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Quando Catelyn entrò, lord Hoster era addormentato. Catelyn uscì sulla balconata, appoggiando una mano alla pietra scabra della balaustra. Oltre la punta del castello, l’impetuoso Tumblestone confluiva nella placida Forca Rossa del Tridente. Da lassù, lo sguardo di Catelyn poteva spaziare per molte miglia a valle. “Se una vela a strisce verrà da est, sarà ser Robin che ritorna.” In quel momento, la superficie delle acque era vuota. Ringraziò gli dèi per questo e rientrò nel solarium, andando a sedersi accanto al padre.

Catelyn non fu in grado di dire se lord Hoster fosse consapevole che lei era lì, né se la sua presenza gli stesse recando un qualsiasi conforto. Ma stargli vicino la fece sentire meglio. “Che cosa diresti, padre, se conoscessi il crimine che ho commesso?” si chiese. “Ti saresti comportato allo stesso modo, se ci fossimo state Lysa e io nelle mani dei tuoi nemici? O invece anche tu mi condanneresti, anche tu la chiameresti follia di una madre?”

La stanza era impregnata dell’odore della morte. Un effluvio graveolente, dolciastro, malefico che pareva appiccicarsi su ogni cosa. Le ricordò i figli che aveva perduto, il suo dolce Bran e il suo piccolo Rickon, uccisi da Theon Greyjoy che era stato il protetto di Ned. Soffriva ancora per Ned, avrebbe sempre sofferto per Ned, ma che anche i suoi figli le venissero portati via…

«È una cosa mostruosa perdere un figlio, una cosa crudele» sussurrò in un soffio, più a se stessa che al padre.

Gli occhi di lord Hoster si aprirono. «Tansy» gorgogliò, la voce incrinata dalla sofferenza.

“Non mi riconosce.” Catelyn aveva finito con l’abituarsi a essere scambiata per sua madre, o per sua sorella Lysa. Ma quel nome, Tansy, le era ignoto. «Sono Catelyn» disse. «Padre, sono io, Cat.»

«Perdonami… Il sangue… Oh, ti prego… Tansy…»

Che ci fosse stata un’altra donna nella vita di lord Hoster? La fanciulla di un qualche villaggio a cui, da giovane, lui aveva fatto un torto? “Che possa aver trovato conforto tra le braccia di una qualche servetta, dopo che la mamma è mancata?” Un pensiero strano, inquietante. Di colpo, ebbe come la percezione di non aver mai realmente conosciuto suo padre.

«Chi è Tansy, mio signore? Vuoi che la mandi a chiamare, padre? Dove posso trovarla, questa donna? È ancora in vita?»

Lord Hoster si lasciò sfuggire un altro rantolo: «Morta». La sua mano andò alla ricerca di quella di lei. «Ne avrai altri… Dolci figli, e di sangue puro.»

“Altri?” si domandò Catelyn. “Ha dimenticato che Ned non c’è più? Sta ancora parlando con Tansy, o adesso è a me che si rivolge, o a Lysa, o alla mamma?”

Lord Hoster tossì, la sua saliva era screziata di sangue. Strinse le dita di Catelyn. «Sii una buona moglie e gli dèi ti benediranno… Figli… Figli di sangue puro… Ahhhh…» La sua mano si serrò per un improvviso spasmo di dolore. L’uomo morente emise un grido soffocato, le sue unghie affondarono nella mano di Catelyn.

Maestro Vyman arrivò quasi immediatamente. Mescolò un’altra dose di latte di papavero e aiutò il suo signore a mandarla giù. Ben presto, lord Hoster Tully tornò a scivolare in un sonno pesante.

«Stava chiedendo di un’altra donna» disse Catelyn. «Tansy.»

«Tansy?» il maestro la guardò, privo di espressione.

«Conosci nessuno che si chiama così? Una serva, o una donna di un villaggio vicino? Forse qualcuno del passato?» Catelyn era stata lontana da Delta delle Acque per molti anni.

«No, mia signora. Posso fare delle ricerche, se lo desideri. Utherydes Wayn saprebbe di sicuro se questa persona ha prestato servizio a Delta delle Acque. Tansy, hai detto? La gente del popolino spesso dà alle figlie nomi di fiori, di erbe… Tansy, tanaceto, è piuttosto insolito.» Il sapiente aggrottò la fronte con un’espressione pensosa. «C’era una vedova, se ricordo bene, che veniva al castello alla ricerca di scarpe da risuolare. Il suo nome era proprio Tansy, adesso che ci penso. O forse era Pansy, come pansé? Qualcosa del genere. Ma non viene più qui da molti anni…»

«Si chiamava Violetta» precisò Catelyn. Ricordava molto bene quell’anziana donna.

