Restava ancora un problema. Doveva dire la verità al suo ospite, o tacere? Sapere che la persona tanto cercata era suo padre poteva essere un brutto colpo per Bob, non saperlo però poteva rivelarsi peggio. Il Cacciatore decise di dirgli tutto.
Bob la prese abbastanza bene. Fu anche d’accordo sulla necessità di agire in fretta, più per liberare il padre da un pericolo che per adempiere alla missione del Cacciatore, ma questo era naturale, e l’extraterrestre lo capì benissimo. Poi Bob fece notare che non potevano avere la certezza che l’altro non passasse dall’uno all’altro dei suoi genitori.
Di questo non mi preoccuperei, disse il Cacciatore. Si sente troppo sicuro dov’è per voler cambiare. Ma nel caso che lo faccia, ce ne accorgeremmo in fretta perché tuo padre, abituato ormai all’idea che non gli succede mai niente, continuerà ad agire in modo imprudente con conseguenze evidenti.
«Non mi hai ancora detto come hai cominciato a sospettare di lui!»
Ho seguito la stessa linea di ragionamento che ha portato te a sospettare dei tuoi amici. Da quel punto della riva il segno più vicino di civiltà è dato dai serbatoi. Io al suo posto sarei arrivato fin là a nuoto. Ma le sole persone che circolino lì attorno sono gli uomini che caricano i rifiuti sulla chiatta. Entrare in uno di quelli senza farsi notare sarebbe stato impossibile, ma ci si poteva infilare tra i rifiuti. Questi vengono portati all’altro serbatoio sulla collina accanto a quello nuovo. A questo punto dovevo trovare una persona che avesse dormito lì vicino.
Restava sempre la possibilità che il fuggitivo si fosse invece diretto coi suoi mezzi verso le case, non lo nego, e allora avrei dovuto cercarlo tra tutti gli abitanti. Ma l’altra sera tuo padre ha detto una cosa dalla quale ho capito che doveva aver dormito, o almeno riposato qualche volta, sulla cima dell’altura accanto al nuovo serbatoio. Secondo il mio ragionamento il maggior indiziato era lui.
«Adesso pare logico pensarlo» disse Bob, «ma io non ci sarei arrivato. A questo punto bisognerà far lavorare il cervello in fretta. Peccato non aver ancora trovato un antibiotico adatto! Cacciatore, non c’è nient’altro che possa costringere uno della tua razza a lasciare il suo ospite?»
Pensa a quello che potrebbe costringere te a lasciare la tua casa, ribatté il Cacciatore. Mezzi ce ne sono, ma questa volta dovranno essere di natura terrestre.
Bob fece cenno di aver capito e scese per la prima colazione.
Cercò di comportarsi normalmente anche quando comparve suo padre, ma non ebbe modo di sapere fino a che punto c’era riuscito. Gli venne poi in mente che forse l’altro alieno non avrebbe affatto apprezzato che lui stésse aiutando il Cacciatore consapevolmente. Questo però poteva anche essere un punto a loro favore.
Continuò a pensarci mentre si preparava per andare a scuola. Non lo disse al Cacciatore, ma stava cercando di risolvere due problemi contemporaneamente, e per farlo doveva accettare qualche svantaggio.
20
In fondo al vialetto, a Bob venne in mente qualcosa, e il ragazzo si fermò per fare una domanda al Cacciatore.
«Se riusciamo a rendere impossibile per il tuo amico continuare a restare nel corpo di mio padre, come farà a uscirne? Voglio sapere se papà ne avrà un danno.»
Se trovassimo una droga efficace, lui se ne uscirebbe e basta. Se creiamo una situazione che gli riesce sgradita, provocherebbe una specie di paralisi, come ti ho detto.
«Hai anche detto però che non sei sicuro di quali potrebbero essere gli effetti postumi di questa paralisi.»
Per quanto riguarda la tua razza è così, infatti, rispose il Cacciatore, e ti ho spiegato il perché.
