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«Il che non farà che gettare altro sale sulle ferite di lord Walder. Una cosa che lo ha sempre tormentato è il fatto che le casate più antiche abbiano sempre guardato i Frey dall’alto in basso. E da come lui la racconta, questo non è nemmeno l’unico insulto che è stato costretto a digerire. Jon Arryn non era incline ad accogliere al Nido dell’Aquila i suoi nipoti come protetti e il lord mio padre ha rifiutato l’offerta di una delle sue figlie per Edmure.» Con un cenno del capo, Catelyn indicò il fratello, che era rientrato e stava avvicinandosi a loro.

«Maestà» intervenne ser Brynden, il Pesce nero. «Forse sarebbe bene continuare questa conversazione in privato.»

«Va bene.» La voce di Robb era stanca. «Sarei pronto a uccidere per avere una coppa di vino. La sala delle udienze, proporrei.»

Quando presero a salire i gradini, Catelyn pose la domanda che la tormentava dal momento in cui aveva fatto ingresso nella sala grande: «Robb, dov’è Vento grigio?».

«Nel cortile, in compagnia di uno stinco di montone. Ho detto al mastro dei cani di provvedere che venisse ben nutrito.»

«Lo hai sempre tenuto con te… prima.»

«La sala di un castello non è posto adatto a un lupo. Vento grigio diventa nervoso, lo hai visto anche tu. Ringhia, digrigna i denti. Non avrei mai dovuto portarlo in battaglia con me. Ormai ha ucciso troppi uomini per averne paura. In sua presenza, Jeyne è a disagio, e sua madre ne è terrorizzata.»

“Quindi è questo il punto” si rese conto Catelyn. «Robb, Vento grigio è parte di te. Avere paura di lui, significa avere paura anche di te.»

«Io non sono un lupo, madre, a dispetto di come vengo chiamato.» C’era ostilità nel tono di Robb. «Vento grigio ha ucciso un uomo al Crag, un altro ad Ashemark, altri sei o sette a Oxcross. Se tu avessi visto…»

«Ho visto il lupo di Bran squarciare la gola di un uomo a Grande Inverno» interruppe Catelyn, decisa. «E gli ho voluto bene da quel momento in avanti.»

«Stiamo parlando di due cose diverse. L’uomo che Vento grigio ha ucciso al Crag era un cavaliere che Jeyne conosceva da sempre. Non puoi biasimarla se ha paura di lui. E a Vento grigio non piace nemmeno suo zio. Ogni volta che ser Rolph gli si avvicina, lui fa vedere le zanne.»

«Allora allontana ser Rolph.» Catelyn sentì un brivido percorrerle la schiena. «Immediatamente.»

«Per mandarlo dove? Al Crag, in modo che i Lannister possano sistemare la sua testa mozzata su una picca? Jeyne lo ama. È suo zio, madre, ed è anche un valido cavaliere. Ho bisogno di avere dalla mia più uomini come Rolph Spicer, non di perderli. Non intendo bandirlo solo perché sembra che al mio lupo non piaccia il suo odore.»

«Robb» Catelyn lo fermò afferrandolo per un braccio «ti avevo detto di tenere Theon Greyjoy vicino a te, ma tu non mi hai ascoltato. Ascoltami ora: manda via quell’uomo. Non ti sto dicendo di bandirlo. Trovagli un qualche compito che richieda un uomo di coraggio, un qualche compito onorevole, non ha importanza che cosa. Semplicemente… non tenerlo vicino a te.»

«E questo cosa vorrebbe dire?» Robb corrugò la fronte. «Che dovrei far annusare a Vento grigio tutti i miei cavalieri? Potrebbero essercene anche altri con un odore che gli è sgradito.»

«Un uomo che a Vento grigio non piace, è un uomo che io non voglio che tu abbia accanto. Questi lupi sono qualcosa di più di semplici lupi, Robb. Tu devi essere consapevole di questo. Forse sono stati gli dèi a mandarli da noi. Gli dèi di tuo padre, gli antichi dèi del Nord. Cinque cuccioli di lupo, Robb, uno per ognuno dei cinque figli Stark.»

«Sei» precisò Robb. «C’era un lupo anche per Jon. Fui io a trovarli, ricordi? So bene quanti erano, e so ugualmente bene da dove sono venuti. La pensavo anch’io come te. Pensavo che i lupi fossero i nostri guardiani, i nostri protettori, fino a quando…»

«Fino a quando?» esortò Catelyn.

