un altro. Le due armi spararono insieme e all’istante non ci fu più niente contro cui combattere.

Gli orsi passarono da una carcassa all’altra: Sitka Pete grugnì e sollevò una testa ciondolante. Crash! Poi un altro. Li passò tutti, che dessero o no segni di vita. Una volta finito, erano tutti immobili. Semper discese. Aveva gridato e svolazzato sopra le loro teste durante la battaglia e ora atterrava rapidamente. Huyghens passò da un orso all’altro, calmandoli con la sua voce. Con Faro Nell ci volle più tempo che con gli altri; l’orsa stava leccando Nugget con appassionata sollecitudine e grugniva terribilmente mentre leccava.

— Venite qua, adesso — disse Huyghens quando Sitka mostrò di volersi sedere di nuovo. — Buttate queste carcasse giù dalla collina. Forza! Sitka, Sourdough! Dai!

Guidò i due maschi mentre sollevavano con una cert’aria di fastidio i mostri da incubo che essi stessi e le armi degli uomini avevano ucciso; li trasportarono sull’orlo dello sperone roccioso e li lasciarono cadere giù, scivolando e rimbalzando fino al fondo valle.

Huyghens disse: — Questo è perché i loro amichetti si radunino attorno a loro e piangano il loro dolore dove non ci sono delle nostre tracce che possano fargli venire certe idee. Se ci fosse stato vicino un fiume, li avrei gettati nel fiume in modo che seguissero la corrente e attirassero gli amici a lutto dove si fossero arenati. Intorno alla base, li faccio bruciare. Se dovessi lasciarli dove sono, andrei via sottovento. Una cinquantina di chilometri sarebbe già abbastanza.