«Davvero?» Il maestro fece una faccia contrita. «Chiedo venia, lady Catelyn, ma non posso trattenermi oltre. Ser Desmond ha dato ordine di parlare con te solo per lo stretto necessario.»

«In tal caso, fa’ come lui ha stabilito.»

Catelyn non poteva biasimare ser Desmond: gli aveva dato ben poche ragioni per fidarsi. Senza dubbio alcuno, ora il maestro d’armi temeva che lei potesse approfittare della lealtà che molte delle persone di Delta delle Acque dimostravano nei confronti della figlia del loro signore per compiere qualche altro colpo di mano. “Per lo meno starò lontana dalla guerra” disse a se stessa. “Anche se soltanto per un po’.”

Dopo che il maestro se ne fu andato, Catelyn indossò un mantello di lana e uscì nuovamente sulla balconata. I raggi del sole scintillavano sui fiumi, specchiandosi sulla superficie delle acque che fluivano oltre il castello. Catelyn si schermò gli occhi con la mano per proteggersi dal riflesso e andò alla ricerca di una vela lontana, timorosa di vederla davvero. Ma non vide niente, e quel niente significava che poteva continuare a sperare.

Per tutto il giorno rimase di vedetta, e anche per buona parte della notte, fino a quando le gambe non cominciarono a farle male per lo sforzo di stare in piedi. Nel tardo pomeriggio, un corvo arrivò al castello, con le grandi ali nere che sbattevano sull’ingresso dell’uccelliera. “Ali oscure, oscure parole.” Catelyn non poté fare a meno di ricordare l’ultimo corvo messaggero arrivato a Delta delle Acque, e l’orrore del messaggio che aveva portato.

Maestro Vyman tornò nel solarium, al tramonto, a occuparsi di lord Hoster.Portò a Catelyn una cena frugale a base di pane, formaggio e manzo bollito con condimento di rafano. «Ho parlato con Utherydes Wayn, mia signora. È ragionevolmente certo che nessuna donna di nome Tansy è mai stata a Delta delle Acque durante gli anni in cui ha svolto servizio come attendente.»

«Ho visto arrivare un corvo, quest’oggi. Jaime è stato nuovamente catturato?» “O, gli dèi non vogliano, ucciso?”

«No, mia signora, non abbiamo alcuna nuova dello Sterminatore di re.»

«Si tratta forse di un’altra battaglia? Edmure è forse in difficoltà? O Robb? Ti prego, sii gentile, pacifica i miei timori.»

«Mia signora, io non dovrei…» Vyman gettò uno sguardo all’interno, in modo da essere certo che nella stanza non ci fosse nessun altro. «Lord Tywin ha lasciato le terre dei fiumi. Sui guadi tutto è tranquillo.»

«E allora da dove veniva quel corvo?»

«Dall’Ovest.» Il maestro si concentrò su lord Hoster, evitando gli occhi di lei.

«Portava notizie di Robb?»

Vyman esitò. «Sì, mia signora.»

“Qualcosa non va.” Catelyn lo intuì dal modo di fare di Vyman. L’anziano sapiente le stava tenendo celato qualcosa. «Parla. Si tratta di Robb? È ferito?» “Che non sia morto… Dèi, siate misericordiosi, vi prego, non ditemi che mio figlio è morto.”

«Sua maestà ha riportato una ferita durante l’assalto al Crag» disse maestro Vyman, continuando a essere evasivo. «Ma scrive che non c’è ragione di allarmarsi e che spera di ritornare presto a Delta delle Acque.»

«Una ferita? Che genere di ferita? Quanto grave?»

«Non c’è ragione di allarmarsi, scrive il re.»

«Tutte le ferite mi danno ragione di allarme. Viene curato in modo appropriato?»

«Ne sono certo. Il maestro del Crag si starà prendendo cura di lui, non ho alcun dubbio.»

«Dov’è stato ferito?»

«Mia signora, mi è stato comandato di non parlare con te. Mi dispiace.»