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E io avrei fatto meglio a spicciarmi, o il mio flash sarebbe arrivato mentre Alis se ne stava sull’orlo del letto, vestita e a ginocchia unite.

Chiesi il sonoro per lo schermo tre e sedetti vicino ad Alis sul letto. — Secondo me sei brava abbastanza — dissi.

Lei mi guardò, confusa, poi capì che stavo cercando di farmela. — Non sono abbastanza brava. — Pausa. — Non mi hai mai vista ballare.

— Non stavo parlando di ballo — dissi io, e mi chinai per baciarla.

Lo schermo centrale diventò bianco. — Messaggio — c’era scritto. — Da Hedda Hopper. — Hedda si era sbagliata a scrivere il nome. Chissà se aveva avuto un altro flash rivelatore e si stava intromettendo per rivelarmelo.

— Annullare messaggio — dissi, e mi alzai per ripulire lo schermo, ma era troppo tardi. Il messaggio era già apparso.

— Mayer è qui. Devo mandarlo su? Hedda.

L’ultima cosa che desiderassi era Mayer nella mia stanza. Dovevo fare una copia del taglia-e-incolla e portargliela giù. — File River Phoenix — dissi al computer, e inserii un disco ottico vergine. — La spiaggia del desiderio. Registra il remake.

Gli altri schermi si svuotarono d’immagini e Alis si alzò. — Devo andare? — chiese.

— No! — Mi misi a cercare un telecomando. Il computer sputò il disco e io lo presi. — Resta qui. Torno subito. Devo solo dare questo a uno.

Le porsi il telecomando. — Tieni. Premi “M” per menu e chiedi quello che vuoi. Se il film che ti interessa non è dell’ILMGM, puoi richiamare le altre librerie premendo Files. Torno prima che finisca il continental. Promesso.

Raggiunsi la porta. Avrei voluto chiuderla per tenerla lì, ma lasciarla aperta le avrebbe dato l’impressione che sarei tornato subito. — Non andartene — dissi, e corsi via.

Hedda mi aspettava ai piedi delle scale. — Scusa — disse. — Te la stavi scopando?

— Grazie a te, no — risposi, cercando con gli occhi Mayer. Il salone si era riempito ancora di più da quando Alis e io ce n’eravamo andati. E anche lo schermo: una dozzina di Fred e Ginger si rincorrevano in cerchio.

— Non ti avrei interrotto — disse Hedda — ma prima mi avevi chiesto se ci fosse Mayer.

— Tutto okay. Dov’è?

— Là. — Puntò l’indice in direzione dei Fred e delle Ginger. Mayer era sotto di loro. Ascoltava Vincent illustrare il suo programma di editing e sussultava di continuo per la troppa chocha. — Ha detto che voleva parlarti di un lavoro.

— Grande. Questo significa che il suo boss ha una nuova ragazza e che io devo incollare una nuova faccia.

Lei scosse la testa. — La Viamount sta per rilevare l’ILMGM e Arthurton sarà il nuovo direttore del Settore Progetti, quindi il boss di Mayer è fuori, e Mayer si è messo a strisciare un po’. Deve prendere le distanze dal suo boss e convincere Arthurton che gli conviene tenere lui, invece di far subentrare il suo team. Quindi questo lavoro è probabilmente un tentativo di impressionare Arthurton, il che potrebbe significare un remake, o addirittura un nuovo progetto. Nel qual caso…

Avevo smesso di ascoltare. Il boss di Mayer era fottuto, il che significava che il disco che avevo in mano valeva esattamente niente, e che il lavoro che Mayer voleva farmi fare era incollare chissà dove la ragazza di Arthurton. O magari le ragazze di tutto il consiglio di amministrazione della Viamount. In un’ipotesi o nell’altra, non sarei stato pagato.

— …Nel qual caso — stava dicendo Hedda — il fatto che si rivolga a te è un buon segno.

— Piripacchio — esclamai, battendo le mani. — Potrebbe essere la mia grande occasione.

— Be’, potrebbe sì — disse lei, sulla difensiva. — Anche un remake sarebbe meglio delle tue ultime ruffianate.

— Sono tutte ruffianate. — Mi avviai nel caos verso Mayer.

Hedda si fece strada alle mie spalle. — Se è un progetto ufficiale — mi disse — digli che vuoi il tuo nome nei titoli.