Le labbra di Robb si serrarono. «…fino a quando non mi hanno detto che Theon aveva assassinato Bran e Rickon. I loro meta-lupi non sono stati di grande aiuto, o sbaglio? Non sono più un ragazzo, madre. Sono in grado di proteggermi da solo» sospirò. «D’accordo, troverò un qualche compito per ser Rolph, un qualche pretesto per mandarlo via. E non a causa del suo odore, ma solo per mettere il tuo animo in pace. Hai sofferto abbastanza».

Sollevata, Catelyn lo baciò leggermente sulla guancia prima che anche gli altri arrivassero alla curva della scala a chiocciola. E per un momento, lui fu di nuovo il suo ragazzo, non il suo re.

La sala privata delle udienze di lord Hoster Tully era un piccolo locale sopra la sala grande, ed era anche un luogo più adatto a discussioni intime. Robb sedette sullo scranno più alto, si tolse la corona e la posò sul pavimento accanto a sé. Catelyn suonò il campanello perché portassero loro del vino. Edmure stava facendo venire a suo zio ser Brynden l’orecchio a carciofo con il resoconto della battaglia al Mulino di Pietra. Ma fu solo dopo che i servitori furono entrati con il vino e usciti che il Pesce nero si schiarì la gola e dichiarò: «Credo, nipote, che a questo punto abbiamo sentito abbastanza vanterie sulle tue imprese guerresche».

«Vanterie?» Edmure si risentì. «Che cosa intendi?»

«Intendo» ribatté il Pesce nero «che devi a sua maestà sentiti ringraziamenti per la sua sopportazione nei tuoi confronti. Ha recitato quella farsaccia da guitti nella sala grande solo per evitare di svergognarti di fronte alla tua gente. Fossi stato io al posto di re Robb, ti avrei fatto scorticare per la tua stupidità, invece che tessere le tue lodi per questa pazzia in cui ti sei lanciato sui guadi.»

«Zio Brynden, molti uomini coraggiosi sono morti per difendere quei guadi!» Il tono di Edmure era furioso. «Che significa? Che nessun altro ha il diritto all’onore della vittoria all’infuori del Giovane lupo? Ho forse rubato una parte di gloria che spettava a te, Robb?»

«Maestà» corresse Robb, glaciale. «Tu mi hai riconosciuto come tuo re, zio Edmure. O forse ti sei dimenticato anche di questo?»

«I tuoi ordini, Edmure» riprese il Pesce nero «erano di tenere Delta delle Acque. Niente di più.»

«Io ho tenuto Delta delle Acque. E in più ho anche fatto sanguinare il naso di lord Tywin.»

«Tanto hai fatto, è vero» disse Robb. «Ma un naso che sanguina non ci farà vincere la guerra, o no? Ti è capitato di chiederti per quale ragione siamo rimasti nell’Occidente tanto a lungo dopo Oxcross? Tu sapevi che non avevo abbastanza uomini per minacciare Lannisport né Castel Granito.»

«Ma… c’erano anche altri castelli… oro, bestiame…»

«Hai creduto che fossimo rimasti per razziare?» Robb non riusciva a capacitarsi. «Zio Edmure, io volevo che lord Tywin tornasse verso ovest.»

«Tutti noi eravamo a cavallo» disse ser Brynden «mentre l’esercito Lannister era composto principalmente da fanteria. La nostra strategia era trascinare lord Tywin in un folle inseguimento su e giù lungo la costa, per poi scivolargli alle spalle e arroccarci su una posizione difensiva a lato della strada dell’oro, in un punto scoperto dai miei esploratori, dove il terreno sarebbe stato decisamente in nostro favore. Se lui avesse accettato battaglia là, avrebbe pagato un duro prezzo. Ma se anche non lo avesse fatto, sarebbe rimasto imbottigliato a Occidente, a migliaia di leghe da dove occorreva ai suoi che fosse. In tutto questo, noi ci saremmo vettovagliati dalle sue terre, invece di avere lui che si vettovagliava dalle nostre.»

«Lord Stannis stava per attaccare Approdo del Re» continuò Robb. «Forse sarebbe riuscito a spazzare via Joffrey, la regina e il Folletto in un unico colpo. A quel punto, avremmo anche potuto negoziare la pace.»