«Lo so. Quindi voglio che tu provi prima su di me. Ci inoltreremo per un pezzo nella giungla così non ci vedrà nessuno.»
Ti ho già spiegato i motivi per cui non lo voglio fare, disse il Cacciatore.
«Se tu non vuoi rischiare su di me, io non voglio rischiare su mio padre. Mi è venuta un’idea che potrebbe funzionare, ma non ne farò niente se prima non sono sicuro su questo punto. Avanti, comincia.» Parlando, il ragazzo si era inoltrato nel folto degli alberi, e adesso sedette accanto a un cespuglio.
Pareva proprio che per il Cacciatore non ci fosse scelta, nonostante la sua riluttanza a fare qualcosa che potesse nuocere al ragazzo. Che Bob non desse corso al suo progetto come aveva minacciato non era poi molto grave, ma poteva anche rifiutare di collaborare ai progetti del Cacciatore, e questo avrebbe compromesso tutto. Per farsi coraggio l’extraterrestre si disse che in ultima analisi le creature di quel pianeta non erano fondamentalmente diverse dai suoi precedenti ospiti. E cominciò.
Bob sperimentò all’inizio una totale perdita di sensibilità al collo, poi si accorse che braccia e gambe non gli appartenevano più. La spiacevole sensazione durò qualche minuto, per quanto alla vittima l’esperimento sembrasse molto più lungo poi, a poco a poco la sensibilità tornò senza nemmeno la sensazione di punture d’ago che Bob si era aspettato.
«Credi che avrò delle conseguenze?» chiese, alzandosi in piedi.
Pare di no. Hai impiegato più tempo a perdere la sensibilità e l’hai recuperata più in fretta del mio ospite precedente. Non so dire però se questa sia una caratteristica tua o una particolarità della tua razza. Soddisfatto?
«Sì. Se a mio padre capiterà solo questo, non ho obiezioni da fare. Ma continuo a temere che il tuo amico possa ucciderlo.»
Potrebbe farlo se volesse, ma dovrebbe impiegare molto più tempo e faticare il doppio, cose entrambe negative dal suo punto di vista. Credo quindi che tu non ti debba preoccupare.
«D’accordo, allora.» Bob tornò sulla strada, rimontò sulla bicicletta e pedalò verso la scuola, immerso nei suoi pensieri. L’altro extraterrestre, essendo intelligente, non si sarebbe dunque mosso dal corpo di suo padre poiché quello era un rifugio sicuro. Ma cos’avrebbe fatto quando gli fosse venuta a mancare questa sicurezza? La risposta pareva abbastanza logica. La difficoltà era creare una situazione pericolosa per l’extraterrestre ma non per il signor Kinnaird, e per il momento il problema era sotto studio.
C’era poi l’altro problema, del quale Bob aveva accuratamente evitato di parlare con il Cacciatore: il ragazzo non sapeva se l’alieno era veramente quello che dichiarava di essere. Un particolare del piano escogitato da Bob era destinato a dargli la risposta definitiva su questo argomento. Tutto l’atteggiamento del poliziotto era stato convincente, sempre, ma il ragazzo voleva vedere se questo atteggiamento veniva conservato all’atto pratico.
Quel giorno Bob non fu molto attivo a scuola, e solo la minaccia di essere trattenuto oltre la fine delle lezioni lo convinse a dedicare maggior attenzione al professore. Appena suonata la campana Bob schizzò fuori dalla scuola, e lasciata la bicicletta al suo posto filò a piedi attraverso i giardini. Erano due i motivi per cui aveva evitato di prendere la bicicletta. Primo: non gli serviva per il suo piano immediato così come se l’era visto davanti agli occhi. Secondo: vedendo lì la bicicletta i suoi amici avrebbero pensato che lui sarebbe tornato dopo pochi minuti e non si sarebbero presi il disturbo di seguirlo.