Mayer si era spostato all’altro lato dello schermo, probabilmente per sottrarsi a Vincent, che gli stava dietro e continuava a parlare. Sopra le loro teste, la folla sullo schermo piroettava ancora, ma sempre più lentamente, e i lati della stanza stavano diventando sfuocati. Mayer si girò, mi vide, e salutò con la mano, il tutto al rallentatore.

Mi fermai, e Hedda mi sbatté contro. — Hai dello slalom? — le chiesi, e lei ricominciò a frugare sul suo guanto. — O del ghiaccio? Qualcosa che ritardi il flash del klieg?

Mi tese lo stesso assortimento di capsule e cubetti che aveva prima, solo che adesso la merce era diminuita. — Non credo — rispose, sbirciando la farmacia.

— Trovami qualcosa, okay? — Chiusi gli occhi, serrai le palpebre, tornai a guardare. I contorni della stanza erano meno sfuocati.

— Vedo se riesco a trovarti un ludo — disse Hedda. — Ricordati, se è una cosa seria vuoi il tuo nome nei titoli. — Scivolò via verso una coppia di James Dean, e io arrivai da Mayer.

— Servito — dissi a Mayer, e cercai di smollargli il disco. Non mi avrebbe pagato, ma valeva la pena tentare.

— Tom! — disse Mayer. Non prese il disco.

Hedda aveva ragione. Il boss di Mayer era fuori.

— Proprio l’uomo che cercavo — disse lui. — Cosa hai fatto di recente?

— Ho lavorato per te — risposi, e tentai di nuovo di passargli il disco. — Tutto fatto. Come avevi ordinato. River Phoenix, primo piano, bacio. La squinzia ha persino quattro battute.

— Grande. — Mayer mise il disco in tasca. Tirò fuori un palmtop e batté sulla tastiera. — Vuoi i soldi sul tuo conto, giusto?

— Giusto. — Mi chiesi se fosse un tipo particolarmente bizzarro di sintomo pre-flash: ottenere quel che si vuole. Mi girai a cercare Hedda. Non stava più parlando coi due James Dean.

— Posso sempre contare su te per i lavori duri — disse Mayer. — Ho un nuovo progetto che ti potrebbe interessare. — Mi mise un braccio cordiale sulla spalla e mi guidò via da Vincent. — Non lo sa nessuno, ma c’è la possibilità di una fusione tra l’ILMGM e Viamount, e se va così, il mio boss e le sue ragazze saranno lettera morta.

Come fa Hedda a sapere certe cose? mi chiesi, colmo di meraviglia.

— La cosa è ancora a livello di discorsi generali, naturalmente, ma siamo tutti molto eccitati all’idea di lavorare con una grande compagnia come la Viamount.

Traduzione: l’affare è concluso, e “strisciare” non è esattamente il verbo giusto. Guardai le mani di Mayer: quasi mi aspettavo di vedere sangue sotto le unghie.

— La Viamount è interessata quanto l’ILMGM a produrre film di qualità, ma lo sai come reagisce il pubblico americano alle fusioni. Quindi il nostro primo compito, “se” questo affare andrà in porto, è trasmettere agli spettatori questo messaggio: “Noi ci teniamo a voi”. Tu conosci Austin Arthurton?

Mi spiace, Hedda, pensai. È un’altra ruffianata.

— Qual è il lavoro? — chiesi. — Inserire la ragazza di Arthurton? Il suo ragazzo? Il suo pastore tedesco?

— Gesù, no! — Mayer si guardò attorno per assicurarsi che nessuno sentisse. — Arthurton è assolutamente etero, vegetariano, pulito. Un vero tipo alla Gary Cooper. La sua unica missione è convincere il pubblico che lo studio è in mani responsabili. Ed è qui che entri in gioco tu. Ti forniremo un upgrade di memoria e uno stampa-e-invia automatico, e ti pagherò via rete appena ricevuto il materiale. — Mi sventolò sotto il naso il disco con la ragazza del suo vecchio boss. — Non dovrai più venirmi a cercare ai party. — Sorrise.

— Qual è il lavoro?

Lui non rispose. Si guardò attorno, sussultando. — Vedo un sacco di facce nuove — disse, e sorrise a una Marilyn in piume gialle. Follie dell’anno. — Qualcosa di interessante?