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«Io mi gioco metà del naso e tu diventi cavaliere. Gli dèi hanno parecchio di cui rispondere.» La sua voce era acida. «È stato mio padre in persona a investirti?»

«No. Quelli di noi che sono sopravvissuti al combattimento alle Torri degli argani sono stati investiti dall’Alto Sacerdote e poi confermati dalla Guardia reale. C’è voluta mezza fottuta giornata, con solamente tre delle Spade Bianche rimaste a fare gli onori.»

«Sapevo che ser Mandon era morto in battaglia.» “Gettato nel fiume da Podrick, meno di un battito di ciglia prima che quel traditore bastardo potesse piantarmi la spada nel cuore.” «Chi altri è caduto?»

«Il Mastino» disse Bronn. «Non morto, solo sparito. Le cappe dorate dicono che è diventato codardo e che tu hai guidato la sortita al suo posto.»

“Non una delle mie idee più brillanti.” Ogni volta che corrugava la fronte, Tyrion sentiva tirare il tessuto della cicatrice. Fece cenno a Bronn di sedersi.

«Mia sorella mi ha scambiato per un fungo» riprese. «Mi tiene al buio e da mangiare mi dà merda. Pod è un bravo ragazzo, ma nella lingua ha un nodo grosso come Castel Granito, e non credo a metà delle cose che dice. L’ho mandato a cercare ser Jacelyn e lui torna a dirmi che è morto.»

«È morto» Bronn si sedette. «Assieme a migliaia di altri.»

«Come?» Di colpo, Tyrion si sentì molto peggio.

«Durante la battaglia. Da quanto ho capito, tua sorella aveva mandato i Kettleblack a prendere il re per riportarlo alla Fortezza Rossa. Nel momento in cui le cappe dorate lo hanno visto andare via, metà di loro hanno deciso di ritirarsi con lui. Mano di ferro ha sbarrato loro la strada e ha ordinato di tornare sulle mura. Dicono che Bywater li stava cazziando alla grande, era quasi riuscito a farli riprendere a combattere… quando qualcuno gli ha piantato una freccia nella gola. A quel punto, non è sembrato più così minaccioso. L’hanno trascinato giù da cavallo e l’hanno ucciso.»

“Un altro credito da riscuotere da Cersei.” «Mio nipote Joffrey» chiese Tyrion «è mai stato in pericolo?»

«Non più di tanti altri. E meno di quasi tutti gli altri.»

«Ha sofferto un qualsiasi danno? È rimasto ferito? Si è scompigliato i capelli, contuso un alluce, spezzato un’unghia?»

«Non da quello che ho capito.»

«Io avevo avvertito Cersei di che cosa sarebbe accaduto. Chi è al comando delle cappe dorate adesso?»

«Il lord tuo padre ha messo uno dei suoi uomini dell’Ovest, un qualche cavaliere di nome Addam Marbrand.»

Nella maggior parte dei casi, ai mantelli dorati non sarebbe piaciuto affatto ritrovarsi agli ordini di qualcuno venuto da fuori, ma ser Addam Marbrand era una scelta scaltra. Come Jaime, era il genere d’uomo che molti sono pronti a seguire. “Ho perduto la Guardia cittadina.” «Ho mandato Pod a cercare Shagga, ma non ha avuto fortuna.»

«I Corvi di Pietra sono ancora nel bosco del Re. Sembra che a Shagga quel posto cominci a piacere. Timett ha guidato gli Uomini Bruciati a casa, portandosi dietro tutto quello che hanno razziato dall’accampamento di Stannis dopo la battaglia. Una mattina, Chella si è presentata alla Porta del fiume assieme a una dozzina di guerrieri delle Orecchie Nere, ma le cappe porpora di tuo padre li hanno dispersi, mentre gli abitanti di Approdo del Re gettavano loro addosso sterco e applaudivano.»

“Ingrati. Le Orecchie Nere sono morti per difenderli.” Mentre Tyrion giaceva là dentro, pieno di droga, immerso negli incubi, il sangue del suo sangue gli aveva strappato gli artigli uno a uno.

«Bronn, voglio che tu vada da mia sorella. Il suo prezioso figlioletto è uscito dalla battaglia senza un graffio, quindi Cersei non ha più nessun bisogno di un ostaggio. Ha giurato di liberare Alayaya una volta che…»

«Lo ha fatto. Otto, nove giorni fa. Dopo le frustate.»

Tynon si spinse ancora più in su, ignorando l’improvvisa lama di dolore che gli perforò la spalla. «Frustate?»

«L’hanno legata a un palo nel corrile e le hanno dato una bella ripassata. Per poi scaraventarla fuori dal castello, nuda e insanguinata.»

“Stava imparando a leggere…” fu quello l’assurdo pensiero di Tyrion. Sulla sua faccia, la cicatrice si tese allo spasimo. Per un momento, fu certo che il furore gli avrebbe fatto scoppiare la testa. Alayaya era una puttana, questo era vero, ma raramente lui aveva incontrato una ragazza più dolce, più innocente, più coraggiosa. Tyrion non l’aveva mai toccata, non era stata altro che un velo per nascondere Shae. Era stato uno sprovveduto: non aveva mai pensato quanto quel ruolo potesse costarle.

«Ho promesso a mia sorella di essere pronto a trattare Tommen nello stesso modo in cui lei avrebbe trattato Alayaya.» Tyrion aveva voglia di vomitare. «Ma come posso far frustare un ragazzino di otto anni…?» “Solo che se non lo faccio, Cersei avrà vinto.”

«Tommen tu non lo hai più» disse Bronn senza mezzi termini. «Nel momento in cui ha appreso che Mano di ferro era morto, la regina ha mandato i Kettleblack a riprenderselo, e nessuno al castello di Rosby ha avuto abbastanza fegato da opporsi.»

Un altro duro colpo, ma, al tempo stesso, anche un sollievo. Tyrion provava dell’affetto per Tommen. «Ma i Kettleblack non erano dalla nostra?» disse a Bronn, la voce venata da qualcosa di peggio dell’irritazione.

«Lo erano, certo, ma solo fino a quando tu, attraverso di me, sei stato in grado di dare loro il doppio di quanto ricevevano dalla regina. Adesso Cersei ha alzato la posta. Dopo la battaglia, anche Osney e Osfryd sono stati fatti cavalieri, come me. Lo sanno gli dèi per quale ragione, nessuno li ha mai visti con la spada in pugno.»

“I miei sottoposti mi tradiscono, i miei amici vengono coperti di frustate e di vergogna, e io continuo a marcire qui dentro” rimuginò Tyrion. “Credevo di averla vinta io, quella battaglia del cazzo. Che sia questo il vero sapore del trionfo?” «È vero che Stannis è stato messo in fuga dallo spettro di Renly?»

Bronn fece un sorriso vacuo. «Dalle Torri degli argani, tutto quello che siamo riusciti a vedere sono stati vessilli gettati nel fango e uomini che buttavano via le picche prima di scappare. Ma ci sono centinaia di soldati, nei bordelli, nelle fumerie, pronti a dirti di aver visto lord Renly uccidere questo o uccidere quello. Il grosso dell’esercito di Stannis era l’esercito di Renly, così, nel momento in cui hanno visto quella splendente armatura verde, sono passati dall’altra parte.»

Dopo tutte le sue strategie, dopo essere sceso in battaglia e avere attraversato il ponte dei relitti galleggianti, dopo essersi ritrovato con la faccia spaccata in due, Tyrion era stato messo in ombra da un morto. “Se Renly morto lo è veramente.” Era qualcosa sui cui doveva ancora far luce.

«Come ha fatto Stannis a scappare?»

«I suoi pirati lyseniani hanno tenuto le loro galee nella baia, al di là della tua catena. Hanno attraccato sulla costa e hanno imbarcato tutti, quelli che hanno potuto. Verso la fine, quelli ancora a terra hanno cominciato a uccidersi gli uni con gli altri pur di salire a bordo.»

«E Robb Stark, lui che cosa sta facendo?»

«Branchi dei suoi lupi calano verso Duskendale, facendo terra bruciata. Tuo padre manda lord Tarly a spazzarli via. Ho una mezza idea di andare con lui. Mi dicono che è un buon soldato, e di manica larga per le razzie.»

L’idea di perdere anche Bronn fu la goccia che fece traboccare il vaso. «No» dichiarò Tyrion. «Il tuo posto è qui. Tu sei il comandante delle guardie del Primo Cavaliere.»

«Ma tu non sei più il Primo Cavaliere» gli ricordò Bronn in tono sferzante. «Adesso il Primo Cavaliere è tuo padre, e ha le sue, di fottute guardie.»

«Che fine hanno fatto tutti gli uomini che avevi assoldato per mio conto?»

«Alcuni sono morti alle Torri degli argani. Quel tuo zio, ser Kevan Lannister, ha pagato quelli di noi che restavano e ci ha sbattuti fuori.»